Il Codice da Vinci

Dan Brown e Umberto Eco

di Claudio Simeoni

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Scrive Umberto Eco sulla "Bustina di Minerva" pubblicata dal settimanale l'Espresso in data 25 maggio 2006 tentando di spiegare, a suo modo, l'ondata di successo del Codice da Vinci:

"La risposta riguarda naturalmente il clima New Age dei nostri decenni e la fame di mistero che si è sostituita al crollo delle ideologie e delle grandi utopie secolari. Ma quelli che dovrebbero stupirsi di meno sono proprio i custodi dell'ortodossia. I quali certo hanno ragione a dolersi che la gente prenda sul serio leggende abbastanza puerili che tra l'altro circolavano da decenni a prezzo stracciato in tutti i bugigattoli di scienze occulte, ma non dovrebbero dimenticare che a questo mercato del miracoloso hanno contribuito a loro volta, facendo oggetto di turismo i luoghi di tanti improbabili miracoli e apparizioni. Chi di Codice ferisce... "

Ci sono tre ordini di considerazioni che Umberto Eco tace:

1) "La gente prenda sul serio leggende abbastanza puerili" va riferito ai Vangeli Ufficiali della chiesa cattolica. E al processo di violenza applicato nella storia per trasformare delle operazioni politiche fatte a tavolino e targate Vangelo di Marco, Vangelo di Matteo, Vangelo di Luca e Vangelo di Giovanni trasformandoli in "verità storiche", "verità fenomenologiche", usandone l'ideologia espressa al fine di macellare l'umanità in funzione del dominio della chiesa cattolica sul mondo! Le persone sono state violentate nella loro struttura psico-emotiva affinché, credessero come vero, il diritto che deriva a Ratzinger dai Vangeli della Chiesa Cattolica di violentare impunemente i bambini! Quando si stuprano bambini costringendoli a pregare come ossessi davanti ad un crocifisso la loro struttura emotiva riceve un sussulto liberatorio quando le giustificazioni religiose, attraverso le quali venivano costretti in ginocchio, vengono scoperte come inadeguate, ingiustificabili, arbitrarie o apertamente false.

Non mi risulta che Umberto Eco, davanti alle falsità storiche dei Vangeli Ufficiali della Chiesa Cattolica, abbia mai espresso dubbi sul fatto che quel Gesù sia mai esistito o sia esistito un personaggio diverso da un povero pazzo che andava farneticando che quella generazione lo avrebbe visto arrivare con grande potenza sulle nubi alla destra di suo padre mentre le stelle cadevano sulla terra.

Umberto Eco trova normale che la chiesa cattolica pratichi la violenza sulla società civile al fine di imporre le proprie favole. La violenza della chiesa cattolica dimostra la verità della chiesa cattolica (nell'immaginario di Umberto Eco: "altrimenti come potrebbe Dio ammettere tanta violenza nella storia, se non per imporre la propria verità?") e tutte le altre versioni debbono, per Umberto Eco, essere necessariamente false!

Da uno che insegna in un'università ci si aspetta un minimo di dubbio almeno sul miracolo della scelta dei quattro vangeli ufficiali operato dal suo dio durante il Concilio di Nicea!

2) Il clima New Age, al quale Umberto Eco si riferisce, sta soltanto nella sua testa; dovrebbe guardarsi un po' più attorno.

All'interno della società civile esiste un processo di disarticolazione del controllo emotivo-dogmatico messo in atto dalla chiesa cattolica (e più in generale dal cristianesimo) in questi duemila anni. Cito quanto sta avvenendo in Francia, Spagna, Inghilterra e nell'intera Europa.

Quelle "ideologie", il cui crollo è citato da Umberto Eco, altro non erano che riaffermazione della dottrina cristiana in forma diversa! Erano indubbiamente portatrici di novità rispetto al dispotismo assoluto del Vaticano, ma ne riaffermavano il dispotismo proprio attraverso lo stesso meccanismo dogmatico che i cristiani avevano imposto sulla struttura emotiva dei bambini attraverso la violenza che esercitavano e tentano tutt'ora di esercitare.

Non si tratta del vuoto lasciato dalle ideologie, ma si tratta di trovare delle giustificazioni razionali per liberare la propria capacità di percezione e manifestazione emotiva da quelle che sono le sbarre della gabbia educazionalmente imposta.

Il successo di Zapatero in Spagna è tale perché va in questa direzione; libera la soggettività delle persone senza imporre nuovi o diversi obblighi!

Un esempio può essere chiarificatore.

Davanti agli insulti e alle intimidazioni cui è stato sottoposto il Presidente della Camera dei Deputati Bertinotti ad opera di Ruini e della Cei nessun membro del governo ha avuto l'ardire di rispondere a tono. Per contro, dal giornale La Repubblica del 22 maggio 2006 leggiamo:

"LA POLEMICA

NOZZE GAY, MADRID REPLICA AL PAPA "SIAMO UN PAESE ACONFESSIONALE"

Madrid - Il governo spagnolo ha risposto alle critiche implicite del papa sul ridimensionamento dell'insegnamento della religione nella riforma scolastica e sul matrimonio omosessuale, affermando che l'esecutivo socialista "non può occuparsi più del cattolicesimo che del programma" e che "governa per tutti i cittadini e non domanda prima quale sia la loro condizione". Il portavoce della Moncloa Fernando Moraleda rispondendo alle osservazioni di Benedetto XVI durante la cerimonia delle credenziali del nuovo ambasciatore spagnolo in Vaticano, ha ribadito che la Spagna "è uno stato aconfessionale". E, "come non imporrà mai ai cittadini una guerra che non desiderano", così "mai imporrà l'insegnamento della religione ai bambini che non lo vogliano". Perché - ha spiegato Moraleda - quello di Zapatero "è un governo dei cittadini".

Queste sono le tensioni su cui ha agito il Codice da Vinci; o pensa Umberto Eco che l'attività di Ratzinger non sia devastante sulla vita dei cittadini?

3) Scrive Laura Simonini che cura "L'antro delle Ninfe" di Porfirio ed. Adelphi nel presentare l'autore:

"Sempre in questi anni, in concomitanza con la grandiosa persecuzione di Aureliano (278) si colloca il trattato in quindici libri "Adversus Christianos" (frammentario): in esso Porfirio dispiegò tutta la sua cultura filologica, allegorica e filosofica per combattere i "barbari", secondo uno spirito in cui la polemica si fonde con il rispetto per Cristo e per alcune sue dottrine. Il vero bersaglio erano i discepoli, che ne avevano deformato il messaggio: la requisitoria dovete essere formidabile e lucida se "ogni volta che il razionalismo fu alle prese con la rivelazione cristiana non dovete far altro che ripetere ciò che aveva già detto Porfirio" Bidez, "Vie de Porphyre, Grand-Leipzig, 1913 pag. 74"

Da Celso a Porfirio, dai Vangeli distrutti sistematicamente e militarmente dai cattolici e ritrovati a Nag-Hammadi, alle contestazioni medioevali degli ordini mendicanti, al massacro dei Catari, fino all'avvento dei Dolciniani (di cui Eco dovrebbe saperne qualcosa), al contesto esoterico dottrinale del Corpus Hermeticum fino alle teorie di Renan sulla "Vita di Gesù": da quando in qua gli uomini non hanno avuto l'esigenza di uscire da quell'orrore stupido ed orribile quali sono i Vangeli ufficiali e l'attività criminale della chiesa cattolica che da quei vangeli trae giustificazione?

L'anticlericalismo ha questa origine: "Gesù non era ciò che ci racconta la chiesa cattolica; i preti sono corrotti e non seguono gli insegnamenti di Gesù."

Come, guarda caso, si afferma nel Vangelo di Maria:

"Ma Andrea replicò e disse ai fratelli: "Dite che cosa ne pensate di quanto ella ha detto. Io, almeno, non credo che il salvatore abbia detto ciò. Queste dottrine, infatti, sono insegnamenti diversi"." Da "I vangeli gnostici" ed. Adelphi a cura di Luigi Moraldi.

Oppure, Umberto Eco trova del tutto naturale "scannare le persone che non si mettono in ginocchio"?

D'altronde, non è solo Umberto Eco che trova normale quel "valore morale", anche il Consiglio di Stato ha ritenuto, in una recente sentenza sul crocifisso, che quello fosse un valore morale in linea con i principi Costituzionali.

Al di là di come si esprimerà nel corso del tempo, esiste un bisogno emotivo, un bisogno profondo, dell'uomo di liberazione dall'orrore cattolico e cristiano in generale.

Se Umberto Eco avesse una minima conoscenza di filosofia e storia saprebbe come la prima Guerra Mondiale non avvenne per l'attentato di Sarajevo, ma l'attentato di Sarajevo fu l'elemento catalizzatore di tensioni che si stavano accumulando da tempo.

Lo stesso vale per il Codice da Vinci. Il suo successo è dovuto al momento storico. Il Codice ha canalizzato tensioni emotive che, di fatto, delegittimano la chiesa cattolica nella sua attività di devastazione istituzionale al fine di riprendere il controllo militare sulle persone nelle società civili.

Quando Umberto Eco dichiara al giornale Il Gazzettino che scrive in data 20 maggio 2006: "Dan Brown è un mestatore che diffonde false notizie che si arricchisce con materiale di scarto." non fa altro che accusare sé stesso!

Memoria corta eh!

E' per questo che aiuti Ratzinger a stuprare bambini costringendoli in ginocchio davanti al macellaio di Sodoma e Gomorra?

Che differenza c'è fra dove finisce la storia de "Il pendolo di Foucault" con Lia incinta e dove inizia il "Codice da Vinci" di Dan Brown? Alle persone distratte può sfuggire, ma non al livore di Umberto Eco!

Se erano materiali di scarto quelli che ha usato Dan Brown, con quali materiali Umberto Eco ha confezionato "Il pendolo di Foucault"?

In Umberto Eco c'è un odio viscerale non tanto per il romanzo di Dan Brown, ma perché quel romanzo è vissuto da milioni di persone come una liberazione dall'oppressione della chiesa cattolica mentre, Umberto Eco, con "Il pendolo di Foucault" ha voluto giustificare l'oppressione della chiesa cattolica su sé stesso.

Ed è questa forma d'odio che fa, volutamente e di proposito, bestemmiare Umberto Eco contro Giove e Venere nella trasmissione televisiva di "Che tempo che fa" condotta da Fabio Fazio perché "Tanto i Pagani non esistono e, pertanto, non si possono offendere!". Ben sapendo che i Pagani che vedono in Giove e in Venere quelle rappresentazioni della vita che sta nella pancia di Lia esistono e ascoltano!

Se Umberto Eco avesse un minimo di conoscenza della scienza delle comunicazioni (o forse ce l'ha, ma di proposito mente e ingiuria) saprebbe che mille discorsi razionali non sono in grado di far cambiare nessuna opinione se non si smuovono le emozioni profonde delle persone. Se non si dispiegano i loro bisogni. Quando si smuovono le emozioni profonde delle persone, le persone vivono il proprio cambiamento come uno stato psichico di "illuminazione". Saprebbe, Umberto Eco, che quando ciò avviene si tratta di un'esplosione di consapevolezza psichica quale elemento qualitativo che emerge dopo un percorso che ha portato la persona ad accumulare un gran numero di informazioni in quella direzione. Il "Codice da Vinci", in questo caso, ha avuto la funzione di catalizzatore nella ricerca emotiva di molte persone. Un po' come l'attentato di Sarajevo che ha catalizzato tensioni che si sono accumulate!

Solo in questa situazione le persone, intese come massa, formulano nuove idee e nuove intuizioni sulle quali organizzare la propria esistenza.

Umberto Eco si trova a vivere nella sua quotidianità la stessa situazione che ha vissuto il protagonista del "Codice da Vinci" all'interno del pozzo. Impotente ad uscire invocava Gesù.

La manipolazione mentale che il protagonista ha subito nella sua infanzia è l'unica ragione che il protagonista adotta affinché la leggenda di Gesù, come raccontata dalla chiesa cattolica, ha una sua ragione di essere. Consolazione nella disperazione!

L'unica cosa che sfugge a Dan Brown è che la chiesa cattolica ha attraversato la storia costruendo disperazione affinché possa essere imposta la consolazione!

Per Umberto Eco il pozzo è la sua quotidianità ed egli sta pregando di non essere costretto ad uscire dal pozzo!

Ogni volta che un frammento di Libertà, o di possibilità di Libertà, entra nel cuore delle persone, diventa sempre più difficile ricondurle nel gregge che il buon pastore vuole portare al macello!

Marghera, 23 maggio 2006

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