Pasquale Galluppi(1770-1846)

Dell'esistenza della sensibilità esterna

Riflessioni sulle idee di Galluppi.

di Claudio Simeoni

 

Cod. ISBN 9788891185785

Teoria della Filosofia Aperta - Volume due

 

Scrive Galluppi a pag. 29-30

Imprendendo di fare un'analisi esatta delle facoltà dello spirito umano, io mi accingo certamente ad un'ardua impresa. Le facoltà del nostro spirito sono i nostri mezzi di conoscere: egli fa d'uopo conoscere questi mezzi, per pronunciarsi esattamente sul valore delle nostre conoscenze. La percezione è necessariamente racchiusa in ogni nostro pensiero; niun pensiere sarebbe possibile senza percezione; la facoltà di percepire è in conseguenza un elemento primitivo della nostra facoltà di conoscere. Gli oggetti che noi possiamo percepire sono da una parte l'Io, e le sue modificazioni; da un'altra parte, gli oggetti esterni al principio, che percepisce. lo chiamo sensibilità interna la facoltà di percepire il me, e le sue modificazioni, e sensibilità esterna quella di percepire gli oggetti esterni al me. Si domanda: Il nostro spirito ha egli una facoltà primitiva, elementare, di percepire immediatamente gli oggetti esterni? La questione equivale a quest'altra. L'atto dello spirito, che ci fa conoscere i corpi, è una sensazione, una percezione, o pure un giudizio? Ossia: L'anima, l'Io prova o potrebbe provare delle sensazioni, senza sentire il suo corpo, ed i corpi esterni? o senza sentire un fuori di sé? Se la percezione è l'operazione primitiva, ed elementare dello spirito, quali sono dello spirito le prime percezioni? La percezione di un fuor di sé è ella compresa in queste percezioni primitive? Per quali mezzi noi arriviamo alla conoscenza di un fuor di noi? Le ragioni su cui poggia il sentimento, che niega l'esistenza della sensibilità esterna, si riducono alle seguenti: 1. Sentire una sensazione è sentire: sentire onde ella viene è sentire un rapporto, è giudicare. 2. Una sensazione è una modificazione del nostro essere, una cosa che si passa unicamente in noi; ed una modificazione interna non può istruirci in alcun conto di ciò, ch'è esterno. 3. Se le nostre sensazioni ci rivelassero una esistenza esterna, ciò dovrebbe accadere o per le sensazioni dell'odorato, o per quelle del gusto, o per quelle della vista, o per quelle del tatto; ma niuna di queste cinque specie di sensazioni può farei percepire l'esistenza esterna.

Negando il corpo che percepisce il mondo, la sensibilità in Galluppi, non è un attributo del corpo vivente, ma è un attributo dello spirito mediante il quale la coscienza conosce il corpo. Conosce sé stesso come corpo. Non essendo lo spirito attributo del corpo, la percezione è racchiusa nel pensiero e nessun pensiero sarebbe possibile senza la percezione ad opera dello spirito. Per questo Galluppi è costretto ad elaborare l'idea di elementi primitivi della facoltà del conoscere.

Se giriamo il riferimento e consideriamo che la percezione è attività del corpo vivente, si comprende immediatamente come il corpo sia in grado di percepire proprio perché vive. E' il corpo a cui vanno attribuite le attività che Galluppi attribuisce allo spirito solo per svilire l'accumulo di potenzialità che un corpo vivente riversa nel mondo.

Il corpo ha la capacità di percepire gli oggetti esterni.

Fin dall'inizio. Fin da quando si muoveva nel brodo primordiale il vivere del corpo era un vivere attraverso relazioni fra sé e il mondo di oggetti con cui entrava in contatto. Il percepire è proprio del corpo vivente che Galluppi, seguendo la tradizione cristiana, vuole pensare come un cadavere in cui entra lo spirito del suo dio padrone. la domanda che Galluppi non si pone, né come cristiano può porsi, è questa: possono esistere quegli attributi che lui attribuisce all'anima senza l'esistenza di un corpo che manifesta quegli attributi e che lui vuole separarli dal corpo attribuendoli all'anima?

Un corpo percepisce, prova sensazioni, elabora strategie, progetta, desidera, si espande nel mondo in cui è venuto in essere e quest'azione è un'azione propria del corpo che vive e abita il mondo.

Gli oggetti esterni al corpo abitano, a loro volta, il mondo in cui sono venuti in essere. Io sento l'azione degli oggetti esterni e questo sentire, al di là del senso o del corpo che sente, lo trasformo in segnali sensibili che modificano la mia idea del mondo e predispongono il mio corpo ad adattarsi al mondo e a tali azioni. Al contrario di quanto sostiene il Galluppi, la sensazione che noi abbiamo dell'azione degli oggetti esterni nei nostri confronti (o di noi nei loro confronti), modifica la nostra organizzazione e la nostra risposta nel mondo. Cambia, modificando, il nostro essere nel mondo. I sensi, ma l'intero corpo sensibile di cui i sensi sono parte del sistema di percezione del mondo da parte del corpo, risponde al mondo modificandosi. Si modifica il corpo, la psiche e la struttura neuro-vegetativa.

Il creativismo proprio del Galluppi, non gli consente di modificare la struttura psico-emotiva dell'uomo in quanto questa è espressione del suo spirito, della sua anima e, in ultima analisi, è parte della creazione del suo dio padrone.

Negando i processi di trasformazione soggettiva non solo Galluppi nega l'abitare il mondo da parte dell'uomo, ma nega tutti quei processi di adattamento soggettivo che ogni individuo mette in atto proprio trasformando le specie.

Galluppi cerca nuove strade attraverso le quali riaffermare l'assolutismo creazionista del duo dio padrone svecchiando in questa ricerca le strategie vecchie e superate della filosofia italiana fino a qual tempo e fornendo nuovi strumenti di controllo e repressione dell'individuo.

NOTA: Le note, dove non precisate, sono tratte dagli estratti di Carmelo Librizzi dal Saggio filosofico sulla critica della conoscenza di Pasquale Galluppi edito da Signorelli senza data.

 

Teoria della Filosofia Aperta - Volume due

 

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Marghera, 06 gennaio 2013

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

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e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La Teoria della Filosofia Aperta

Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.