Il significato del Vangelo di
Giuda Tommaso Didimo
Paragrafo Secondo
del dovere di critica

di Claudio Simeoni

 

Scrive Giuda Tommaso Didimo nel secondo paragrafo:

Egli disse: "Colui che scopre l'interpretazione di queste parole non gusterà la morte".

Colui che… la persona che scopre quello che io intendo dire e che, comprendendolo lo usa per i suoi progetti, non trasformerà la morte del corpo fisico in fine della sua esistenza, ma supererà la morte partorendo il corpo luminoso.

Interpretare le parole significa vivere nel mondo mediante strumenti culturali con cui interpretare il mondo.

L'eternità in Tommaso Didimo non è data dall'obbedienza, dal "fare la volontà del padre mio…" come farneticano i vangeli ufficiali, ma dalla capacità dell'individuo di interpretare il mondo in cui vive veicolando una serie di strumenti culturali desunti dall'interpretazione delle parole che compongono i detti di Tommaso Didimo.

E' una premessa fondamentale, quasi un avvertimento. Questo paragrafo avverte che quanto è detto all'interno del vangelo va interpretato. Il fine dell'interpretazione è quello di non sottostare alla morte.

La morte è intesa nel senso della morte del corpo fisico, ma anche come fine della Coscienza e della Consapevolezza della persona. Secondo il vangelo esiste un'interpretazione degli insegnamenti il cui fine è il superamento della morte. Il vangelo rappresenta una summa di strumenti che devono servire per guidare l'individuo nel suo abitare il mondo della sua esistenza. Non sono dunque insegnamenti in sé stessi, ma strumenti d'uso il cui significato viene scoperto dall'individuo nelle sue azioni.

Lo strumento è vero non perché aderisce ad una verità, ma perché può essere usato efficacemente dall'individuo per i suoi fini e i suoi scopi. La verità dell'insegnamento di Tommaso Didimo non sta nell' "ispirazione del dio padrone", ma nell'uso efficace che di quel strumento ne può fare l'individuo che lo interpreta. Non richiedono di aderire ad una verità, non impongono un'accettazione a priori, ma necessitano di interpretazione soggettiva. Dove l'interpretazione è atto di scelta soggettiva, atto di libero arbitrio individuale e non possono necessariamente essere interpretati da altri che impongono la propria interpretazione come verità aprioristica.

L'interpretazione è la vera chiave di lettura del vangelo di Tomaso. L'interpretazione degli insegnamenti è quanto rimane al lettore per adattare quanto legge alle sue esigenze e alla sua via per il suo sviluppo. Non è un vangelo assoluto. E' un insieme di elementi da interpretare e adattare.

Tutti i detti che si trovano in questo vangelo devono essere adattati e a questo proposito appare verosimile la versione secondo cui anche Matteo, Marco, Luca e Giovanni hanno costruito i loro adattamenti partendo da un contesto dottrinale simile. Il contesto dottrinale originario apparteneva alle religioni misteriche che si muovevano fra la Grecia e l'Egitto passando per la Siria, Babilonia, Gaza ecc. e che lo hanno elaborato in relazione al Sistema Sociale e al Sistema Culturale in cui vivevano. Elencare gli strumenti simbolici con cui affrontare il mondo lasciando l'interpretazione di quanto andavano dicendo ai singoli ascoltatori affinché interpretando adattassero la veicolazione alle variazioni dei Sistemi Sociali e culturali.

Cosa non furono in grado di prevedere i seguaci di quelle Religioni Misteriche? Che potesse esistere un uso degli stessi detti e degli stessi passi per costruire un sistema di pulsione di morte. Si può parlare di libertà dal terrore e si può parlare di libertà di terrorizzare: quale uso ne facciamo degli strumenti con cui affrontare la nostra vita? La stessa frase, uguale o simile, poteva essere riadattata all'interno di un diverso contesto e servire per distruggere il divenire degli individui. Tomaso si astiene dall'interpretare in quanto la soggettività dell'individuo deve essere la guida della sua libertà. Al contrario, Marco, Matteo, Luca e Giovanni antepongono la loro interpretazione ai detti finendo per violentare gli uomini per imporre loro una doppia interpretazione: una per lo schiavista e una per le pecore del loro gregge

Mentre in Marco e in Matteo la parola del figlio del dio padrone è parola immutabile, in Tomaso la parola del guaritore (Gesù) è una parola che guida i passi e le interpretazioni dell'individuo. In Matteo e in Marco Gesù sottomette gli Esseri Umani alla volontà del dio padrone, in Tomaso la parola del guaritore (Gesù) serve per accompagnare la vita degli Esseri Umani. La differenza fra le formulazioni fondamentali fra i vangeli ufficiali e quello di Tomaso cominciano a delinearsi fin da subito: Marco e Matteo sottomettono alla verità imposta, Tomaso conduce lungo una via di libertà! Fra le due impostazioni dottrinali non esiste mediazione. Dice Tomaso: "Scoprire l'interpretazione di queste parole porta a non gustare la morte". Scoprire l'interpretazione di queste parole porta a trasformare la morte del corpo fisico in qualche cosa di diverso. Non c'è promessa di resurrezione, ma di non morte attraverso il lavoro soggettivo di interpretazione del reale significato delle parole. Interpretare è la parola magica di Tomaso. Nei vangeli ufficiali il Gesù di Marco, Matteo, Luca e Giovanni affermerà, fra l'altro che molti dei presenti non "gusteranno la dolce morte…" prima del suo ritorno con grande potenza dalle nubi.

Filtrare quanto è detto attraverso la propria soggettività e constatare se quel detto è funzionale ad arricchire il proprio modo di affrontare la vita. Questo modo d'azione è assolutamente inaccettabile per le religioni rivelate. Nulla si deve interpretare, ma tutto si deve accettare. L'impegno dell'individuo sarà quello di giustificare l'aberrazione per poterla accettare meglio. Così si giustificheranno le follie del pazzo di Nazareth nei vangeli ufficiali e così si giustificheranno le stragi del macellaio di Sodoma e Gomorra. L'Essere Umano non ha possibilità di riaffermare sé stesso nei vangeli ufficiali può soltanto rivendicare il proprio diritto alla sottomissione imponendo sottomissione a chi non è in grado di difendersi. Fin dal primo secolo lo scontro dottrinale appare chiaro. Da un lato l'Essere Umano che in quanto dio alimenta il divino che cresce dentro di lui per svilupparsi nell'eternità dei mutamenti e dall'altro chi tende a sottomettere l'Essere Umano ad una verità rivelata di un povero pazzo che andava farneticando di essere il figlio del dio padrone davanti al quale (e ai suoi rappresentanti) chiunque doveva mettersi in ginocchio.

Interpretare è esporre la soggettività del costruttore. E' il farsi dio del costruttore. E' diventare tutt'uno con Intento: il Padre. L'accettazione acritica non modifica il soggetto che riceve; l'interpretazione costringe il soggetto ad acuire la sua capacità critica, valutare l'oggettività in cui vive, allenare sé stesso in relazione all'oggettività in cui agisce: lo costringe a costruirsi modificandosi giorno dopo giorno.

Interpretare significa esercitare la propria capacità critica rispetto ad un presente che viene vissuto. Il cristiano non esercita la sua capacità critica nei confronti del suo dio padrone; non esercita la sua capacità critica nei confronti dei preti cattolici, nemmeno quando stuprano bambini; non esercita la sua critica nei confronti di Gesù; non esercita la sua critica nei confronti di Bergoglio. Il cristiano deve obbedire alla "parola divina" e tutto ciò che dice la sua gerarchia è parola divina.

Per il cattolico la stessa bibbia e i vangeli sono vietati perché il cristiano cattolico non deve interpretare bibbia e vangeli ma ascoltare l'interpretazione della bibbia e dei vangeli dalla bocca del suo prete. Quella bocca impone la sua interpretazione impedendo al "fedele" l'esercizio della sua capacità critica rubandogli, di fatto, la possibilità di trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso.

Marghera, 15 maggio 2015

Vai alla versione originale del significato del vangelo di Giuda Tommaso Didimo scritto nel 1998.

Cambiare per conoscere

 

Vangelo Tommaso Didimo

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

Giuda Tommaso Didimo: l'ultimo Stregone Pagano

Le religioni misteriche, nell'ultimo periodo dell'era antica, quando il cristianesimo si impose con tutta la sua violenza criminale, agirono per costruire i percorsi di Stregoneria. Quei percorsi di conoscenza che avrebbero dovuto sia portare l'uomo ad affrontare coraggiosamente la morte del corpo fisic per partorire il loro corpo luminoso, sia per costruire sistemi sociali che favorissero le condizioni di libertà dell'uomo. Quella di Tommaso Didimo è una di queste storie.