Maine de Biran (1766 – 1824)

Lo spiritualismo

Riflessioni sulle sue idee.

di Claudio Simeoni

 

Cod. ISBN 9788891185778

Teoria della Filosofia Aperta - Volume uno

 

La filosofia della Religione Pagana.

Scrive il Bignami di filosofia (ed.1984):

1) La vera filosofia parte dalle attestazioni della coscienza, dal "senso intimo", cioè da un'esperienza interiore i cui dati costituiscono per l'uomo dei fatti che si possono costatare in ogni momento e che pertanto non si possono rifiutare.

2) Il senso intimo rivela nell'uomo l'io come causa, come attività: perciò l'uomo è, nella sua vita cosciente, essenzialmente sforzo, tensione volontaria (voglio, agisco, dunque sono).

3) Questa tensione volontaria costituisce il fatto primitivo del senso intimo, e si esercita sul corpo e su tutti gli stati sensibili ad esso legati.

4) Il senso intimo costituisce anche una mediazione fra dio e l'uomo. Infatti la rivelazione divina, prima ancora che esterna, è interna all'uomo, è la stessa coscienza: vi è "un'ispirazione o rivelazione tutta interiore mediante la quale dio si comunica a noi e ci unisce a lui più intimamente.

A differenza degli Ideologi del suo gruppo alla ricerca della formazione delle idee, Maine de Brian somma la condizione psichica impostagli dall'educazione della chiesa cattolica.

Maine de Brian fa della patologia psichiatrica il modello della sua coscienza. Il motore della sua coscienza nelle relazioni con il mondo. La patologia psichiatrica è il metodo di misura dei fatti vissuti dall'uomo che si possono constatare mediante un'introspezione della propria coscienza e che non si possono rifiutare. Diciamo, piuttosto che non se ne può prescindere nelle relazioni con il mondo. Anche se la chiesa cattolica ha manipolato le nostre emozioni fin dalla primissima infanzia, tale manipolazione emotiva è diventata parte fondante della nostra struttura psichica e elemento guida della veicolazione delle nostre emozioni nel mondo in cui viviamo.

Non per questo, tale manipolazione, può essere legittimata mediante una discussione filosofica che non sia preceduta dalla condanna giuridica per tale attività.

L'uomo desiderante è l'uomo che vive. L'animale desiderante è l'animale che vive. Il desiderio fa sorgere le idee sul come soddisfare i propri desideri, sia in forma personale che collettiva: la manipolazione mentale dell'infanzia determina tempi, modi e fini, nei quali poter veicolare le soluzioni ai propri desideri. La manipolazione mentale dell'infanzia stabilisce le forme di patologia psichiatrica che formeranno modi e limiti del desiderare dell'individuo.

In questo contesto Maine de Brian antepone la propria malattia all'analisi critica. E' dalla sua malattia che sorgono le sue idee sul mondo ed egli antepone un io desiderante il dio padrone, in cui si identifica, a tutta l'analisi critica della realtà dalla quale dovrebbero nascere le sue idee sul mondo e sulla vita.

Non è il Maine de Brian che vive, analizza il mondo, affronta le contraddizioni della vita e dalle soluzioni che trova costruisce l'esperienza che diventa patrimonio della società. E' il Maine de Brian manipolato nella struttura psichica dell'infanzia che, aderendo al gruppo filosofico degli ideologi usa le intuizioni degli ideologi per affermare la centralità della manipolazione mentale ricevuta e affermare la supremazia del suo io desiderante il padrone dio, ad ogni altra modalità nella formazione delle idee. A differenza degli ideologi che affermano che è la sensibilità che forma le idee sul mondo, Maine de Brian afferma che è il suo io malato che filtra i fenomeni del mondo per riaffermare l'io stesso nei confronti di ogni ragionamento critico nei confronti della realtà.

Lo spiritualismo nasce per soddisfare questa esigenza psicologica. Una difesa e giustificazione dei meccanismi sociali con cui si impone la malattia psichiatrica ai bambini manipolando la loro psiche desiderante per farla aderire a modelli in cui l'io personale si identifica col dio padrone in un delirio di onnipotenza che porta Maine de Brian a trovare l'insorgenza delle idee non dalle relazioni fra sé e il mondo, ma da dentro di sé.

L'introspezione, come idea dell'uomo creato da dio, diventa una ricerca di quel "conosci te stesso" che altro non è se non la ricerca della realtà di sé creata dal dio padrone. L'opposizione al sensismo, cioè alla realtà percepita mediante i sensi e che diventa, nell'individuo, fonte dell'esperienza, non è fatta partendo da un'incompletezza delle possibilità dell'uomo di percepire l'intera realtà o l'essenza dei fenomeni, ma parte dell'idea di un'opposizione dell'anima sensibile, creata da dio, che viene impedita dal corpo. Il corpo come nemico dell'anima.

In cosa consiste, dunque, per lo spiritualista Maine de Brian, il compito del filosofo?

Consiste nella riaffermazione della patologia psichiatrica da delirio di onnipotenza del suo io psichico manipolato dall'educazione contro la propria struttura desiderante che attraverso il corpo manifesta la propria volontà. Compito del filosofo è riaffermare il dualismo anima-corpo sia contro chi manifesta dottrine di pensiero contrarie ma anche contro quelle che Maine de Brian chiama "deformazioni dell'animo umano" che si manifestano nella psiche per salvaguardare il desiderio di relazione dell'uomo col mondo.

Da qui Maine de Brian parte per elaborare la sua "teoria" di una "terza" via dell'uomo, la vita spirituale che viene presentata come un'attività mistica che lo porta ad identificarsi col dio padrone sia attraverso forme di meditazione e preghiera che con l'intervento della "grazia" in modo che l'anima torni nella condizione in cui era quando è uscita dalle mani del dio padrone. Il delirio di onnipotenza porta Maine de Brian all'identificazione di sé stesso col dio padrone e ad assegnare all'uomo un ruolo intermediario fra il suo dio padrone e quelli che lui definisce "animali" in questa fantasiosa scala "gerarchica".

L'alternativa che pongono gli spiritualisti è fra l'identificazione dell'uomo con la Natura, gli animali, e l'identificazione dell'uomo col dio padrone.

In sostanza, l'alternativa degli spiritualistici è fra abitare il mondo e veicolare la propria libido o coltivare la propria patologia psichiatrica da onnipotenza assimilandosi al dio padrone con cui si identificano.

 

Teoria della Filosofia Aperta - Volume uno

 

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Nel 1995 (mese più, mese meno) mi sono posto questa domanda: se io dovessi confrontarmi con i filosofi e il pensiero degli ultimi secoli, quali obiezioni e quali argomenti porterei? Parlare dei filosofi degli ultimi secoli, significa prendere una mole di materiale immenso. Allora ho pensato: "Potrei prendere la sintesi delle loro principali idee, per come hanno argomentato e argomentare su come io mi porrei davanti a quelle idee." Presi il Bignami di filosofia per licei classici, il terzo volume, e mi passai filosofo per filosofo e idea per idea. Non è certo un lavoro accademico né ha pretese di confutazione filosofica, però mi ha permesso di sciacquare molte idee generate dalla percezione alterata nel fiume del pensiero umano.

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Marghera, 23 agosto 2012

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell’Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La Teoria della Filosofia Aperta

Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.