Vangelo di Matteo 10, 29-31

Le istruzioni di Gesù agli apostoli

Claudio Simeoni

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Vangelo di Matteo 10, 29-31

 

Afferma Gesù nel vangelo di Matteo 10, 29-31:

"Non si vendono forse due passerotti per un soldo?
Eppure nemmeno uno di essi cadrà in terra senza il volere del padre vostro.
Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati.
Non temete, dunque; voi valete ben più di molti passeri."

Cosa c'entra la vendita dei passeri col volere del suo dio padrone? Voi valete più dei passeri: siete contenti?

Che c'entra il volere del dio padrone con i capelli che sono contati? Il dio padrone con cui Gesù si identifica, è talmente intrusivo nella vita e nelle scelte dell'uomo da contare anche i capelli.

L'attività di Gesù è finalizzata a strappare agli Esseri Umani la loro determinazione nell'affrontare la loro vita. Qualunque cosa accade, non è perché molte volontà e molte azioni hanno agito costruendo condizioni per il suo accadere, ma è la volontà del dio suo padre la causa dell'accadimento di ogni cosa. Anche delle cose più banali, dalla vendita dei passerotti, al numero dei capelli.

Da un lato c'è, da parte di Gesù, la volontà di derubare l'uomo della sua volontà d'azione nell'oggettività nella quale vive e dall'altra c'è la volontà di imporre all'uomo una condizione psichica di sofferenza che l'uomo deve accettare perché, tale condizione, è prodotta dalla volontà del dio padrone.

Per Gesù tutto è uguale: gli Esseri Umani sono paragonati a passeri che si vendono o a capelli sulla testa. Pertanto possono essere comperati, venduti o contati. Devono essere contenti di valere, per il padrone, ben più dei passeri.

Per Gesù il valore degli Esseri Umani è solo una questione di denaro: non temete, dice agli Esseri Umani, voi dovete essere pagati ben di più di due passeri. Schiavi da vendere al mercato o ad una borsa del possesso.

Mentre i Pagani riconoscono sé stessi, le forze che manifestano, in ogni Essere della Natura; i cristiani, per volontà di Gesù, negano qualsiasi forza e qualsiasi tensione che porti gli Esseri Umani a venire in Essere al fine di ottenerne la sottomissione.

Gesù nega l'uomo.

Per Gesù l'Essere Umano è solo una merce, l'oggetto del quale impossessarsi dopo aver distrutto le sue tensioni e le sue passioni.

La volontà di annullare l'uomo per trasformarlo in un oggetto è un dogma cristiano: nessun cristiano rivendica diritti nei confronti del suo dio padrone.

In Gersenio (Tommaso da Kempis ), "L'imitazione di cristo" terzo libro, dice Gesù all'uomo:

"Non chiedere ciò che è piacevole e comodo per te, ma ciò che è gradito a me e mi rende onore. A ben giudicare, devi anteporre al tuo desiderio ed ogni cosa a cui aspiri al mio comando, ed eseguirlo. Io conosco il tuo desiderio, e ho sentito i tuoi frequenti pianti: tu vorresti già essere nella libertà gloriosa dei figli di Dio; già ti è gradita la dimora eterna e la patria del cielo piena di giubilo. Ma quel tempo non è ancora venuto: questo è il momento della lotta, della fatica e della prova. Tu desideri essere ricolmo del sommo bene, ma questo non lo puoi raggiungere adesso. Il sommo bene sono io: aspettami, dice il Signore, finché non sia venuto il regno di Dio."

Annullare l'uomo; negare le trasformazioni che lo hanno portato ad essere ciò che è, sia come individuo che come specie, per impedirgli di fondare il suo futuro. Trasformarlo in un oggetto di possesso che valga un po'più soldi di due passerotti (O gli sia più funzionale per creare sottomissione sociale).

"Aveva scritto Epicuro "Si vive una volta sola, rinascere è impossibile". "Tu, invece, pur non essendo padrone del domani, differisci il bene, e così la vita va perduta nell'indugio." Invece i potenti uccidono per avere l'illusione di essere loro a sopravvivere dopo la morte (altrui), e gli schiavi si fanno uccidere per avere l'illusione di accedere ad un aldilà concesso da un potere superiore. Ma l'ironia dovrebbe penetrare fino al punto di dissacralizzare ogni forma di gerarchizzazione a partire da quelle che stabiliamo in noi quando pretendiamo di sfuggire al nostro breve, ma intenso destino mortale per cercare qualche cosa di sublime e immortale.

Se si stabilisce una gerarchia di alto e di basso nelle varie funzioni all'interno dell'uomo, la si proietta anche fuori, e questa proiezione legittima la gerarchia sociale e politica. Ma vale anche un secondo processo. Se ci si illude che la cosa importante non è vivere la nostra vita, ma ottenere un aldilà attraverso il Cielo, le Chiese, le Idee Assolute, ne deriva la immediata subordinazione ai poteri di altri uomini che rappresentano Cielo, Chiese ed Idee dominanti.

Con tutto questo restano le nostre responsabilità e i nostri impegni sociali e politici, ma non sotto gli incubi dell'eternità e della morte. Ciò che deve valere non può essere l'esorcismo impossibile contro la morte, ma il cammino, il percorso della vita. Il curioso dell'essere umano è che può vivere non espellendo la morte, ma accettandola, appunto, umanamente. Il paradosso della cultura della guerra, apparentemente contro la morte, che invece provoca e anticipa la morte. Il paradosso di una cultura della pace è che è una cultura che accetta la morte individuale per allontanare la morte e prolungare la vita collettiva."

Tratto da Roberto Guiducci "Ti uccido come un cane" ed. Rizzoli

E' l'atto di Gesù che, derubando gli Esseri Umani della loro eternità per sottometterli al suo terrore, si illude di essere eterno, figlio del dio padrone, padrone lui stesso.

Non ha forse Gesù costruito una gerarchia? Se gli uomini valgono molti passeri; quanti passeri vale Gesù?

O, meglio ancora, il singolo nero, rapito dall'Africa e venduto sul mercato degli schiavi nell'America; con quanti Gesù avrebbe dovuto essere acquistato?

 

Marghera 25.05.2007

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Claudio Simeoni

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Guardiano dell'Anticristo

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C'è qualche cosa di assolutamente malvagio in Gesù. La volontà di distruggere il divenire dell'uomo sottomettendolo ai propri deliri assolutistici. Io sono il tuo padrone, dice Gesù, in quanto figlio del dio padrone e tu uomo devi distruggere il tuo futuro perché io sono la realizzazione del tuo assoluto in questo presente. Per Gesù l'uomo è bestiame senza futuro e lui, negando il futuro dell'uomo, pretende di ergersi a salvatore dell'uomo che ha macellato per i propri deliri assolutistici.