John Stuart Mill (1806-1873)

L'uso del Dio cristiano nel liberalismo inglese

Riflessioni sulle idee di Mill.

di Claudio Simeoni

 

Cod. ISBN 9788891185785

Teoria della Filosofia Aperta - Volume due

 

Scrive il Bignami di filosofia (ed.1984):

1) Secondo Mill, l'esistenza di Dio non può essere dimostrata in alcun modo. L'ordine della natura, tuttavia, suggerisce di ammetterla, anche se ci mostra un Dio non creatore ma semplicemente ordinatore dell'universo.

2) Dio è infinitamente buono, ma non è onnipotente, altrimenti non potrebbe tollerare i gravissimi mali del mondo.

3) L'alleanza tra Dio e l'uomo è necessaria per combattere questi mali e far trionfare il bene.

Le ragioni usate da Stuart Mill per giustificare il Dio padrone sono le stesse che adotta per giustificare ogni padrone e, con esso, il diritto del padrone di trafficare in schiavi. Dal momento che ritiene che non possa esistere nessuna prova che ammetta l'esistenza del Dio padrone, creatore o ordinatore del mondo; perché ammetterne l'esistenza?

Perché ammetterne l'ipotesi se parte dal presupposto che tale ipotesi non ha nessuna giustificazione?

Perché questo consente a Stuart Mill di togliere ogni diritto agli schiavi che chiedono libertà nei confronti del suo Dio padrone. Se dico che ammetto il padrone perché l'ordine sociale mi suggerisce un padrone, non tolgo forse alla società le potenze di trasformazione di ogni soggetto e di ogni concorrente a formare la società per attribuire gli effetti della trasformazione ad un ipotetico Dio creatore ed ordinatore sociale? Ad un ipotetico padrone o congrega di padroni che agisce coercitivamente sulla società indirizzandone i cambiamenti? Non legittimo forse, direttamente o indirettamente quelle teorie che trasformano la società in manifestazione del "dio di quella società" e, con esso, le teorie razziste e il colonialismo?

Come potrebbe Stuart Mill non ammettere il di padrone, al di là della forma con cui lo ammette, e mantenere nel contempo il ruolo di funzionario della Compagnia delle Indie? Se non ammetti, in una qualche forma, il diritto dell'Inghilterra al dominio colonialista, come puoi agire fattivamente come razzista colonialista?

Dal momento che il Dio creatore è diventato indimostrabile e socialmente insostenibile, si forma l'idea del Dio ordinatore che manifesta le forze sociali e il divenuto, pertanto divino, della società e dell'ordine sociale. Sono sempre gli stessi intendimenti patologici: privare la società delle forze di adattamento e di trasformazione per ingabbiarle in un ordine divino precostituito e togliere loro il diritto all'autodeterminazione e alla trasformazione sociale (in fondo, questi sono i propositi da cui si originano i dogmi cristiani). E' l'essenza dello schiavismo clericale cristiano, cattolico, ebreo e musulmano. E' quell'integralismo fanatico cattolico che porta a ringraziare il loro Dio padrone anziché gli uomini che hanno lavorato per raggiungere gli obbiettivi. Stuart Mill ha bisogno di questo Dio per aggredire la struttura psichica degli uomini.

Stuart Mill afferma:

"le verità conosciute per intuizione sono le premesse originarie da cui tutte le altre vengono inferite".

Come fa Stuart Mill a dedurre un Dio buono partendo dall'idea del Dio quale macellaio di Sodoma e Gomorra?

Perché nell'infanzia è stato legato al macellaio di Sodoma e Gomorra. E' il macellaio di Sodoma e Gomorra che Stuart Mill chiama "dio buono".

Le cose sono due, o denuncia il macellaio di Sodoma e Gomorra per delitto e descrive una nuova visione del Dio che ritiene il Dio creatore o ordinatore, oppure attraverso la necessità patologica di un padrone al quale sottomettersi, chiama buono il macellaio di Sodoma e Gomorra per considerare bene e buono il traffico di schiavi e il genocidio proprio dell'ideologia liberale che manifesta mediante la sua filosofia.

I filosofi di origine cristiana hanno la necessità di liberarsi dall'oppressione ideale di un Dio che ha fondato la sua ideologia macellando l'intera umanità col diluvio universale e che li rende complici di genocidio. Questo non li giustifica. L'intendimento nel chiamare buono chi traffica in schiavi e pretende sottomissione è la riproduzione del traffico di schiavi e della pretesa di sottomissione. Per Stuart Mill il trafficante di schiavi è legittimato dal Dio che è buono. Se non fosse buono, loro non potrebbero trafficare in schiavi nel nome del loro dio. Ma il Dio buono è quello descritto dalla bibbia che Stuart Mill usa mascherandolo da "dio buono ordinatore". Un po' come fa Gesù: "Solo Dio è buono!", che sta a significare: "Solo il macellaio di Sodoma e Gomorra è buono!". Stuart Mill si identifica nel macellaio, nella gloria di chi macella, non nei popoli e negli individui che l'onnipotenza del suo padrone macella. Da qui la giustificazione dei genocidi perpetrati dal colonialismo in nome del liberalismo.

Per questi motivi, Stuart Mill ritiene indispensabile l'alleanza fra i colonialisti e il Dio padrone. Solo in questo modo può giustificare il massacro dei popoli, delle loro culture, dei loro sforzi per affrontare il loro futuro. Stuart Mill e il macellaio di Sodoma e Gomorra si ritengono onnipotenti, al di fuori di ogni legge e regola. Loro fanno il bene. E come il macellaio di Sodoma e Gomorra non viene processato da Stuart Mill per delitti contro l'umanità, ma protetto sotto la dicitura di "dio ordinatore infinitamente buono", così la Compagnia delle Indie e i colonialisti sono legittimati a massacrare il futuro dei popoli per i loro profitti e nessuno li può processare per delitto.

 

Teoria della Filosofia Aperta - Volume due

 

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Marghera, 30 dicembre 2012

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell’Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La Teoria della Filosofia Aperta

Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.