Cod. ISBN 9788891185808
Teoria della Filosofia Aperta - Volume tre (alle pagine specifiche di Büchner)
Teoria della Filosofia Aperta - Volume tre
Büchner prende si fa gioco di coloro che considerano la materia organica come sottoposta a leggi e a condizioni diverse della materia inorganica.
Ci sono due tipi di separazioni che noi, nella nostra vita quotidiana, pratichiamo. C'è la differenza fra vivente e non vivente e c'è la differenza fra materia organica e materia inorganica non vivente.
Qual è la differenza fra materia organica vivente e materia inorganica?
La differenza sta nel fatto che la materia organica è corpo vivente che manifesta la sua volontà nel mondo e la materia organica non vivente è degenerazione del vivente che ha cessato di abitare il mondo. La materia inorganica è quella materia che, in relazione agli esseri della natura per come noi li pensiamo, non sta abitando il mondo.
La materia organica vivente è portatrice di volontà, volontà d'esistenza, la materia inorganica è priva della volontà d'esistenza.
La materia organica vivente pratica l'adattamento soggettivo alle variabili oggettive scegliendo fra più opzioni nella volontà di persistere e di dilatare la propria coscienza, sia come soggetto sia attraverso la generazione di altri soggetti simili, mentre la materia organica non vivente procede a decadere, a putrefarsi e a trasformarsi. La materia inorganica noi la percepiamo come passiva, come un adattarsi "meccanicamente".
Mentre ragioniamo attorno alle idee di Büchner e dei materialisti meccanicisti dobbiamo ricordarci che le categorie sono due: gli esseri viventi e gli esseri non viventi.
Scrive Büchner:
Se fosse possibile di credere in buona fede che la vita possa arbitrariamente sospendere le leggi fisiche, bisognerebbe rinunciare allo studio d'ogni scienza fisiologica e naturale.
Ule
Fra tutte le mistiche idee che affascinarono la vista dei filosofi della natura e che nacquero in un tempo in cui le scienze naturali erano ancora nell'infanzia, non ve n'ha alcuna che sia stata tanto nociva al progresso quanto quella conosciuta sotto il nome di forza vitale, oggidì dall'empirismo scientifico relegata nel novero delle finzioni. Si pretendeva che questa forza organica fosse l'avversaria delle forze inorganiche (gravità, affinità, luce, elettricità, magnetismo) e costituisse per gli esseri viventi delle leggi eccezionali della natura, per le quali ad essi fosse dato di sottrarsi all'influenza ed all'azione delle leggi universali, di reggersi da sè stessi, e, per così dire, di formare uno stato nello stato. Se un tal principio fosse prevalso, avrebbe infirmato la nostra tesi nell'universalità delle leggi fisiche e dell'immutabilità dell'ordine meccanico del mondo; e noi saremmo ora costretti a concedere che una potenza suprema interviene nel corso della natura e crea delle leggi eccezionali, che sfuggono a tutti i calcoli; la qual cosa sarebbe una breccia irreparabile fatta nella immutabilità dell'universo; e la scienza, come ben osserva Ule, disperando di sè stessa, dovrebbe rinunciare ad ogni studio della natura e della fisiologia. Fortunatamente però questa, ben lungi di cedere in tale questione agli insensati attacchi dei partigiani della dinamica, ha anzi combattuto ad oltranza ed ottenuta la meritata vittoria; essa ha riunito un gran numero di fatti tanto evidenti, che oggimai la forza vitale è divenuta un'ombra nel novero delle scienze esatte, ed è rimasta in retaggio a qualche balzano cervello poco atto a comprendere i portati del progresso.
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Chi ha preteso che la vita fosse antagonista alla non vita, ha espresso qualche cosa di assolutamente irreale. La vita e la non vita sono in relazione dialettica fra loro. La vita, intesa come coscienza che manifesta la propria volontà d'esistenza e di espansione, emerge dalla non vita, dalla non coscienza.
Quali sono le leggi fisiche che consentono questo processo di trasformazione, non sta a me cercarle o definirle. La ricerca scientifica procede inesorabile. Sta di fatto che la coscienza emerge dalla non coscienza procedendo per salti qualitativi in modo che la coscienza, intesa come soggetti coscienti, si espandano in un'oggettività inconsapevole.
Che l'oggettività sia composta di materia e di forze capaci di condizionare e limitare le possibilità di sviluppo delle Coscienze di Sè che in quell'oggettività germinano, è irrilevante rispetto al fatto che noi, come esseri della Natura, distinguiamo, nella forma in cui siamo, i viventi dai non viventi.
Viventi e non viventi sono sottoposti alla gravità terrestre, al principio di gravitazione universale, dall'energia che viene emessa da Sole, a forze elettriche, a forze magnetiche e da campi di radiazioni oltre a varie altre forze. I viventi si sono adattati progressivamente a tutte le forze che formano l'oggettività. Molte di quelle forze si esprimo in loro e spesso le usano. Pur tuttavia noi osserviamo i viventi agire in marniera diversa dai non viventi mediante la loro volontà d'esistenza.
Anche se i viventi usano la volontà d'esistenza in base a sé stessi, al proprio divenuto, al proprio intento, ai propri bisogni, alle proprie necessità, ai loro desideri in relazione alle specificità dell'ambiente in cui vivono, sta di fatto che ogni vivente tende ad espandere sé stesso, mutamento dopo mutamento, cercando di governare la direzione del proprio mutare.
In che cosa si esprime la vita?
La vita si esprime nella materia. Anche quando la materia non la percepiamo in quanto si presenta come "energia". La vita si esprime sempre in un corpo; solo un corpo può esprimere la vita al di là della sostanza energia-materia di cui quel corpo è composto o noi lo percepiamo.
Quando si scompone la materia, diciamo così, si arriva all'atomo. Quando si scompone l'atomo si arriva a qualcos'altro. Quando si studia il bosone di Higgs, oltre 100 anni dopo la pubblicazione del libro Forza e Materia, o la luce, o altre particelle cercando l'unità dell'energia e della materia, altro non si fa che cercare l'unità intima di tutto l'universo e i meccanismi di interazione per cui energia e materia sono la stessa cosa in stati di organizzazione diversi. Energia neutra, perché noi la percepiamo priva di volontà, e materia sono la stessa cosa, ma il fatto che l'una e l'altra concorrano a trasformarsi in unità coscienti e tali unità coscienti in unità complesse che sommano coscienza a coscienza (cellule e corpi fisici) noi non possiamo esimerci dal pensare che alla base di tale materia e di tale energia, che chiamiamo "neutra", non vi sia un principio vitale che trasformi ciò che noi non consideriamo consapevole in ciò che noi consideriamo consapevole. Tale principio lo chiamiamo "Energia Vitale". Lo chiamiamo "Energia Vitale" non perché lo abbiamo analizzato, misurato o constatato, ma perché assistiamo ai suoi effetti sotto i nostri occhi distinguendo la materia consapevole dalla materia inconsapevole.
Tutto questo è oggetto di studio, ma sta di fatto che quella che noi chiamiamo materia ha la caratteristica di diventare consapevole, oggetto vivente, qualora incontra le condizioni favorevoli per le quali farlo.
Questa caratteristica della materia, dei corpi, è una caratteristica che non obbedisce alle leggi fisiche fino ad oggi scoperte, ma che possiamo definire come Energia Vitale, in contrapposizione all'energia del mondo che definiamo Energia Neutra e che essendo intrinseca nella materia (e probabilmente anche in forme di energia neutra), scatena la sua presenza quando incontra le condizioni adatte facendo passare la materia, o parte di essa, dallo stato di inconsapevolezza allo stato di consapevolezza nella quale questa unità di materia manifesta la sua volontà d'esistenza adattandosi alle condizioni incontrate e tentando di persistere e di espandersi.
Negare che esiste materia che si esprime manifestando esseri viventi e che esiste materia, anche formata dagli stessi elementi atomici e dalle stesse sostanze, che non manifestano esseri viventi è un atto di miopia creazionista che aprono all'idea dell'intervento del Dio padrone nella materia.
Scrive Büchner:
Tutti gli altri, tutti quelli che coltivano specialmente un ramo delle scienze naturali che abbia qualche relazione col sistema organico, unanimemente rigettano la forza vitale, e tanto l'hanno in discredito, che ne evitano persino il nome. Nè altrimenti poteva essere. Oggi a niuno è lecito di credere che la vita sia soggetta a leggi eccezionali sfuggenti all'influenza delle forze inorganiche; anzi si crede ch'essa altro non sia che il produtto della comune azione di queste forze in sé stesse. In primo luogo la chimica fu in grado di constatare che gli elementi della materia del mondo organico ed inorganico, sono all'uno e all'altro comuni; e che la vita non offre alcun atomo materiale che egualmente non si trovi nel mondo inorganico e che non manifesti la sua azione nella circolazione della materia. La chimica ha decomposto i corpi organici, riducendo ai loro primi elementi le sustanze dalla cui composizione risultano i corpi inorganici non meno che gli organici. Quel primitivo umore [Urschleim], come si chiamava il principio fecondatore della vita, nella chimica diventa una vana parola, e da solo avrebbe dovuto bastare per bandir dalla scienza la forza vitale. Noi sappiamo che le forze sono la proprietà ed il produtto del movimento della materia, e che ogni particula o atomo di un corpo semplice possiede le stesse forze e le stesse qualità in un modo invariabile ed inseparabile. Ed é perciò che ogni atomo che si trovi, non importa dove, e in qualsiasi combinazione, sia esso nella natura organica o nella inorganica, deve prodursi nello stesso modo, svilupparsi per le stesse forze, manifestarsi cogli stessi effetti. Le qualità degli atomi sono indistruttibili. Ora, siccome l'esperienza giornaliera ci mostra che tutti gli organismi sono formati dagli stessi atomi che compongono i corpi inorganici e che essi non differiscono se non nel loro modo di coesione, rendesi manifesto che non possono esistere forze specifiche, né tampoco una forza vitale.
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Negare la differenza sostanziale fra il vivente e il non vivente, come percepito in Natura, significa negare che vi siano forze, comunque definite ed espresse, che caratterizzano l'uno piuttosto che l'altro.
Quando Büchner afferma:
Ed é perciò che ogni atomo che si trovi, non importa dove, e in qualsiasi combinazione, sia esso nella natura organica o nella inorganica, deve prodursi nello stesso modo, svilupparsi per le stesse forze, manifestarsi cogli stessi effetti.
Non considera che in due corpi diversi lo stesso atomo di carbonio concorre sia ad un corpo non vivente sia ad un corpo vivente. Pur essendo lo stesso atomo concorre a due manifestazioni diverse che devono avere caratteristiche differenti proprio perché le loro manifestazioni sono differenti.
Questo è l'inganno dei materialisti meccanicisti, quelli che trasformeranno la scienza in uno studio di cadaveri morti perché negano le forze soggettive della trasformazione come diverse dalla materia non vivente.
Oggi, dice Bucner, a nessuno è lecito credere che la vita sia sottoposta a leggi eccezionali, probabilmente si riferisce alla volontà del Dio creatore, ma, contemporaneamente, a nessuno è lecito trattare la vita come fosse materia senza vita.
Inoltre, affermare che le qualità degli atomi sono indistruttibili significa riprendere il meccanismo cristiano dell'assolutezza del Dio padrone. E' vero che noi oggi abbiamo cognizione di che cos'è la fissione nucleare, ma è altrettanto vero che quando al lavoro scientifico anteponi delle categorie assolute non fai altro che lo stesso lavoro dei cristiani che ad ogni ricerca di conoscenza antepongono la sapienza assoluta del loro Dio padrone del quale si considerano guardiani e paladini. Non era lecito a Büchner affermare un assoluto della materia.
I materialisti meccanicisti procedono per dogmi assoluti esattamente come i cristiani, ne riproducono i modelli e i meccanismi per il dominio del sistema di pensiero delle persone e poi, nelle loro analisi, tralasciano l'ovvio che sta sotto ai loro occhi.
Scrive Büchner:
E' pure per un processo meccanico che il canale intestinale con un movimento vermicolare, evacua gli escrementi dall'alto verso il basso, ed è ancora in modo afatto meccanico che succedono tutte le azioni dei muscoli, e che gli uomini e gli animali eseguiscono i movimenti di locomozione. La costruzione dell'occhio riposa sopra leggi identiche a quelle della camera oscura, e le ondulazioni del suono sono trasmesse all'orecchio come in ogni altro condutto acustico. "La scienza, dice Krahmer, oggi più non saprebbe indicare una qualità fisica che sia il privilegio esclusivo d'una o d'altra specie di corpi. Si sa inoltre che i processi organici non sono in alcun modo spontanei, poichè si compiono come le metamorfosi del mondo inorganico e coll' aiuto delle cose esterne e delle forze fisiche ad essi inerenti.". La fisiologia ha dunque perfettamente ragione, come osserva Schaller, nel proporsi di provare che fra il sistema organico ed inorganico non v'ha alcuna diversità essenziale. Se gli effetti delle organiche combinazioni talora ci cagionano qualche sorpresa e ci sembrano straordìnari, inspiegabili, e fin anche in contradizione cogli effetti ordinari delle forze fisiche, questa difficultà non avviene che per la straordinaria varietà e complicazione delle combinazioni del mondo organico. In un capitolo precedente vedemmo in qual modo queste combinazioni siano capaci di produrre degli effetti in apparenza straordinari. - Il riconoscere queste differenti combinazioni è lo scopo della fisiologia, ed essa ha già sciolte molte difficultà , che altre volte sembravano insuperabili, e molte ancora, non ne dubitiamo, ne scioglierà nell'avvenire. Si avvicina il tempo in cui, secondo l'espressione di Liebig, la fisiologia, aiutata dalla chimica organica, sarà in grado di svelare le cause dei fenomeni che oggi sembrano misteri. Ma posciachè ora moltissimi di questi fenomeni sono ancora impenetrabili, nè ci lasciano vedere la reciproca loro dipendenza dalle cause fisiche e chimiche, dovremo conchiudere che essi non sono sottomessi alla legge comune e che siano retti da una forza dinamica ignorata? Non solo la scienza oppugna siffatta conclusione, ma al contrario, ci dà il diritto anzi c'impone il dovere di dichiarare, deducendola dalle leggi immutabili dell'induzione dal noto all'ignoto, che una legge universale constatata in una parte dei fenomeni organici, si applica a tutti, questi fenomeni. Se rammentiamo d'altronde le esperienze che recentemente furono fatte, e se consideriamo il brevissimo tempo in cui siamo al possesso di molte capitali scoperte, non farà meraviglia il nostro pronunciato. Da quanto tempo, infatti, si conoscono i processi chimici della digestione e quelli ancor più misteriosi della generazione e della fecondazione, che possono essere paragonati ai più semplici atti meccanici del mondo inorganico? Lo sperma non è più, come si credeva, remissione liquida di un vapore vivificato e vivificante, ma una materia che si spinge innanzi per un processo meccanico coll'aiuto degli animalucoli spermatici; e ciò che altrevolte si credeva effetto di questo vapore vivificante, oggi non è altro che il risultato immediato e meccanico del contatto dell'ovulo e,dello sperma.
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Certe affermazioni lasciano le persone sconvolte. Le affermazioni di Krahmer, riportate da Büchner, sono semplicemente sconvolgenti per la dogmaticità che esprimono e per la cecità ideologica che manifestano.
La scienza, dice Krahmer, non è in grado di indicare una qualità fisica che sia di privilegio esclusivo di una o di altra qualità di corpi: forse anche i corpi inorganici hanno dato dell'idiota a Krahmer, esattamente come il mio corpo organico! Che il vivere sia una discriminante fra un corpo organico e un corpo inorganico, a Krahmer, che probabilmente tratta solo cadaveri, non passa nemmeno per la testa.
Per i materialisti meccanicisti, l'uomo è un ente meccanico e come tale si possono spiegare le sue funzioni.
Questa necessità di imporre all'uomo la concezione del cadavere è effettivamente ingiuriosa. Ricordiamo che Büchner sta opponendo la meccanica e il cadavere a chi afferma l'esistenza di una "forza vitale", cioè di una forza intrinseca della materia capace di far passare la materia da inconsapevole a consapevole e farle prendere coscienza della propria esistenza mettendo in atto strategie d'esistenza.
La fisiologia riconosce molteplici combinazioni, la gravità della cosa non sta nell'esistenza di un immenso sconosciuto da esplorare, ma dall'ottica mentale con cui la fisiologia si pone davanti all'uomo, alla pianta, agli animali come se fossero altrettanti cadaveri da studiarli su un tavolo dell'obitorio.
Riprendo da notizie di oggi (giorno più gono meno 31 agosto 2014): il corvo ha un'intelligenza razionale pari a quella di un bambino di 7 anni. Il che significa che ha un'intelligenza emotiva infinitamente più grande di quella dell'uomo. Concedetemi questo appunto personale.
Io non escludo che un giorno nei laboratori si riuscirà a far scoccare la scintilla della vita dopo aver costruito un numero infinito di sostanze organiche. Ma il salto fra l'inorganico e la vita è un salto qualitativo che implica l'introduzione nell'inorganico di fattori che sono estranei all'inorganico: altrimenti sarebbe organicamente VITA!
I fenomeni sono sconosciuti, ma l'uomo abita il mondo, e nel mondo vive ed organizza la sua vita. Pertanto, può essere sconosciuta la causa o l'insieme delle cause, ma non può essere sconosciuto il fenomeno che interviene nella nostra quotidianità.
Il disprezzo per la vita di Büchner lo porta a dire:
Lo sperma non è più, come si credeva, remissione liquida di un vapore vivificato e vivificante, ma una materia che si spinge innanzi per un processo meccanico 001- l'aiuto degli animalucoli spermatici; e ciò che altrevolte si credeva effetto di questo vapore vivificante, oggi non è altro che il risultato immediato e meccanico del contatto dell'ovulo e dello sperma.
Come se l'ovulo non pensasse e non scegliesse l'animalucolo che lo feconda. Come se l'animalucolo che lo feconda non avesse intelligenza, decisione, scopo e volontà e non fosse portatore dei caratteri di specie trasformati dall'uomo che lo ha generato.
Quando tutto è meccanica o volontà del Dio padrone (che è esecuzione meccanica di un'obbedienza soggettiva), allora gli uomini possono essere messi nei forni crematori sia in quanto oggetti meccanici sia in quanto schiavi del Dio padrone. Fondete queste ideologie, materialisti meccanicisti e cristiani, e avrete la miscela del colonialismo, dello stragismo, del razzismo, del nazismo.
Scrive Büchner:
Del resto, se si volessero dedurre le conseguenze della teoria che stabilisce non potersi creare combinazioni ternarie e quaternarie senza il soccorso di una forza vitale, bisognerebbe eziandio ammettere che gli esseri organici, i quali sviluppano il principio della vita al più alto grado, non hanno tuttavia forza vitale, poichè gli animali non hanno la facultà di creare delle combinazioni organiche, essendochè il solo regno vegetale può trasformare le sustanze inorganiche nelle organiche. Per questi dati e per chi sappia debitamente apprezzare il metodo induttivo, non v'ha più dubbio che bisogna bandir dalla scienza l'idea di una forza organica producente i fenomeni della vita in modo arbitrario e indipendente dalle leggi di natura - che la natura, le sue sustanze e le sue forze non formano che un solo tutto senza limiti e senza eccezionalità di leggi - che infine, la separazione rigorosa che si pretende fare tra il regno organico e l'inorganico, non è che una distinzione arbitraria poichè l'uno e l'altro non differiscono che nella forma esterna e nell'aggruppamento degli atomi materiali, non mai nell'essenza. "Che le metamorfosi dei corpi organici, dice Krahmer, rispondano all'idea di una classe, di una specie o di un genere, mentre i corpi inorganici non sono soggetti ad una tale restrizione nella loro metamorfosi, è una verità fatta per chi la vuol credere. Se la lamiera prende la forma di un chiodo, risponde essa all'idea di lamiera, o non, piuttosto, a quella di chiodo?" E nondimeno, e l'una e l'altra non rappresentano che del ferro. E se il bruco diviene farfalla, qual cosa v' ha in questa metamorfosi che sia più o meno della lamiera cambiata in chiodo?" La distinzione tra le forme organiche ed inorganiche non è che il risultato del primo gruppo di molecole che dà inizio alla varietà delle forme. Ma la formazione del cristallo dimostra che il regno inorganico ha esso pure le sue forme determinate ed inviolabili che l'avvicinano all'organico. «La forza vitale, dice Vogt, non è che una vana circonlocuzione fatta per nascondere la nostra ignoranza. Essa è una di quelle scappatoie numerosissime nelle scienze, per le quali cercano scampo gli spiriti superficiali che si arretrano davanti all'esame di una difficoltà e si dilettano nell'ammettere un miracolo imaginario." La dottrina della forza vitale è oggi una causa perduta. Nè gli sforzi dei naturalisti mistici per rianimare quest'ombra, nè i lagni dei metafisici, che scongiurano le pretese e l'imminente irruzione del materialismo fisiologico, nè le voci isolate che segnalano dei fatti ancora oscuri nella fisiologia, potranno salvarla da prossima e completa rovina.
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La vita, intesa come formazione della coscienza di sè degli Esseri della Natura, è il prodotto della materia perché l'inconscio che circonda gli Esseri della Natura è materia che ha la qualità di passare dallo stato di inconsapevolezza allo stato di consapevolezza nelle condizioni opportune.
Affermare che esista una forza organica che produce i fenomeni della vita in modo arbitrario è affermare l'esistenza dell'arbitrio del Dio padrone, ma affermare che la vita è riconducibile alla materia inorganica è togliere alla vita le sue specificità che la separano dalla non vita: la coscienza che si separa dalla non coscienza.
La vita, la coscienza, che emerge dalla non vita, dalla non coscienza, non forma un tutt'uno con la non-vita, la non-coscienza. Sono irrimediabilmente separate anche se l'una agisce sull'altra e l'altra agisce sull'una. Esiste una relazione dialettica di reciproco adattamento, ma solo la Coscienza, la vita, determina consapevolmente le azioni che modificano anche la non coscienza e la sua struttura.
Il fatto che la coscienza, la vita, sia composta dal materiale chimico della non coscienza, della non vita, non autorizza nessuno a privare la vita delle sue specificità e di appiattirla sulla non vita: il tornio e il tornitore, non sono la stessa cosa! Capisco che per l'imprenditore tornio e tornitore siano una distanza arbitraria, ma il tornitore detiene dei diritti sociali che il tornio non detiene anche se so perfettamente come l'imprenditore concede più diritti al proprio tornio che non alle mani del tornitore. Capisco che per Büchner tornio e tornitore differiscono solo per la forma esterna nel raggruppamento degli atomi materiali, ma trovo incomprensibile che affermi che l'uno e l'altro non differiscono nell'esistenza.
Nell'ennesima citazione di Krahmer, Büchner accetta di assimilare la trasformazione del chiodo in lamiera al bruco che si trasforma in farfalla (e perché no del bambino che si trasforma in individuo adulto?). Egli dice che ci sono molecole che danno inizio alle varie forme. Con la sola differenza che mentre il bruco e la farfalla hanno volontà di persistenza e di esistenza riproducendo sé stessi, il chiodo è oggetto passivo di una volontà esterna che ne ha modificato lo stato. Se sparisse l'uomo dalla faccia della terra, i chiodi cesserebbero di essere, ma i bruchi continuerebbero a trasformarsi in farfalla.
La formazione del cristallo dimostra che ci sono dei meccanismi in azione, e fintanto che quei meccanismi continuano a funzionare, noi dobbiamo separare il cristallo da altra materia inorganica. Esistono forze nel cristallo che sono forze proprie del cristallo (se è per questo anche l'argilla è portatrice di condizioni particolari) e che, ad esempio, non agiscono nel ferro.
Vogt può anche affermare che la forza vitale, per come viene definita ai suoi tempi e nella sua epoca, è una vana circonluzione fatta per nascondere un'ignoranza, ma sta di fatto che la vita viene in essere per forza propria e la forza che sprigiona ciò che noi chiamiamo vita in quanto esseri della natura, è una forza interna alla materia.
Il fatto stesso che le condizioni per le quali nacque la vita sul pianeta si sono modificate, nonostante questo la vita ha continuato a persistere e a cercare nuove strategie esistenziali, dimostra la separazione fra l'organico che chiamiamo vita e l'inorganico nel quale la vita continua ad espandersi.
Se la qualità della materia non fosse quella di trasformarsi da uno stato di inconsapevolezza ad uno stato di coscienza, consapevolezza esprimendo necessità di espansione, la vita non sarebbe.
Questa qualità della materia può risiedere nel mattone primo della materia e la chiamiamo Energia Vitale. Con l'Energia Vitale noi partoriamo continuamente noi stessi, cellula dopo cellula, espandendoci ed impedendo, finché il corso della nostra vita prosegue, che il nostro corpo deperisca.
E' l'Energia Vitale la forza che regge la vita o, se preferiamo usare un termine antico: è l'Eros primordiale che uscendo dall'uovo luminoso all'inizio del tempo, spinge la materia inconsapevole a trasformarsi in consapevolezza. Eros distingue l'organico vivente dall'inorganico e dal cadavere organico. Pur tuttavia Eros agisce sempre, all'interno della singola cellula che all'interno di oggetti che non possiamo ricondurre alla vita nella natura. Tutto diviene per necessità, adattamento e trasformazione. Con la sola differenza che il vivente guida i suoi stessi adattamenti e manifesta le sue necessità nelle possibilità del proprio divenuto. Nel fare questo, accumula energia vitale, cresce e si espande fino a quando la quantità di espansione della sua esistenza non produce il salto qualitativo: muore il bruco e nasce la farfalla.
La farfalla che nasce è prodotta dal bruco per come ha vissuto e per le scelte che ha fatto vivendo manipolando la propria energia vitale: questo non lo fa la lamiera nel trasformarsi in chiodo.
Per il lavoro, le citazioni sono tratte da:
Büchner Ludwig, Forza e materia, studi popolari di filosofia e storia naturale, tradotto da Stefanoni Luigi, 1868 ed.Gaetano Brigola Citazioni dal capitolo diciottesimo "Forza vitale" da pag. 286 a pag. 299.
Ottenuto da Google
http://books.google.it/books/about/Forza_e_materia_studi_popolari_di_filoso.html?
Marghera, 01 settembre 2014
Teoria della Filosofia Aperta - Volume tre (alle pagine specifiche di Büchner)
Teoria della Filosofia Aperta - Volume tre
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Quando un percorso sociale fallisce o esaurisce la sua spinta propulsiva, è bene tornare alle origini. Là dove il pensiero sociale è iniziato, analizzare le incongruenze del passato alla luce dell'esperienza e abbattere i piedistalli che furono posti a fondamento del percorso sociale esaurito. |
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Marghera, 01 settembre 2014 Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.