Mao Zedong (1893 - 1976)

La formazione della conoscenza e l'origine della vita - parte terza

Claudio Simeoni

Cod. ISBN 9788827811764

La Teoria della Filosofia Aperta: sesto volume

 

Filosofia Aperta - seconda parte (del volume)

 

La formazione della conoscenza e l'origine della vita
in "Sulla Pratica"

 

Il discorso sulla conoscenza che fa Mao Tse Tung è il discorso sulla formazione della conoscenza che fa un "Essere Unicellulare" (inteso come bione, struttura di aminoacidi, polimeri biologici, nucleotidi e quant'altro la ricerca scientifica individuerà in futuro, nel suo processo di trasformazione e di selezione delle specie) nell'ipotetico "brodo primordiale" qualora a quell'essere unicellulare vogliamo aggiungerci anche la razionalità della comunicazione razionale e verbale.

Per commentare come la conoscenza nasce dalla pratica si può prendere come esempio il venir in essere della vita. Non diciamo "delle persone vengono da fuori a Yenan per fare un'indagine", ma diciamo, invece che, una concentrazione di materia diventa consapevole di sé stessa nel mondo e anziché dire come Mao Tse Tung, "per fare un'indagine", diciamo per fondare la propria vita.

Un soggetto (unicellulare?) viene in essere ed è spinto dalla propria libido ad espandersi nel mondo; alcune persone, spinte dalla loro libido che si scarica nel loro pensiero astratto, "...vengono da fuori Yenan per fare un'indagine".

Scrive Mao Tse Tung:

Ma come la conoscenza umana nasce dalla pratica e, a sua volta, serve la pratica? Per comprenderlo, basta esaminare il processo di sviluppo della conoscenza. Gli uomini, nel corso della loro pratica, vedono all'inizio soltanto l'aspetto fenomenico, gli aspetti singoli e i nessi esterni delle diverse cose. Per esempio, alcune persone vengono da fuori a Yenan per fare un'indagine. Il primo o il secondo giorno vedono la località, le strade, le case, incontrano molta gente, partecipano a ricevimenti, serate e riunioni di massa, ascoltano discorsi di vario genere e leggono vari documenti; tutto ciò rappresenta l'aspetto fenomenico, gli aspetti singoli e i nessi esterni delle cose. Questa fase del processo conoscitivo si chiama fase della percezione, cioè fase delle percezioni e delle impressioni.

La prima cosa che fa il soggetto ("Essere Unicellulare") è quella di cercare di espandersi, di scaricare la propria libido in una sorta di attesa dell'opportunità: il soggetto esiste, ma non agisce. Con quali sensi guarda o ascolta il mondo? Non lo sappiamo. Sappiamo che la forza che ha trasformato la materia che chiamiamo inanimata in animata spinge il soggetto che è venuto in essere a veicolare la propria libido, ma non possiamo sapere in che modo il soggetto agirà per esprimere la propria libido.

Sappiamo che le persone che sono venute da fuori Yenan sono venute con l'intento di fare un'indagine veicolando in questo modo la loro libido.

Se nell'"Essere Unicellulare" possiamo proiettare una sorta di attesa, di stasi, finché un fenomeno esterno non lo incontra e non mette in moto le sue possibilità di veicolazione della libido nel mondo; nelle persone arrivate a Yenan possiamo cogliere l'attesa attraverso un interrogarsi su "da dove iniziamo?". Quel "da dove iniziamo?" è uno stato d'attesa come quello dell'"Essere Unicellulare". Sono i fenomeni del mondo che mettono in moto le persone arrivate a Yenan: il mondo, le case, le strade, la gente che si presenta alla loro attenzione con cui parlano, i ricevimenti, le serate, le riunioni di massa, i discorsi, i documenti. Sono tutti fenomeni, dice Mao Tse Tung, che si presentano all'attenzione delle persone venute a Yenan. Fenomeni esterni che sollecitano delle risposte dalle persone.

Le persone, come il nostro "Essere Unicellulare" (o come bione) si sono presentate in un ambiente con una forza, la forza della vita, che noi chiamiamo INTENTO e che si esprime sempre con la stessa intensità, ma viene veicolata in modo diverso dai soggetti nel mondo in cui agiscono. La crescita del nostro "Essere Unicellulare" altro non è che la crescita della conoscenza delle persone venute a Yenan. Uguale è la forza che le spinge, diversa è la veicolazione che la struttura fisica e il divenuto del soggetto dà a tale forza trasformando l'azione che sollecita in conoscenza.

Sono le sollecitazioni ambientali che mettono in moto il nostro "Essere Unicellulare" spingendolo a veicolare la sua libido. Noi possiamo pensare il nostro "Essere Unicellulare" come un divenuto all'interno di una serie di passaggi che ne hanno incubato la conoscenza nella possibilità di veicolazione della sua libido in un ambiente che la scienza studia cercando strutture di catene di aminoacidi che si sono adattate alla presenza di altre catene di aminoacidi che combinandosi modificano la struttura della materia fino alla nascita della vita come manifestazione di un'unità capace di veicolare la propria libido nel mondo e, attraverso questa, costruire delle relazioni per cui poter mettere in atto l'equazione tensione-accumulo-carica-scarica-rilassamento al fine di dilatare sé stessa nel mondo.

Per questo noi possiamo pensare alle persone che arrivano a Yenan come il prodotto di un ambiente in cui la loro conoscenza è divenuta all'interno di passaggi che l'hanno incubata e plasmata generando il bisogno di veicolare la loro libido in un'inchiesta a Yenan. Queste persone sono divenute in un ambiente sociale al quale si sono adattate e la loro inchiesta è un intento finalizzato ad un altro intento in cui veicolare la loro libido in un ambiente nuovo in cui eserciteranno la veicolazione della loro libido nell'equazione accumulo tensione carica scarica e rilassamento al fine di dilatare sé stessi nel mondo.

I fenomeni del mondo sollecitano la modificazione dei soggetti che compongono il mondo e i soggetti si adattano e si modificano come risposta ai fenomeni del mondo diventando essi stessi fenomeni che esprimendosi nel mondo sollecitano i soggetti che compongono il mondo a modificarsi e adattarsi.

Scrive Mao Tse Tung:

In altri termini, le singole cose riscontrate a Yenan, agendo sugli organi dei sensi dei signori del gruppo d'indagine, provocano determinate percezioni, fanno sorgere nella loro mente una serie di impressioni collegate da un nesso approssimativo esteriore; questa è la prima fase della conoscenza. In questa fase l'uomo non può ancora formarsi concetti profondi né trarre conclusioni logiche.

La modificazione del soggetto è provocata dall'azione dei fenomeni del modo: dall'ambiente. Fintanto che l'ambiente non agisce, il soggetto non si modifica. Fintanto che il singolo soggetto non agisce, il mondo non si modifica.

Le persone giungono a Yenan. Le persone modificano la loro posizione geografica in base al proprio Intento.

Yenan non è più la stessa Yenan dopo l'arrivo di quelle persone. C'erano le feste, le persone, i ricevimenti, le adunate di massa, ecc., ma tutto questo si modifica e diventano i fenomeni che incidono sulle persone e le persone, arrivate a Yenan, agendo all'interno dell'insieme che manifesta il fenomeno, modificano la qualità del fenomeno modificando l'insieme. In quell'insieme introducono i loro bisogni, fanno domande, interloquiscono, sollecitano, e l'insieme si modifica modificando la stessa qualità del fenomeno non solo verso quelle persone, ma verso l'intero mondo in cui quel fenomeno agisce.

La modificazione delle persone giunte a Yenan per predisporsi ad elaborare la nuova qualità di fenomeni che ricevono a Yenan e la loro azione in qualità di fenomeni che agiscono in Yenan, modificando a loro volta i fenomeni che da Yenan entrano nelle relazioni del mondo, si chiama conoscenza.

L'"Essere Unicellulare", la catena di aminoacidi, che si modifica rispondendo alle sollecitazioni ambientali, ai fenomeni del proprio ambiente adattandosi e, nel suo adattamento, inserisce nell'ambiente la sua attività costringendo l'ambiente a modificarsi di conseguenza, l'intero mondo si modifica.

L'azione degli "Essere Unicellulare" per predisporsi ad elaborare la nuova qualità di fenomeni che ricevono nel loro mondo e la loro azione sulla qualità di fenomeni che agiscono in quel mondo, modificando a loro volta i fenomeni che da quel mondo entrano in relazione col mondo, si chiama conoscenza.

Scrive Mao Tse Tung:

Il proseguire della pratica sociale porta a numerose ripetizioni delle cose che suscitano negli uomini percezioni e impressioni, e allora si produce nella mente umana un subitaneo cambiamento (un salto) nel processo della conoscenza e nasce il concetto. Il concetto non riflette più l'aspetto fenomenico, gli aspetti singoli e i nessi esterni delle cose, ma coglie l'essenza delle cose, il loro insieme e il loro nesso interno. La differenza fra concetto e percezione non è soltanto quantitativa ma anche qualitativa. Procedendo in questa direzione e servendosi dei metodi del giudizio e della deduzione, si può arrivare a conclusioni logiche. Quando, come in San Kuo Yen Yi , si dice: "Aggrotta le sopracciglia e ti verrà in mente uno stratagemma", o quando più comunemente si dice: "Lasciatemi riflettere", ci si riferisce al momento in cui l'uomo opera con la sua mente, servendosi dei concetti, per formare giudizi e trarre deduzioni. Questa è la seconda fase della conoscenza.

Mao Tse Tung distingue due fasi nell'attività delle persone giunte a Yenan: una fase passiva e una fase attiva.

Nella vita del nostro "Essere Unicellulare" (può essere un bione o una molecola di aminoacido o lo stesso mattone della vita), si distingue l'attività in due fasi: una fase passiva e una fase attiva.

Nella prima fase, la fase passiva c'è l'accettazione del fenomeno in quanto tale e un adattamento al fenomeno, la crescita del nostro "Essere Unicellulare" (che abbiamo assunto ad esempio), avviene attraverso un adattamento ai fenomeni. In quell'attività il soggetto manipola la propria struttura di interazione fra sé e il fenomeno (o i fenomeni) in modo da allineare le proprie risposte soggettive alle attese di alcuni fenomeni garantendosi in questo modo la sopravvivenza all'azione dei fenomeni stessi.

La stessa cosa per le persone giunte a Yenan che, a differenza dei missionari cristiani, non antepongono la loro interpretazione ai fenomeni che giungono da Yenan, ma li assorbono, li vivono, li interiorizzano per riuscire a risalire all'insieme che li ha prodotti e, con l'insieme che li ha prodotti, al significato che quei fenomeni hanno.

In questa situazione, sia le persone che sono giunte a Yennan che il nostro "Essere Unicellulare" agiscono in quell'ambiente ripetendo i gesti e le azioni che da un lato consentono loro di vivere e dall'altro di adattare sé stessi alla situazione diventando soggetti di quell'insieme. La ripetizione del vivere non porta più il soggetto a dover soppesare il fenomeno che si presenta prima di veicolare la sua libido, ma quella veicolazione libidica diventa normale nel mondo in cui vive e le risposte a tale veicolazione rispondono alle aspettative del o dei soggetti.

La ripetizione dei gesti diventa "quantità" in un mondo che risponde quantitativamente alle azioni di ogni singolo soggetto e alle sue strategie adattative ai fenomeni che, come risposte, egli immette nell'ambiente.

La ripetizione dell'attività del nostro "Essere Unicellulare", o le persone venute a Yenan, porta ad un accumulo soggettivo di adattamenti ai fenomeni oggettivi e ai fenomeni oggettivi che loro stessi hanno contribuito a modificare con la loro partecipazione.

L'accumulo di azioni nelle relazioni opera uno sviluppo della "mente" o degli adattamenti del soggetto, generando un salto qualitativo per cui il soggetto non si limita a rispondere ai fenomeni che si presentano o a partecipare variando i fenomeni stessi, ma, discriminando fra i fenomeni, sia nel numero che nella qualità, elabora egli stesso dei giudizi, delle scelte, in base alle sue predilezioni e ai suoi intenti e trae delle decisioni iniziando degli adattamenti a dei fenomeni e tralasciando altri fenomeni che sono irrilevanti o superflui.

Il nostro "Essere Unicellulare", come le persone giunte a Yenan, inizia a determinare una direzione nella quale mettere in atto i loro adattamenti soggettivi.

Scrive Mao Tse Tung:

I signori del gruppo d'indagine, dopo aver riunito svariato materiale e averci "riflettuto" su, potrebbero dare il seguente giudizio: "La politica del fronte unito nazionale antigiapponese, condotta dal Partito comunista, è conseguente, sincera e leale". Se altrettanto lealmente fossero per l'unità e la salvezza del paese, dopo aver dato questo giudizio, potrebbero fare un altro passo e giungere a questa conclusione: "Il fronte unito nazionale antigiapponese può avere successo". Nell'intero processo della conoscenza di una cosa, questa fase dei concetti, dei giudizi e delle deduzioni è la più importante, è la fase della conoscenza razionale. Il vero compito della conoscenza è arrivare, attraverso la percezione, al pensiero, alla graduale comprensione delle contraddizioni interne delle cose oggettivamente esistenti, delle leggi che regolano queste cose, del nesso interno tra l'uno e l'altro processo, arrivare cioè alla conoscenza logica. Ripetiamo: la conoscenza logica si distingue dalla conoscenza percettiva in quanto la conoscenza percettiva coglie gli aspetti singoli, fenomenici delle cose, i loro nessi esterni, mentre la conoscenza logica fa un gran passo in avanti, abbraccia l'insieme, l'essenza, il nesso interno delle cose, porta alla scoperta delle contraddizioni interne del mondo circostante, e può così afferrarne lo sviluppo in tutto il suo insieme, con il nesso interno di tutti i suoi aspetti.

La conoscenza logica sta alla razionalità dell'uomo come la conoscenza della vita sta alla struttura biologica del singolo soggetto.

Mentre le persone che arrivano a Yenan hanno l'intenzione di condurre un'indagine, l'"Essere Unicellulare" ha l'intenzione di vivere. Mentre l'intenzione nel condurre l'inchiesta delle persone arrivate a Yenan erano le possibilità del successo del fronte nazionale cinese antigiapponese, l'intenzione di vivere del nostro "Essere Unicellulare" è quella di poter espandersi nel mondo in cui è venuto in essere.

La fase successiva della conoscenza non è più solo l'adattamento soggettivo ai fenomeni che si presentano, ma è anche la discriminazione fra i fenomeni e la formazione del giudizio che porta i nostri soggetti a scegliere i fenomeni a cui adattarsi e come adattarsi ai fenomeni.

Il come adattarsi è il giudizio secondo cui, quel tipo di adattamento, quel modo di condurre il fronte antigiapponese, è funzionale allo sviluppo e agli intenti del soggetto.

Mentre le persone venute ad Yenan elaborano un giudizio razionale che risolve i quesiti che si erano posti prima dell'arrivo a Yenan, l'"Essere Unicellulare" modifica la sua struttura biologica per adattarsi ai fenomeni nella direzione voluta e sfruttare tali condizioni per ottenere modificazioni soggettive funzionali per meglio espandersi nel mondo in cui è venuto in essere.

Attraverso l'osservazione empirica del metodo migliore con cui un soggetto si pone nella società, non si fa altro che ripercorrere il metodo del venir in essere della conoscenza fin dagli albori della vita.

La formazione della conoscenza delle persone giunte a Yenan altro non è che lo specchio della formazione della conoscenza proprio della vita stessa anche se veicolata in maniera diversa, da soggetti diversi, da divenuti diversi nell'Essere Natura.

Nota: Le citazioni di Mao Tse Tung sono tratte dal trattato "Sulla Pratica" del 1937 pubblicato nelle Opere Scelte Vol. 1 di Mao Tse Tung a cura della Casa Editrice in lingue estere di Pechino nel 1969 da pag 313 a pag. 327.

 

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Marghera, 03 maggio 2013

Claudio Simeoni

Meccanico

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Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.