Inno ad Asclepio

Il significato religioso dell'Inno Orfico

Claudio Simeoni

Indice commenti religiosi degli Inni Orfici.

Offrire profumo di polvere d'incenso ad Asclepio

 

Dice l'Inno Orfico ad Asclepio:

Guaritore di tutti, Asclepio, signore Paian,

che lenisci le sofferenze affliggenti delle malattie degli uomini,

dai dolci doni, potente, vieni portando la salute

e facendo cessare le malattie, penose Chere di morte,

tu che fai prosperare, socorritore, che respingi il male, dal destino felice,

forte germoglio di Febo Apollo che ricevi splendidi onori,

nemico delle malattie, hai come sposa Salute irreprensibile,

vieni, beato, salvatore, concedendo un buon fine di vita.

Tratto da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

Dalle storie di Asclepio i cristiani si inventano il loro Gesù che resuscita i morti! Asclepio fu punito da Zeus perché riportò in vita numerose persone: Capaneo, Licurgo, Glauco, Ippolito ecc. Solo che Zeus lo fulminò. La differenza fra l'atteggiamento di Zeus e le fanfaronate dei cristiani è che mentre il mito indica come l'Intento non possa essere alterato e che la vita prosegue il suo corso, nelle fanfaronate cristiane diventa un millantare di essere i padroni della morte. Poter padroneggiare a proprio piacimento la morte del corpo fisico. La disperazione del cristiano è quella di colui che costruisce la distruzione della propria vita, colui che nel tentativo di possedere l'onnipotenza nella fisicità (il verbo!) costruisce la distruzione della sua esistenza attraverso la sottomissione. Da qui si millanta di far resuscitare i morti e davanti a questa millanteria si chiede sottomissione. Tale Quadrato, un apologista cristiano del II° secolo d.c., scriveva lettere all'imperatore Adriano affermando che individui resuscitati dal suo Gesù erano ancora vivi. Nel mito si racconta come gli Esseri della Natura abbiano ognuno la loro opportunità nelle condizioni in cui germinano e, in quelle opportunità, devono costruirsi. Il mito pone i limiti di intervento del dio. Limiti che il dio non può valicare pena l'essere fulminato da Zeus.

In realtà, tutte le malattie del corpo sono sfide di adattamento fra la soggettività, nella quale l'individuo si muove, e l'oggettività nella quale è nato. Gli assalti non sono solo quelli di individui della propria specie, ma sono assalti anche degli Esseri Virus e degli Esseri Batteri dai quali ci si deve difendere. Ci sono assalti di malattie varie. Ogni malattia è un processo di adattamento soggettivo alle variabili oggettive che gli Individui devono affrontare. Ricordo, ancora, che al tempio di Esculapio si affrontavano ferite mortali con l'uso dei morsi della vipera di Esculapio. Recentemente si è scoperto che nella saliva del rettile è presente quel FATTORE DI CRESCITA la cui scoperta portò il premio Nobel alla Sig.ra Rita Levi di Montalcini.

Esculapio era un dio nella guerra.

Esculapio era un Essere Umano che combatteva delle battaglie impossibili contro attacchi che non erano visibili. Le sue strategie erano contro l'imponderabile. La sua conoscenza non era quella dell'uso della spada o dell'arco, ma era quella di unguenti, erbe, e medicamenti di vario genere. Esculapio, a buon ragione, viene classificato come un Essere Umano che si fa' dio. Egli combatte guerre contro nemici potenti, qualche volta deve anticiparli. Egli non combatte con arco e spada, ma combatte con le armi degli DEI: la CONOSCENZA!

Zeus pone i limiti del suo intervento: non esiste ritorno nell'utero; non esiste ritorno nel corpo fisico!

C'era quest'occasione per ogni Essere della Natura, ogni Essere l'ha sfruttata a modo suo. La vita è un processo attraverso il quale costruire il proprio corpo luminoso. Può essere che in qualche battaglia si venga feriti, può essere che si rimanga menomati. Questo non significa che si debba rinunciare alla lotta, significa che la lotta si sposta dal mondo esterno a riparare sé stessi, a ricostruire quanto ci serve per affrontare la vita. Ed è una lotta importante, con i suoi morti e i suoi feriti, ma se l'Essere Umano viene aiutato da Esculapio può riprendere più facilmente la sua lotta!

Esculapio è il farsi dio della solidarietà della propria specie: colui che ha la conoscenza per aiutare gli Esseri della propria specie. Colui che usa la sua conoscenza per permettere ad Esseri della propria specie di farsi dio. Non c'è pietismo in Esculapio! Non c'è commiserazione nelle sue azioni: c'è il dovere del guerriero della vita che obbedisce al suo Intento! Gli individui curati da Esculapio sono pronti per dare, comunque, l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza: non sono sottomessi da debiti di gratitudine ad Esculapio!

Quando Esculapio tenta di riportare in vita Esseri Umani morti, che hanno sprecato la loro esistenza, Zeus interviene! Non esiste una seconda possibilità per chi ha sprecato la propria vita nella fede e nella sottomissione. Esculapio porta la verga della vita con i serpenti attorcigliati simbolo della vita stessa e ancor oggi, su quel simbolo, i medici, formatisi dopo l'uscita dall'orrore cristiano, giurano. Egli agisce all'interno della vita, non modifica la vita né annienta la morte che è il trionfo della vita.

Dal momento che esiste solo questa possibilità di vita nella quale costruire noi stessi, il nostro corpo luminoso, le antiche popolazioni precristiane tenevano in alta considerazione la medicina. A Roma, prima dell'arrivo dell'orrore cristiano, c'era un ginecologo specializzato ogni cinquemila donne. A Pompei sono stati trovati gli attrezzi del ginecologo che non hanno nulla da invidiare agli attrezzi moderni.

La prima cosa che fecero i cristiani, giunti al potere, fu quello di distruggere la medicina, distruggerne il ricordo. Fu quello di distruggere Asclepio. Che bisogno ne avevano i cristiani della medicina?

Loro non si costruiscono per diventare DEI; loro aspettano la venuta del loro padrone affinché li faccia risorgere nella carne! I cristiani non si costruiscono nell'infinito; i cristiani anelano a ritornare nell'utero, alla vita fisica:

"Quando resusciteranno dai morti, non vi sarà chi si sposa né chi si marita, ma saranno come gli Angeli nei cieli. Quanto poi alla resurrezione dei morti, non avete letto nel libro di Mosé, nell'episodio del roveto, come dio gli parlò dicendo: "Io sono il dio di Abramo, il dio d'Isacco e il dio di Giacobbe? Non è dio dei morti, ma dei vivi. Voi vi sbagliate e di molto."

Vangelo di Marco 12-24

Per questo Esculapio venne annientato dall'arrivo dei cristiani. Il loro padrone doveva decidere chi lasciare in vita e chi uccidere!

"L'apologeta Taziano, allievo del santo Giustino, condanna la scienza medica riconducendola all'influsso di "maligni spiriti": "E' con sottile astuzia, infatti, che i demoni distraggono gli uomini dalla venerazione di dio, convincendoli ad aver fiducia in erbe e radici"".

Da Storia Criminale del Cristianesimo, 3° volume Karlheinz Deschner ed. Ariele

Poi i cristiani scoprirono come gestire la miseria e la malattia per trarne profitto: ed è ciò che oggi fanno.

Davanti al bastone che dona la Conoscenza avvinto dai serpenti della vita, consapevoli dell'orrore che abbatté la grande statua di Esculapio in Sicilia facendo sparire dall'isola la speranza di costruirsi nel futuro, anche noi, con gli Orfici, cantiamo evocando al nostro fianco il potere di Esculapio: il Potere di Essere che costruiamo giorno dopo giorno e che i cristiani non furono mai in grado di vedere. Così, mentre cantiamo Esculapio ricordiamo il Potere di Essere di tutte quelle donne che aiutarono a partorire e finite sui roghi a maggior gloria del dio dei cristiani.

MargHera, 02 aprile 2002

Gli Inni Orfici

 

 

 

 

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Claudio Simeoni

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Guardiano dell'Anticristo

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Gli Inni Orfici del Neoplatonismo

Gli Inni Orfici Erano ricordi Orfici fatti propri dai Neoplatonici. Erano molto amati da Damascio, l'ultimo reggente dell'Accademia di Atene. Damascio, perseguitato dai cristiani fuggì in Persia nel tentativo di rifondare l'Accademia neoplatonica. Fu un fallimento. Ritornò ritirandosi dall'attività e accordandosi con i cristiani per non essere ucciso. I Neoplatonici si Erano dimenticati del significato del nome degli Dèi che noi, al contrario di loro, incontriamo nella quotidianità.