Giandomenico Romagnosi (1761 - 1835)

La scienza delle Costituzioni: scienza dei principi

Romagnosi e le ultra Costituzioni

Riflessioni sulle idee di Romagnosi.

di Claudio Simeoni

 

Cod. ISBN 9788891185785

Teoria della Filosofia Aperta - Volume due

 

Sesta parte

Le ultra Costituzioni: considerazioni sulle Costituzioni attuali

Una Costituzione è tale solo se è armata di strumenti adeguati per costringere le Istituzioni a rispettare i diritti dei cittadini.

Giandomenico Romagnosi si interroga anche sulle Costituzioni che nascono da movimenti rivoluzionari o movimenti improvvisi che impongono i contratti Costituzionali in maniera repentina per soddisfare impellenze sociali nel momento vissuto, ma i cui principi tendono ad essere ignorati dalle Istituzioni. I cittadini che chiedono giustizia vengono trattati come i servi della gleba e le loro istanze ignorate se non quanto la Costituzione è fornita di guardiani che, anche se con ritardo imperdonabile, riaffermano il diritto del cittadino quale fruitore di diritti Costituzionali.

"Con la sentenza 1871, depositata oggi dalla Terza sezione civile della Suprema Corte, sono stati infatti respinti i ricorsi con i quali il Ministero della Difesa e quello dei Trasporti volevano mettere in discussione il diritto al risarcimento dei familiari di tre vittime della strage, i primi a rivolgersi al giudice civile, seguiti - dopo - da quasi tutti gli altri parenti dei passeggeri del tragico volo, partito da Bologna e diretto a Palermo la sera del 27 giugno del 1980, e abbattuto nei cieli su Ustica. Senza successo i ministeri, difesi dall'Avvocatura generale dello Stato, hanno per prima cosa tentato di dire che il disastro aereo si era ormai prescritto e poi che non si poteva loro imputare "l'omissione di condotte doverose in difetto di prova circa l'effettivo svolgimento dell'evento". La Cassazione ha replicato che "é pacifico l'obbligo delle amministrazioni ricorrenti di assicurare la sicurezza dei voli", e che "é abbondantemente e congruamente motivata la tesi del missile" accolta dalla Corte di Appello di Palermo nel primo verdetto sui risarcimenti ai familiari delle vittime depositato il 14 giugno 2010. Quanto alla prescrizione, il motivo è stato giudicato "infondato". Ad avviso della Suprema Corte, l'evento stesso dell'avvenuta vicenda della strage di Ustica "dimostra la violazione della norma cautelare".

(notizia ANSA 2013)

L'ultra Costituzione è una Costituzione che nasce per l'impeto del momento storico, ma che non è adeguatamente attrezzata di Istituti capaci di intervenire contro le Istituzioni per ripristinare la centralità dei diritti dei cittadini violati.

Riflette Romagnosi:

Manca un intento, sia che i mezzi impiegati nol raggiungano, sia che lo sorpassino. Fu detto che l'intento proprio ed immediato d'ogni politica costituzione si è il temperare il potere dei governanti, sia individuali, sia collettivi in modo di ottenere perpetuamente l'esecuzione del sociale contratto. Questo intento è propriamente la funzione voluta dalla costituzione, come il segnare delle ore è la funzione voluta o l'intento proposto nel costruire un orologio. Ma temperare questo potere non è spegnerlo, scemarlo, imbarazzarlo, ma sol contenerlo entro l'orbita della giustizia. L'opposizione adunque, ossia meglio l'antagonismo non deve nuocere alla pienezza dell'amministrazione, ma solo prevenirne o correggerne gli eccessi. La costituzione dunque deve nello stesso tempo guarentire ed afforzare i diritti del popolo e del principato, ed in questa simultanea guarentigia e rinforzo consiste il giusto temperamento bramato.

I fatti da cui Romagnosi trae l'esperienza sono quelli prodotti da Napoleone che nel tentativo di trasformare l'Europa, imponeva la definizione di una Costituzione a tutti i territori occupati. Come per Gioacchino Murat a Napoli o nell'Italia Cisalpina.

In Francia la nascita di una Costituzione era generata da un processo di sedimentazione della rivoluzione francese e nel 1810 aveva già attraversato delle trasformazioni, con l'avvento di Napoleone, che avevano permesso ai francesi di comprendere il senso della Costituzione a mano a mano che i loro diritti si modificavano in funzione delle modificazioni costituzionali. Negli altri paesi si viveva una situazione conflittuale fra chi voleva conservare il presente e chi pensava di sovvertire il presente, appropriandosene, nascondendosi dietro a delle Costituzioni che erano, più che altro, delle dichiarazioni opportunistiche finalizzate a fissare il proprio potere anziché a porre le basi per la liberazione di popoli che non sapevano che farsene delle Costituzioni.

Scrive Petetta, in relazione al periodo storico che porta Romagnosi a riflettere sulle ultra-Costituzioni, nella prefazione al libro di Romagnosi "Della Costituzione di una monarchia nazionale rappresentativa" (La scienza delle Costituzioni) del 1937 (p. X-XIII):

A far conoscere alla massa degli Italiani il regime costituzionale, a farlo desiderare da molti, a far divenir "una moda (come scriveva l'autore già citato delle Memorie sulla Costituzione immaginata da Pier Leopoldo) l'immaginar Costituzioni e crearne a fantasia dei pochi ragionatori come dei molti scrittori per trastullo accademico", concorsero in Italia, dopo l'invasione francese, due correnti opposte, la francese e l'inglese. Le armate francesi, avanzando di vittoria in vittoria dalle Alpi al Regno di Napoli, divulgavano fra le popolazioni, insieme coi magniloquenti proclami e cogli scritti di propaganda, le raccolte delle loro canzoni e la Costituzione del 1795. Silvio Pivano, nel suo bel libro sugli Albori costituzionali d'Italia (Torino, 1913, pago II) fece appunto conoscere, da un esemplare di mia proprietà, un libricciuolo di piccolo formato, che doveva esser distribuito dall'Armata d'Italia: "Acte constitutionnel de la République Française une et indivisible. Dans l'imprimerie de l'Armée d'Italie an.5" (di pago 146, in-16°). Il volumetto contiene il testo francese e a fronte la traduzione italiana della nuova Dichiarazione dei diritti e dei doveri dell'uomo e del cittadino, e della Costituzione del 5 fruttidoro anno III. Napoleone, formatisi i nuovi piccoli Stati italiani, aveva gran fretta che ciascuno si desse una Costituzione propria. Curiose sono a questo proposito le notizie date da Giuseppe Compagnoni, inviato con due colleghi a Bologna per conferire con Napoleone sulla Costituzione di quella che fu l'efimera Repubblica Cispadana (GIUSEPPE COMPAGNONI, Memorie autobiografiche per la prima volta edite a cura di ANGELO OTTOLINI, Milano, 1927, pago 179). Napoleone "entrò in molti particolari della Costituzione che doveva farsi, e molti punti e molti principii additò, convenienti a seguirsi" terminando col dire che erano liberi di abbracciare qualunque forma di governo, anche la monarchica (che sarebbe stata, naturalmente, monarchica costituzionale). Inutilmente il Compagnoni fece osservare a Napoleone che "commettere loro l'opera di una Costituzione era lo stesso che commettere ad un ciabattino la fattura di un bel paio di stivali". La sua franchezza non giovò. Il Congresso stava ancora faticosamente elaborando la disgraziata Costituzione, quando giunse al Presidente Bertolari l'ordine di mandare immediatamente una deputazione a Bologna. Ne fece di nuovo parte il Compagnoni, il quale annunziò a Bonaparte che la Costituzione gli sarebbe presentata fra due giorni, e si sentì rispondere. "Sapete che ho a dirvi? Che se fra due volte ventiquattro ore io non ho la Costituzione, metto il vostro paese sotto un governo militare. .. Voi vi siete là abbasso perduti a far un mondo di chiacchiere inutili". Al che il Compagnoni avrebbe ribattuto: "Cittadino Generale! dovete ricordarvi che avete commesso la fattura di bei stivali a dei ciabattini, ed è meraviglia che pur sia si riuscito di fare una Costituzione, considerata la nostra inesperienza (Per fortuna, all'inesperienza dei Cispadani si potè in parte rimediare traducendo articoli della Costituzione francese dell'anno III. Venne quindi alla luce il Piano di Costituzione per la Repubblica Cispadana, stampato a Modena, 1797, senza nome di tipografo (in-Bv, di pago 88), e a Reggio, da' Tipi Davoliani, 1797 (in-Bv, di pago 72); Piano approvato dal popolo a grande maggioranza, e che divenne la Costituzione della nuova repubblica (27 marzo 1797). La Costituzione è ristampata in Raccolta di Costituzioni italiane, voI. I, Torino, 1852, pagine 198-254). Poichè il conoscere la propria e l'altrui ignoranza è il primo passo verso la scienza, fu provvido consiglio nominare poco dopo il Compagnoni professore di diritto costituzionale nell'Università di Ferrara, dove egli iniziò le sue lezioni in sui primi di maggio del 1797, e le pubblicò poi a Venezia, nel luglio dello stesso anno, col titolo di Elementi di diritto costituzionale, dedicandole al Direttorio esecutivo della Repubblica Cisalpina. (Memorie cit., pago 197. Scrive in seguito il Compagnoni (pag. 200), che là dedica fu gradita dal Direttorio esecutivo, e che il libro fu proposto per norma a' professori nei vari stabilimenti della Repubblica incaricati dell'insegnamento di quella materia", "Ma, ...• (continua) quel libro era ancora poca cosa, e pochi di quei professori erano famigliarizzati con quei principii. Potei osservare in appresso che alcuni, sprezzando la semplicità e la nettezza colla quale io avea, primo in Italia, tentato l'argomento, s'erano invischiati nel rancidume dei vecchi pubblicisti, meschiandovi qualche tratto di meno ordinate scritture francesi, per lo che, malmenando la logica, snaturavano senza avvedersene le più essenziali verità e tradivano gli interessi dei loro alunni. Ove, anche fuor di Ferrara, fu fatto uso di quel libro, i giovani ben appresero i fondamenti del sistema politico sì della Repubblica Cìsalpina che d'ogni altra; ed appresero insieme a conoscere le basi necessarie d'ogni buon governo », Il ciabattino era dunque ben presto diventato, o credeva d'esser diventato buon calzolaio). Sarebbe troppo lungo e fuor di luogo parlare qui delle varie Costituzioni repubblicane promulgate in Italia (Voglio tuttavia ricordare ciò che scrisse il Foscolo della Costituzione data da Bonaparte alla Repubblica Cisalpina: « Quella è inutile e perniciosa costituzione che fondata non sia su la natura, le arti, le forze, e gli usi del popolo costituito..... Eppure tale si fu la costituzione onde tu per decreto del Direttorio francese nome davi e diritto alla nostra repubblica », (Orazione a Bonaparte pel Congresso di Lione, Italia, M.DCCC.Il, pago 11-12).) Trasformata la Repubblica Italiana in Regno d'Italia, nel Primo Statuto costituzionale, del 17 marzo 1805, era detto: "Entro l'anno corrente l'Imperatore Napoleone, col parere della Consulta di Stato e delle Deputazioni dei Collegi elettorali, darà alla Monarchia Italiana Costituzioni fondate sopra le stesse basi di quelle dell'Impero Francese, e sopra i principi medesimi delle leggi ch'egli ha già date all'Italia". Seguirono infatti nello stesso anno 1805 due altri Statuti costituzionali, e sei negli anni successivi, dal 1806 al 1810 (I nove Statuti sono ristampati nella Raccolta di Costituzioni italiane, voI. II, pago 133-200).

Come si può constatare, era un periodo convulso e frenetico in cui alcuni intellettuali, sollecitati da Napoleone, furono letteralmente "stanati" e costretti ad elaborare delle Costituzioni.

In quel tempo, Napoleone avrebbe avuto molto più successo personale se avesse conquistato l'Italia e l'avesse annessa alla Francia. Una simile azione sarebbe stata logica per le masse popolari e per i nobili di allora. Essere occupati dall'esercito ed essere costretti ad elaborare una Costituzione Nazionale, per quegli intellettuali, era una cosa assurda e impensabile. Come risulta incomprensibile per Petetta la volontà di Napoleone.

Napoleone impone l'elaborazione di una Costituzione affinché i popoli possano determinare il loro futuro. Gli intellettuali sono assolutamente impreparati al nuovo compito. Un po' come gli intellettuali italiani fra Berlusconi e la crisi economica mondiale dal 2008 al 2013.

E' in questo contesto che Romagnosi osserva:

Fu detto che l'intento proprio ed immediato d'ogni politica costituzione si è il temperare il potere dei governanti, sia individuali, sia collettivi in modo di ottenere perpetuamente l'esecuzione del sociale contratto.

Si tratta di calibrare il passaggio fra una situazione nazionale, in cui non esiste una Costituzione in quanto non esistono diritti dei cittadini nei confronti delle Istituzioni, ad una situazione in cui i cittadini possono, in qualche modo, rivendicare dei diritti nei confronti delle Istituzioni. Si tratta di incidere nella struttura psichica dei cittadini e farli passare da una vita organizzata per gestire la propria sottomissione al padrone, ad una vita organizzata per assumersi le responsabilità di decisioni che vorrebbero subire.

Il passaggio deve essere graduale come per le galline allevate nelle gabbie alle quali vengono aperte le porte e possono iniziare ad uscire, se lo vogliono, dalla gabbia per correre in spazi più ampi. Le galline umane si fermano davanti alla porta, guardano sbigottite l'immenso e non sanno che fare. Per questo, la reazione alle Costituzioni, è molto forte. Anziché uscire dalle gabbie, il condizionamento educazionale cattolico, spinge questi uomini-gallina a chiudere nuovamente la gabbia e ritenersi al sicuro sotto l'ala protettiva di un padrone più o meno buono. Di un dio padrone che le possiede con tutto il loro cuore e con tutta la loro anima.

E' l'atteggiamento di Compagnoni che, davanti all'ordine di elaborare una Costituzione, vacilla. Non riesce a pensare ad una società senza un padrone davanti al quale mettere le persone in ginocchio. Nessuno gli ha detto che cosa avrebbe dovuto scrivere. Lo stesso Napoleone aveva elencato alcune cose che, secondo lui erano importanti, ma a Napoleone non interessava il regime che Compagnoni avrebbe indicato. Era importante scrivere una Costituzione nella quale i cittadini potessero rivendicare i loro diritti davanti al dio padrone, alle Istituzioni sociali "padrone", anziché mettersi in ginocchio.

Romagnosi trova l'imposizione di Napoleone troppo impellente tant'è che quanto viene elaborato viene annoverato dal Romagnosi nelle ultra-costituzioni il cui pericolo, secondo il Romagnosi, è lo spostamento di forme dittatoriali da un soggetto ad un altro.

Scrive Romagnosi:

Se dunque si dia troppo all'opposizione si nuoce all'amministrazione, e il popolo non può essere ben governato. Se dal complesso delle funzioni essenzialmente amministrative voi sottraete una parte per trasportarla a qualche antagonista costituzionale, voi commettete il doppio male di privare l'amministrazione d'una parte essenziale del suo esercizio a danno della cosa pubblica e di porre in altre mani senza opposizione una facoltà che rimaner doveva nel principe sotto l'opposizione. Voi per tema del dispotismo di uno o di pochi vi sottomettete al dispotismo dei molti, e nello stesso tempo suscitate una lotta fra gli ordini dello stato la quale non può finire che coll'usurpazione del potere' della parte più forte o coll'anarchia. Ma sia che voi cadiate sotto il potere assoluto di un solo, sia che cadiate sotto quello di pochi, o di quello di molti, voi sarete sèmpre tiranneggiato, perocchè tutti sono della stessa pasta e tutti abuseranno sempre di un potere non contenuto.' Col voler dunque angustiar. troppo il potere amministrativo non si stabilisce una vera costituzione, ma un'ultra-costituzione. Dicesi un'ultra-costituzione per significare ch'ella pecca per eccesso, dove che le pseudo-costituzioni peccano per difetto.

Il peccare per eccesso delle intenzioni di Napoleone nell'imporre il concetto della necessità di una Costituzione che garantisse dei diritti alle persone, ha il suo riscontro nelle ultra-Costituzioni che i paesi dell'Europa dell'Est si dettero dopo la caduta dell'URSS dal 1989 in poi. Come caddero i regimi, le associazioni legate all'occidente cattolico, chiamarono immediatamente gli agenti del Vaticano per redimere Costituzioni funzionali alla certificazione del loro diritto al dominio.

Docenti universitari al servizio dell'odio e della violenza del Vaticano si misero in azione per scrivere quelle Costituzioni e garantire al cristianesimo, con i suoi principi della monarchia assoluta, un ruolo preminente in quelle società.

Mentre le Costituzioni di Napoleone aprivano ad un futuro all'interno di società assolutiste cristiane, le Costituzioni elaborate nell'est Europa aprivano all'assolutismo cristiano in quei paesi privando i cittadini dei diritti Costituzionali in funzione dell'assolutismo. Nel gettar via il regime precedente, quei popoli, gettarono via anche i diritti che i regimi precedenti garantivano. Anziché aggiungere diritti ai diritti che già avevano, hanno barattato aspettative economiche con diritti sociali. Hanno introdotto diritti di sottomissione e schiavitù. La stessa cosa sta succedendo in Egitto.

Mentre l'ultra Costituzione di Napoleone verrà riassorbita dall'assolutismo della restaurazione monarchica, le ultra Costituzioni dell'est Europa diventeranno fonte di crisi sociale alla quale tenterà di porre un argine la Costituzione Europea e la Carta Europea per i Diritti dell'Uomo che un po' alla volta smusserà gli aspetti assolutisti di tali Costituzioni riportando quei paesi nell'ambito della famiglia europea. Questo avverrà dopo una serie di crisi che smembreranno la struttura sociale danneggiando un presente attraverso l'acutizzarsi di tensioni sociali.

Rileva Romagnosi nelle sue riflessioni analitiche:

Le pseudo-costituzioni e le ultra-costituzioni sono i due estremi fra i quali saranno sbattuti gli stati fino a che si giunga a conoscere il giusto mezzo, e fino a che uomini i quali lo conoscano e lo amino possano farlo adottare. Prima di questa felice congiuntura il mondo civile non vedrà dominare che pseudo-costituzioni od ultra-costituzioni; Quando la riforma politica sarà data dai principi avremo sempre pseudo-costituzioni ed anche anti-costituzioni. Quando sarà data dal popolo, non bene istruito, avremo sempre ultra-costituzioni, I principi vorranno sempre dare il meno che possono ed anche collegarsi coi nobili e cogli stranieri per rinforzare il loro potere. I popoli vorranno sempre pigliare più che possono, anche con detrimento dell'autorità governativa, purchè nutriscano la lusinga di acquistare maggiore libertà. Ciò però non può aver luogo che nel periodo dell'ignoranza. Perocchè data la cognizione piena delle condizioni necessarie ad un'amministrazione guarentita, niuna nazione potrà mai avere interesse a rifiutarle atteso che una nazione vuole il frutto e non le forme. E se forme d'una influenza più o meno luminosa possono solleticare qualche ambizioso rappresentante, esse divengono sospette ed odiose all'universalità la quale vuol essere sicura, libera e protetta contro tutte le ambizioni. Se voi mi domandaste un esempio di un'ultra-costituzione, io vi citerei quella della prima assemblea nazionale di Francia. In progresso giustificherò questa opzione. Le cause che la resero tale erano così prepotenti che sarebbe stato un prodigio se avesse colto ad un tratto il giusto mezzo. L'assemblea doveva lottare contro la servitù feudale, clericale e militare (ossia regia) non solo della Francia ma dell'Europa tutta. Essa nel proprio principe doveva sospettare sempre un congiurato occulto collegato cogli' esteri tiranni a rovesciare l'opera dell'eguaglianza eseguita con tanta pena dal popolo e riguardata con tanto odio dagli aristocratici. Essa tutto dì era sbattuta e intimorita da cospirazioni interne e da minaccie esterne. Essa si trovava d'altra parte in una sfera morale tutta nuova nella quale mancando i principii della meccanica politica fondatrice degli ordini d'una rappresentativa nazionale monarchia era forza di improvvisare una forma di governo inudita alla terra, perchè per sua base aver doveva' il sociale contratto e difenderlo dalle offese di un capo o di un ministero ambizioso, ardito, intrigante o balordo'. Essa improvvisar dovette quest'opera sublime, armonica, unita, riservata al pensiero maturo d'un solo genio profondo, illuminato ed equo. Ad un progetto unito e motivato, maturato prima nel silenzio, fu forza sostituire proposizioni e discussioni staccate e collegiali nelle quali è moralmente impossibile ottenere tutta l'unità, tutta la sapienza e tutta la cautela.

Romagnosi individua i meccanismi attraverso i quali coloro che hanno sacrificato la loro vita per una Costituzione, una volta che questa è diventata norma, subiscono dei meccanismi di reazione e di distruzione della fonte d'origine delle libertà Costituzionali.

I meccanismi sociali sembrano ripetersi. Una grande tensione sociale manifesta la necessità del cambiamento, sia come appropriazione di ricchezza, sia come modificazione del presente. Gli intellettuali elaborano delle soluzioni sociali e giuridiche (Costituzioni, contratti, modifiche di regime nazionale, alleanze, ecc.) in cui incanalare le forze espresse dalle tensioni sociali. Dal momento che esiste uno stridere fra bisogno soggettivo espresso nella tensione sociale e soluzione Istituzionale elaborata, in quanto la soluzione Istituzionale non risole i problemi quotidiani del singolo, ma quelli dell'assetto sociale in cui, solo in un secondo tempo si modifica la possibilità di soddisfazione dei problemi quotidiani del singolo (sopravissuto), ne consegue che chi ha visto le aspettative frustrate tende a ritornare alla situazione sociale precedente. Questo tendere a tornare alla situazione precedente innesta delle situazioni di reazione che da un lato distruggono il nocciolo ideale che ha forgiato il presente e dall'altro creano una situazione sociale di instabilità che tende a impedire alla nuova situazione sociale di fissarsi nelle nuove generazioni.

La distruzione del "nocciolo sociale" che ha forgiato il presente, consentirebbe (conoscendo il meccanismo, ma ci pensa l'organizzazione del Vaticano ad impedirne la nascita) la nascita di nuovi e diversi "noccioli ideologici" attraverso i quali forgiare soluzioni a nuove e diverse tensioni sociali. I "noccioli sociali" precedenti vengono usati dalla "reazione" come mezzi per fermare la nascita del nuovo.

Nasce la Massoneria; la Massoneria elabora dei principi sociali; la Massoneria impone con la Rivoluzione Americana quelle soluzioni alle tensioni di indipendenza americana; la Massoneria viene perseguitata; i principi Massonici si assestano trovando un equilibrio con i reazionari. I reazionari trasformano la Massoneria in "modello ideale" in cui conchiudere tutti coloro che vorrebbero elaborare qualche cosa di antagonista alle loro reazioni assolutiste. Tutti coloro che vogliono mettere in discussione l'assolutismo cristiano sono Massoni (un tempo erano gli ebrei) e i cristiani usano finte o vere logge Massoniche per il loro lavoro sporco (come per la P2).

Lo stesso vale per l'Anarchia. Quando le Istituzioni mettono bombe per creare allarme, sono sempre gli anarchici (come per Piazza Fontana). Lo stesso vale per i Giacobini in relazione a Napoleone. Lo stesso vale per i comunisti italiani e per la resistenza.

La Costituzione Americana, la Costituzione Francese della rivoluzione del 1979 e la Costituzione Italiana del 1948, sembrano obbedire ai medesimi meccanismi di riassorbimento delle spinte sociali della libertà Istituzionale.

La Costituzione Americana fu scritta secondo i principi sociali della Massoneria. Delle cinque persone che scrissero la Costituzione Americana, tre erano Massoni osservanti, Washington, Franklin e Randolph mentre Adams, anche se non Massone, condivideva i principi di libertà. Fuori dalla Massoneria c'era Jefferson. Subito dopo l'approvazione della Costituzione si scatenò una vera e propria caccia al Massone. Adams aveva già messo al sicuro la Costituzione nominando il Massone John Marshall primo presidente della Corte Suprema che elevò il potere della Corte a "guardiana della Costituzione".

Lo stesso vale per gli estensori della Costituzione della Rivoluzione Francese. Si sviluppò una vera e propria caccia ai Giacobini che si concluse con l'avvento di Napoleone che fissò, sia pure modificandoli, i principi Costituzionali esportando il concetto e la necessità di una Costituzione in tutta Europa.

La stessa cosa è per la Costituzione Italiana. Dopo il 1948 la Democrazia Cristiana con l'appoggio militare del Vaticano, gli USA e la mafia, misero in atto tutta una serie di attentati nei confronti dei Costituzionalisti che si identificavano con i "comunisti" impedendo l'attuazione della Costituzione (la Democrazia Cristiana organizzò attentati terroristici come quello di Portelle delle Ginestre, quello di Piazza Fontana, quello dei treni a Firenze, della Stazione di Bologna, ecc. facendoli eseguire da "servizi segreti deviati" o da "fascisti" salvo criminalizzare anarchici e dissidenti vari) per oltre 60 anni dalla sua approvazione. Dietro a questi attentati c'era il Vaticano e la finanza internazionale da Calvi alla P2 legata al Vaticano (IOR, Opus Dei, Comunione e Liberazione e altri...).

Una Costituzione sempre in bilico, come affermava Romagnosi:

Essa tutto dì era sbattuta e intimorita da cospirazioni interne e da minaccie esterne. Essa si trovava d'altra parte in una sfera morale tutta nuova nella quale mancando i principii della meccanica politica fondatrice degli ordini d'una rappresentativa nazionale monarchia era forza di improvvisare una forma di governo inudita alla terra, perchè per sua base aver doveva' il sociale contratto e difenderlo dalle offese di un capo o di un ministero ambizioso, ardito, intrigante o balordo'.

La Costituzione Italiana era sempre in pericolo per l'azione dell'assolutismo. Proprio oggi, l'ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha dichiarato che l'assolutismo fascista, che rendeva l'uomo schiavo dello Stato in contrapposizione alla Costituzione Democratica, è stata una cosa buona se non fosse stato per le leggi razziali (poi, ognuno interpreti quelle frasi secondo il proprio sentire). Questo miliardario ritiene che il possesso degli individui sia una "cosa da non condannare". Come per la vicenda della sottrazione dei diritti Costituzionali ad Eluana Englaro messa in moto dal suo governo.

Ciò dimostra come sia necessaria molta attenzione affinché una Costituzione riesca a fissare i suoi effetti. Anche se la Costituzione Europea, oggi come oggi, protegge le diverse Costituzioni nazionali, i tentativi di eversione Costituzionale sono sempre in atto nei confronti di singoli cittadini.

Nonostante tutta questa violenza che vorrebbe distruggere i diritti Costituzionali dei cittadini il cui artefice è sempre il Vaticano, l'assolutismo cristiano, veicolato da banche, finanzieri e miliardari, la Costituzione Italiana, come la Costituzione USA o quella di Robespierre, hanno dato una scossa presentando un'urgenza difficilmente eliminabile dai bisogni umani. Come dimostra la vicenda di quest'anno relativa alla questione della Costituzione Egiziana. C'è sempre un Morsi che tenta di sostituire l'assolutismo ai diritti Costituzionali che le tensioni sociali hanno auspicato.

Conclude il discorso sulle ultra-Costituzioni Romangosi:

A quest'assemblea per altro dobbiamo il sommo benefizio di aver dichiarato e sanzionato il vero scopo della politica riforma e di avere gagliardamente agito per abolire la servitù feudale, clericale e militare, ed eretta la pianta della civile equità in modo ch'essa possa resistere al turbine ed alle tempeste dell'aristocrazia interna e dell'esterno oscurantismo. La sana politica opinione diffusa in tutta l'Europa e che incomincia a fruttificare in molte parti si deve riguardare come una eredità preziosa di lei e come un felice preservativo contro l'esempio dell'iniqua forma inglese cui ignoranti o perfidi apostoli tentano di accreditare.

La conclusione di Romagnosi è la stessa conclusione che fa ogni osservatore nei confronti di ogni Costituzione scritta e sancita. C'è sempre una condizione precedente dalla quale si esce anche se la situazione precedente, come quella dei paesi dell'Est Europa e quella dell'Egitto, poteva avvenire con libertà migliori di quelle che i cittadini godevano nei regimi precedenti. Quando le forze che desiderano una società migliore non sono guardie forti e consapevoli dell'intento volto al futuro, finiscono per sacrificare il futuro in funzione dei desideri nel presente. Ed è questo che sfruttano le forze reazionarie di ogni paese nel tentativo di ripristinare l'assolutismo. Ogni tifoso dell'assolutismo pensa a sé stesso come a colui che comanda gli schiavi e non pensa di essere, al contrario, la preda designata di un potere assoluto che lo usa solleticando le sue aspettative e i suoi desideri.

C'è il potere clericale che tenta di riprendere il potere contro la Costituzione, come quello di Fanfani, Moro, Andreotti, Forlani, Scelba e altri. C'è un potere militare che tenta di riprendere il controllo (da Valerio Borghese, De Lorenzo, Contrada e Mori). C'è un potere finanziario e industriale che tenta di avere il potere (Cefis, Agnelli, Fazio, P2, IOR, ecc.).

C'è sempre qualcuno, che Romagnosi al suo tempo definiva come "costituzione inglese", che tende a sancire diritti e privilegi del più forte sulla popolazione; che tenta di accreditare Costituzioni per legittimare privilegi di pochi spacciandoli per diritti anziché alimentare i diritti dei cittadini nei confronti delle istituzioni o di chi è socialmente più forte (fruendo di privilegi).

Le osservazioni del Romagnosi sono talmente attuali che non è possibile leggerle senza riflettere sul presente che stiamo vivendo. In quello che dice Romagnosi vediamo specchiata la nostra storia attuale. La storia dell'oggi che noi viviamo giorno per giorno.

Nota: Le citazioni di Giandomenico Romagnosi sono tratte da "Della Costituzione di una monarchia nazionale rappresentativa" (La scienza delle costituzioni) edito dalla Reale Accademia d'Italia tomo II 1937. Il brano commentato è l'appendice chiamata "Teoria Speciale", da pag. 859 a pagina 974. Le citazioni, riguardante le Ultra-Costituzioni va da pag. 871 a pag.873

 

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Marghera, 30 gennaio 2013

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

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e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La Teoria della Filosofia Aperta

Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.