L'uso della logica del raziocinio
per manipolare le illusioni nelle masse di elettori

Manipolazione mentale e gestione delle masse

Da Howard Gardner al terrorismo sociale

di Claudio Simeoni

capitolo uno

Cod. ISBN 9788891170903

La pagine sono capitolo del libro "Lo Stregone e l'arte della Stregoneria"

ISBN

 

Howard Gardner "Cambiare idea"

Il Raziocinio è la prima tecnica che Gardner prende in considerazione.

Del Raziocinio Gardner afferma:

“L'approccio razionale comporta l'individuazione dei fattori pertinenti che saranno soppesati uno ad uno per giungere ad una valutazione complessiva. Il Raziocinio può implicare l'uso della pura logica, delle analogie o la creazione di tassonomie.”

Col termine raziocinio Gardner si riferisce al razionale; alla possibilità da parte del soggetto di pensare al proprio obbiettivo e mettere in ordine tutti gli elementi razionali, pensabili, che portano a quell'obbiettivo. La possibilità di padroneggiare razionalmente gli oggetti che concorrono a raggiungere il suo obbiettivo pone il soggetto nella condizione di padroneggiare l'obbiettivo (idea) e i mezzi per giungervi. L'individuo che usa il raziocinio rende la sua esposizione nei confronti delle persone perfettamente razionale. L'individuo usa la pura logica; usa le analogie, per VISUALIZZARE nel suo interlocutore il concetto, e usa le tassonomie per inserire la sua idea in classificazioni condivise con il suo interlocutore.

L'oggetto di sé

L'oggetto in sé è l'idea! Nel caso del politico è necessario separare l'idea di fondo sulla quale concentra la sua azione dallo sviluppo razionale con cui presenta l'idea. Si tratta di considerare l'idea in sé da cui il politico fa seguire il suo discorso logico. La razionalità logica presenta l'idea: non è l'idea. L'idea è ciò che fa muovere la giustificazione logica con cui il politico la giustifica e la sostiene. Ma la giustificazione e le ragioni che la sostengono non sono l'idea: sono le giustificazioni.

L'idea, come oggetto in sé, si materializza nell'azione. L'azione materializza l'idea del politico. L'azione svela l'idea del politico al di là di come lui la proclama o la giustificava. Per azioni possiamo considerare tute quelle esposizioni personali del politico che si concretizzano in atti giuridici.

Il raziocinio usato dal politico per vendere un'idea. Per farlo deve conoscere tutto quello che riguarda quell'idea e come, quell'idea va mascherata e spacciata qualora non sia in grado di incontrare l'approvazione della massa.

Un esempio di raziocinio volto a creare inganno e illusione

Il 16 aprile 2007, La Repubblica scriveva a proposito dello stato della trattativa su Alitalia:

“Si scoprono le carte per Alitalia. Oggi le tre cordate ancora in lizza dovranno presentare le loro offerte non vincolanti per acquisire il controllo della compagnia di bandiera. L' Ap holding di Carlo Toto, gli italo-russi di Aeroflot e Unicredit e la cordata tutta finanziaria tra Mediobanca e i fondi di private equity Tpg e Matlin Paterson consegneranno all' advisor del ministero del Tesoro, Merrill Lynch, un progetto completo di piano industriale, impegno finanziario ed anche un primo prezzo indicativo. Il prezzo non sarà quello finale, ma il governo ha più volte sottolineato che questo particolare peserà molto meno dei programmi di rilancio, nella scelta del vincitore, ecco perché il passaggio di oggi potrebbe essere quello decisivo nel definire le possibilità dei tre pretendenti. Dalle offerte non vincolanti si capirà quanto ogni candidato "faccia sul serio". L' impegno complessivo, tra costi di acquisto e di rilancio, è di 3 miliardi di euro almeno secondo le stime del ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi. Se le offerte fossero in questo ordine di grandezza il governo potrà avviarsi alla trattativa finale con un certo potere contrattuale. Invece c' è il pericolo che ci si trovi di fronte valutazioni troppo basse o piani incompleti.”

Il 22 Marzo 2008, la stampa scriveva:

“22 mar. - 'O si fa Alitalia o si muore'. Silvio Berlusconi, nuovo Garibaldi, per salvare la compagnia di bandiera sembra essere disposto a tutto. E proprio la sua discesa in campo e' la garanzia, assicura, che alla fine la cordata italiana la spuntera' sui francesi: ''Ormai mi sono impegnato io, quindi si fa'', rassicura.
Romano Prodi preferisce non intervenire, e cosi' oggi il botta e risposta e' con Walter Veltroni.
Il leader del Pd non chiude la porta a un'alternativa ma lancia un ultimatum: se c'e' una cordata si deve fare viva entro 48 ore. Una tempistica ''assurda'', e' la replica: ''Servono 3, 4 settimane''.
La campagna di Berlusconi ruota intorno ad alcune certezze: le condizioni di Air France sono inaccettabili; Intesa Sanpaolo non si e' ritirata; ci sono imprenditori italiani interessati al salvataggio di Alitalia che ''si sono dichiarati disponibili e che ora si stanno parlando''. Sono ''nomi grossi - spiega - e tutti in contatto con Toto''.
Suona il tasto dell'orgoglio l'ex premier e spiega che consegnare Alitalia a Parigi sarebbe un po' come essere colonizzati. L'Italia sarebbe svilita, basta considerare che anche ''la Grecia e il Portogallo hanno una compagnia di bandiera''.
Quindi bisogna ribellarsi, rimboccarsi le maniche e trovare una nuova soluzione. Lui, dice sornione, ha atteso di conoscere le carte di Af; dopo averle viste ha pero' capito che il piano francese non si poteva mandare giu' e si e' quindi fatto avanti. A questo punto se la prende con il governo, che negli ultimi sei mesi ha tenuto i conti di Alitalia nascosti ai piu'.
E ora e' arrivato il momento che tiri fuori il dossier - e' la richiesta - per permettere anche a altri di mettere insieme una proposta. Air One dice di aver bisogno di tre settimane circa, lo stesso timing indicato da Berlusconi. La tesi del governo e' invece che di tempo ve ne sia davvero poco, la scadenza resta fissata al 31 marzo.
Di fronte a un incontenibile Cavaliere, che rilascia dichiarazioni su dichiarazioni, Romano Prodi si trincera pero' dietro a una risposta laconica: ''Non parlo. E' ora di essere seri...''. Anche Walter Veltroni invita a evitare che una vicenda cosi' delicata finisca nel tritacarne elettorale. ''Non vorrei - aggiunge il leader del Pd - che ci sia una cordata che dopo le elezioni non c'e' piu''' perche' questo significherebbe portare Alitalia sull'orlo del fallimento''.
Su questo almeno i due candidati premier sono d'accordo. Al loft di Santa Anastasia si deve registrare un certo nervosismo se il numero due del Pd Dario Franceschini a sera sceglie toni ancora piu' duri di quelli del leader: lo scopo di Berlusconi, afferma Dario Franceschini, e' scavalcare il 13 aprile. Francesco Rutelli invece punta il dito contro l'ipotesi che Marina e Pier Silvio Berlusconi possano offrire soccorso: ''Berlusconi vuole regalare Alitalia ai figli, solo che il lupo perde il pelo ma non il vizio e vuole i soldi dello Stato''. Il piu' duro e' pero' il ministro Antonio Di Pietro: l'accusa e' addirittura di insider trading. Attacchi ''isterici'' che altro non sono che la cartina tornasole del fatto, commenta Maurizio Lupi, che ''hanno la coscienza sporca''. L'affondo al vetriolo pero' arriva dall'ex alleato Pier Ferdinando Casini: ''Dopo quattro anni sempre le stesse cose su Alitalia'', dice il leader dell'Udc citando una dichiarazione di Berlusconi del 17 febbraio del 2004 (''Per fortuna di Alitalia, c'e' il signor Silvio Berlusconi che impieghera' tutto il suo talento per risolvere un problema che altri non hanno saputo risolvere'').
Schermaglie che a sentire il Pdl sono destinate a finire nel vuoto: ''Ora che si conosce qual e' il piano di Air France - afferma il governatore della Lombardia Roberto Formigoni - anche altri possono uscire perche' la cosa era pronta da tempo e Silvio Berlusconi si e' mosso benissimo''.

AIR ONE, PER OFFERTA DUE DILIGENCE DI 3 SETTIMANE

Ap Holding, la società di Carlo Toto che controlla Air One, ribadisce così la sua posizione sull'interesse a tornare in corsa per la privatizzazione di Alitalia. "Per presentare una proposta vincolante - spiega un comunicato della società - è essenziale effettuare una due diligence, ovvero una verifica sui dati e sullo stato di salute della Compagnia. A dicembre avevamo presentato un piano forte di risanamento e di rilancio per Alitalia, ma siamo stati esclusi dalla fase di due diligence che è stata concessa, per tre mesi, solo ad Air France-Klm". (ANSA)

Tratto da:

http://www.clandestinoweb.com/index2.php?option=com_content&task=view&id=7424&pop=1&page=0&Itemid=1

Il 23 aprile 2008, La Repubblica scriveva:

ROMA - Un'altra giornata di colpi di scena e polemiche, sul fronte Alitalia. Con Silvio Berlusconi protagonista di un duro attacco ai sindacati, che replicano duramente (poi però il futuro premier si autorettifica). E con l'imprenditore milanese Salvatore Ligresti che assicura: "La cordata italiana si farà, e ci saremo anche noi".
Lo scontro coi sindacati. "Air France si è ritirata in primo luogo per i veti dei sindacati". Queste le parole pronunciate da Silvio Berlusconi. Durissima la replica dei rappresentanti dei lavoratori: per Guglielmo Epifani (Cgil) il suo è uno "scarico di responsabilità che non fa onore". Per Raffaele Bonanni (Cisl) la sua dichiarazione "è una barzelletta". Ma poi il Cavaliere, com'è spesso nel suo stile, corregge il tiro, si autosmentisce: spiega che sulla vicenda "i sindacati hanno fatto il loro mestiere, e magari hanno avuto anche ragione. La verità è che le condizioni poste erano impossibili da accogliere".
"Dolorosi tagli di personale". Li annuncia il leader Pdl, che spiega: "Bisogna escludere innanzitutto il commissariamento. Il governo ha dato i mezzi alla compagnia per sopravvivere per i prossimi mesi, che saranno impiegati da una compagine di imprenditori italiani, banche e compagnie aeree, per guardare i conti di Alitalia". "Dopo la due diligence di 3-4-5 settimane - continua - questa compagine dovrà presentare un'offerta impegnativa, che comporterà dolorosi tagli di personale". Ai lavoratori "giustamente preoccupati", Berlusconi assicura che "ci saranno meccanismi di assistenza da parte dello Stato per chi perderà il lavoro".
Cordata italiana, Ligresti si fa avantii. Ma l'ipotesi di una cordata italiana è davvero realistica? Secondo il presidente di Pirelli e vicepresidente di Confindustria, Marco Tronchetti Provera, "di fronte a una proposta trasparente dove esista chiarezza di numeri e trasparenza" questo tipo di iniziativa imprenditoriale "è possibile". Per Giorgio Fossa, past president di Confindustria ed ex presidente della Sea, "se si espongono Bruno Ermolli e Gianni Letta c'è la possibilità che qualcosa di serio ci sia". Ma chi si spinge più avanti di tutti è Salvatore Ligresti, secondo il quale "la cordata italiana si farà". "Le cose si fanno in silenzio - dice, interpellato dai cronisti - e penso che si fanno". Ai giornalisti che gli chiedevano se il suo gruppo sarà coinvolto, Ligresti replica che "penso ci sarà modo di essere coinvolti. Una mano bisogna darla, penso sia giusto e doveroso nei confronti del paese, della compagnia, dei lavoratori e del turismo".”

Il 24 luglio 2008

“ALITALIA, BERLUSCONI: SACRIFICI, MA SOLUZIONE VICINA

(AGI) - Roma, 24 lug. - 'Berlusconi: 'Alitalia fara' dei sacrifici'' titola La Stampa, sottolineando che secondo il premier la soluzione per risolvere la crisi dell' ex compagnia di bandiera si sta avvicinando. 'Mentre l' advisor Intesa Sanpaolo mette a punto gli ultimi dettagli del piano industriale - prosegue il quotidiano di Torino - il presidente del Consiglio, incontrando i senatori del suo partito, preme per una soluzione rapida'. Anche Repubblica dedica ampio spazio alla vicenda Alitalia, evidenziando come 'i piloti' potrebbero andare 'allo scontro' se verranno confermati 'i tagli al personale'. Sara' quindi 'un cammino di lacrime e sangue - sottolinea ancora il quotidiano diretto da Ezio Mauro - e i sindacati sono pronti ad alzare le barricate, a cominciare dall' Anpac, l' associazione dei piloti, contraria a una cessione ai privati del settore cargo e a tagli non accompagnati da un serio rilancio del vettore'. Sul salvataggio della compagnia di bandiera il Sole 24 Ore titola: 'Alitalia, stretta finale per Intesa Sanpaolo. Police ricevuto a Palazzo Chigi' scrive il quotidiano economico, evidenziando che gia' 'sabato il Consiglio potrebbe esaminare il piano'.”

Tratto da:

http://finanza.repubblica.it/

Fine esempio di raziocinio

Razionalità ed inganno

Le ragioni razionali con cui si sostiene un'idea non manifestano l'idea, ma possono (e spesso avviene) nascondere l'idea sotto a delle rappresentazioni e a degli intendimenti i cui scopi servono a confondere le masse o l'interlocutore. Nascondere l'idea trasmettendo segnali attraverso ragionamenti che allontanano l'attenzione dell'interlocutore dalla “vera” idea di chi la manifesta. La razionalità è la dimensione nella quale maggiormente viene costruito l'inganno. Noi parliamo di logica, ma la logica è uno sviluppo razionale di presupposti accettati dall'interlocutore. Così le analogie. Quando chi espone le proprie idee usa delle analogie, queste analogie devono essere comprese dalla “massa” che intende far funzionare per l'applicazione delle sue idee. In un ambiente cristiano dire “Agiremo schiacciando la testa al serpente” è un'analogia compresa, come è compresa la risposta all'augurio “In bocca al lupo” come “Crepi il lupo”. Una massa che consideri il simbolo del serpente positivo ( o positivo il ruolo del

serpente nella struttura della vita della natura); schiacciare la testa del serpente o invocare la morte del lupo sono segnali negativi. Così le analogie verranno scelte con cura per far accettare l'idea. Scegliere con cura le analogie in base al pubblico è già un mascherare l'idea in quanto l'analogia diventa il messaggio di veicolazione dell'idea non in funzione della spiegazione dell'idea, ma in funzione dell'accettazione aprioristica dell'idea da parte del pubblico. Il pubblico viene distratto dall'analisi dell'idea dall'analogia dell'idea che l'analogia dovrebbe comunicare.

E' un po' come fa Gardner nella scelta dei personaggi che vuole usare come esempio: Mandela, Ghandi, Clinton, Reagan, Thatcer, Shapiro, Freedman. Appare evidente l'inganno perpetrato da Gardner che ha evitato di analizzare Hitler e Mussolini i quali hanno usato la loro razionalità per ingannare sulla realtà delle loro idee. Hanno ingannato elettorati estremamente vasti. Ben più vasti di Thatcer, Shapiro o gli altri. Il pubblico comprende immediatamente come le adunate oceaniche di Mussolini o Hitler erano degli inganni; comprende con minor facilità gli inganni di Ghandi, Reagan o Thatcer.

L'oggetto dell'altro

Nell'uso della razionalità per trasmettere le idee è necessario tener conto dell'altro. L'altro come interlocutore o come massa. Uno degli errori fondamentali fatti da Umberto Galimberti, nel suo “L'Ospite inquietante – Il nichilismo dei giovani”, analizzando il vuoto comunicativo dei ragazzi che buttavano le pietre dai cavalcavia, era la riduzione della loro capacità comunicativa, delle loro categorie di pensiero. Umberto Bossi ha lo stesso livello intellettuale dei ragazzi che gettano le pietre dai cavalcavia; eppure viene votato! Questo perché il linguaggio razionale non è quello che io considero e voglio che sia il linguaggio razionale, ma è quello che viene recepito dal mio interlocutore o dalla massa che ho di fronte. Un giornalista si stupì perché Massimo Cacciari non conosceva un cantante famoso e Cacciari gli rispose (più o meno): “Non è mica Socrate!”. Umberto Bossi e Massimo Cacciari vivono in un sistema sociale in cui una testa vale un voto! Se la massa fosse fatta da altrettanti Socrate, Cacciari avrebbe delle ragioni da sostenere. Invece, la massa è fatta da altrettanti Borghezio, Calderoli o Bitonci che conoscono il cantante o l'isola dei famosi, ma non conoscono né Socrate né nessun altro. Umberto Bossi, dicendo stupidaggini, comunica razionalmente il suo pensiero; Veltroni o Cacciari o Bettin, non sanno comunicare razionalmente il loro pensiero. Sono persone assolutamente irrazionali ed illogiche. Indubbiamente alla lunga l'elettorato di Umberto Bossi comprenderà l'inganno o comunque lo subirà, ma ha i voti!

L'altro è fondamentale nella comunicazione. Né Bossi né Berlusconi hanno studiato l'altro; la massa. Essi sono la massa; il loro comportamento è assolutamente naturale in sintonia con la massa in quanto da quella massa provengono e da quella massa intendono ottenere i profitti. Come stupirsi dell'ignoranza di Gentilini, ex sindaco di Treviso? Treviso è come Gentilini! Il livello intellettuale degli abitanti di Treviso, della massa degli abitanti di Treviso, E' COME GENTILINI!

Così, impegni importanti o idee complesse devono essere esposte con un linguaggio che non guardi al futuro (perché gli abitanti di Treviso non sanno nemmeno che cosa sia; per loro l'idea della trasformazione temporale del presente è illogica ed inesistente), ma agisca nell'immediato anche se l'idea tende alla trasformazione del presente. Deve essere esposta con un linguaggio che coinvolga la persona-massa nell'immediato; che paventi soluzione vicine e nello stesso tempo che accusi l'altro (quale altro? L'avversario, il demonio di turno) per ogni ritardo di realizzazione della promessa con cui si vuole veicolare l'idea.

L'oggetto che l'altro immagina

La realtà è sempre immaginata dalle masse. La massa di persone sono ancora ferme a sognare “mari de tocio e monti de polenta” vivendo in una sorta di fame insaziabile di benessere che si disseta solo là dove incontra una promessa. Una promessa che venga fatta col loro linguaggio. Solo il loro linguaggio è razionale. Anche se quel linguaggio è fatto di luoghi comuni o di leggende metropolitane spacciate per vere. Per loro solo ciò che procede da questo è logico. Tutto il resto è illogico, folle, irrazionale. E' assolutamente logico e comprensibile che Berlusconi voglia fare i soldi; ognuno di loro lo vuole. E' assolutamente logico che Berlusconi metta in atto delle azioni illegali per fare i soldi; ognuno di loro ritiene che le azioni illegali per fare i soldi siano assolutamente legittime in quanto, voler fare i soldi, legittima ogni comportamento illegale. Pertanto diventa assolutamente logico che Berlusconi accusi i magistrati di complotto. Infatti, per la massa, le ragioni di giustizia non sono ragioni logiche, ma ragioni di un folle. E i magistrati sono dei folli perché non riescono a capire la concretezza di Berlusconi nel voler fare i soldi. E' legittimo fare i soldi; è illegittimo fare giustizia.

Dal momento che una testa è un voto, appare logico, per questa massa, dare il voto a Berlusconi. Berlusconi parla coerentemente il linguaggio della massa che lo ascolta. Fu così anche con Mussolini e con Hitler. E' sufficiente conoscere ciò che vuole la massa, l'altro, paventarlo, e la massa è pronta, ad accettare quell'idea perché di quell'idea non gli frega assolutamente nulla ferma com'è nell'attesa della realizzazione delle sue aspettative.

L'uso delle tassomanie

L'uso delle tassomanie implica la conoscenza di chi espone le proprie idee delle categorie di pensiero della massa alla quale espone le proprie idee. Le idee esposte hanno una maggiore possibilità di essere accettate qualora rientrino nelle categorie positive della massa che le recepisce. Solo che l'idea, al di là della sua qualità e del suo fine, non è mai estranea alla massa. Estranea alla massa sono le categorie che vengono usate per esporre quell'idea. Quando Padoa Schioppa dice: “Queste sono le condizioni e gli obbiettivi che ci prefiggiamo; facciamo in modo di gravare il meno possibile sulla tassazione!” La massa, nelle sue categorie, non recepisce gli obbiettivi, ma solo l'aggravamento delle tasse. Per contro, quando Tremonti dice: “Mettiamo la Robin Tax sui petrolieri!” La massa non recepisce l'aggravamento delle tasse, ma si immagina che sia l'industriale a pagare le tasse. Non pensa che l'industriale, ogni soldo che intasca, lo intasca vendendo le proprie merci e ogni soldo di tassa che paga è perché quel soldo lo ha ricevuto da chi compra le sue merci. Pertanto, c'è un aggravamento della tassazione, ma la massa immagina che non ci sia. Poi, se ne accorge quando va alla pompa di benzina, ma non è in grado di collegare quei due o tre centesimi in più alla “Robin Tax” di Tremonti. Robin Hood è una categoria, una tassomania, fatta propria dalla massa. La massa applica quella tassomania non all'idea o all'oggetto che viene esposto, ma al richiamo della tassomania stessa. Tremonti dice: “Facciamo come Robin Hood!” e la massa dice: “Bene! Finalmente!” e non analizza il fare di Tremonti e le sue conseguenze.

Le tassomanie vanno tenute presenti quando si comunica un'idea. Sia Padoa Schioppa che Tremonti aumentano le tasse ai cittadini. Mentre Padoa Schioppa rende chiari i motivi e le necessità, Tremonti occulta motivi e necessità usando tassomanie opportune. Così, Padoa Schippa ha delle reazioni di massa ostili, mentre Tremonti ha una non belligeranza se non un'approvazione.

Si tratta di giocare sull'immaginazione: la massa immagina di essere vessata dalle tasse e non conosce il valore dei servizi che ha a disposizione. Così, giocando sulla tassomania delle tasse si possono privare le masse dei servizi anche se poi, per avere lo stesso servizio, le masse saranno costrette a pagarlo tre volte tanto.

L'immaginazione è il contrario della conoscenza. Ciò che non si conosce e non si interiorizza, si immagina. Le persone che immaginano sono pronte ad accettare ogni svolgimento logico-razionale purché confermi la loro immaginazione. Salvo, poi, ad avere delle reazioni violente quando la realtà quotidiana dimostra che ciò che si immaginava, e sul quale si è organizzata la propria vita, era falso e ci si scopre inadeguati ad affrontare i problemi. In quel momento, l'immaginazione che concretizzava un'idea di speranza, viene condannata dall'individuo-massa. Solo che l'individuo-massa non ha più strumenti per agire in quanto, convinto della realtà della sua immaginazione, non si è posto il problema di analizzare le relazioni e le cose. Pertanto, quest'individuo, per risolvere i suoi problemi è costretto a diventare un soggetto di carità. Un supplice pronto a cercare la raccomandazione, il favore e a restituire i favori: cessa di essere un cittadino e si trasforma in servo. Appunto: massa!

Marghera 01.08.2008

Altri capitoli:

Manipolazione mentale e gestione delle masse sociali mediante l'illusione

analisi di Howard Gardner "Cambiare idea"

 

1) Premessa e considerazioni generali su come Gardner si pone davanti alla vita!

2) IL RAZIOCINCIO; logica e raziocinio nella manipolazione delle masse elettorali!

3) LA RICERCA; la ricerca, supporto all'idea e manipolazione delle masse che praticano ricerca per razionalizzare la loro illusione!

4) LA RISONANZA; Azione seduttiva (fascinazione) e risposta emotiva. L'amore delle masse per il leader!

5) RIDEFINIZIONE DELLE IMMAGINI MENTALI; Le tecniche della propaganda televisiva; l'oggetto della propaganda; i limiti del leader!

6) RISORSE E RICOMPENSE; Le persone comperate, specialmente in politica, è il miglior modo per assicurarsi che cambino idea!

7) REALTA' ESTERNA; Il disastro come opportunità da cogliere per costruire le idee nelle masse; condizioni esterne, opportunismo, realtà virtuale!

8) RESISTENZE; Il fondamentalismo giustificato dal fondamentalismo; creare le opportunità per vincere le resistenze ideologiche!

9) REMINESCENZA EMOTIVA; Le idee generate dalle emozioni e le illusioni della ragione; energia libidica e critica sociale!

10) INFAMIA; L'uso dell'infamia nella creazione dell'illusione. La manipolazione mentale delle masse elettorali!

11) TORTURATI e TORTURATORI: i giornalisti di RAI e di Mediaset. La distruzione nella formazione delle idee nella società civile.

 

Indice Howard Gardner

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

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e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La Stregoneria come viaggio esistenziale

Al viaggiatore non interessa che si parli della meta del suo viaggio. Il viaggiatore pone la sua attenzione in ogni istante del suo viaggio. E' il treno giusto? Il temporale renderà difficoltoso attraversare quel fiume? L'aereo è in grado di reggere quella distanza? Il cavallo è stato ben ferrato? La meta è il punto d'arrivo, ma come ci arriviamo dipende dal come abbiamo viaggiato.