Istituzioni Democratiche e Cittadini

Costituzione della Repubblica e doveri istituzionali

di Claudio Simeoni

Religione Pagana e Società

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Per comprendere la Costituzione della Repubblica Italiana come le Costituzioni dei paesi occidentali, in particolare la Costituzione Europea, è necessario comprendere il principio di fondo che regola lo Stato Democratico.

Con il referendum che approva la Costituzione della Repubblica Italiana le persone passano dallo status di sudditi (persone con dovere verso le Istituzioni che concedono loro i diritti) allo status di cittadini che concedono dei diritti alle Istituzioni dello Stato Italiano.

Un sistema giuridico in questa Costituzione è composto di diritti e di doveri.

Nella Costituzione della Repubblica Italiana, rispetto alo Stato Monarchico Costituzionale, cambia la centralità del soggetto che determina i diritti dell'altro. Mentre nello Stato Monarchico Costituzionale è lo Stato che si assume dei doveri concedendo diritti ai sudditi, nello Stato Democratico, determinato dalla Costituzione della Repubblica Italiana, sono i cittadini che delegano allo Stato delle funzioni. Concedono allo Stato dei diritti, affinché ottemperi ai doveri nei confronti dei cittadini. I due soggetti, Istituzioni dello Stato e Cittadini entrano in relazione in funzione della centralità del cittadino.

E' il cittadino il soggetto a cui si riferisce la Costituzione della Repubblica Italiana e lo Stato Italiano, per non essere considerato un'associazione per delinquere, deve ottemperare in maniera puntuale e assoluta ai primi 12 articoli della Costituzione della Repubblica Italiana. In caso di mancanze da parte dello Stato nell'attuazione puntuale dei primi 12 articoli della Costituzione della Repubblica Italiana, la Patria, soggetto definito dalla Costituzione della Repubblica Italiana, sarebbe in pericolo e i cittadini sono chiamati, anche in armi, a difendere la Patria in obbedienza all'articolo 52 comma 1 della Costituzione della Repubblica Italiana.

All'interno della concezione giuridica alla base della Costituzione della Repubblica Italiana, ciò che per i cittadini sono chiamati diritti rappresentano i doveri "non trattabili" delle Istituzioni che formano lo Stato Italiano. I doveri imposti ai cittadini rappresentano i "margini della discrezionalità" entro la quale lo Stato può operare nei confronti dei cittadini: fuori da quei margini c'è l'attività criminale. Lo Stato ha il dovere di pretendere che le tasse siano pagate; lo Stato non può imporre tasse fuori dalle regole imposte dalla Costituzione della Repubblica. Il dovere dei cittadini è pagare le tasse: se i cittadini non ottemperano all'obbligo vengono imposte sanzioni di carattere amministrativo e penale. La Costituzione prevedere che gli individui che agiscono tramite le Istituzioni che commettono azioni al di fuori delle norme Costituzionali debbano essere perseguiti, loro e l'Istituzione che non ha controllato il loro operare, con sanzioni di carattere amministrativo e penale. Ad esempio, la violazione dell'articolo 13 comma 4 andrebbe punito con la massima pena della carcerazione sia per gli esecutori che per i mandanti e i beneficiari.

Le Istituzioni dello Stato funzionano perché dei cittadini agiscono in quel ruolo. Un conto è il diritto del cittadino che occupa quel ruolo istituzionale e un altro conto è l'azione di quella Istituzione sui cittadini attraverso le decisioni che quel cittadino, che occupa il ruolo, assume.

Nel primo caso, il cittadino che occupa quel ruolo, in quanto cittadino è fruitore dei diritti Costituzionali; nel secondo caso, il cittadino che agisce attraverso il ruolo Istituzionale è responsabile dei suoi doveri nei confronti dei cittadini. Cosa potrebbe significare questo? Ad esempio: che il cittadino è sempre innocente fino a prova contraria mentre, l'Istituzione gestita da quel cittadino che agisce nella società è sempre COLPEVOLE fino a prova contraria. Le Istituzioni devono essere LIMPIDE nei confronti dei cittadini e la loro azione non deve suscitare il minimo sospetto.

Minacciare i cittadini da parte delle Istituzioni con procedimenti penali relative ad offese perché i cittadini sospettano e dichiarano che tali Istituzioni, e le relative persone che le fanno funzionare, sono sospettati di aver commesso dei reati o delle mancanze, è un reato di eversione dell'ordine Costituzionale. Ogni singola Istituzione è tenuta a fornire ad ogni singolo cittadino, puntualmente e senza dilazionare, ogni spiegazione e ogni risposta a qualunque domanda e a qualunque illazione e sospetto il cittadino possa avere nei suoi confronti.

Le Istituzioni sono in attività per l'azione di alcuni cittadini, ma il ruolo dell'Istituzione e il cittadino che opera nell'Istituzione devono essere separate perché eventuali privilegi che quel singolo cittadino ha nei confronti di altri cittadini mentre opera nel ruolo Istituzionale devono cessare immediatamente non appena quell'individuo cessa di svolgere quella mansione specifica; quel lavoro. Solo recentemente, con molta fatica, il sistema giuridico sta prendendo atto di questa separazione che è determinata della Costituzione Italiana modificando il retaggio delle norme della monarchia che sono ancora piantate nella testa di troppi italiani. Tipo, si diceva "il carabiniere è carabiniere, anche se è in mutande!". Ad esempio, vedi la sentenza relativa al cavalletto che è stato lanciato contro il Primo Ministro, Silvio Berlusconi. Fu l'uomo Silvio Berlusconi a suscitare indignazione tanto da indurre quel cittadino a lanciargli il cavalletto della macchina fotografica, non fu un'aggressione al Primo Ministro Silvio Berlusconi.

E' importante che si capisca questa impostazione che sta alla base del sistema giuridico, perché questi elementi ci permettono di determinare, all'interno del Sistema Sociale, la differenza fra la visione cristiana della società e della vita e la visione Pagana Politeista.

La visione democratica della vita rimane in equilibrio fintanto che le Istituzioni sono sottoposte alle leggi con puntualità certosina. Le tensioni sociali sono prodotte da quelle persone che, delegate al funzionamento delle Istituzioni, non separano sé stesse dal ruolo istituzionale, ma sul ruolo istituzionale investono le loro emozioni: esse sono quel ruolo istituzionale e quel ruolo istituzionale le qualifica in quanto persone.

Nell'ideologia sociale cristiana, "dio è dio, anche se è in mutande!". Nell'ideologia sociale cristiana: "il papa è papa, anche se è in mutande!". Nell'ideologia Costituzionale: "il Presidente della Repubblica non è Presidente della Repubblica quando è in mutande (fuori dalle proprie mansioni Istituzionali)!".

Quando l'Istituzione cessa di essere l'oggetto in funzione della società civile, per i cittadini, per diventare l'oggetto attraverso il quale qualche persona impone il proprio potere soggettivo nei confronti della società civile, tale Istituzione diventa illegale. Un'Istituzione che si sottrae al rigore della legge per diventare strumento di dominio e di controllo nel Sistema Sociale sta sovvertendo il sistema democratico.

Questa è la base del terrorismo nelle società civili!

In pratica, da una concezione sociale di diritti-doveri per persone e Istituzioni sottoposte alla norma e alle leggi, si passa ad una concezione sociale per la quale, rispondendo a bisogni soggettivi di persone che ricoprono quel ruolo Istituzionale, le Istituzioni si sottraggono al rigore della legge imponendo la propria soggettività attraverso i bisogni soggettivi degli individui che le fanno funzionare nella società civile. In questo caso: contro la Società Civile.

Se nell'assolutismo monarchico, di cui le moderne società costituzionali NON hanno nessuna relazione, i diritti dei cittadini erano concessioni del potere centrale che in qualunque momento poteva rimuovere, nelle società democratiche costituzionali occidentali i "diritti" dei cittadini sono doveri a cui le Istituzioni devono ottemperare e dai quali non possono derogare salvo che come attività di eversione dell'ordine costituito, al di là che i cittadini abbiano o non abbiano la forza per ripristinare l'ordine democratico violato dall'attività delle Istituzioni.

Qui sorge un primo problema. I cittadini di troppi stati occidentali sono sottoposti a forme di terrorismo continuo e sistematico dove alla violazione delle norme, ad opera delle Istituzioni, seguono minacce e ricatti sistematici ad opera dell'arbitrio di altre Istituzioni per impedire loro di rivendicare il ripristino della legalità democratica. Esiste, nelle società civili occidentali, una forma di intreccio mafioso fra potentati che gestiscono le Istituzioni, in particolare delle istituzioni di controllo della legalità (magistratura, polizia, ordine dei giornalisti, avvocati ecc.) il cui unico scopo è la destabilizzazione del Sistema Sociale contro i cittadini al fine di assicurare a sé e ad altri un ingiusto profitto.

Il Presidente della Repubblica Italiana che tortura i cittadini è un'aberrazione Istituzionale. Però, se il Presidente della Repubblica Italiana tortura i cittadini e le torture dei cittadini sono ad opera della Polizia di Stato che esegue su indicazione della Magistratura e l'organo di controllo della Magistratura, il Consiglio Superiore della Magistratura, avvalla e copre l'attività di magistrati torturatori, in quanto questi devono coprire tentativi di colpi di Stato (prima metà anni settanta) o attività di terrorismo mafioso (vedi Andreotti e ultime sentenze) e l'Ordine dei Giornalisti, anche nelle figure di giornalisti popolari come Giorgio Bocca, Eugenio Scalfari, Enzo Biagi, ritengono che torturare e impedire la difesa delle persone sia una cosa naturale, è evidente che quella società civile è sottoposta a pressioni feroci all'interno di un circuito di terrore dove ogni "potentato", che chiama sé stesso Istituzione, deve riaffermare il proprio dominio proprio nei confronti dei cittadini minandone i fondamenti costituzionali al fine di riportare le Istituzioni nell'ambito di un regime di assolutismo monarchico. La Costituzione ella Repubblica Italiana è in pericolo!

Una questione fondamentale di uno Stato Democratico le cui regole sono determinate dalla Costituzione della Repubblica Italiana è la questione dell'INFANZIA.

Non si può pretendere da un cittadino, consapevolezza e conoscenza delle norme della Società Civile imposte dalla Costituzione della Repubblica se a quel cittadino, nella prima infanzia, si è imposta conoscenza e norme che legittimavano la monarchia assoluta e alle quali si è imposto di adattarsi e adeguarsi.

Nelle società Costituzionali vengono enunciati dei principi su cui fondare la convivenza civile, ma le persone non vengono educate a tali principi, ma a principi morali di assolutismo, sottomissione e deferenza ad opera della chiesa cattolica. In pratica, anziché rendere consapevoli le persone dei principi su cui si basa uno Stato organizzato all'interno di una Costituzione, si impongono principi propri di un regime di morte e di genocidio, l'assolutismo cristiano, invitando i bambini a far propri quei principi di morte e di genocidio: siate obbedienti ora, che un giorno dominerete gli altri!

Quando si tenta di far passare, mediante una martellante campagna pubblicitaria, il concetto secondo cui il feto è una persona in assoluto contrasto col diritto Costituzionale, significa che è in atto un tentativo di destabilizzazione Istituzionale che tenta di equiparare i cittadini a dei feti. Non si eleva il feto a rango di cittadino che sceglie, vota, decide, ma si abbassa il cittadino in una condizione esistenziale in cui non si sceglie e non si decide. E' in atto il ripristino della monarchia assoluta in cui tutti sono feti, incapaci di agire e di decidere, in attesa della provvidenza del dio padrone o del monarca che lo rappresenta.

In questa campagna di aggressione ai diritti dei cittadini, la cui volontà si vuole sottomessa alle necessità del feto, si tollera che le leggi vengano violate, i diritti dei cittadini siano violati, non si processano le Istituzioni per aver violato il diritto d'aborto dei cittadini, ma soprattutto, quando qualcuno riesce a portare a processo coloro che gli hanno impedito di abortire, non si processano costoro per il reato di destabilizzazione dell'ordine democratico. Come se i diritti dei cittadini fossero giocattoli con cui trastullarsi trattandoli come "semplici violazioni amministrative", o quasi.

Attraverso l'azione della chiesa cattolica sull'infanzia si tenta di far crescere i bambini nella convinzione che ci siano dei soggetti nella società che non sono sottoposti alla legge (vedi il dio macellaio dei cristiani). I bambini, crescendo in questa convinzione, diventano adulti che non rivendicano i loro diritti davanti alle Istituzioni, sono timorosi e spesso sono indotti a rinunciare a rivendicare diritti perché le pressioni, esercitate su di loro dalle Istituzioni, affinché rinuncino, vanno quasi sempre a buon fine. Questi "bambini socialmente mai cresciuti" ritengono che non si possa processare questo o quel potente come un qualunque cittadino (vedi la norma che si è tentato di introdurre per non processare le alte cariche dello Stato dal lodo Schifani al Lodo Alfano) o questa o quella Istituzione per i delitti commessi nei confronti della società civile. Accettano la violenza criminale senza reagire, o reagendo in maniera inappropriata. Così le Istituzioni possono violare le leggi e le persone che attraverso esse violano le leggi mantengono un'impunità quasi totale.

E' vero che in Italia dal 1982 (quando i magistrati si divertivano con la carcerazione preventiva contro chi difendeva la Costituzione della Repubblica) qualche cosa si sta sgretolando, ma spesso quasi esclusivamente avviene non in ossequio ai principi Costituzionali, ma quando un'Istituzione si scontra con un'altra Istituzione. Raramente o quasi mai quando il singolo cittadino si scontra con un'Istituzione per chiedere ad essa di essere ossequiente ai propri doveri e garantirgli i suoi diritti (vedi il terrorismo manifestato dalla sentenza sul crocifisso del Tar del Veneto).

Esiste una procedura per la quale, una volta entrata in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana, devono essere fatte delle leggi di attuazione delle norme Costituzionali per garantire l'applicazione del dettato Costituzionale.

In questo caso sorge un altro problema: come è possibile che degli adulti, educati nell'infanzia ad identificarsi col dio padrone cattolico, convinti di essere onnipotenti come il dio padrone cattolico e che hanno la convinzione che seminando dolore nella società elevano i cittadini a livello del cristo Gesù possano fare delle leggi a tutela dell'attuazione della Costituzione per tutelare i diritti dei cittadini? E' più facile che queste persone tutelino i torturatori dei cittadini che non i cittadini che possono essere torturati. E' più facile che queste persone tutelino gli interessi delle banche che non i risparmiatori. E' più facile che tutelino gli interessi degli industriali che non i lavoratori che muoiono o si ammalano sui posti di lavoro. E' più facile che si tutelino le suore picchiatrici di bambini dell'asilo che non tutelare i bambini dell'asilo dalla loro violenza.

Esistono dei passi che avrebbe dovuto compiere la giurisprudenza e che, per l'attività di individui costituzionalmente inadeguati come De Gasperi e altri, non sono stati compiuti. Il primo fra tutti sarebbe stata una norma transitoria che, a prescindere dal reato commesso dalle Istituzioni, avesse potuto punire penalmente l'uso strumentale delle Istituzioni dandogli la precedenza nell'attività dei magistrati. Questo in attesa di norme specifiche inserite in oggi legge tali da prevedere una pena detentiva per quei funzionari delle Istituzioni che non applicano, all'interno delle loro competenze, quella legge o quella disposizione. Specialmente se tale legge e tale disposizione è un'applicazione sociale di norme contenute nella Costituzione.

Tali pene detentive devono essere maggiori della pena per il peggior reato che il singolo cittadino è in grado di compiere nei confronti delle Istituzioni. Il mezzo, Istituzione, con cui compiere un reato nei confronti dei cittadini deve essere considerato un'aggravante assoluta. Il reato è doppio. Si disonora l'Istituzione e si attenta alla democrazia Costituzionale.

Solo in questo modo l'Istituzione sociale o dello Stato può riconoscere sé stessa quale portatrice di doveri nei confronti della società civile e ritenersi in dovere di essere attenta all'applicazione puntuale delle norme.

Altrimenti, si continuerà a far credere ai cittadini che stiano vivendo ancora in uno stato monarchico a cui la monarchia (parlamento, presidente della Repubblica, Primo ministro, magistratura ecc.) concedono loro dei "diritti".

Esiste una percezione soggettiva dell'individuo dell'offesa terroristica ricevuta dall'Istituzione quando il cittadino, a conoscenza di un proprio diritto enunciato dalla Carta Costituzionale, riceve delle risposte dall'Istituzione di segno opposto. La violazione delle norme Costituzionali nei confronti dei cittadini difficilmente viene fatta dalle "alte Corti" dello Stato. Spesso è fatta dalle istituzioni "basse" a stretto contatto col cittadino. Dal sindaco, dal carabiniere, dall'amministratore di un Ente, ecc.

Questo disprezzo nei confronti dei diritti del cittadino è la cosa più grave che esista in uno stato Costituzionale.

E' necessario che persone e Istituzioni diventino consapevoli del loro ruolo sociale, perché ogni volta che un'Istituzione non è puntualmente ottemperante ai propri doveri, di fatto, commette un atto di TERRORISMO all'interno della società civile. Rompe il patto Costituzionale. La rottura del Patto Costituzionale da parte delle Istituzioni, al di là dell'atto più o meno grave con cui avviene, viene percepito dalla società civile come un atto di prevaricazione al quale urge reagire per ripristinare la legalità Costituzionale.

C'è una cosa che deve essere detta alle persone che occupano un "posto" nelle Istituzioni e fanno di quel ruolo un mezzo per esercitare una loro forma di potere e di dominio nella società civile. Il posto di potere lo occupi tu! Il dominio e le prepotenze sociali le eserciti tu! La libertà sociale e il rispetto Costituzionale la puoi lasciare in eredità ai tuoi figli. Se il tuo sguardo non spazia nella società e nei suoi mutamenti, la tua aberrazione da onnipotenza, sta preparando un ben triste futuro per la vita degli uomini. Coloro che lavorarono per le Costituzioni Nazionali, per quanto possiamo criticarli, ebbero una visione di libertà che chi è stato educato ad identificarsi nell'onnipotenza di un crocifisso vuole negare e distruggere per costringere le società civili appese ad una croce.

Marghera, 24 aprile 2005

(revisionato nella forma grammaticale e nella presentazione grafica, per quanto possibile, 16 ottobre 2013)

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Marghera, 24 aprile 2005

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