Evoluzionismo sociale, organicismo e
ideologia razzista come fondamenti
del positivismo e della moderna sociologia

Positivismo: 6^ parte

Riflessioni sulle idee del positivismo.

di Claudio Simeoni

 

Cod. ISBN 9788891185778

Teoria della Filosofia Aperta - Volume uno

 

La filosofia della Religione Pagana.

L'evoluzionismo sociale, l'organicismo sociale e il razzismo sono tre elementi che, combinandosi assieme all'interno del pensiero positivista in funzione anti-individualista e anti-materialista porterà, in epoche più recenti, a conseguenze sanguinarie. Quattro sono le idee di fondo che conducono questo processo di formazione del pensiero filosofico e sociologico. Tutte e quattro hanno origine dalla bibbia dei cattolici e tutte e quattro sono impresse, mediante la violenza educazionale, ai bambini nella primissima infanzia. Vengono impresse con tanta violenza che quei bambini non possono pensare il mondo se non articolando e veicolando, sia pur in forme diverse, quelle idee.

La prima è l'onnipotenza del dio padrone identificandosi col quale si forma l'idea di superiorità. La seconda è la creazione di dio e la cacciata dell'uomo dal paradiso terrestre. Questa idea viene veicolata nella forma di primitivismo dell'uomo e giustificata attraverso la formazione dell'idea di evoluzione sociale. La terza idea è quella della "razza eletta" e dell'"abitare di dio in mezzo a voi" che origina l'idea della società come un corpo organico al centro del quale c'è la coscienza di dio in quanto quel corpo organico sociale è eletto rispetto agli altri e come tale può massacrare tutti gli altri come il dio della bibbia fa fare agli ebrei che sono il suo popolo eletto. La quarta idea è la divisione dell'umanità per razze che discendono dai figli di Noè alcune delle quali sono maledette dal dio padrone attraverso Noé.

Come nasce l'esigenza di costruire un'idea di evoluzionismo sociale?

Non è più sufficiente affermare che l'uomo è stato creato da dio e cacciato nudo dal paradiso terrestre se non si elabora una spiegazione sul come ha fatto l'uomo a passare da uno stato "selvatico" alla civiltà alla quale i filosofi attribuiscono i successi del loro tempo. Esistono ancora "uomini primitivi", il colonialismo lo sta dimostrare, e loro, società moderna, hanno fatto dei progressi a differenza di questi primitivi stupidi, ignoranti e inferiori.

L'idea di evoluzionismo sociale nasce dalla necessità dei cristiani di risolvere alcune incongruenze della bibbia ben prima che Charles Darwin elaborasse le sue teorie evolutive. Almeno in questo, non colpevolizziamo Darwin.

La bibbia racconta, e i pensatori del 1600, 1700 e 1800 impregnati di cultura biblica, erano letteralmente convinti che dio scacciò l'uomo dal paradiso terrestre e da allora ebbe inizio la storia sociale dell'umanità. Nella bibbia le relazioni sociali sono determinate da dio. La risposta è semplice: lo ha voluto dio. Lo stesso re di Francia, a cui la rivoluzione taglierà la testa, è stato voluto da dio.

Alcuni pensatori "illuministi", prima della Rivoluzione Francese elaborarono una sorta di "divenire" della società. Da una società primitiva, quella formatasi dopo la creazione, alla società moderna, attuale. Dal momento che gli uomini della società attuale si pensavano i migliori, la razza eletta, immaginarono un cammino che dalle società primitive, passando per la società greca e romana fondavano il medioevo dal quale, per evoluzione, nasceva la società moderna. Un cammino. Un'evoluzione che dal primitivismo della creazione divina portava all'oggi.

Quest'idea ebbe origine nell'attività di Jacques Bénigne Bossuet (Digione, 27 settembre 1627 – Parigi, 12 aprile 1704) vescovo cattolico, razzista antiebraico e missionario evangelizzatore di nobili contro i luterani. Scrisse un libro dal titolo Discours sur l'Histoire universelle (1681) che costituì fonte di ispirazione per Anne-Robert-Jacques Turgot che nel suo libro "Plan de deux discours sur l'histoire universelle" (1750) cui scrive:

Idea introduttiva.

L'uomo è collocato dal suo creatore in mezzo all'eternità e all'immensità occupando un punto. L'uomo ha le relazioni necessarie con una moltitudine di cose e di esseri e, allo stesso tempo, le sue idee sono concentrate l'indivisibilità della mente e del presente.

Sappiamo che nelle sue sensazioni, che riguardano gli oggetti esterni, è presente un centro in cui una varietà di idee sono concatenate fra loro

Si sa che le sue sensazioni, tutte riguardano oggetti esterni, e il risultato è presente un centro dove una varietà di idee concatenati tra loro.

E 'questa sequenza e le leggi di ordine che seguono queste idee nelle loro continue variazioni che l'uomo acquisisce il senso della realtà. Dal rapporto di tutte queste diverse sensazioni, l'uomo apprende l'esistenza di oggetti esterni. Da una relazione analoga nella successione delle sue idee scopre il passato. I rapporti fra di loro non erano oziosi. Tutti potevano agire gli uni sugli altri secondo le loro diverse leggi e anche secondo le loro distanze. Il mondo reale in cui noi ignoriamo i limiti è per noi ristretto e dipende dalla maggiore o minore perfezione dei nostri sensi. Noi conosciamo un piccolo numero d'anelli di una catena, ma le estremità fra il grande e il piccolo noi non possiamo fuggire.

Piano del primo discorso sulla formazione dei governi e la miscela delle nazioni.

L'universo mi dice che c'è un inizio. Vedo ovunque impressa la mano di Dio.

Se voglio sapere qualcosa di specifico, sono circondato da nebbia.

Vedo ogni giorno inventare arti, vedo in alcune parti del mondo le persone educate, illuminati, e degli altri popoli che vagano nei boschi. Questa disuguaglianza dei progressi in termini di durata eterna dovrebbe scomparire. Il mondo non è eterno, ma devo concludere allo stesso tempo è molto vecchio. Fino a che punto? Non lo so.

Il tempo storico non può essere più vecchio dell'invenzione della scrittura; e quando è stata inventata, non poteva in un primo momento approfittare per scrivere delle tradizioni vaghe o qualche fatto principale che non è stato fissato in nessuna data e mescolati alle favole in maniera da rendere impossibile il discernimento.

L'orgoglio delle nazioni li riportò a retrodatare le loro origini fin nel profondo dell'antichità. Ma in rapporto alla durata gli uomini prima dell'invenzione dei numeri, non hanno esteso le loro idee al di là di poche generazioni che potevano conoscere, vale a dire di tre o quattro. E' solo per un secolo, un secolo e mezzo, che la tradizione non aiutata dalla storia può indicare l'epoca di un fatto conosciuto. Così, una certa storia non risale molto più in là dell'invenzione della scrittura se non per una cronologia favoleggiante che si è data la pena di far si che quando le nazioni svelandosi le une alle altre per i loro commerci hanno trasformato il loro orgoglio in gelosia.

Nel silenzio della ragione e della storia, un libro è dato a noi come un deposito della Rivelazione. Ci dice che questo mondo esiste da sei o ottomila anni (a seconda della versione); che tutti noi traiamo la nostra origine da un solo uomo e una sola donna; che fu per la punizione della disobbedienza dell'uomo, nato per uno stato più felice, è stato ridotto ad una ignoranza e ad una miseria che può dissipare in parte con la forza del tempo e il lavoro. Scrivemmo leggermente le invenzioni delle prime arti, frutti dei primi bisogni e la serie delle generazioni seguenti fino a quando la razza umana, quasi interamente sommersa da un diluvio, è stata nuovamente ridotta ad una sola famiglia e, conseguentemente, costretta a ricominciare. Questo libro non s'oppone che noi cerchiamo come gli uomini si sono espansi sulla terra e le società politiche si sono organizzate. Egli dona a questi interessanti avvenimenti un nuovo punto di partenza, simile a quella che ha avuto quando i fatti che ci racconta non sarebbero divenuti un oggetto della nostra fede.

Appare immediatamente come l'idea dell'evoluzionismo sociale nasca dalla necessità del cristiano di costruire una spiegazione sul perché il dio padrone dei cristiani ha creato un uomo primitivo e non delle società moderne. Nasce dalla necessità di spiegare come alcuni popoli vivano fra boschi e foreste, mentre altri costruiscono città e vivono di stragi e di stermini.

Sia il vescovo cattolico Bossuet che il chierico che ha rifiutato l'abito, Turgot, hanno l'esigenza di dare una spiegazione funzionale al primitivismo creazionista della bibbia. Pur essendo diversi i fini dell'attività di Bossuet da quelli di Turgot, il secondo prende l'idea dal primo per giustificare la propria ricerca partendo dalle condizioni "oggettive" dettate dalla bibbia cattolica. La bibbia cattolica diventa il dato di realtà dal quale partire per forgiare l'idea dell'evoluzionismo sociale che permette di spiegare, sempre in termini di assolutismo biblico, le discrepanze delle organizzazioni sociali fra gli uomini.

L'evoluzionismo sociale di Turgot parte dalla creazione di Adamo, si organizza in fasi di sviluppo sociale in cui la prima fase, dopo la cacciata dal paradiso terrestre, consiste nell'attività di caccia, la seconda fase nell'allevamento del bestiame e nella terza fase dello sviluppo dell'umanità nell'agricoltura. Questo schema evolutivo sarà il fondamento dell'insegnamento scolastico fino oltre il duemila. In questa scala gerarchica, i popoli, la cui attività si concentra sulla caccia, non sono evoluti, mentre gli allevatori stanno ad uno stadio un po' più evoluto e gli agricoltori sono ad uno stadio un po' più evoluto ancora. Turgot, nel tentativo di spiegare la storia umana partendo dalla bibbia come di un testo che contiene la verità della formazione della realtà, anziché un libro criminale nei fini e nelle intenzioni di chi lo ha confezionato, finisce per legittimarne i crimini descritti nella bibbia, come conseguenza della creazione, e le possibilità della loro reiterazione nella società civile.

Questa necessità, dettata dalla bibbia, incontra il metodo di analisi baconiano secondo cui è l'analisi della realtà che deve generare le idee e non le idee imporsi sull'interpretazione della realtà. Questo metodo di lavoro, detto induttivo, viene trasmesso agli evoluzionisti sociali attraverso David Hume che pubblicò "Of the Rise and Progress of the art and sciences" nel 1742. Secondo Hume, lo studio dell'uomo deve iniziare dall'osservazione della sua natura. Si dovrà analizzare il suo sentimento più che la ragione e le ragioni morali dell'uomo dovranno essere fondate su motivazioni naturalistiche più che su astratte idealità religiose. Hume, che usa un modello di scetticismo degenerato funzionale all'interpretazione biblica, ritenendo che l'uomo sia creato come un modello di un dio padrone, va alla ricerca di un "modello uomo" nelle sue relazioni, che ritiene naturali, finendo per dichiarare naturale ciò che la manipolazione mentale cristiana ha imposto fin dalla primissima infanzia e ha fatto fagocitare nella struttura emotiva ai ragazzi. La ricerca del "sentimento della natura umana" di Hume non è altro che legittimazione della manipolazione emotiva sull'infanzia che assurge a "naturalità" e "originalità" dell'uomo.

Mentre la Rivoluzione Francese spezza ogni modello di verità, sia deduttiva che induttiva, della realtà dell'uomo per collocare l'uomo nella storia e nella società con tutto il suo marasma di sentimenti, bisogni e desideri, Hume pone le basi per la definizione di un nuovo modello di uomo da sostituire ai modelli che, inevitabilmente, la rivoluzione ha spazzato via.

Hume trova il nuovo modello di uomo nella legittimazione razionale della manipolazione mentale dell'infanzia ad opera della chiesa cattolica che, attraverso il suo scetticismo bastardo (non è né quello di Pirrone e Carneade né, tanto meno, quello dei Jainisti), fa diventare elemento di riferimento e modello dell'uomo e della società.

Lo studio della società non è altro che lo studio degli effetti della manipolazione mentale dell'infanzia operata dai cristiani e dalla chiesa cattolica in particolare. Una manipolazione mentale capillare che fino a poco tempo prima portava sul rogo chi si ribellava.

La stessa intuizione si ha in Montesquieu che in "De l'esprit des lois" (1848) incita a "scoprire" le leggi naturali sulle quali costruire un sistema giuridico. La capillarità della manipolazione mentale dell'infanzia, per Montesquieu manifesta le leggi naturali che vanno scoperte. Questa è la condizione oggettiva in cui si muovono questi filosofi.

A questi personaggi si somma Marie-Jean-Antoine-Nicolas de Caritat, marchese di Condorcet (Ribemont, 17 settembre 1743 – Bourg-la-Reine, 29 marzo 1794), un enciclopedista francese che, come Turgot, era amico di Voltaire e partecipò alla rivoluzione francese nelle file dei Girondini. Fu incarcerato per le sue posizioni in favore del re-dio padrone Luigi XVI al quale non voleva tagliare la testa. Condorcet scrisse un breve saggio "Tableu historique des progrès de l'esprit humain" nel 1794 dove il progresso è determinato da tappe evolutive sociali il cui punto d'origine è la cacciata d'Adamo dal paradiso terrestre.

In questa cultura si forma Saint-Simon che con il contingente francese è presente durante la Rivoluzione Americana e influenzò la formazione di Comte spingendolo, di fatto, ad elaborare la filosofia positiva in cui l'umanità attraversava tre stadi non solo nell'organizzazione sociale, ma soprattutto come manifestazione religiosa nell'organizzazione sociale.

Su questa linea di sviluppo del pensiero si innesta sia la filosofia di Spencer che le scoperte di Darwin la cui interpretazione viene piegata in funzione degli apriori filosofici del positivismo che nell'evoluzionismo darwiniano ritiene di trovare una conferma delle proprie idee.

Per formare il complesso di idee proprie del razzismo, oltre a giustificare la trasformazione della società dal primitivismo della creazione all'epoca moderna, è necessario aggiungere, giustificandoli, ancora tre elementi che costituiscono il nocciolo principale dell'ideologia della bibbia. Il concetto di "popolo eletto", che diventa il gregge del "buon pastore"; le razze che discendono da Cam, Sem e Jafet; il popolo eletto in relazione ad altri popoli (o il gregge del buon pastore in relazione ad altri greggi).

L'ideologia del "popolo eletto" o del gregge del buon pastore viene fissata mediante una serie di studiosi che assimilano la società ad un organismo. Un po' Repubblica di Platone, un po' del discorso simbolico di Menenio Agrippa sulla società e le membra del corpo un po' il gregge di pecore del "buon pastore".

Se una società, una nazione, un popolo è un'entità diversa da un'altra società, popolo o nazione, nell'ideologia del popolo eletto si stabilisce una gerarchia di "elettività" fra razze. Se io e il francese siamo uomini, pur nella diversità, manteniamo l'uguaglianza nell'essere uomini. Il razzismo non dice che c'è un uomo che abita in Francia, e dunque è francese, e un uomo che abita in Italia e, dunque, è italiano. Il razzismo dice che io, che abito in quel paese, sono un uomo, mentre l'altro, che abita in un paese diverso, per quanto abbia delle similitudini con me, non è propriamente un uomo.

Quando questi studiosi identificarono le società come degli organismi unici, non lo fecero sotto l'assolutismo della chiesa cattolica per rivendicare diritti della società contro il dio padrone assoluto, ma lo fecero in una situazione sociale di disgregazione dei valori assolutistici per riaffermare tali valori assolutistici sotto una diversa forma. Non è l'idea del popolo colonizzato che si organizza all'interno di un'idea di nazione per combattere il colonizzatore, ma è l'idea con cui il colonizzatore disprezza il colonizzato legittimando il suo diritto di colonizzare. Questo è lo stesso meccanismo che ha la bibbia di trattare la questione del popolo eletto o del gregge del buon pastore. Il popolo eletto, in quanto popolo eletto, può macellare tutti gli altri popoli, sbattere le teste dei loro bambini sulle pietre, macellare gli abitanti e prendersi la loro città. Lui è il popolo eletto, l'organismo entro il quale abita il dio padrone che ne legittima la superiorità (vedremo come il concetto appare anche in Vincenzo Gioberti che legge l'organismo sociale composto da plebe e ingegno e parla di superiorità degli italiani nei confronti degli altri popoli in quanto hanno il papa).

Il popolo eletto, o la razza superiore, è l'organismo entro il quale abita il dio padrone.

Perché deve nascere questo concetto?

E' la risposta cristiana alla battaglia di Valmy del 20 settembre 1792. Cosa accadde e cosa vide il mondo di allora in quella battaglia?

"Quando a Valmy, l'artiglieria nemica minacciò di sbaragliare le linee francesi, Kellermann gridò davanti ai Prussiani stupefatti: "Viva la Nazione!". La parola d'ordine si ripercosse come un'eco amplificata di fila in fila, tra i volontari: il nemico esitò. "Da oggi e da questo luogo", scrive Goethe, "incomincia un'era nuova nella storia del mondo"."

Tratto da:

La rivoluzione francese di Sobul ed. Newton

Questi cittadini, per la prima volta dall'avvento del cristianesimo, tagliando la testa al re di Francia, si erano emancipati dal dio padrone cristiano e la loro struttura emotiva li faceva sentire parte di un insieme che apparteneva a loro. L'intento e l'assenza di condizioni coercitive, permetteva loro di sentire che quella era la LORO battaglia. Come per gli spartani alle Termopili. Non erano soldati legati e controllati affinché non scappassero o non disertassero. Erano i volontari di un modo nuovo nella storia di essere dei cittadini.

Dopo il Bonapartismo che, comunque, ha unificato il sentimento francese, nasce l'esigenza, da parte dei sociologi, di dare una spiegazione a questo fenomeno nuovo: cittadini che si sentivano parte di una nazione che apparteneva a loro. Non potendo dare come spiegazione il bisogno di libertà dell'uomo, come risuona nelle parole di Massimiliano Robespierre, vollero dare una spiegazione biologica riconducendo le spiegazioni, sul sentirsi NAZIONE, al modello del gregge che il buon pastore porta al macello della vita.

Come un organismo biologico può sacrificare una parte per il tutto (in cui questi pensatori si identificavano), così il tutto poteva usare le sue parti, che mantenevano il ruolo di parti, per la propria gloria. Dunque, questi volontari a Valmy non erano spinti dal bisogno di libertà, ma erano spinti dall'essere un corpo, una razza, che combatteva un altro corpo, un'altra razza.

"L'origine delle specie" di Darwin è pubblicato nel 1859 mentre Herbert Spencer pubblica First Principles nel 1862.

Nell'opera "Gedanken ùber die Sozialioissenscbajt der Zukunft", originariamente scritta in russo, Pavel Fedorovich Lilienfel'd-Toal ( detto anche P. E. von Lilienfeld-Toailles) (1829-1903), affermò che la società è un organismo reale, un vero e proprio gregge che agisce in funzione del proprio pastore. Egli stesso era il "buon pastore" del governatorato di Curlandia dal 1868 al 1885. Proprio da "buon pastore" si è pensato "cervello" di un organismo composto dai suoi sottoposti. In questa visione onnipotente elaborò la teoria organicista che dette il via alla sociologia organicista. Fu senatore del parlamento imperiale russo e nel 1897 presidente dell'Institut de Sociologie.

Per la sociologia organicistica di Pavel Fedorovich Lilienfel'd-Toal l'uomo, dal punto di vista fisico è prima di tutto un prodotto della natura mentre dal punto di vista dell'intelligenza l'uomo è un prodotto della società. Lo sviluppo del sistema nervoso, la differenziazione e l'integrazione avviene sotto l'influenza dell'ambiente sociale mentre, invece la parte puramente fisica viene selezionata, differenziata e integrata dalla natura. L'attività economica della società, il lavoro, i costumi, le abitudini, le leggi, la libertà politica, l'autorità, la religione, la scienza, l'arte, in sostanza, tutto quanto concorre alla vita sociale forma ed educa, costringe mediante gli sforzi l'intelligenza sociale, la morale, l'estetica in questa o quella direzione spingendo in quel senso lo sviluppo completo degli organi superiori del sistema nervoso.

Questa era l'idea d'insieme sociale di Pavel Fedorovich Lilienfel'd-Toal ( detto anche P. E. von Lilienfeld-Toailles).

Lilienfeld è stato considerato come "un sistematico darwinista sociale e un avvocato del laissez-faire" Un uomo che "considerava la guerra un fenomeno naturale resa necessaria dalla pressione demografica di tipo malthusiana e la conseguente lotta per l'esistenza". Lilienfeld non nega tuttavia "la correttezza delle leggi che garantiscano l'onestà della concorrenza tra imprese".

E come potrebbe? Il comando sociale deve proteggersi da quelle parti del corpo che potrebbero desiderare di sostituirsi al cervello sociale. Se qualche rivoluzionario che sogna i principi della Rivoluzione Francese vuole manomettere quel corpo, serve una polizia, un esercito, con cui ripristinare il "corretto equilibrio del corpo in tutte le sue parti".

Alfred Espinas (1844- 1922) alimenta le idee sulla società come un organismo. Insegnante a Bordeaux quando Emile Durkheim, l'uomo che si fa dio padrone e giudice davanti ai fatti sociali, era membro del corpo insegnante. Alfred Espinas pubblicò Des sociétés animales in cui nega l'individualismo e il socialismo. Per Espinas la società è un corpo vivente e le sue parti si autoregolano mediante leggi naturali che per Espinas sono cooperazione, divisione del lavoro, delega delle funzioni. Un corpo che non tollera individualismi o scelte soggettive né organizzazione sociale che non si sottometta all'organismo. E' l'organismo che regola le sue funzioni, non le parti dell'organismo che scelgono di modificare il proprio ruolo.

Un altro individuo che individuava la società come un'unità organica fu tale René Worms (1869-1926) che scrisse il testo "Organisme e société" (1896) con l'influenza di Spencer e Lilienfeld-Toailles. Alla società Worms sostituisce il suo dio padrone: tanto è più complesso il dio padrone della società, tanto più complesse sono le dinamiche sociali. La società, intesa come gruppo biologico che manifesta la coscienza sociale, diventa "sentimento nazionale". Le sue posizioni sulla società come corpo consapevole viene mutuata dal concetto di popolo eletto la cui coscienza è quella del dio padrone che abita quel popolo. Worms era un fervente religioso ebreo che ha difeso in conferenza i diritti degli ebrei d'Algeria. Il modello biologico sociale per Worms è il "popolo eletto", il popolo ebreo, presso il quale abita la coscienza del dio padrone e la storia degli ebrei, che non vengono annientati nonostante le persecuzioni cattoliche, sembra giustificare questa idea. Scrisse "Les principes biologiques de l'évolution sociale nel 1910.

Un altro personaggio che ragionava in termini di società come organismo fu A . .J. E. Fouillé (1838-1912). Affermava che le "idee" sono le forze che tengono uniti i membri della società. Sosteneva che lo stadio finale dell'evoluzione era l'unione completa dell'individualità nella società nella forma di un contratto sociale.

Con questo insieme di idee che fioriscono in un contesto colonialista, l'organismo biologico sociale del conquistatore è certamente superiore all'organismo biologico del corpo sociale conquistato. Proprio perché l'uno conquista e l'altro è conquistato viene costruita l'idea di una gerarchia di razza. Il dio padrone del conquistatore è superiore al dio padrone del conquistato e la superiorità è confermata dalla bibbia nella divisione di razze che procedono dai figli di Noè. Alcune razze sono maledette dal dio padrone e altre razze sono il corpo in cui abita il dio padrone. Conquistare le "razze" inferiori e colonizzarle è il fatto al quale Emile Durkheim deve attenersi estraniandosi dalla sua stessa società e, come estraneo alla società, valutare il fatto: razze inferiori!

Joseph-Arthur de Gobineau (1816-1882) scrisse un'opera in quattro volumi: Essai sur l'inégalité des races umaines (1853-1855), un libro che era anti-democratico in teoria e filo-tedesco in realtà. La razza superiore. Il dio è con noi. L'ineguaglianza era il frutto dell'evoluzione che dimostrava in alcuni intelligenza e in altri "primitivismo". Il suo punto di vista alimenta la necessità della purezza della razza e l'uso del culto egli antenati per separare quella razza da tutte le altre. Joseph-Arthur de Gobineau influenza Houston Stewart Chamberlain (1855-1927) secondo cui la razza germanica era predestinata dal dio padrone a governare l'Europa. Il delirio assolutista di Houston Stewart Chamberlain fu contagioso e, insieme ad altri deliri, formò una vera e propria miscela esplosiva che portò alle camere di sterminio.

Alcune razze possono "progredire", mentre altre non sono in grado, secondo Joseph-Arthur de Gobineau di raggiungere la civiltà: ma quale civiltà? Quella idealizzata da Joseph-Arthur de Gobineau. Secondo Joseph-Arthur de Gobineau le società primitive sono arretrate perché, secondo lo schema di Joseph-Arthur de Gobineau, non hanno fatto nessun progresso tant'è che sono state colonizzate molto facilmente.

Per lo sviluppo del razzismo è necessario tener ben presente la giustificazione del colonialismo e il tentativo del colonialista di giustificare psicologicamente ed eticamente la propria superiorità sul pezzente che aveva ridotto a non-uomo.

Autori come Sir Francis Galton, cugino di Darwin, e Karl Pearson crearono un laboratorio per studiare le caratteristiche fisiche e psicologiche degli individui come risultato dell'ereditarietà. Lo stesso faranno i nazisti nei campi di concentramento e di sterminio.

Tale G. V. de Lapouge (1854-1936) scrisse una serie di libri in cui sosteneva la selezione sociale delle razze e miglioramento sociale in cui affermava che la razza nordica, ariana, era una razza superiore alle altre.

Tutti questi pensatori, chi consapevolmente, chi meno, hanno concorso a distruggere milioni di individui.

Dalle idee bibliche di Jacques Bénigne Bossuet, alla necessità di giustificare la bibbia di Anne-Robert-Jacques Turgot, dall'ideologia del popolo eletto di René Worms, al delirio di onnipotenza di Pavel Fedorovich Lilienfel'd-Toal è stato solo un cammino che ha voluto occultare il senso della battaglia di Valmy del 20 settembre 1792. I Giacobini della Rivoluzione Francese erano una NAZIONE e avevano il senso di essere una nazione. Il positivismo ha cercato di trovare spiegazioni razionali per riprodurre quel momento in cui apparve l'unità della nazione. I positivisti come evoluzionisti e sociologi, si sono comportati come un medico della vivisezione che macella le persone in un laboratorio cercando il fondamento biologico della felicità che ha colto, solo per un attimo, sul volto di un estraneo.

Quale fu la mancanza di questi pensatori? Anziché condannare il dio della bibbia per i suoi macelli, hanno preferito identificarsi col diritto di macellare che il dio della bibbia attribuiva come diritto a sé stesso. Anziché tagliare la testa al dio padrone della bibbia, come fecero i Giacobini, preferirono tagliare la testa ad ogni uomo che cercava la libertà per riaffermare il diritto del dio padrone di tagliare la testa degli uomini. In quest'ottica nasce la sociologia moderna!

 

Teoria della Filosofia Aperta - Volume uno

 

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Nel 1995 (mese più, mese meno) mi sono posto questa domanda: se io dovessi confrontarmi con i filosofi e il pensiero degli ultimi secoli, quali obiezioni e quali argomenti porterei? Parlare dei filosofi degli ultimi secoli, significa prendere una mole di materiale immenso. Allora ho pensato: "Potrei prendere la sintesi delle loro principali idee, per come hanno argomentato e argomentare su come io mi porrei davanti a quelle idee." Presi il Bignami di filosofia per licei classici, il terzo volume, e mi passai filosofo per filosofo e idea per idea. Non è certo un lavoro accademico né ha pretese di confutazione filosofica, però mi ha permesso di sciacquare molte idee generate dalla percezione alterata nel fiume del pensiero umano.

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Marghera, 31 agosto 2012

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell’Anticristo

Tel. 3277862784

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La Teoria della Filosofia Aperta

Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.