Jeremy Bentham (1748 – 1832)

L'etica sociale

Riflessioni sulle idee di Bentham.

di Claudio Simeoni

 

Cod. ISBN 9788891185778

Teoria della Filosofia Aperta - Volume uno

 

Scrive il Bignami di filosofia (ed.1984):

1) Bentham, avendo constatato la coincidenza tra la nostra felicità e la felicità altrui, estende alla società la definizione di ciò che è utile all'individuo: "è conforme all'utilità o all'interesse di una comunità tutto ciò che tende ad accrescere la forma totale del benessere degli individui che la compongono"

2) Quindi un'azione sociale è buona quando tende ad aumentare la felicità comune o a diminuire l'infelicità comune.

3) Perciò il Bentham, estendendo la concezione del Beccaria a principio di tutta la morale sostiene che le leggi devono essere tali da favorire "la massima felicità per il massimo numero di persone" (l'influsso di Bentham portò in Inghilterra una riforma carceraria, alla quale non erano estranei i principii del Beccaria).

4) Infatti "lo scopo generale che tutte le leggi hanno o devono avere in comune tra loro, è quello di aumentare la felicità della comunità; e quindi, in primo luogo, di rifiutare, fin dove è possibile, ogni cosa che tenda a togliere la felicità; in altre parole di escludere il male".

Estendere il principio di felicità ad una comunità non significa nulla. Il principio di felicità esteso da Bentham alla comunità cui appartiene, esclude tutte le altre comunità a cui Bentham non appartiene. Infatti l'Inghilterra utilizzava pesantemente nei suoi domini coloniali gli schiavi indigeni e usava lo schiavismo sia nelle scuole, sulle navi, nell'esercito ecc.. Lo schiavismo, proprio dell'ideologia liberale e monarchica, ha caratterizzato i rapporti sociali ed economici della società inglese. Il termine felicità invocato da Bentham e la sua applicazione non è soltanto utopistica, ma fuorviante dalla vera natura del Sistema Sociale e dalla qualità della comunità. Ogni comunità è legata ad un'altra comunità e, all'interno della comunità, una classe sociale è legata ad un'altra classe sociale. Soltanto la classe sociale più povera sostiene la comunità esattamente come lo sfruttamento degli schiavi nei paesi coloniali sostenevano la classe ricca della comunità inglese.

Bentham si guarda bene dall'uso di termini diversi per definire ciò che chiama felicità. Infatti, usa il termine felicità come un sottoprodotto, un effetto, quale risultato dell'azione umana al di là delle azioni e della loro qualità. Il torturatore è felice: è felice il torturato? La ricerca della libertà, la liberazione dalla schiavitù, dà molta felicità a chi la ottiene. Bentham mette uno stop alla pulsione di liberazione umana: "fin dove è possibile". In un Sistema Sociale che concepisce la vita soltanto attraverso la schiavitù, il suo "fin dove è possibile" è legato esclusivamente al mantenimento della schiavitù. L'azione di Bentham non è la ricerca della felicità del maggior numero di persone, ma, al contrario, la ricerca per rendere impossibile che il maggior numero di persone possano cercare la felicità rimuovendo gli ostacoli che impediscono la loro libertà. L'obiettivo di Bentham è quello di permettere ad un certo numero di persone di godere del possesso di altre persone, che chiama felicità, e di impedire ai cittadini di sottrarsi dall'essere posseduti per consentire, a chi li possiede, di continuare a possederli.

Quando una comunità arricchisce sé stessa a discapito di un'altra comunità, l'ha resa schiava.

Dopo di che vengono fatte delle leggi affinché nella comunità di schiavisti si elevi il livello di vita, che Bentham chiama felicità, dei suoi membri per il solo fine di controllarli meglio e poterli usare come arma e mezzo per il mantenimento nella schiavitù dell'altra comunità. E' la logica ideologica del colonialismo. In questo consiste il concetto di felicità in Bentham. Questo "elevare i livelli di vita all'interno della comunità schiavista" consiste in un "aumento di diritti civili" concessi dal dio padrone (il re) in funzione della sottomissione al dio padrone (al re). Diritti che possono sempre venir revocati in quanto "concessi" dal dio padrone (dal re) e non imposti al dio padrone (al re). Per dominare meglio gli schiavi, dice Bentham non devi fare come nel vangelo di Marco 11, 12-14 e 11, 20-22, ma fate come nel vangelo di Luca 13, 6-9.

E' proprio nell'ottica del vangelo di Luca che Bentham propone la riforma nelle carceri inglesi. Non è l'illuminismo di Bentham a provocare la riforma, ma l'utilitarismo di una comunità, o meglio di un Comando Sociale, che non vuole sprecare risorse.

Un'azione sociale è buona quando si liberano gli individui dalle costrizioni imposte. Il liberare gli individui dalle costrizioni imposte implica un modello sociale in cui cessi l'esistenza del sistema giuridico dei diritti. Serve un Sistema Sociale in cui le leggi IMPONGANO DOVERI alle gerarchie del Sistema Sociale. Non la classe sociale povera deve obbedire alle leggi, ma le Istituzioni di quel Sistema Sociale, nei loro comportamenti, devono essere sottoposte alle leggi a cui devono attenersi. E' necessario il passaggio fra un sistema di diritti dei cittadini della comunità ad un sistema di doveri per le istituzioni di quella comunità.

Il concetto secondo cui le leggi devono favorire il massimo numero di persone è un concetto discriminante: e le altre persone? In una società come quella inglese, il massimo numero di persone in una comunità è la parte più debole della comunità stessa. E' quella parte che permette alla parte ricca della comunità di vivere alle sue spalle. E' quella parte della comunità senza diritti o con diritti solo nominali. Come è possibile la "ricerca di felicità" in una comunità, come quella inglese che pratica il traffico di bambini, rapiti alle famiglie, per portare "sangue nuovo in Australia". Come è possibile favorire la parte più povera se non quando la parte più ricca della comunità ha trovato un altro sistema, un altro trucco, per portargli via il pane prodotto dalle loro mani? Che sia un trucco giuridico o emozionale poco importa: la parte ricca della comunità dà qualche cosa alla parte più povera soltanto quando ha escogitato un trucco attraverso il quale riappropriarsi di quanto ha finto di cedere.

Scrive Michel Foucault in "Storia della follia nell'età classica" p. 96 edizione BUR 1984:

"Ancora per lungo tempo la casa di correzione o i locali dell'Hospital Général serviranno a mettere al chiuso i disoccupati, i senza lavoro, i vagabondi. Ogni qual volta si produce una crisi e il numero dei poveri si moltiplica, le case di internamento riprendono almeno per qualche tempo il loro primo significato economico. A metà del XVIII secolo si è di nuovo in piena crisi: dodicimila operai mendicano a Rouen, altrettanti a Tours; a Lione le manifatture chiudono. Il conte di Argenson, che ha il dicastero di Parigi e la gendarmeria a cavallo, dà l'ordine di arrestare tutti i mendicanti del regno; le guardie a cavallo operano a questo fine nelle campagne, mentre si fa altrettanto a Parigi, dove si è sicuri che non rifluiranno, trovandosi fatti prigionieri da ogni parte."

Oppure, il comando sociale cede un qualche cosa quando si sente in pericolo. Ecco che le donne acquistano un ruolo sociale soltanto quando durante le guerre mondiali rimpiazzano gli uomini nelle fabbriche. Solo allora il Comando Sociale cede qualche cosa all'universo femminile sempre escluso e, mentre lo cede, cerca di costruire condizioni di vita mostruose, attraverso il doppio lavoro, per costringere quell'universo a rinunciare a quanto egli aveva ceduto. Subito dopo, le Istituzioni ritengono di aver ceduto un privilegio e già agiscono per rimuoverlo. Le Istituzioni, secondo Bentham, non sono sottoposte alla legge. Il dio padrone dei cristiani, di cui la regina inglese è la rappresentante in terra, non sottostà ad obblighi: concede ai suoi sudditi (leggi schiavi), ma non accetta imposizioni dai suoi sudditi (leggi schiavi). Il poliziotto non viene arrestato quando afferma l'esistenza di una legge che qualche giorno prima era stata rimossa o depennata. Così la donna acquisisce il "privilegio" di lavorare, ma i cristiani, in nome di Gesù e altre forze che con lui si identificano, vogliono impedirne l'indipendenza sia economica che come persona: per questa attività i cristiani e le "altre forze" non vengono arrestate e giudicate colpevoli di sovversione sociale! Loro non sono sottoposte alla legge. Così il diritto acquisito da parte della donna è fonte di ansia e di affanno quotidiano.

Quando Bentham dice: "lo scopo generale che tutte le leggi hanno o devono avere in comune tra loro, è quello di aumentare la felicità della comunità; e quindi, in primo luogo, di rifiutare, fin dove è possibile, ogni cosa che tenda a togliere la felicità; in altre parole di escludere il male". Non si sta riferendo alla società come insieme di persone, ma al gregge di dio che deve agire in funzione di dio, del re e della nobiltà. La preoccupazione di Bentham è quella di impedire che in Inghilterra sorga un movimento con le stesse idee della Francia, come quello dei Giacobini, che portò alla rivoluzione. Per questo motivo dice al potere inglese di non fare come nel vangelo di Marco 11, 12-14 e 11, 20-22, ma fate come nel vangelo di Luca 13, 6-9.

Il problema non è dunque la felicità, ma la libertà che può supportare la felicità. La felicità è la soddisfazione dei propri bisogni. La soddisfazione dei propri bisogni è prerogativa del Potere di Essere, della possibilità degli individui di trasformare merci in prodotti e di veicolare in maniera coerente e soddisfacente le proprie pulsioni emotive nella società. Questo non è possibile fintanto che il potere di controllo della società si basa sull'appropriazione degli individui da parte del Comando Sociale.

Non è possibile parlare di felicità se non si parla di libertà. Non è possibile parlare di felicità se si parla della libertà del dio padrone e di chi lo rappresenta di trafficare in schiavi. Questo implica la costruzione della schiavitù manipolando gli individui fin nella primissima infanzia. Significa la distruzione dell'uomo fin dal primo giorno di nascita. Significa stuprare la struttura emotiva dell'uomo in funzione di un padrone che cerca la sua felicità.

La distruzione dell'India mediante il colonialismo e il genocidio dei nativi australiani è il senso della felicità che Jeremy Bentham auspicava. Questo è il senso sociale e il fine del positivismo inglese.

 

Teoria della Filosofia Aperta - Volume uno

 

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Quando un percorso sociale fallisce o esaurisce la sua spinta propulsiva, è bene tornare alle origini. Là dove il pensiero sociale è iniziato, analizzare le incongruenze del passato alla luce dell'esperienza e abbattere i piedistalli che furono posti a fondamento del percorso sociale esaurito.

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Marghera, 24 ottobre 2012

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell’Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La Teoria della Filosofia Aperta

Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.