Joseph Ratzinger (Benedetto XVI) (1927 - -) e Mario Bergoglio (Francesco) (1936 - -)

Enciclica Lumen Fidei
il codice di comportamento dell'armata messianica

di Claudio Simeoni

 

Cod. ISBN 9788891185815

 

Pagine Lumen Fidei di Bergoglio nella Teoria della Filosofia Aperta - indice

Nella visione messianica con la quale Bergoglio e Ratzinger intendono intervenire nelle società occidentali è necessario che il gregge cristiano si leghi alla chiesa cattolica rifiutando ogni obbligo e ogni relazione nella società civile.

Proprio per ottenere l'adesione fideistica di ogni fedele alla chiesa cattolica, Bergoglio e Ratzinger esaltano da un lato il cristiano che rifiuta davanti al prefetto il suo stato di persona giuridica nella società e dall'altro lato l'invito di Gesù a Pietro affinché si confermi nella fedeltà al padrone.

Scrive Ratzinger e Bergoglio per sollecitare la separazione del fedele dalla società e legarlo alla chiesa cattolica:

5. Il Signore, prima della sua passione, assicurava a Pietro: "Ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno" (Lc 22,32). Poi gli ha chiesto di "confermare i fratelli" in quella stessa fede. Consapevole del compito affidato al Successore di Pietro, Benedetto XVI ha voluto indire quest'Anno della fede, un tempo di grazia che ci sta aiutando a sentire la grande gioia di credere, a ravvivare la percezione dell'ampiezza di orizzonti che la fede dischiude, per confessarla nella sua unità e integrità, fedeli alla memoria del Signore, sostenuti dalla sua presenza e dall'azione dello Spirito Santo. La convinzione di una fede che fa grande e piena la vita, centrata su Cristo e sulla forza della sua grazia, animava la missione dei primi cristiani. Negli Atti dei martiri leggiamo questo dialogo tra il prefetto romano Rustico e il cristiano Gerace: "Dove sono i tuoi genitori?", chiedeva il giudice al martire, e questi rispose: "Nostro vero padre è Cristo, e nostra madre la fede in Lui".[5] Per quei cristiani la fede, in quanto incontro con il Dio vivente manifestato in Cristo, era una "madre", perché li faceva venire alla luce, generava in essi la vita divina, una nuova esperienza, una visione luminosa dell'esistenza per cui si era pronti a dare testimonianza pubblica fino alla fine.

Perché leggere gli atti di Gerace al prefetto Rustico se Gerace altro non ha ripetuto quanto detto da Gesù facendosi egli stesso Gesù davanti al prefetto Rustico?

E' il messaggio che Bergoglio e Ratzinger vogliono inviare alle pecore del loro gregge: ogni pecora del gregge è Gesù nel momento stesso in cui la pecora offende ed aggredisce chi non è pecora del suo gregge.

Il prefetto Rustico chiede lo stato civile di Gerace. Gerace lo insulta sostituendo al proprio essere un individuo della società la separazione che ha operato con la scelta di essere parte del gregge cristiano separato dalla società.

Quando qualcuno chiede a Gesù di adempiere a dei doveri, Gesù se ne sbatte, lui è il figlio del dio padrone e Bergolio e Ratzinger intendono sottolineare questo aspetto estendendolo a tutti i cristiani.

Afferma Gesù:

Vennero poi da lui sua madre e i suoi fratelli e non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fu dunque riferito: "Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti". Ma Gesù rispondendo disse loro: "Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano e mettono in pratica la parola di dio".

Vangelo Luca 8, 19-21

Tale affermazione si trova praticamente uguale nel vangelo di Matteo e nel vangelo di Marco:

Vangelo di Matteo 12:46-50; Vangelo di Marco 3:31-35

Bergoglio e Ratzinger hanno di proposito ignorato le affermazioni di Gesù nei vangeli e di proposito hanno preferito sottolineare la stessa affermazione fatta da Gerace al prefetto Rustico. Gerace, come ogni cristiano, si fa Gesù, ne pretende diritti e riconoscimenti al di fuori della legge e della norma, davanti alla società civile rappresentata dal prefetto Rustico.

Leggiamola completa la citazione di Luca fatta da Ratzinger e da Bergoglio in questo paragrafo dell'enciclica Lumen Fidei. Solo leggendola nel contesto si possono capire gli intenti di devastazione sociale manifestati da Ratzinger e Bergoglio.

Afferma Gesù;

"Simone Simone, ecco che Satana ha richiesto di vagliarvi come si fa col frumento, ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno. Tu poi, una volta tornato sui tuoi passi, consolida i tuoi fratelli". Ma egli disse: "Signore sono pronto a venire insieme con te anche in carcere, anche alla morte!". Gesù però disse: "Pietro, ti dico che oggi non canterà il gallo prima che tu per tre volte abbia negato di conoscermi".

Vangelo di Luca 22, 31-34

La citazione fatta da Bergoglio è una riaffermazione del diritto di fedeltà al dio padrone e una negazione della fedeltà alla società civile. Dal momento che Gesù chiede di rinnegare la società da parte dei cristiani e di giurare (confermare) la fedeltà al dio padrone, a lui stesso Gesù, diventa logica la citazione fatta da Bergoglio e Ratzinger della negazione fatta da Gesù dei suoi rapporti sociali (madre e fratelli) in funzione del suo delirio di onnipotenza.

Che il nemico di Gesù chieda a Gesù di controllare i suoi fedeli e che il nemico assuma, per la chiesa cattolica, l'uso del maiuscolo come oggetto in sé (Satana), è quanto meno ridicolo nella pretesa di far diventare un oggetto-soggetto una tensione di libertà dell'uomo dalle pretese assolutistiche di Gesù. Un po' meno ridicolo quando la chiesa cattolica, davanti alle contestazioni del suo assolutismo, le imputa a "Satana" e finisce per bruciare vive le persone, anziché riconoscere che anelano alla libertà in una società che garantisca i loro diritti, affermando che sono dei malvagi che si sono consegnati al suo nemico: Satana.

Bergoglio ribadisce che la fedeltà di Pietro va al padrone Gesù, non ai suoi progetti. Non alla società nella quale vive. In questo Gesù auspica che Pietro gli sia fedele, prega perché gli sia fedele. Esattamente come ogni prete cattolico prega che le pecore del suo gregge gli siano fedeli. Non devono essere fedeli alla madre o al padre, alla moglie o ai figli. Non devono essere fedeli ai propri doveri nella società, ma tutto va tralasciato in funzione della fedeltà al padrone Gesù.

E' interessante conoscere il delirio con cui Gesù giustifica le relazioni fra sé e il "padre". Un delirio nel quale Ratzinger e Bergoglio invitano ogni cristiano ad immedesimarsi.

Io sono il pastore buono: conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il padre conosce me e io conosco il padre e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di questo ovile. Anche quelle bisogna che io conduca, e ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, vi sarà un solo pastore. Per questo il padre mi ama, perché io do la mia vita per riprendermela di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la do io da me stesso. Ho il potere di darla e ho il potere di riprenderla. Questo è l'ordine che ho ricevuto dal padre mio.

Vangelo di Giovanni 10 14-18

La fedeltà che Ratzinger e Bergoglio auspicano, è la fedeltà della pecora al padrone, al pastore. E la fedeltà del pastore delle greggi cristiane è lo sviluppo delle greggi cristiane formate da persone che hanno rinunciato ad affrontare la loro vita in funzione dei propri bisogni, ma la organizzano anteponendo ai loro bisogni la necessità di far diventare un solo gregge ciò che, secondo Gesù, sono molti greggi diversi dai suoi: che le persone abbiano l'uguaglianza dei diritti e dei doveri di Gesù o del dio padrone dei cristiani, a Bergoglio e Ratzinger non passa per la testa come non passava per la testa di Gesù o del dio padrone, il macellaio di Sodoma e Gomorra, dei cristiani.

In quest'ottica le pretese di Gesù nei confronti dei fedeli sono assolute, come sono assolute le pretese di Ratzinger e Bergoglio rispetto al gregge cristiano.

Gesù dice perché il fedele cristiano deve odiare suo padre e sua madre. Il "suo padre e sua madre" di Gesù sono parole usate in sostituzione alla parola "società" che deve essere odiata dai fedeli di Gesù se quei fedeli vogliono seguire Gesù.

Racconta il vangelo di Luca:

Disse Gesù: "Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, sua moglie, i suoi figli, i suoi fratelli, le sue sorelle e perfino la sua stessa vita, non può essere mio discepolo. Chiunque non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.

Luca 14 25-33

La stessa cosa, in termini di guerra da portare alla società civile, è ribadito dal vangelo di Matteo da cui Luca copia le sue argomentazioni. E' talmente importante per Ratzinger e Bergoglio organizzare i fedeli in un'armata che negare l'appartenenza alla società attraverso le parole di Gerace al prefetto Rustico, diventa una vera e propria direttiva dottrinale di comportamento religioso del fedele cristiano. Il fedele cristiano fa parte dell'armata di Gesù che è venuto per distruggere mettendo a ferro e fuoco la società civile:

Non crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra. Non sono venuto a portare la pace, ma la spada. E infatti sono venuto a separare il figlio da suo padre, la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera. Nemici dell'uomo saranno i suoi domestici. Chi ama il padre o la madre più di me, non è degno di me; chi ama il figlio e la figlia più di me, non è degno di me. Chi non prende la sua croce e non viene dietro di me, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita la perderà e chi avrà perduto la sua vita per causa mia la troverà.

Matteo 10, 34-39

Vedi anche Luca 12, 49-53

Dal momento che la chiesa è madre e dio il padre, la chiesa cattolica si preoccupa che i suoi figli, i fedeli, non la ripudino, ma stiano sempre al suo servizio.

La contraddizione fra il comportamento di Gesù nei confronti di sua madre e dei suoi fratelli e le invettive di Gesù contro i farisei, è solo apparente.

Il fedele cristiano non può uscire dalla chiesa cattolica che è madre e non può rinnegare il suo dio padrone che è suo padre. Nello stesso tempo Gesù, e con esso la chiesa cattolica, non possono tollerare chi riconosce nella chiesa cattolica una "baldracca squallida e violenta", come non può tollerare chi riconosce nel dio padrone cristiano l'assassino dell'umanità o il "macellaio di Sodoma e Gomorra". Per Ratzinger e Bergoglio è un "rinnegare il padre e la madre".

Il senso dell'accusa rivolta ai farisei di non seguire il comandamento del dio padrone di onorare il padre e la madre e il suo atteggiamento di disprezzo nei confronti di sua madre e dei suoi fratelli, è solo apparentemente rivolto ai farisei. E' rivolto ad ogni fedele cristiano che, riconosciuto il ruolo criminale della chiesa cattolica, tende ad allontanarsi aderendo ad una diversa religione, o all'ateismo o ad ogni altra forma organizzativa che lo allontani dalla sottomissione del dio padrone:

Gesù rispose loro: "E perché voi, per la vostra tradizione, trasgredite il comandamento di dio? Dio infatti disse: onora il padre e la madre" e "chi maledice il padre o la madre, di morte perisca." Voi invece affermate: - Chi dice al padre o alla madre: è sacro cio con cui dovresti essere da me aiutato" non è più tenuto ad onorare suo padre o sua madre. E così per la vostra tradizione annullate la parola di dio. Ipocriti!

Vangelo di Matteo 15, 3-7

Gerace, con la sua affermazione al prefetto Romano Rustico, non rinnega il padre e la madre, perché, dopo che si è sottratto alla società civile, la sua famiglia è la banda a cui ha aderito e tale banda è la chiesa cattolica che è sua madre ed è il dio padrone che lo possiede in quanto "padre".

Ora Bergoglio ha il suo esercito con cui combattere quelle società civili che tentano di uscire dal controllo della chiesa cattolica che è la depositaria della volontà del dio padrone.

Con questo paragrafo Bergoglio e Ratzinger intendono armare il gregge per le loro guerre di conquista, solo che la vittima del gregge armato di Bergoglio e Ratzinger è la società che ha come suo fondamento la Costituzione della Repubblica Italiana.

 

Marghera, 13 luglioo 2013

 

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