Joseph Ratzinger (Benedetto XVI) (1927 - -)

L'Enciclica Spe Salvi
Il progresso consiste nel passare
dalla fionda alla bomba atomica?

di Claudio Simeoni

 

Cod. ISBN 9788891185815

 

Teoria della Filosofia Aperta - Volume quattro

Tutte le pagine dell'Enciclica Spe Salvi

Un commerciante espone un cartello nelle sue vetrine: "Occasione; grande affare!".

Le persone distrattamente leggono e qualcuna, pensa di andare dal commerciante a fare un acquisto che rappresenterebbe, secondo la sua idea, un affare per sé.

La persona non si è chiesta perché il commerciante ha esposto quel cartello; né la persona si è chiesto qual era il soggetto che stava facendo il "grande affare".

Il commerciante voleva fare un grande affare, ma la persona pensava di farlo lei il grande affare.

Commedia degli equivoci?

Chi è il soggetto che spera? Ratzinger in quanto rappresentante del dio padrone che spera di riprendere il controllo assoluto della società o sono gli Esseri Umani che attraverso la miseria e il dolore che viene loro imposto si rifugiano nell'immaginazione?

Quando un individuo dice qualche cosa; chi è abituato ad ascoltare quell'individuo solo dopo averlo collocato nell'esatta posizione sociale in cui parla e da cui provengono le intenzioni che il suo parlare esprime o nasconde?

Dice Ratzinger: "Che cosa noi, che siamo dio in terra, possiamo sperare? Possiamo sperare un'autocritica della società moderna che si metta in ginocchio davanti a noi! Un'autocritica (un pentimento) in un dialogo con noi; i cristiani!"

Così Ratzinger si trova davanti ad una domanda: "Che cosa LUI può sperare?".

Gesù, nei vangeli, dice che chi è in ginocchio davanti a lui deve amare i propri nemici. Chi è in ginocchio davanti a Gesù non capisce che il nemico che devono amare è Gesù stesso, mentre fa loro violenza per costringerle a mettersi in ginocchio. Invece, la manipolazione mentale messa in atto dai cristiani, induce le persone ad identificarsi in Gesù; esse stesse sono Gesù e si sentono in dovere di amare chiunque non li considera dei Gesù al fine di dimostrare loro quanto essi, che si identificano con Gesù, siano buoni nei loro confronti che, cattivi, non vogliono considerarli Gesù. Loro sono i padroni di chi non vuole capire che loro sono Gesù!

E' un meccanismo mentale perverso, ma è l'effetto della manipolazione mentale. Così, quando Ratzinger afferma:

"E' necessaria un'autocritica dell'età moderna in dialogo col cristianesimo e con la sua concezione della speranza. In un tale dialogo anche i cristiani, nel contesto delle loro conoscenze e delle loro esperienze, devono imparare nuovamente in che cosa consista veramente la loro speranza, che cosa abbiano da offrire al mondo e che cosa invece non possano offrire."

Ratzinger è il cristianesimo che chiede all'età moderna di autocolpevolizzarsi di tutte le perversioni fatte contro l'uomo dal cristianesimo al fine di sottomettere il divenuto dell'uomo alla "speranza" cristiana come fine di ogni possibile divenire umano.

Che cosa i cristiani hanno da offrire al mondo?

Forse il loro dio onnipotente davanti al quale esigono sottomissione? O il loro Gesù che ordina di scannare chi non si mette in ginocchio davanti a lui?

Che cosa offrono i cristiani al mondo?

Se non si comprende la mostruosità della domanda che si fa Ratzinger, non potete nemmeno comprendere la follia di Ratzinger: "Che cosa i cristiani abbiano da offrire al mondo!"

I cristiani e il mondo sono due cose separate!

Cosa significa?

Che i cristiani si ritengono il loro dio padrone nei confronti del mondo: loro possiedono il mondo. LORO offrono al mondo, non sono parte del mondo, non vivono nel mondo, non respirano la stessa aria e non bevono la stessa acqua, non sono parte del DNA che nel mondo si è forgiato. E' con loro che "l'età moderna" fa l'autocritica.

Il cristiano che si pone come dio padrone davanti al mondo!

E il mondo?

Non dovrebbe il mondo chiedere risposte e pretendere condanne nei confronti delle atrocità di cui il dio dei cristiani e i cristiani stessi, che si identificano in lui, si vantano?

In quest'ottica appare evidente che "nel contesto delle loro conoscenze e delle loro esperienze," i cristiani devono imporre disperazione per costruire quelle condizioni di miseria sociale e morale attraverso le quali costringere nuovamente le persone alla speranza nel dolore da loro imposto.

Forse il mondo ha chiesto qualche cosa ai cristiani che "loro" non possono offrire?

Il mondo ha chiesto ai cristiani di cessare di saccheggiare il mondo. Di cessare di stuprare bambini. Di cessare di spargere AIDS. Di cessare di perseguitare le donne e il loro dovere d'aborto. Di cessare di interferire e alterare la vita pubblica e la morale della Costituzione.

Dice Ratzinger:

"Bisogna che nell'autocritica dell'età moderna confluisca anche un'autocritica del cristianesimo moderno, che deve sempre di nuovo imparare a comprendere se stesso a partire dalle proprie radici."

Le radici del cristianesimo sono inumane. Esattamente come sono inumane le radici dell'ebraismo. Davvero qualcuno pensa che millantare di aver macellato l'intera umanità col diluvio universale, contenga qualche cosa di umano? Nemmeno i campi di sterminio della soluzione finale di Hitler furono così atroci. Oppure pensate che la pretesa di Gesù di scannare chi non si mette in ginocchio davanti a lui abbia qualche cosa di "umano? Qualche cosa che la giurisprudenza moderna accetta? O ha qualche cosa di "umano" la pretesa di Gesù che le persone lo amassero mentre lui ordina di scannarle? O ha qualche cosa di umano la pretesa della chiesa cattolica di sottomettere alla sua religione macellando e bruciando le persone? Forse che Ratzinger ritiene umano sbattere la testa dei bambini di Babilonia contro le pietre e chiamare beati chi lo fa? E di quante Babilonie è fatto il mondo i cui bambini Ratzinger vuole sbattere contro le pietre? O far stuprare dai suoi preti?

L'età moderna deve criticare il cristianesimo e le sue aberrazioni che le impediscono di dispiegare quella morale umana che la pretesa di sottomissione del dio padrone cristiano ostacola.

Dice Ratzinger:

"Innanzitutto c'è da chiedersi: che cosa significa veramente "progresso"; che cosa promette e che cosa non promette? Già nel XIX secolo esisteva una critica alla fede nel progresso. Nel XX secolo, Theodor W. Adorno ha formulato la problematicità della fede nel progresso in modo drastico: il progresso, visto da vicino, sarebbe il progresso dalla fionda alla megabomba."

Ratzinger parte dal presupposto che l'uomo è creato ad immagine e somiglianza del dio padrone. Dunque, l'uomo non è un soggetto in trasformazione, in adattamento, in progressione temporale. I cambiamenti dell'uomo, secondo Ratzinger, possono essere solo o casuali o per volontà del suo dio. Per Ratzinger, creazionista, l'Essere Umano non è mai uscito dal brodo primordiale, non ha attraversato quel processo di trasformazione spinto dalla sua volontà di sopravvivenza in un processo continuo di diversificazione delle specie che lo ha portato ad essere ciò che egli è.

Il progresso, al di là del valore che vogliamo attribuirgli, è il passaggio dagli Esseri Unicellulari agli Esseri complessi e, siccome noi stiamo parlando, è il passaggio e le trasformazione di tutte le generazioni che ci hanno preceduto proprio per manifestare noi. Secondo le ultime "scoperte" (ma se qualcuno osservava l'idea l'aveva già prima) ci sono due geni che stanno tentando di fissare sulla catena del DNA le nuove trasformazioni dell'uomo. Due geni nuovi, uno di circa 30000 anni e l'altro formatosi circa 5000 anni fa. Un'inezia nella scala della vita.

Le condizioni sociali e le condizioni morali in cui gli Esseri Umani vivranno nei prossimi 2-5000 anni determineranno l'informazione fondamentale della specie che questi geni fisseranno e le trasformazioni che indurranno nella nostra specie.

Questo, la vita, non è un problema che riguarda Ratzinger che, in quanto dio padrone e creatore del mondo, è esterno ed estraneo al mondo chiuso nella disperazione che nega ogni futuro alla sua esistenza.

Però deve arrendersi davanti alla tecnica.

Per Ratzinger la tecnica è manifestazione dell'onnipotenza del suo dio trasferita nelle mani di persone che, credendosi dio padrone, passano dall'uso della fionda all'uso della megabomba.

"Così parla il Signore: " Ecco, salgono acque dal settentrione, è un fiume che straripa e che sommerge la regione con quanto contiene, le città e i loro abitanti. Gli uomini gettano grida e tutti gli abitanti del paese levano lamenti al rumoroso galoppo dei suoi cavalli, al fracasso ei suoi carri, allo stridore delle sue ruote. I padri non si voltano più verso i figli, le loro braccia sono senza vigore a cagione del giorno che viene per lo sterminio di tutti i Filistei, perché Tiro e Sidone vedono strapparsi i loro ultimi alleati: il Signore stermina i Filistei, il resto dell'isola di Caftor. E' venuta la tosatura per Gaza, Ascalona è annientata. E tu, residuo degli Anachiti, fino a quando ti farai incisioni? O spada del signore, non ti riposerai mai? Rientra nel fodero, fermati, calmati! E come potrà riposarsi se il Signore gli da dei comandi? Contro Ascalona e la costa del mare, ecco dove le ha prescritto di agire."" Geremia 47, 2-7

"Innanzi tutto un'orda armata di bastoni, che Damaso si era conquistato con il denaro si abbatté sui seguaci di Ursino, ancora riuniti in chiesa. I cattolici combatterono tre giorni per la basilica Giulia, già contesa sotto Liberio. Poi, Damaso, che nel frattempo era rimasto chiuso nel Laterano con la sua guardia del corpo, fece portare via dai soldati tutti i chierici del suo avversario e li espulse dalla chiesa. Una parte del popolo riuscì comunque a strapparli ai militari e si trincerò con essi sull'Esquilino nella Basilica Liberiana (S. Maria Maggiore). Il 26 ottobre 366 la squadra di picchiatori papali dette l'assalto; si trattava di un branco di becchini, gente del circo e carrettieri assunti dal ricco pontefice come soldati privati. Essi sfondarono le porte, irruppero all'interno, appiccarono incendi e bombardarono gli assediati con le tegole. Infatti, Damaso, "prete ispirato e sensibile all'arte", "un'enorme personalità", "liberò le forze del primo cristianesimo, a lungo serbate per la lotta, e le impiegò per costruire" (Hummeler, con imprimatur). Almeno 137 tra uomini e donne, sinceri seguaci di Ursino, pagarono la "costruzione" con la vita; secondo una fonte ursiniana perfino 160 persone, senza contare i feriti gravi; dunque centinaia di vittime, feriti, bruciati. E tuttavia, miracolo divino, non morì nessun compagno d'armi di Damaso, la cui "devozione infantile" è celebrata anche dal vecchio Kirken-Lexicon cattolico di Wetzer/Welte."

Tratto da "Storia Criminale del cristianesimo" Vol II

"Ma questo ristabilimento della legalità contro le usurpazioni longobarde non avvenne a favore dei bizzantini: le città dell'Esarcato furono in effetti "restituite" al papa ed è probabile che questo atto sia stato giustificato sulla base di un documento allora esibito per la prima volta dal vescovo di Roma, la coì detta "Donazione di Costantino". In questo documento, che doveva risalire a quattro secoli prima ed era stato ignorato da tutti per tanto tempo, l'antico imperatore romano, trasferendo la capitale a Bisanzio, dichiarava di consegnare al papa la sovranità sull'Italia e perfino su tutto l'Occidente. Era naturalmente una falsificazione, ma esso fu ritenuto autentico per sette secoli, legittimando la politica territoriale di Stefano II e dei suoi successori (ma non esiste certezza che Stefano II sia stato il primo papa a presentare la falsa donazione)." Pag.214

Tratto da: "L'operazione storica" Il Medioevo di Alberto De Bernardi e Scipione Guarracino edizioni scolastiche Bruno Mondadori

"I contadini e i villani, quelli del bosco e quelli della pianura [...] in venti, in trenta e in cento hanno tenuto parecchi parlamenti. Queste parole vanno consigliandosi: "il nostro nemico è il nostro padrone". Ne hanno parlato fra loro, in segreto, e parecchi se la sono giurato, che mai per loro volontà avranno signore o procuratore. "E così possiamo andare nei boschi, tagliare gli alberi e prendere quello che vogliamo, prendere il pesce negli stagni e la selvaggina nelle foreste. La nostra volontà sarà fatta nei boschi, nelle acque, nei prati. Siamo uomini come loro". Con questi detti, con queste parole e altri ancora più folli hanno dato il loro consenso e si sono promessi con giuramento che rimarranno tutti insieme e insieme si difenderanno. Hanno eletto, non si sa dove o quando, i più capaci e quelli che sanno parlare meglio e che andando per tutto il paese raccoglieranno i giuramenti. [...].

Il conte Raul andò talmente in collera che non volle tenere alcun processo. Li rese tutti tristi e dolenti, a parecchi fece strappare i denti, gli altri li fece impalare, fece loro strappare gli occhi e tagliare le mani, a tutti fece arrostire le gambe, anche se ne dovevano morire. Altri furono bruciati vivi o immersi nel piombo bollente. Li fece così sistemare tutti; orribili furono a guardarsi. Non furono più visti in nessun luogo senza essere riconosciuti. Il comune è ridotto a nulla, i villani si guardano bene dal farlo ancora. Si sono ritirati e dimessi da quanto avevano intrapreso." La repressione di una rivolta contadina nel 997 in Normandia. Sintesi da J. Le Goff La civiltà dell'occidente medievale p. 281

Tratto da: "L'operazione storica" Il Medioevo di Alberto De Bernardi e Scipione Guarracino edizioni scolastiche Bruno Mondadori

Il massacro dei Catari (Albigesi):

"Allora venne presa [dal papa] la decisione che fece pender la bilancia e che provocò la morte di molti uomini, barbaramente uccisi, e di molte potenti donne e ragazze [...] alle quali non è rimasto più né mantello né vestito. Con questa decisione fu ordinato di distruggere tutto ciò che avesse fatto resistenza, da Montpellier a Bordeaux [...]. I borghesi della città [Béziers] videro arrivare i crociati e furono attaccati dal capo dei ribaldi [soldati in senso dispregiativo], mentre una massa di mercenari vagabondi oltrepassava il fossato, abbatteva le fortificazioni e apriva delle brecce nelle porte, e l'esercito dei Franchi si armava in fretta. Compresero allora, in cuor loro, che ogni resistenza era impossibile. Subito si rifugiarono nella cattedrale, il prete e il clero si rivestirono di ornamenti sacri e fecero suonare le campane proprio come se stessero per celebrare una messa funebre. Alla fine gli abitanti di Béziers non furono in grado di impedire ai vagabondi di entrare in città e costoro si impadronirono delle loro case come vollero, perché per ciascuno di loro ce n'erano dieci, se avessero voluto. Eccitati e senza temere la morte, quei ribaldi uccisero e massacrarono tutti quelli che incontravano impadronendosi di tutti gli oggetti di valore. Se ne sarebbero arricchiti per sempre, se avessero potuto conservarli, ma ben presto li dovranno lasciare, perché i baroni di Francia li vorranno per sé, anche se non sono stati loro a prenderli. [...] Credo che mai una strage così selvaggia sia stata compiuta dal tempo dei Saraceni. Da "La chanson dela croisade Albigesoise di E. Martin-chabot pag. 570

Tratto da: "L'operazione storica" Il Medioevo di Alberto De Bernardi e Scipione Guarracino edizioni scolastiche Bruno Mondadori

Il cardinale Faulhaber dichiara:

"Papa Pio XI - dichiarò Faulhaber in una predica del 1936 - primo sovrano straniero, ha concluso un solenne trattato col nuovo governo del Reich, sottoscrivendo il Concordato, guidato dal desiderio di "consolidare e promuovere le relazioni amichevoli esistenti fra la santa sede e il Reich tedesco"." P. 468

Il prelato Tiso era un antisemita dichiarato delegato del papa nel riconoscere lo stato Slovacco nel 1939.
Interrogato da alcuni cattolici, il 28 agosto 1942 dichiarò:
"Per quanto concerne la questione giudaica, molti si chiedono se il nostro comportamento sia cristiano e umano. Io chiedo invece: è cristiano se gli Slovacchi vogliono liberarsi dei loro eterni nemici, gli Ebrei?" pag. 469

Il 20 aprile 1937 il cardinale, Segretario di Stato Pacelli scrisse all'ambasciatore di Hitler in Vaticano Von Bergen che alla santa sede:
""non sfuggiva la grande importanza insita nella costituzione di una linea di difesa politica internamente sana e vitale contro il pericolo del Boscevismo ateo". La santa sede, ammise Pacelli, combatteva anch'essa il Bolscevismo, ma con altri mezzi. Ma tuttavia ammetteva anche l'utilizzazione "di mezzi estremi di pressione contro il pericolo bolscevico"."

Dopo la campagna polacca, Pio XII, come si seppe soprattutto al processo di Norimberga, si adoperò intensamente per una pace di compromesso fra gli Alleati e la Germania, con la prospettiva di condurre l'occidente unito contro la Russia comunista:
"Poniamo termine a questa guerra fratricida - disse il grande papa "pacifista" il giorno dopo la diffusione del suo messaggio natalizio il 25 dicembre 1939 in un ricevimento del collegio cardinalizio - e uniamo le nostre forze contro il nemico comune, contro l'ateismo!".

"Il corrispondente in Vaticano del New York Times, che cercò allora informazioni sull'atteggiamento della Curia verso queste dimostrazioni clericali di guerra, dal Segretario di Stato Vaticano ricevette la risposta che la Santa Sede era responsabile di tutti i cattolici:

"Il clero italiano e i cattolici italiani hanno particolari doveri verso l'Italia e li compiranno come sempre con onore".

E il giornale Vaticano dei gesuiti, Civiltà cattolica, esortò tutti gli Italiani "a sigillare col sangue il fedele compimento del proprio dovere"." Pag. 473

"Il principale giornale cattolico di Francia, "la croix", che a causa della sua politica collaborazionista dopo la Liberazione fu citato in tribunale, esortava quotidianamente alla collaborazione con Pètain e con Hitler, pretendeva l'eliminazione impietosa del movimento di resistenza e scriveva che il corso seguito da Pétain "coincideva mirabilmente con le indicazioni della Santa Sede" (Scheinmann, 178). Pétain soppresse tutte le leggi che nella Terza Repubblica avevano ridimensionato il potere della Chiesa e regolò tutte le questioni sociali in accordo con le encicliche papali e con l'ideologia fascista. Si consulti in proposito lo scritto del cattolico Pierper." Pag. 474

"Nel gennaio del 1941 i vescovi tedeschi e austriaci si riunirono per la prima volta a Berlino. In una comune lettera pastorale profetizzarono la vittoria finale di Hitler, ma anche grandi sacrifici per tutti. Quasi due anni dopo il vescovo cattolico di campo della Wehrmacht in una lettera pastorale del natale 1942 ripeté la profezia:
"Le tensioni, da cui scaturiscono la vittoria, esigeranno da noi molta forza e dedizione. Il nostro Fuhrer e comandante supremo è davanti ai nostri occhi come un modello luminoso. Egli esige da noi la stessa prontezza e disponibilità allo sforzo e all'impegno che egli stesso è stato ed è pronto a fornire. Nell'incrollabile fiducia in lui, raggiungeremo lo scopo per cui si combatte"." Pag. 475

Le citazioni sono tratte da: "Il gallo cantò ancora" di Karlheinz Deschner Massari editore.

I cristiani agiscono nei confronti della società civile, della quale si ritengono padroni, estranei dalle dinamiche che in essa agiscono, passando dalla fionda alla megabomba. Ogni oggetto che crea strage e distruzione è buono per il cristiano. Il cristiano misura il progresso soltanto in base alle sue possibilità di distruggere, saccheggiare, annientare la società nella quale gli uomini vivono.

Afferma Ratzinger:

"Ora, questo è, di fatto, un lato del progresso che non si deve mascherare. Detto altrimenti: si rende evidente l'ambiguità del progresso. Senza dubbio, esso offre nuove possibilità per il bene, ma apre anche possibilità abissali di male - possibilità che prima non esistevano."

Quando Ratzinger afferma questo, concentra la sua attenzione sulla riaffermazione di sé stesso in quanto dio padrone. Del progresso egli annulla la trasformazione dell'uomo, i suoi processi di adattamento soggettivo nella realtà oggettiva e l'esercizio della sua volontà. Ratzinger annulla la volontà di ogni specie che è divenuta nell'immenso della Natura. Solo la possibilità di uccidere, di sterminare, diventa, per Ratzinger, la forma di progresso della quale egli si vuole impossessare.

C'è forse, in tutta la sua Enciclica Spe Salvi, un'altra forma di progresso che merita, secondo Ratzinger, di essere presa in considerazione?

E come potrebbe esserci se l'uomo, secondo Ratzinger, è creato ad immagine e somiglianza del suo folle e pazzo dio?

Se Ratzinger prendesse in considerazione un'altra forma di progresso dell'uomo, come la sua trasformazione, il suo divento, la sua risolutezza nel modificare sé stesso rispondendo alle proprie esigenze e ai propri bisogni nel suo ambiente, Ratzinger dimostrerebbe la stupidità della credenza nel suo dio.

Ratzinger può considerare il progresso soltanto come uso di armi più sofisticate per macellare le persone. Un'attività che la chiesa cattolica e i cristiani hanno sempre praticato e che praticano tutt'ora con le loro orde di terroristi assassini quali sono i missionari cristiani che devastano le nazioni povere.

Le possibilità che prima non esistevano, secondo Ratzinger, sono le possibilità di macellare l'intera umanità, come la chiesa cattolica ha sempre fatto e che grazie a criminali come i missionari cristiani, sta facendo anche oggi al fine di saccheggiare l'umanità in nome di un dio pazzo e criminale!

Non c'è ambiguità nel progresso; c'è terrore per come i cristiani si appropriano e usano il progresso per macellare e danneggiare l'umanità e le società civili.

Il progresso non è imputato. Imputato di crimini è l'uso che i cristiani, Ratzinger stesso, fa del progresso al fine di danneggiare e distruggere l'umanità.

Ratzinger, un cadavere che cammina, incapace di confrontarsi con gli uomini, come del resto quel pazzo profeta, impotente e criminale che fù il Gesù di Nazareth, usa il progresso per danneggiare, distruggere e annientare, l'umanità: perché, c'è forse qualcuno che ha usato la bomba atomica per distruggere che non sia stato un cristiano? C'è forse qualcuno che ha girato la chiave delle camere a gas naziste che non fosse stato battezzato?

Il disprezzo dell'umanità è proprio dell'educazione cristiana: che poi si usi la fionda o la megabomba, dipende dai mezzi di distruzione sui quali i cristiani riescono a mettere le mani. Indovinate chi ha inventato in Europa l'uso della polvere da sparo, e a quali finalità l'ha adattata!

Quando i cristiani ebbero il dominio a Roma, distrussero tutte le strutture culturali e scientifiche di Roma. Le distrussero distruggendo le strutture politiche e sociali. Distrussero quelle Istituzioni che portano i cittadini ad essere partecipi dello Stato e che li impegnava in una continua ricerca di miglioramento. Oggi, con gli archeologi, ci si stupisce nello scoprire le capacità tecniche degli antichi. Ci si stupisce della loro conoscenza e quando nel Viet-nam si trovano monete romane si comprende la grandezza e la vastità dei traffici e delle relazioni che intercorrevano nel mondo antico. Tutto fu distrutto dai cristiani, perché i cristiani non comprendevano il valore della conoscenza, né comprendevano il valore di una società ricca e attenta al proprio quotidiano. Ci fu il progresso cristiano che portò l'uomo all'ignoranza, all'analfabetismo, ad una forma di schiavitù fisica e morale come mai prima di allora fu conosciuta. Il progresso cristiano fu il passaggio dalla società giuridica alla società del campo di sterminio della quale i cristiani si elessero a guardiani, padroni e giudici ad imitazione del loro dio padrone. In queste condizioni sociali, ogni evento drammatico, dal terremoto, all'epidemia, sconvolgeva una società malata contribuendo a peggiorare le condizioni d'esistenza della società stessa. E' il progresso cristiano: la distruzione della capacità dell'uomo di dispiegare sé stesso mediante gli strumenti che nel corso dell'evoluzione la specie gli ha messo a disposizione.

Da qui l'incapacità di Ratzinger di cogliere il progresso che dal Rinascimento Italiano ha portato le società occidentali a quel progresso che, in ultima analisi, altro non è che la distruzione dell'orrore della "città di dio", della Nuova Gerusalemme, che nella distruzione dell'uomo i cristiani hanno imposto alle società umane.

Quali sono le possibilità individuate da Ratzinger?

Lui che si ritiene a guardia del campo di sterminio nel quale ha ridotto le società civili intravede ottime possibilità nell'usare un fucile mitragliatore al posto di una spada mentre si esalta come guardiano dell'orrore in cui costringe le persone. Ratzinger intravede la possibilità di usare mezzi tecnici più incisivi con cui ridurre le persone all'obbedienza alla sua verità! E in questo coglie anche la possibilità del "male". Già perché la mitragliatrice può essere rivolta anche contro Ratzinger e con maggior efficacia che non una fionda: questo è il pericolo che intravede Ratzinger. Da qui il concetto di Ratzinger di progresso che esclude l'uomo che, per Ratzinger, non può progredire né come individuo, né come società, né come specie, in quanto creata ad immagine e somiglianza del suo dio: e come potrebbe progredire il suo dio che Ratzinger ammanta di tutti gli aggettivi assoluti? Come potrebbe il suo dio superare l'assoluto? E come potrebbe l'Essere Umano superare il suo presente se egli è stato creato in questo presente ad immagine e somiglianza del dio assoluto di Ratzinger?

Solo un cristiano può leggere il progresso dell'uomo dalla fionda alla superbomba migliorando il mezzo con cui spargere terrore. Il terrore, per il cristiano, è l'assoluto del suo progresso che impone nella società degli Esseri Umani.

Scrive Ratzinger:

"Noi tutti siamo diventati testimoni di come il progresso in mani sbagliate possa diventare e sia diventato, di fatto, un progresso terribile nel male. Se al progresso tecnico non corrisponde un progresso nella formazione etica dell'uomo, nella crescita dell'uomo interiore (cfr Ef 3,16; 2 Cor 4,16), allora esso non è un progresso, ma una minaccia per l'uomo e per il mondo."

Per progresso gli uomini non intendono la qualità dei mezzi di repressione che la tecnica può produrre, ma la qualità delle relazioni sociali che si dispiegano nella società civile e nelle relazioni fra Esseri Umani e Istituzioni sociali.

Gli uomini non considerano sé stessi dei guardiani di bestiame che abbisognano di armi per impedire alle bestie di elevarsi alla dignità sociale. Gli Esseri Umani si considerano parte di un insieme nel quale costruire delle relazioni sociali e la qualità di quelle relazioni sociali sono l'indice del progresso e della civiltà di quel popolo!

Non esiste progresso sociale in Ratzinger.

Ratzinger disprezzi gli Esseri Umani, li vuole ridurre alla sua dimensione, inumana e volgare. Ciò è testimoniato dalle sue citazioni di Paolo di Tarso:

"Non per farvi arrossire, vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, come miei figli carissimi. Poiché quand'anche voi aveste migliaia di pedagoghi in Cristo, non avreste tuttavia molti padri: poiché sono io che vi ho generati in Cristo Gesù mediante il vangelo. Vi supplico, adunque: siate i miei imitatori. Per questo appunto vi ho mandato Timoteo, che è mio figlio diletto e fedele nel signore: egli vi ricorderà le mie vie in Cristo, quali dappertutto, in tutte le chiese, le ho insegnate."

Paolo di Tarso, lettera ai Corinti 4, 14-17

"Piego perciò le mie ginocchia davanti al Padre dal quale ogni famiglia, sia nei cieli che sulla terra, deriva, affinché vi conceda, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente corroborati nell'uomo interiore per mezzo del suo Spirito. Sicché Cristo, per la fede, abiti nei vostri cuori: e voi, ben radicati e fondati nell'amore, possiate comprendere con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e conoscere la carità di Cristo che supera ogni conoscenza, affinché siate ripieni della pienezza stessa di dio."

Paolo di Tarso, lettera agli Efesini 3, 14-19

Nessun progresso dell'uomo che deve fondersi nel dio padrone di Ratzinger. Nessun divenire per l'uomo che deve chiudersi nel campo di sterminio ripieno della "carità di Cristo". Nessuna scelta per l'uomo che deve sottomettersi come bestiame posseduto, come schiavo obbediente, a Ratzinger che chiude ogni futuro all'uomo in nome di "ammonimenti ai figli carissimi" che manifestano l'odio di Gesù e Ratzinger nei confronti della società. Non c'è conoscenza che non derivi da dio! Lo sa Galileo, lo sa Giordano Bruno, lo sanno tutti quegli Esseri Umani che non uniformandosi all'assoluto delle "sacre scritture" hanno visto chiudersi il loro futuro dal Ratzinger guardiano di quel campo di sterminio.

Le citazioni di Paolo di Tarso fatte da Ratzinger hanno lo scopo di bloccare ogni discussione che verta sul progresso sociale. Non esiste un progresso della società. Solo il progresso tecnico, secondo Ratzinger, è un progresso che deve essere sottomesso alla sua verità.

Ma noi, come individui che appartengono alla società civile di oggi, che cosa intendiamo per progresso?

Proviamo a vedere come è organizzata la città di dio dei cristiani, la Nuova Gerusalemme, nella quale i cristiani confinano gli uomini e come vengono risolte le contraddizioni nella Nuova Gerusalemme, la città del Cristo Gesù:

"Con l'elezione a papa di Gregorio VII, nel 1073, la lotta contro la simonia e le investiture laiche compì una svolta radicale. La polemica si trasferiva ora dai Vescovi filoimperiali allo stesso imperatore e la natura sacrale del suo potere veniva risolutamente negata. Verso il 1075, alla vigilia dello scontro con Enrico IV, Gregorio VII compose un breve scritto comunemente indicato con il titolo Dictatus papae. Nei 27 brevi enunciati che lo compongono Gregorio VII sintetizzò le sue tesi sul ruolo del papa nella Chiesa e sui rapporti fra il potere del papa e quello dell'imperatore.

Riportiamo di seguito i principali enunciati del testo papale:

1) Che la chiesa Romana è stata fondata da dio solo.
2) Che soltanto il Pontefice Romano è a buon diritto chiamato universale.
3) Che egli solo può deporre o ristabilire i vescovi.
4) Che un suo messo, anche se inferiore di grado, in concilio è al di sopra di tutti i Vescovi, e può pronunciare sentenze di deposizione contro di loro.
6) Che non dobbiamo aver comunione o rimanere nella stessa casa con coloro che sono stati scomunicati da lui.
8) Che lui solo può usare le insegne imperiali.
9) Che tutti i principi devono baciare i piedi soltanto al Papa.
10) Che il suo nome deve essere recitato in chiesa.
11) Che il suo titolo è unico al mondo.
12) Che gli è lecito deporre l'imperatore.
13) Che gli è lecito, secondo la necessità, spostare i vescovi di sede in sede.
16) Che nessun sinodo può essere chiamato generale, se non comandato da lui.
17) Che nessun articolo o libro può essere chiamato canonico senza la sua autorizzazione.
18) Che nessuno deve revocare la sua parola e che egli solo lo può fare.
19) Che nessuno lo può giudicare.
20) Che nessuno osi condannare chi si appella alla Santa Sede.
21) Che le cause di maggiore importanza, di qualsiasi Chiesa, debbono essere rimesse al suo giudizio.
22) Che la Chiesa Romana non errò e non errerà mai e ciò secondo la testimonianza delle sacre scritture.
23) Che il Pontefice Romano se ordinato dopo elezione canonica, è indubbiamente santificato dai meriti del beato Pietro [...].
25) Che può deporre e ristabilire i Vescovi anche senza riunione sinodale.
26) Che non dev'essere considerato cattolico chi non è d'accordo con la Chiesa di Roma.
27) Che il pontefice può sciogliere i sudditi dalla fedeltà verso gli iniqui.

Tratto da: "L'operazione storica" Il Medioevo di Alberto De Bernardi e Scipione Guarracino edizioni scolastiche Bruno Mondadori, Pag. 526.

All'interno della città di dio, della Nuova Gerusalemme, non esiste nessun futuro per l'uomo. Nessun progresso. Solo i guardiani, sulle torrette di questo campo di concentramento possono essere armati di spade o di mitra, di fionde o di megabombe, ma non cambia il loro ruolo, né cambiano le relazioni fra gli uomini che devono essere sempre sottomessi al capriccio di un dio padrone e di chi lo rappresenta.

Ma allora, come gli Esseri Umani, intendono il progresso?

L'assolutismo del Ratzinger del 1075 che impone le regole di dio nella città di dio si contrappone ai desideri e ai bisogni degli Esseri Umani che oggi si dispiegano in maniera diversa. Alle regole sociali imposte dal Dictatus Papae e che tanto odio e tanto dolore hanno imposto nel campo di sterminio della città di dio, gli uomini oggi contrappongono il risultato attuale del loro PROGRESSO SOCIALE. Del loro divenuto mentre tagliavano il filo spinato che impediva loro di uscire dalla Nuova Gerusalemme:

CAPO I DIGNITA'

Articolo 1 Dignità umana

La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata.

Articolo 2 Diritto alla vita

1. Ogni individuo ha diritto alla vita.
2. Nessuno può essere condannato alla pena di morte, né giustiziato.

Articolo 3 Diritto all'integrità della persona

1. Ogni individuo ha diritto alla propria integrità fisica e psichica.
2. Nell'ambito della medicina e della biologia devono essere in particolare rispettati:
o il consenso libero e informato della persona interessata, secondo le modalità definite dalla legge
o il divieto delle pratiche eugenetiche, in particolare di quelle aventi come scopo la selezione delle persone
o il divieto di fare del corpo umano e delle sue parti in quanto tali una fonte di lucro
o il divieto della clonazione riproduttiva degli esseri umani.

Articolo 4 Proibizione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti

Nessuno può essere sottoposto a tortura, né a pene o trattamenti inumani o degradanti.

Articolo 5 Proibizione della schiavitù e del lavoro forzato

1. Nessuno può essere tenuto in condizioni di schiavitù o di servitù.
2. Nessuno può essere costretto a compiere un lavoro forzato o obbligatorio.
3. è proibita la tratta degli esseri umani.

CAPO II LIBERTA'

Articolo 6 Diritto alla libertà e alla sicurezza

Ogni individuo ha diritto alla libertà e alla sicurezza.

Articolo 7 Rispetto della vita privata e della vita familiare

Ogni individuo ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e delle sue comunicazioni.

Articolo 8 Protezione dei dati di carattere personale

1. Ogni individuo ha diritto alla protezione dei dati di carattere personale che lo riguardano.
2. Tali dati devono essere trattati secondo il principio di lealtà, per finalità determinate e in base al consenso della persona interessata o a un altro fondamento legittimo previsto dalla legge. Ogni individuo ha il diritto di accedere ai dati raccolti che lo riguardano e di ottenerne la rettifica.
3. Il rispetto di tali regole è soggetto al controllo di un'autorità indipendente.

Articolo 9 Diritto di sposarsi e di costituire una famiglia

Il diritto di sposarsi e il diritto di costituire una famiglia sono garantiti secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l'esercizio.

Articolo 10 Libertà di pensiero, di coscienza e di religione

1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Tale diritto include la libertà di cambiare religione o convinzione, così come la libertà di manifestare la propria religione o la propria convinzione individualmente o collettivamente, in pubblico o in privato, mediante il culto, l'insegnamento, le pratiche e l'osservanza dei riti.
2. Il diritto all'obiezione di coscienza è riconosciuto secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l'esercizio.

Articolo 11 Libertà di espressione e d'informazione 1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera.
2. La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati.

Articolo 12 Libertà di riunione e di associazione

1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione pacifica e alla libertà di associazione a tutti i livelli, segnatamente in campo politico, sindacale e civico, il che implica il diritto di ogni individuo di fondare sindacati insieme con altri e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.
2. I partiti politici a livello dell'Unione contribuiscono a esprimere la volontà politica dei cittadini dell'Unione.

Articolo 13 Libertà delle arti e delle scienze

Le arti e la ricerca scientifica sono libere. La libertà accademica è rispettata.

Articolo 14 Diritto all'istruzione

1. Ogni individuo ha diritto all'istruzione e all'accesso alla formazione professionale e continua.
2. Questo diritto comporta la facoltà di accedere gratuitamente all'istruzione obbligatoria.
3. La libertà di creare istituti di insegnamento nel rispetto dei principi democratici, così come il diritto dei genitori di provvedere all'educazione e all'istruzione dei loro figli secondo le loro convinzioni religiose, filosofiche e pedagogiche, sono rispettati secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l'esercizio.

Articolo 15 Libertà professionale e diritto di lavorare

1. Ogni individuo ha il diritto di lavorare e di esercitare una professione liberamente scelta o accettata.
2. Ogni cittadino dell'Unione ha la libertà di cercare un lavoro, di lavorare, di stabilirsi o di prestare servizi in qualunque Stato membro.
3. I cittadini dei paesi terzi che sono autorizzati a lavorare nel territorio degli Stati membri hanno diritto a condizioni di lavoro equivalenti a quelle di cui godono i cittadini dell'Unione.

Articolo 16 Libertà d'impresa

E' riconosciuta la libertà d'impresa, conformemente al diritto comunitario e alle legislazioni e prassi nazionali.

Articolo 17 Diritto di proprietà

1. Ogni individuo ha il diritto di godere della proprietà dei beni che ha acquistato legalmente, di usarli, di disporne e di lasciarli in eredità. Nessuno può essere privato della proprietà se non per causa di pubblico interesse, nei casi e nei modi previsti dalla legge e contro il pagamento in tempo utile di una giusta indennità per la perdita della stessa. L'uso dei beni può essere regolato dalla legge nei limiti imposti dall'interesse generale.
2. La proprietà intellettuale è protetta.

Articolo 18 Diritto di asilo

Il diritto di asilo è garantito nel rispetto delle norme stabilite dalla convenzione di Ginevra del 28 luglio 1951 e dal protocollo del 31 gennaio 1967, relativi allo status dei rifugiati, e a norma del trattato che istituisce la Comunità europea.

Articolo 19 Protezione in caso di allontanamento, di espulsione e di estradizione

1. Le espulsioni collettive sono vietate.
2. Nessuno può essere allontanato, espulso o estradato verso uno Stato in cui esiste un rischio serio di essere sottoposto alla pena di morte, alla tortura o ad altre pene o trattamenti inumani o degradanti.

CAPO III UGUAGLIANZA

Articolo 20 Uguaglianza davanti alla legge

Tutte le persone sono uguali davanti alla legge.

Articolo 21 Non discriminazione

1. E' vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali.
2. Nell'ambito d'applicazione del trattato che istituisce la Comunità europea e del trattato sull'Unione europea è vietata qualsiasi discriminazione fondata sulla cittadinanza, fatte salve le disposizioni particolari contenute nei trattati stessi.

Articolo 22 Diversità culturale, religiosa e linguistica

L'Unione rispetta la diversità culturale, religiosa e linguistica.

Articolo 23 Parità tra uomini e donne

La parità tra uomini e donne deve essere assicurata in tutti i campi, compreso in materia di occupazione, di lavoro e di retribuzione. Il principio della parità non osta al mantenimento o all'adozione di misure che prevedano vantaggi specifici a favore del sesso sottorappresentato.

Articolo 24 Diritti del bambino

1. I bambini hanno diritto alla protezione e alle cure necessarie per il loro benessere. Essi possono esprimere liberamente la propria opinione; questa viene presa in considerazione sulle questioni che li riguardano in funzione della loro età e della loro maturità.
2. In tutti gli atti relativi ai bambini, siano essi compiuti da autorità pubbliche o da istituzioni private, l'interesse superiore del bambino deve essere considerato preminente.
3. Ogni bambino ha diritto di intrattenere regolarmente relazioni personali e contatti diretti con i due genitori, salvo qualora ciò sia contrario al suo interesse.

Articolo 25 Diritti degli anziani

L'Unione riconosce e rispetta il diritto degli anziani di condurre una vita dignitosa e indipendente e di partecipare alla vita sociale e culturale.

Articolo 26 Inserimento dei disabili

L'Unione riconosce e rispetta il diritto dei disabili di beneficiare di misure intese a garantirne l'autonomia, l'inserimento sociale e professionale e la partecipazione alla vita della comunità.

Si tratta della carta dei DIRITTI FONDAMENTALI DELL'UNIONE EUROPEA!

Diritti di uguaglianza che non hanno nulla a che vedere con l'uguaglianza cristiana: siete tutti uguali in ginocchio davanti a me! Dove il dio padrone, il Cristo Gesù e i suoi rappresentanti non sono uguali agli altri uomini, ma i loro padroni in un'ottica ideologica schiavista.

Una carta che abbatte il Dio dei cristiani, il Cristo Gesù, dal suo assoluto e lo costringono a misurarsi con gli uomini. Costringono il dio dei cristiani e il loro Cristo Gesù a sottostare alle leggi e ai diritti che le norme sociali, imposte anche al dio dei cristiani e al loro Cristo Gesù, impongono di rispettare!

Questo è il progresso.

Il progresso è la conquista della dignità umana che spinge gli Esseri Umani a risolvere le questioni senza fionda o megabomba, anche se i cristiani, detenendo troppo spesso il potere di schiacciare il pulsante della megabomba o l'elastico della fionda, vedono nella fionda, nei bombardieri o nella megabomba, l'unica soluzione per imporre l'odio sociale del loro Cristo Gesù!

Fra il Dictatus papae e la carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea ci sono secoli di trasformazioni e di progresso in cui la libertà dell'uomo ha combattuto contro l'orrore del dio dei cristiani e del loro Cristo Gesù abolendo la schiavitù, combattendo il colonialismo, combattendo il razzismo, combattendo per la dignità umana in TUTTI i paesi del mondo in cui i cristiani negavano all'uomo il diritto alla sua autodeterminazione in favore del delirio di possesso del loro dio padrone e del loro Cristo Gesù.

E così Ratzinger si trova davanti alla domanda: "Così ci troviamo nuovamente davanti alla domanda: che cosa possiamo sperare?"

Non c'è ritorno nell'utero! Non c'è ritorno nella gabbia! Non c'è ritorno all'orrore della città di dio. Il desiderio di Ratzinger di ricostruire il campo di sterminio sociale diventa, almeno per le società civili, un desiderio manifestato dalla sua patologia malata da onnipotenza. Un desiderio prodotto dal dolore delle frustrazioni che la sua onnipotenza riceve. Come quegli studenti, dell'Università La Sapienza di Roma, che non si sono messi in ginocchio davanti a Ratzinger, ma vollero manifestare i principi della Costituzione della Repubblica e della Carta dei diritti Fondamentali dei Cittadini dell'Unione Europea. Davanti a tali manifestazioni, il delirio di onnipotenza ha prodotto quel dolore in Ratzinger che lo ha costretto a scappare. E' il dolore, prodotto dalla frustrazione del suo delirio di onnipotenza, che porta Ratzinger a chiedersi: "che cosa sperare?". Che in realtà significa: "Come posso costruire il campo di sterminio della Verità riedificando quella città di dio di cui io sono il padrone indiscusso?".

La risposta spetta alle società civili e alle loro Carte Costituzionali!

Marghera, 28 febbraio 2008

Scrive Ratzinger nel ventiduesimo paragrafo dell'Enciclica Spe Salvi:

22. Così ci troviamo nuovamente davanti alla domanda: che cosa possiamo sperare? è necessaria un'autocritica dell'età moderna in dialogo col cristianesimo e con la sua concezione della speranza. In un tale dialogo anche i cristiani, nel contesto delle loro conoscenze e delle loro esperienze, devono imparare nuovamente in che cosa consista veramente la loro speranza, che cosa abbiano da offrire al mondo e che cosa invece non possano offrire. Bisogna che nell'autocritica dell'età moderna confluisca anche un'autocritica del cristianesimo moderno, che deve sempre di nuovo imparare a comprendere se stesso a partire dalle proprie radici. Su questo si possono qui tentare solo alcuni accenni. Innanzitutto c'è da chiedersi: che cosa significa veramente "progresso"; che cosa promette e che cosa non promette? Già nel XIX secolo esisteva una critica alla fede nel progresso. Nel XX secolo, Theodor W. Adorno ha formulato la problematicità della fede nel progresso in modo drastico: il progresso, visto da vicino, sarebbe il progresso dalla fionda alla megabomba. Ora, questo è, di fatto, un lato del progresso che non si deve mascherare. Detto altrimenti: si rende evidente l'ambiguità del progresso. Senza dubbio, esso offre nuove possibilità per il bene, ma apre anche possibilità abissali di male - possibilità che prima non esistevano. Noi tutti siamo diventati testimoni di come il progresso in mani sbagliate possa diventare e sia diventato, di fatto, un progresso terribile nel male. Se al progresso tecnico non corrisponde un progresso nella formazione etica dell'uomo, nella crescita dell'uomo interiore (cfr Ef 3,16; 2 Cor 4,16), allora esso non è un progresso, ma una minaccia per l'uomo e per il mondo.

Marghera, 28 febbraio 2008

NOTA: Quando scrissi questi testi non segnavo perfettamente l'indirizzo della citazione pertanto, ci sono delle citazioni delle quali non sono in grado di rintracciare la fonte, tuttavia, pur essendo parte integrante del testo, voglio indicarla come citazione nella speranza di rintracciarne un giorno la fonte e perché sia chiaro che quella è una citazione di un altro autore.

 

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