La selezione soggettiva della percezione

La formazione della percezione - quarta parte

di Claudio Simeoni

Cod. ISBN 9788891185822

Indice percezione

Percezione e Stregoneria - Quarta parte
Selezione soggettiva della percezione

La percezione del mondo è una forza, una tensione, un metodo, con cui il soggetto vivente si relaziona col mondo in cui vive. La percezione non è oggetto in sé, è una caratteristica del corpo ed è il corpo che seleziona i fenomeni percepiti selezionando, costruendo e affinando il proprio modo di percepire il mondo. La specie della Natura, a cui quel corpo appartiene, ha selezionato una serie di caratteristiche attraverso le quali quel corpo, di quella specie, può percepire il mondo in cui nasce. Tuttavia quel corpo, attraverso quelle caratteristiche, può operare una vasta gamma di scelte fino a modificare radicalmente le caratteristiche come avviene nel momento della diversificazione delle specie.

Il soggetto, l'individuo, riempie di qualità la propria percezione. Questo principio, proprio della Stregoneria, ci sta ad indicare che il soggetto, qualunque soggetto, data la necessità di percepire costruisce la propria percezione nella pratica di relazione col mondo. Dove, se da un lato il soggetto si adatta al mondo, dall'altro lato la ridondanza della percezione che relega nel sottofondo del proprio percepito allontanandolo dalla sua attenzione e dalla sua coscienza, è una scelta che opera fra ciò che ritiene importante per la propria sopravvivenza e ciò che, in quel momento, ritiene superfluo.

La necessità della nascita e della crescita stimola nell'individuo la sua attenzione per quanto si muove nel mondo e a quanto dal mondo arriva verso di lui stimolando i suoi adattamenti.

Per riuscire a selezionare una percezione coerente è necessario che il soggetto percepisca esattamente quanto si muove nel mondo e quanto dal mondo proviene.

La percezione e l'attenzione del feto si costruisce e si organizza in pancia della madre e risponde agli stati psico-emotivi che riceve dalla madre. La percezione dell'insicurezza del feto costringe il feto a mettere in atto strategie capaci di assicurarli la sopravvivenza. Sono strategie fisiche, come quelle di asportare dal corpo della madre una quantità maggiore di sostanze nutrienti per rafforzare il proprio corpo; strategie psichiche che consistono nello spingere la madre a soddisfare bisogni psicologici la cui soddisfazione rassicura il feto sulla sua sopravvivenza; strategie emotive che consistono nel suscitare nella madre stati emotivi che la madre riversa nel mondo.

La percezione del pericolo per la propria sopravvivenza costringe il feto ad operare sul suo ambiente per assicurarsi la sopravvivenza. Le contraddizioni che il feto vive nella pancia della madre possono aiutare il feto a sviluppare la sua attenzione in varie direzioni.

Il feto mette attenzione ai segnali provenienti dalla madre ai quali deve rispondere con degli adattamenti sia modificando sé stesso, sia, quando gli è possibile, sollecitando le modificazioni da parte della madre.

Ciò che della percezione la scienza ha potuto sperimentare nell'individuo adulto, si verifica anche nel feto (pur veicolato in maniera diversa e di maggiore incisività nella struttura psico-emotiva dato il momento di maggiore velocità di trasformazione del feto rispetto ad un individuo adulto) mentre seleziona la propria capacità di percezione:

"La percezione ha un carattere selettivo perché il soggetto non reagisce a tutti gli stimoli che lo colpiscono, ma, tramite l'attenzione ne focalizza un certo numero ignorando quelli che lo distraggono. Così è possibile prestare attenzione ad una conversazione estraendo dalle molte voci che ci circondano. Ciò fa pensare che di tutti gli stimoli che investono i nostri sensi, vengono selezionati solo quelli che i nostri processi mentali superiori ci indicano come rilevanti ai fini dell'attività psicologica svolgentesi in quel momento. La capacità di attenzione aumenta fino all'età adulta mentre proporzionalmente diminuisce l'apprendimento accidentale, ossia la capacità di trarre vantaggio dagli aspetti secondari del campo percettivo. Si constata inoltre che i giovani vengono attratti da stimoli nuovi, complessi e inattesi, mentre gli adulti sono attratti da configurazioni né troppo semplici né troppo complesse.

Rientrano nella selezione percettiva il riflesso di orientamento che è una risposta, accompagnata da reazioni fisiologiche, a ogni mutamento dello stimolo ambientale, e l'effetto di centramento per cui lo stimolo meglio percepito viene anche sopravvalutato con conseguente deformazione del campo percettivo. Esistono inoltre fattori soggettivi che agiscono da selezionatori della percezione. Tra questi ricordiamo: a) i bisogni organici per cui, ad esempio, chi ha fame tenderà a selezionare gli stimoli provenienti dal cibo; b) il rinforzo indotto da ricompense o punizioni in ordine a ciò che è percepito; c) i valori che il soggetto attribuisce agli oggetti, per cui una banconota attira l'attenzione più che non un equivalente di pezzo di carta. Esperimenti effettuati dimostrano che il valore individuale conferito all'oggetto influisce sulla velocità di riconoscimento e sulla grandezza percepita."

Dal Dizionario di Psicologia di Umberto Galimberti ed Rizzoli

Con tanta più forza i segnali psico-emotivi provenienti dalla madre si presentano al feto e con tanta più volontà il feto mette in atto i suoi adattamenti affinando la propria percezione. Adattamenti che sono relativi sia ai fenomeni che percepisce, sia per come egli riesce ad intendere tali fenomeni. I fenomeni che percepisce il feto sono fenomeni essenzialmente di natura psico-emotiva e a quei fenomeni risponde con adattamenti psico-emotivi.

Durante la gestazione la madre ha un doppio carico psico-emotivo; il suo e quello del bambino. Dove, se da un lato il suo stato psico-emotivo influenza gli adattamenti del feto, dall'altro lato gli stati psico-emotivi del feto costringono la madre a comportamenti che siano consoni ai suoi processi di adattamento soggettivo.

In uno studio di psicologia pubblicato dal giornale Il Gazzettino si dice:

"La donna in gravidanza - spiega Soldera - si prende cura non solo di due organismi, ma anche di due psiche. E sembra che la psicologia dell'embrione influenzi la mamma. Già al terzo mese di gravidanza si riscontrano cambiamenti emotivi ed esistenziali della donna, caratteristiche caratteriali che sono state poi rilevate nel bambino una volta nato. Non erano quindi frutto del momento, ma collegati alla sua personalità."

Si tratta dell'interazione del soggetto che cresce con il mondo in cui sta crescendo. Della sua azione nel mondo mentre costruisce e affina la sua attenzione e dirige la formazione della sua percezione. Il feto spinge affinché il mondo in cui vive soggettivi le sue necessità e risponda alle sue esigenze.

In questa fase il feto inizia a selezionare gli elementi percepiti sui quali puntare la propria attenzione. Inizia in questa fase la SELEZIONE DI QUANTO VALE LA PENA DI PERCEPIRE E DI COSA NON VALE LA PENA PERCEPIRE.

Scrive il giornale Il Gazzettino:

"Scoperta tutta Veneta: il feto ha vita psichica.

L'idea base di Righetti - che con Sara Sette, pedagogista e specialista in profilassi osterica ha pubblicato il lavoro nel libro "Non c'è due senza tre" (Bollati Boringhieri) - è che l'ambiente intra ed extrauterino sia un ambiente di apprendimento "So che di fronte a queste affermazioni ci potrebbero essere molte posizioni, come dire "politiche" ma, - spiega Righetti - di questo non ci dobbiamo preoccupare."

Scrive il giornale La Repubblica:

Roma - Lo stress può provocare "danni devastanti" al cervello del nascituro mentre è ancora nel pancione, oltre che nei primi anni di vita. E' il dato allarmante che emerge dagli ultimi studi che lo psichiatra Martin Teicher, della Harvard Medical Scool, ha presentato ieri a Roma in occasione del Congresso internazionale del cervello umano. Le malattie mentali, ha sottolineato Teicher, "oggi affliggono il 20% dei bambini e adolescenti, ma nel 2020 si stima colpiranno poco più della metà dei giovanissimi". Alla base di queste malattie ha spiegato lo psichiatra, "c'è spesso lo stress, che si può verificare già in fase embrionale con conseguenze disastrose per il cervello".

Non c'è il passaggio al nascituro della "semplice" ansia, ma ogni strategia d'esistenza che la madre mette in atto in ogni istante della giornata si trasforma in un segnale emotivo che si trasferisce al feto e il feto registra ed emotivamente interpreta. Coglie, da un lato l'importanza, l'urgenza e l'investimento di energia che la madre mette in quell'atto e, dall'altro, sincronizza i propri adattamenti psico-emotivi sulla tensione che percepisce nella madre mentre affronta l'azione. Quel segnale di tensione-accumulo-carica-scarica-rilassamento che dalla madre passa al feto.

Questa forma di relazione avviene mediante il meccanismo empatico: quella capacità che, al momento della nascita, permette ai nuovi nati di presentarsi al mondo con una forza dirompente di una genialità che stupisce. Il nuovo nato non coglie la "ragione" che viene manifestata dai messaggi e dai segnali razionali che giungono, ad esempio, dai genitori, ma coglie i segnali emotivi veicolati da quei segnali razionali capaci di svelare al neonato la "verità" intima dei sentimenti e delle intenzioni dell'adulto. Parlate in maniera "puerile" o mediante smorfie al neonato e questo sa esattamente qual è lo stato d'animo dell'adulto e le intenzioni dell'adulto nei suoi confronti. Mentre l'adulto sta giocando facendo le smorfie al "povero bambino imbecille" il neonato sta affinando la sua percezione, costruita nella pancia della madre e la sta preparando per affrontare un mondo che delira nella sua superiorità razionale.

Poi, a mano a mano che il bambino cresce e si adatta all'ambiente la mondo ha la meglio distruggendo la sua percezione e relegandola nell'ambito della razionalità nella quale l'adulto può fungere da giudice, arbitro e interprete della realtà razionale del mondo.

In questo momento ci troviamo davanti al nuovo nato che per necessità fisiologiche separa i fenomeni e seleziona la percezione di essi: il bambino appena nato non coglie i movimenti della razionalità, ma il movimento emotivo che sottostà ai segnali razionali che gli giungono da parte del mondo in cui vive.

La percezione, in questo momento, viene selezionata PER FORZA (o per necessità imposta dall'esterno)!

Il fenomeno che giunge dal mondo al nuovo nato viene percepito dal nuovo nato soltanto dalla sua parte emotiva. Il resto, del segnale, viene scartato.

Il flusso di emozioni è portatore di un carico di energia che impatta sul bambino e che viene fagocitato dal neonato come un segnale "forte a cui adattarsi" nel più breve tempo possibile. Spesso il bambino, davanti a questi tipi di segnali, si sente smarrito perché non li comprende. Non comprende che cosa vuole da lui quel segnale che proviene dal mondo (dall'adulto) e scoppia in un pianto disperato!

Quel pianto è un segnale della modificazione nella percezione e nell'elaborazione dei fenomeni che dal mondo giungono al bambino. Il pianto di smarrimento è il segnale che il bambino si sta modificando la sua percezione e la sua attenzione in funzione di quanto il mondo richiede da lui.

Dall'immenso che il bambino avrebbe potuto percepire viene selezionata una frazione che entra direttamente nella coscienza razionale mentre il resto, l'immenso, percepito viene relegato in un rumore di fondo che, pur negato dalla razionalità, modifica il corpo e la struttura emotiva del soggetto intervenendo, spesso inconsciamente, nelle azioni.

Pagine scritte nel novembre 2006

Presentate ogni giovedì in Radio Gamma5 dal giorno 07 dicembre 2006

Revisionata 10 gennaio 2015 - revisione conclusa il 28 gennaio 2015

 

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La percezione

La percezione è il modo con cui selezioniamo e facciamo nostri i fenomeni provenienti dal mondo. La percezione cresce e si modifica nell'individuo in base alle sue scelte in relazione alle sollecitazioni che riceve dal mondo. Sia da parte della Natura che da parte della società. Come la percezione dei fenomeni del mondo può essere ridotta, rispetto ad un ipotetico modello desunto dalla media sociale, così può essere ampliata in quantità e qualità anche se i limiti rimangono quelli del divenuto della specie umana. Mentre il cristianesimo riduce la percezione dell'uomo alla parola con cui il suo dio padrone ha "creato" il mondo, la Stregoneria tende ad ampliare la percezione rendendola uno strumento attivo nella pratica dell'abitare il mondo da parte dell'uomo.

Foto scattate alla Biennale di Venezia

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

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Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

 

Ultima formattazione 06 settembre 2022

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