La Ricerca per supportare le idee
illusorie che manipolano le masse sociali
Le idee che nascono dalla ricerca contro le illusioni

Manipolazione mentale e gestione delle masse

Da Howard Gardner al terrorismo sociale

di Claudio Simeoni

capitolo tre

Cod. ISBN 9788891170903

La pagine sono capitolo del libro "Lo Stregone e l'arte della Stregoneria"

ISBN

 

Howard Gardner "Cambiare idea"

Sia che tu sia un individuo-massa che funge da preda; sia che tu sia un individuo che alimenta le illusioni delle masse sociali; devi alimentare le ricerca per supportare quanto affermi e quanto spacci.

Dice Gardner a proposito della ricerca come elemento per costruire consenso:

"Le persone dotate di una formazione scientifica procederanno probabilmente in modo sistematico, avvalendosi anche di dati statistici per accreditare – o mettere in discussione – le tendenze più promettenti. Ma la ricerca non deve essere necessariamente formale; implica solo l'identificazione di casi pertinenti e la valutazione del giudizio se essi rappresentano una base sufficientemente sicura per un cambiamento d'idea."

Questa è l'idea che l'ambiente culturale ha dell'uso della ricerca. E' indubbio che in un ambiente universitario se non dimostri le tue idee con una ricerca che possa supportarne la credibilità o la fattibilità, le idee esposte vengono scartate o classificate fra le ipotesi.

Nella nostra ricerca dobbiamo individuare il soggetto che ha delle idee e che deve imporre quelle idee ad un insieme che definiamo massa. La massa che quelle idee deve seguire o potrebbe seguire. Io devo supportare le idee che sto esprimendo mediante una ricerca scientifica o con delle argomentazioni sufficienti. Solo che le mie idee non sono finalizzate a gestire una massa, ma hanno l'obiettivo di individuare dei meccanismi. Pertanto, non mi pongo il problema dell'altro che deve far proprie le mie idee.

Chi vuole far cambiare idee alla massa deve centrare la sua ricerca non solo sulla ricerca di dati o argomentazioni sufficienti per supportare le proprie idee, ma deve concentrare la sua ricerca sulla capacità della massa che ha di fronte di recepire quei dati e quelle argomentazioni in modo tale da far accettare le sue idee.

Umberto Eco e Umberto Bossi espongono le proprie idee a due masse diverse. Usano linguaggi diversi e argomentano in maniera diversa. Il linguaggio di Umberto Eco non può essere recepito dalla massa che palude ad Umberto Bossi. Per contro, la massa che plaude Umberto Eco, riempirebbe di pernacchie Umberto Bossi. La ricerca di Umberto Bossi e la ricerca di Umberto Eco seguono vie ed intenti diversi e il linguaggio scientifico è argomentato in modo tale che le rispettive masse ne comprendano i significati. Umberto Bossi è ministro, mentre Umberto Eco è un professore universitario. In caso di elezioni, Umberto Bossi batterebbe Umberto Eco almeno per 5 a 1. Questo perché la massa che comprende le argomentazioni di Umberto Bossi è almeno cinque volte maggiore della massa che comprende Umberto Eco. Inoltre, è da tener presente, la massa che comprende Umberto Eco ha una capacità critica di almeno dieci volte superiore alla massa che plaude ad Umberto Bossi. Così, anche se io comprendo o ritengo di comprendere Umberto Eco, preferendolo ad Umberto Bossi, difficilmente darei il mio appoggio ad Umberto Eco.

Se Umberto Eco volesse che le sue idee fossero comprese dalla massa che plaude ad Umberto Bossi, dovrebbe mettere in atto una ricerca il cui scopo è individuare bisogni, linguaggio, tipologia di comunicazione e percezione della realtà, che caratterizzano la massa che plaude a Umberto Bossi. Poi, dovrebbe veicolare le sue idee e i suoi progetti all'interno di quei bisogni, con quella forma di linguaggio, con quella tipologia di comunicazione e in quella realtà che viene percepita da quella massa. Per contro, se Umberto Bossi dovesse conquistarsi la massa che plaude a Umberto Eco dovrebbe costruirsi e ricercare il linguaggio accademico, i bisogni accademici, la percezione della realtà in cinque dimensioni diverse (spazio, tempo, cultura, azione ed emoziona) . E tutto questo, a differenza del suo attuale comportamento estremamente istintuale immediato e privo di considerazioni per le eventuali conseguenze, dovrebbe essere razionalizzato e pensato.

L'oggetto di sé

La ricerca è un'attività che si chiude attorno all'individuo che la mette in atto. La ricerca conferma o trasforma le idee iniziali della persona.

Data un'idea di partenza la persona cerca i riscontri, le conferme, le ragioni razionali, lo sviluppo logico. La ricerca ha lo scopo di rafforzare l'idea nel suo impatto con l'oggettività o, se vogliamo, con la massa che la dovrebbe accettare. Quando un'idea parte da un soggetto e viene condivisa da una certa massa significa che il soggetto ha saputo supportare tale idea con argomenti convincenti. Argomenti convincenti per quella massa che l'ha accettata. Non è importante se la razionalità è oggettivamente sufficiente o meno. E' oggettivamente sufficiente per quella massa. E' un po' come per le idee filosofiche. Un'idea filosofica non è oggettivamente vera, ma è oggettivamente vera in quel circuito culturale. Se fosse oggettivamente vera al di fuori di quel contesto culturale, sarebbe un'idea scientificamente vera e non filosoficamente vera. L'idea di dio creatore non ha nulla di scientifico. Si tratta di un'idea oggettivamente vera soltanto in un contesto in cui gli individui credono nell'esistenza di un dio creatore. Si tratta di un'idea filosofica, non scientifica. Quando, tale idea, approda in un contesto culturale che non "crede" nell'esistenza di un dio creatore, quell'idea è oggettivamente falsa.

La ricerca è un "oggetto in sé" che ha la capacità di confermare o trasformare il ricercatore rispetto all'idea da cui il ricercatore è partito per la sua impresa. Quando il ricercatore trasmette la sua idea affinché diventi un patrimonio di massa, la sua ricerca deve essere conclusa. Almeno per quanto riguarda quella massa e quel contesto. La trasformazione del soggetto che trasmette quell'idea deve essere già conclusa. Se la massa, a cui lui vuole imporre quell'idea, riesce a sviluppare qualche elemento di critica al quale egli non riesce ad opporre una difesa soddisfacente, quella massa non farà mai propria quell'idea.

Per questo motivo la ricerca ha lo scopo di eliminare tutte le incongruenze attorno all'idea che si vuole manifestare e rendere quell'idea "sufficiente in sé". Capace cioè di soddisfare le aspettative della massa a cui quell'idea viene imposta.

La "ricerca" per evitare l'inganno

C'è un racconto spiritoso capace di chiarire il punto di vista che ho esposto. Il racconto spiritoso andrebbe accompagnato dai gesti, ma anche raccontandolo permette di comprendere la relazione fra idea e la massa che quell'idea deve recepire. Siamo in epoca medioevale e un convento di Domenicani vuole impadronirsi di un terreno di proprietà di un contadino. Come è nelle tradizioni dei Dominicani, questi mettono in atto dei sotterfugi di natura giuridica in modo da rivendicare davanti al tribunale la proprietà del terreno. Il magistrato è propenso a dare ragione ai Domenicani, ma non volendo inimicarsi il popolo decide di risolvere la questione con una disputa teologica. Il magistrato, sicuro della maggiore preparazione dei Domenicani, finge di favorire il contadino e le sue difficoltà a parlare imponendo che la disputa teologica sia fatta solo con i gesti. Così, davanti ad un'arena di spettatori, si trovano faccia a faccia il Priore dei Domenicani e il contadino. Il Priore dei Domenicani alza la sua mano destra chiusa a pugno e, con gesto deciso, solleva l'indice verso l'alto. Visto il gesto del Priore Domenicano, il contadino, a sua volta, alza il pugno e solleva verso l'alto il dito indice e il dito medio. Il Priore Domenicano con una smorfia di stupore risolleva la sua mano destra e punta verso l'alto il dito indice, medio e anulare. A quella vista, il contadino, stupito, a sua volta alza la mano destra, chiude su sé stesse tutte le dita a becco e fa oscillare la mano sul polso. Il Priore Domenicano lascia cadere le sue braccia lungo i fianchi e riconosce che il contadino ha vinto la sfida teologica. Così la terra rimase al contadino. Una volta tornato al convento i frati Domenicani chiesero al Priore perché aveva perso e lui, sconsolato, spiegò: "Io ho detto che Dio è uno; ma il contadino mi ha risposto che da dio si genera sia il bene che il male; allora io ho detto che Dio è una trinità, ma il contadino mi ha fatto il gesto indicando che tutto viene ricondotto all'unità, a Dio; così ho perso la sfida!" Il contadino, quando tornò a casa fu abbracciato dalla moglie contenta che la terra fosse ancora loro e volle sapere com'era andata. Così il contadino spiegò: "Il frate disse che voleva mettermi un dito nell'occhio; e allora io gli ho detto che glieli avrei cecati tutti e due; quell'ignorante mi ha detto che mi avrebbe cecato tre occhi e io gli ho detto: "ma che cavolate stai dicendo?" Ha capito d'aver detto delle stupidaggini e si è arreso."

Le persone che non fanno ricerca tendono ad interpretare appiattendo sull'altro ciò che esse pensano. Il loro pensato diventa realtà oggettiva che riconoscono nei gesti degli altri. I gesti degli altri sono interpretati e significati attraverso il loro pensato. Così, la ricerca del leader che vuole l'approvazione di una massa dalla quale vuole i voti, deve fare una ricerca di come la massa interpreta simboli (i suoi totem e i suoi tabù) e come lui, comunicando usando i simboli della massa, può far sì che la massa faccia proprie e desideri quelle idee perché solo le idee di quel leader rispondono ai bisogni della massa. La ricerca è sì supporto culturale delle proprie idee, ma consiste nell'individuare la possibilità di veicolare le proprie idee col linguaggio proprio della massa. Non è la massa da gestire che si deve elevare al leader, ma è il leader che deve agire in modo da essere desiderato dalla massa il suo "uomo del destino".

All'interno del lavoro sull'identificazione della manipolazione delle masse e della loro gestione mediante l'illusione (sia in campo politico che religioso) un ruolo importante viene attribuito da Howard Gardner al concetto di "ricerca" come attività del soggetto finalizzata a supportare le sue idee alle quali deve piegare la masse. Il leader o manipolatore di massa, è il soggetto che si è "elevato" al di sopra delle masse. Per contro, tale soggetto si deve misurare con altri soggetti che, pur non essendosi "elevati" al di sopra delle masse, si contrappongono al leader. Sono leader essi stessi. A volte tendono a costruirsi o a ritagliare una propria massa personale. Altre volte, anziché essere al di sopra della massa, sono dei soggetti critici nella massa. Più tesi a modificare le idee preconcette della massa che non a dominare le masse.

La ricerca non è solo messa in atto dal leader nel tentativo di manipolare costantemente le masse (sembra importante l'esempio di un'affermazione fatta da Berlusconi relativa, vado a memoria, della vivibilità a Napoli, che Berlusconi è riuscito a smentire meno di un'ora dopo per non rispondere ad una giornalista di Repubblica in una conferenza stampa), ma è un atto che ogni massa mette in atto costantemente e che ogni leader, sia il dominatore che il soggetto critico, devono conoscere. La massa deve sempre confrontarsi con un'oggettività che spesso la costringe a modificare la sua percezione soggettiva e, come conseguenza, le illusioni che proietta per le proprie aspettative.

La ricerca come oggetto dell'altro (degli individui massa o delle masse)

Dal racconto che ho fatto si deduce che, l'interlocutore (il contadino) o la massa (di cui il contadino è parte), ha fatto una ricerca. Quella ricerca è l'oggetto con cui ogni singolo individuo della massa conferma la propria idea del mondo e considera tale idea del mondo quella Naturale. L'idea del mondo delle masse non è un'idea vissuta pacificamente, ma è un'idea del mondo, della vita, della politica, vissuta sempre con tensioni conflittuali la cui funzione è quella di riaffermare continuamente quell'idea naturale che critiche diverse tendono a mettere in discussione. La tensione verso il gioco del calcio è alimentata nella massa dalle discussioni critiche e partigiane dei vari tifosi. Le critiche e gli scontri fra tifoserie alimentano e confermano le predilezioni di quella massa per il gioco del calcio. Nessuna critica è "contro il calcio"; tutte le critiche sono "nel calcio". Per la massa, il vero leader non è colui che rinnova il presente o colui che indica "un luminoso avvenire", ma è colui che conserva il presente rimuovendo la paura di turbative al presente. Per la massa il "luminoso avvenire" è la conferma di un presente modificato in base alle aspettative che gli uomini-massa pensano all'interno di quel presente che diventa contenitore oggettivo. Salvo quando la situazione è critica, le condizioni di vita disastrose e le persone iniziano, in massa, a sognare "mari de tocio e montagne de polenta". Il leader è colui che conserva il presente indicando in ogni perturbativa dell'ordine presente un pericolo da combattere con armi assolute. In questo caso non ci sono più principi sociali, valori morali o ragioni politiche che possano fermare le paure di masse di veder peggiorate o messe in pericolo le loro condizioni di vita. Dal momento che, comunque, le loro condizioni di vita saranno irrimediabilmente peggiorate, il leader allontana il sospetto sulle sue responsabilità evocando percoli sociali o allarmi sociali provocate da minoranze sufficientemente deboli da poter essere represse ricreando il consenso attorno alla sua gestione. L'esempio delle leggi razziali vale per il passato, l'allarme sociale per gli immigrati clandestini e per i Rom, vale per il presente. La ricerca della massa, che si riduce quasi sempre alla costruzione di convinzioni per fede, credenza o superstizione, viene usata dal leader per farla agire in funzione di sé stesso evocando dei pericoli o attenuandoli a seconda della situazione che maggiormente gli conviene. In tutti i paesi del mondo si nega alle masse la ricerca culturale. Le masse non devono aver cultura e la cultura che gli si fornisce è prettamente tecnica per trasformarli in lavoratori, ma assolutamente incapaci di : 1) chiedersi il perché delle cose; 2) comprendere l'effetto di una decisione nei suoi effetti sociali, giuridici o politici; 3) comprendere gli effetti di un'azione nel tempo e nelle trasformazioni (le sue implicazioni).

Ciò che spesso sfugge ai leaders è che la massa mette in atto una ricerca continua per confermare le sue idee sul mondo. Una massa allevata nel catechismo cattolico è pronta ad eleggere il proprio leader quando questi, tirando fuori dalla naftalina la prova ontologica di Anselmo sull'esistenza di dio, fa loro capire che non sono stati ingannati, ma dio esiste. La massa si sente rassicurata. La massa è pronta per essere ingannata partendo dalle idee preconcette e vecchie (spesso quelle dei loro padri) nelle quali individuano una qualche forma di saggezza. Una saggezza che sta solo nella loro immaginazione. Solo che di quella immaginazione sono degli schiavi. Una schiavitù emotiva a concetti aprioristici che viene sfruttata dal leader per far funzionare la massa. Il leader che trasmette delle idee alla massa che vuole far funzionare, deve sempre tener presente che la massa è un soggetto dinamico. I modi di vedere il mondo e di percepire il mondo sono sempre dei preconcetti generati dalla veicolazione dei bisogni soggettivi in base alla cultura minima entro la quale la massa è costretta a veicolare i propri bisogni. La globalizzazione del territorio fisico, per gli individui massa, non implica anche la globalizzazione della manifestazione della struttura emotiva. Al contrario. L'individuo massa ha globalizzato le proprie paure aumentando la gamma di opportunità per un leader di gestire le loro angosce e veicolarle là dove egli trova più opportuno. Inoltre, proprio la globalizzazzione ha consentito a tutta una serie di enti di diffondere la paura non più solo entro i limiti nazionali, ma di globalizzarla. Prendiamo ad esempio la crisi dei mutui americani: il disastro economico è stato spalmato su tutti i risparmiatori del mondo portandone molti ala rovina; come per i bond argentini, per il fallimento della Cirio, della Parmalat e di quanto si appresta a fallire a breve. Le paure delle masse sono un'opportunità per un leader e sono elementi da considerare e da elencare per il leader che in quelle paure trova degli ostacoli. E' proprio di un leader implicato nel fallimento della Parmalat o della Cirio che ha costruito insicurezza fra migliaia di cittadini dirottare le loro paure sul pericolo del "complotto mondiale degli ebrei" o dei Rom. Per contro, un eventuale leader che dovesse essere minacciato dal dirottamento delle paure e dal passaggio in secondo piano del fallimento della Parmalat dovrebbe agire per diffondere non tanto la paura per altre parmalat, ma il possibile susseguirsi dei fallimenti a raffica. E questo, tale leader, lo dovrebbe fare nel momento stesso in cui il leader avversario tenta di fomentare la caccia agli "ebrei", ai "massoni" ai "satanisti", agli "zingari". Se non agisce nel momento stesso in cui il leader avversario inizia a lanciare l'allarme, l'allarme dell'avversario veicolerà le paure delle masse e faranno convergere su di lui il consenso detronizzandolo.

L'oggetto che l'altro immagina

Anche la ricerca, la ricerca delle masse, agisce all'interno di bisogno nel presente e immaginazione di realizzazione del desiderio. E' una ricerca della realizzazione dell'immaginazione. L'immaginazione di un oggetto o di una prospettiva che confermino psicologicamente le masse nella naturalità del loro pensiero. E' Socrate, Darwin, Marx, i pazzi. Non loro che attendono la realizzazione della promessa. Quale promessa? Quel fantastico cui aspirano. Non esiste la razionalità nelle masse o negli individui massa, ma solo bisogni che vengono espressi nel collettivo attraverso la cultura imposta. Esiste una cultura completa che coinvolge l'individuo-massa e lo imprigiona entro a delle categorie di giudizio che trovano nell'altro, nel proprio vicino, la conferma della loro validità. E' proprio questa ricerca di conferma nell'altro che fa dell'individuo un individuo-massa. La conferma nell'altro è essenzialmente conflittuale ed ha lo scopo di manipolare costantemente le proprie emozioni nella relazione confermatrice. Il conflitto che si genera fra tifosi delle opposte squadre di calcio ha lo scopo di confermare la propria visione del mondo con un'opposizione che chiude le emozioni dei soggetti all'interno dei limiti del conflitto calcistico. Poi, le persone che partecipano a questi conflitti calcistici, esportano il conflitto nella società, Il loro comune denominatore rimane la "tifoseria calcistica" anche se l'insieme delle tifoserie incide pesantemente nella società come momento di rivendicazione fine a sé stesso. Ciò che sfugge agli analisti è la relazione causale dei comportamenti. Esistono delle cause oggettive a cui il soggetto-massa attribuisce i suoi comportamenti; ma i suoi comportamenti non sono relativi alle cause oggettive descritte. Il disagio di una società è veicolazione emotiva del disagio esistenziale che si genera dall'impossibilità di un individuo di gestire la propria vita in maniera lineare e razionalmente coerente. Le difficoltà imposte agli individui nella società dalle Istituzioni, dalle associazioni di potere come la Confindustria e le continue modificazioni delle relazioni fra individuo-massa e le necessità di controllo e di dominio dello Stato, provocano un "disfacimento" della struttura emotiva di massa inducendo molti settori a comportamenti autodistruttivi. I comportamenti autodistuttivi diventano un bisogno intimo dell'individuo. Un bisogno intimo che si trasforma in necessità di distruzione di un presente ossessivo. Questo presente ossessivo viene, prima di tutto, distrutto nella capacità del soggetto di relazionarsi col e nel mondo in cui vive. La distruzione appare come la chiusura dell'individuo rispetto alla società in cui vive e alle complicazioni che tale società impone alla persona. Dall'assunzione di droghe, al suicidio, al bullismo, alla criminalità spiccia, al tifo violento, alla caccia all'immigrato; sono tutti comportamenti autodistruttivi il cui scopo è la distruzione di uno dei soggetti (in questo caso sé stesso) nella relazione con l'oggettività.

L'individuo massa, in quel momento cerca la distruzione di un altro, partecipante alla relazione che gli possa, in qualche modo, aprire una prospettiva futura: quella speranza tanto cara a Ratzinger e che ha il suo naturale sbocco nelle camere a gas dei campi di sterminio. Anche non arrivando ai campi di sterminio, l'incendio dei campi Rom con le molotov di qualche mese fa, sono dei surrogati. L'individuo-massa è pronto anche a costruire campi di sterminio se questo gli permette di veicolare nella distruzione altrui la distruzione che gli si prospetta. La chiusura verso il futuro porta l'individuo-massa a garantire sé stesso in quel presente e la garanzia in quel presente è l'oggetto della sua ricerca con cui alimenta la sua immaginazione.

Il leader che vuole trasmettere delle idee sulle quali far funzionare la massa deve veicolare le sue idee nella forma dell'immaginazione della massa. Far si che la massa trasferisca le proprie aspettative sulla veicolazione che egli propone anche quando la veicolazione è inganno nei confronti della massa dei reali obbiettivi delle proprie idee. Per contro, il leader che ha delle idee critiche rispetto alle aspettative immaginate dalla massa, deve usare la critica rispetto a chi manipola la massa all'interno dell'immaginazione delle speranze della massa. Deve allineare la sua critica nell'immaginazione della massa e non contrapporsi all'immaginazione di massa. Se la ricerca della massa è concentrata sulla ricerca della giustificazione delle sue aspettative e dei metodi per realizzarle; il leader critico deve far delle aspettative lo strumento sul quale articolare la sua critica. Non critica le aspettative, ma indica le incongruenze fra aspettativa e mezzo indicando mezzi e percorsi diversi. Una testa, un voto: la maggioranza dei voti determina le condizioni oggettive e la qualità del futuro in cui si vive.

Marghera 02.08.2008

Altri capitoli:

Manipolazione mentale e gestione delle masse sociali mediante l'illusione

analisi di Howard Gardner "Cambiare idea"

 

1) Premessa e considerazioni generali su come Gardner si pone davanti alla vita!

2) IL RAZIOCINCIO; logica e raziocinio nella manipolazione delle masse elettorali!

3) LA RICERCA; la ricerca, supporto all'idea e manipolazione delle masse che praticano ricerca per razionalizzare la loro illusione!

4) LA RISONANZA; Azione seduttiva (fascinazione) e risposta emotiva. L'amore delle masse per il leader!

5) RIDEFINIZIONE DELLE IMMAGINI MENTALI; Le tecniche della propaganda televisiva; l'oggetto della propaganda; i limiti del leader!

6) RISORSE E RICOMPENSE; Le persone comperate, specialmente in politica, è il miglior modo per assicurarsi che cambino idea!

7) REALTA' ESTERNA; Il disastro come opportunità da cogliere per costruire le idee nelle masse; condizioni esterne, opportunismo, realtà virtuale!

8) RESISTENZE; Il fondamentalismo giustificato dal fondamentalismo; creare le opportunità per vincere le resistenze ideologiche!

9) REMINESCENZA EMOTIVA; Le idee generate dalle emozioni e le illusioni della ragione; energia libidica e critica sociale!

10) INFAMIA; L'uso dell'infamia nella creazione dell'illusione. La manipolazione mentale delle masse elettorali!

11) TORTURATI e TORTURATORI: i giornalisti di RAI e di Mediaset. La distruzione nella formazione delle idee nella società civile.

 

Indice Howard Gardner

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La Stregoneria come viaggio esistenziale

Al viaggiatore non interessa che si parli della meta del suo viaggio. Il viaggiatore pone la sua attenzione in ogni istante del suo viaggio. E' il treno giusto? Il temporale renderà difficoltoso attraversare quel fiume? L'aereo è in grado di reggere quella distanza? Il cavallo è stato ben ferrato? La meta è il punto d'arrivo, ma come ci arriviamo dipende dal come abbiamo viaggiato.