Pasquale Galluppi (1770 - 1846)

L'attenzione

Riflessioni sulle idee di Galluppi.

di Claudio Simeoni

 

Cod. ISBN 9788891185785

Teoria della Filosofia Aperta - Volume due

 

Scrive Galluppi a pag. 37

L'attenzione è dunque una condizione indispensabile, per l'esercizio dell'immaginazione. Ma che cosa è mai l'attenzione? Essa è un atto dello spirito, con cui, fra molte percezioni che sono insieme in lui, se ne rende una più chiara delle altre; essa è dunque un atto con cui, fra i molti oggetti che si manifestano insieme allo spirito, se ne separa quello che si vuole, e che forma l'oggetto di questo pensiero. L'attenzione è dunque un'analisi, perché il complesso delle simultanee percezioni di molti oggetti si decompone coll'attenzione, e la facoltà di analisi non è altra cosa che la facoltà di decomporre un complesso di percezioni.

Per Galluppi l'attenzione è un attributo dello spirito. Lo spirito discerne fra le varie possibilità di percezione rendendone una più chiara delle altre.

L'attenzione come attributo è una condizione prettamente cristiana.

L'attenzione, in realtà, è il corpo vivente che si muove in un universo di soggetti viventi che hanno "attenzione" nei suoi confronti e che manifestano "interessi" nei suoi confronti. Un corpo che si muove in un "rumore di fondo" di un numero infinito di attenzioni e che seleziona tali attenzioni sia per non essere preda sia per scegliere la sua preda in base alle necessità di veicolazione dei propri bisogni.

Lo spirito che pensa, di Galluppi, è in netta contrapposizione al corpo che vive e la cui ragione trasforma le scelte di vita come veicolazione del desiderio, in logos, parole pensate e meditate.

L'attenzione non è un'analisi, l'attenzione è una posizione che il corpo assume nella sua esistenza. L'attenzione è il corpo stesso che si proietta nella vita e, nel farlo, mette in atto i suoi adattamenti alle sollecitazioni del mondo. Il corpo è l'attenzione che si trasforma continuamente data l'azione di altre attenzioni su di sé. L'attenzione è il corpo che si relaziona scegliendo in un mondo di possibili relazioni che come delle possibilità rappresentano, per il corpo, il "rumore di fondo" delle possibilità relazionali nelle quali sceglie.

Scrive Galluppi a pag. 38-39

Sebbene le nostre idee Siano risvegliate le une dalle altre, pure alcune volte sono svegliate isolamente per una cagione meccanica. Così durante le ore del sonno, il sangue agitato per una seguela della disposizione momentanea in cui il corpo si trova, o i vapori che si alzano dallo stomaco; o finalmente ogni altro fluido, portandosi abbondantemente al cervello, e scuotendo alcune fibre, vi producono dei fantasmi. Lo stesso fenomeno si riproduce nello stato di ubriachezza per cause presso a poco simili. Le idee sembrano allora venirci casualmente, e senza alcun ordine; perché la loro apparizione è determinata dalle scosse momentanee, che provano successivamente le fibre compresse dal sangue, o da' vapori. Finalmente, nello stato di veglia molte circostanze dello stato interiore del nostro corpo scuotono le fibre del cervello, e riproducono delle idee. Le idee si legano fra di esse nell'attenzione, o naturalmente, o fortuitamente, o per iscelta. La presenza del fumo è legata naturalmente alla presenza del fuoco; il legame dunque fra le idee di fumo e di fuoco nasce da un legame costante che la natura ha posto fra gli oggetti di queste idee. Ma il legame fra l'idea di un uomo, che ho veduto in un tempio e quello del tempio in cui l'ho veduto è accidentale. Finalmente, se io convengo con un altro, che con questo vocabolo sole sia denotato l'astro del giorno, l'idea di questo suono si associa a quella di quest'astro per un legame arbitrario.

Le idee si svegliano o le idee si formano?

Svegliare implica l'esistenza delle idee come forma del mondo dentro di noi; le idee si formano nelle relazioni fra noi e il mondo. Il diverso modo di concepire il formarsi delle idee determina il diverso modo di agire e di vivere nel mondo.

Le idee si formano attraverso l'agire. L'azione del corpo nel mondo le forma e la ragione le esprime come tentativo di descrivere e giustificare l'azione dell'individuo di cui lei si ritiene padrona. Le idee si formano nelle relazioni del corpo desiderante col mondo. Il corpo desiderante elabora le sue relazioni in mille modi anche in modi che non appaiono immediatamente alla coscienza o che, non essendo funzionali alla coscienza, vengono da questa scartate.

Elaborare e rielaborare il proprio vissuto nel mondo è un'attività continua del nostro corpo che tenta di far arrivare tali elaborazioni alla coscienza. Non sempre è possibile. Però, quando il controllo della ragione, per una qualche condizione vacilla, come nel sonno, nell'ubriacatura, nell'uso di sostanze psicotrope o in stati di malattia, tali elaborazioni emergono alla coscienza. Sono elaborazioni confuse, prive di quella disciplina che potrebbero farle diventare funzionali alla vita dell'individuo.

Le "idee" si associano per categorie gerarchiche o per categorie assonanti in tutti i nostri sensi e in tutti i nostri sistemi di elaborazione dei fenomeni provenienti dal mondo. Il corpo che abita il mondo associa un colore ad un gusto o un'immagine ad un'aspettativa, salvo modificare l'associazione immediata attraverso la sperimentazione. I sensi si combinano e i sistemi di percezione del corpo inviano segnali ed elaborazioni che non sempre giungono alla coscienza salvo che in situazioni particolari. L'abitare il mondo si combina nell'esperienza del singolo individuo. Un'esperienza che diventa tanto più marcata quanto più il desiderio e le emozioni sono coinvolte in quell'esperienza. Un forte coinvolgimento delle emozioni e del desiderio nell'esperienza consente l'emergere alla coscienza di un numero infinito di possibilità di lettura dell'esperienza stessa specialmente in situazioni in cui il controllo dell'individuo, da parte della ragione viene sospeso come nel sogno, febbri alte, ubriachezza o sostanze psicotrope. Le idee si associano in categorie anche durante le malattie mentali. Nella schizofrenia come nelle nevrosi. Le idee si associano in maniera irreale nella fede e nella credenza sovrapponendo, alla realtà vissuta, l'immaginazione e il desiderio frustrato nelle sue aspettative.

Quando ci si rende conto che nell'individuo sono presenti numerose elaborazioni dell'esperienza quotidiana, allora l'individuo può, mediante la sua volontà, spostare la sua attenzione su elaborazioni dell'esperienza quotidiana che spesso sfuggono alla sua ragione. Se situazioni fortuite come il sogno, l'ubriacatura o le febbri alte modificano la nostra attenzione nell'elaborazione dell'esperienza quotidiana, significa che noi possiamo, qualora vogliamo, modificare l'attenzione sull'elaborazione dell'esperienza ed attingere ad un serbatoio che la ragione ritiene estraneo.

Su quelle elaborazioni noi spostiamo tutto "il corpo desiderante". Spostare l'attenzione significa spostare in una direzione l'intero apparato psico-emotivo producendo una destrutturazione dell'intero modo di pensare e di vivere il mondo. Non si tratta di passare da sonno alla veglia (come razionalmente pensato), si tratta di passare dall'immersione in un mondo di tensioni vissute in un altro mondo di tensioni vissute con la relativa destrutturazione e ristrutturazione dell'intero apparato neurovegetativo di cui siamo sostanza.

Se, in situazioni particolari modifichiamo i contenuti dell'elaborazione dell'esperienza, significa che dentro di noi, assopito perché non usato, esiste il meccanismo per il quale possiamo modificare l'attenzione sul tipo di elaborazione dell'esperienza.

Questo appartiene al corpo che abita il mondo non a chi ritiene l'attenzione un atto dello spirito.

NOTA: Le note, dove non precisate, sono tratte dagli estratti di Carmelo Librizzi dal Saggio filosofico sulla critica della conoscenza di Pasquale Galluppi edito da Signorelli senza data.

 

Teoria della Filosofia Aperta - Volume due

 

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Quando un percorso sociale fallisce o esaurisce la sua spinta propulsiva, è bene tornare alle origini. Là dove il pensiero sociale è iniziato, analizzare le incongruenze del passato alla luce dell'esperienza e abbattere i piedistalli che furono posti a fondamento del percorso sociale esaurito.

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Marghera, 06 gennaio 2013

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La Teoria della Filosofia Aperta

Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.