Vangelo di Matteo 10, 24-25

Le istruzioni di Gesù agli apostoli

Claudio Simeoni

Vai agli ordini di Gesù agli apostoli

Vangelo di Matteo 10, 24-25

 

Afferma Gesù nel vangelo di Matteo 10, 24-25:

"Il discepolo non è da più del suo maestro,
né il servo da più del suo padrone.
Basta al discepolo essere come il maestro, e al servo come il padrone."

Per i cristiani la superbia è uno dei peccati capitali.

Un peccato che si guardano bene dall'imputare la superbia e l'arroganza criminale al loro Gesù o a Ratzinger, ma se ne servono per colpevolizzare gli sforzi che gli uomini fanno per affrontare in maniera virtuosa la loro vita.

Se, apparentemente, la frase sembra abbastanza innocua; in realtà manifesta un dogma che imposto alle società civili le danneggia e le distrugge.

Si tratta di un principio che ha la sua ragione di essere soltanto all'interno di un contesto di verità. Un contesto in cui le persone sono invitate a diventare schiave di Gesù. Proprio perché le persone sono schiave di Gesù, ogni ruolo sociale è voluto da Gesù e da suo padre il dio creatore.

Gli uomini non possono pretendere di essere più di Gesù, anche se Gesù è un uomo immorale, vile, codardo e criminale. Gli uomini non possono, per i cristiani, essere oltre il loro dio padrone perché il loro scopo è "far in modo che l'uomo non colga dall'albero della vita per mangiarne e vivere in eterno".

La superbia, l'arroganza e la viltà sono attributi che qualificano le azioni e l'ideologia di Gesù. Proprio perché Gesù è superbo e arrogante non è in grado di immaginare qualcuno più sapiente di lui, per questo incita a sviluppare odio e violenza a chi è sapiente.

Lo stesso per quanto riguarda il concetto di padrone che Gesù ha di sé stesso in quanto figlio del dio padrone. Per Gesù lo schiavo, il servo, non possono anelare a condizioni diverse dalla relazione padrone-schiavo. Al massimo lo schiavo può essere come il padrone, può rinnovare la relazione collocandosi in un diverso ruolo, ma non può anelare ad uscire da quel ruolo. Solo che queste affermazioni di Gesù sono il frutto di farneticazioni deliranti di un ignorante che non è in grado di superare il proprio presente trasformandosi nelle relazioni col mondo, che rifiuta aprioristicamente, nella pretesa che il mondo si metta in ginocchio davanti a lui.

La verità è il maestro; la verità è il padrone!

Nessuno può superare la verità, perché, per i cristiani, non vi è nulla oltre la verità manifestata dal loro dio.

Dice Gesù:

"Ti rendo lode, o Padre, Signore del Cielo e della Terra, perché hai nascosto queste cose ai doti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre perché così è piaciuto a te. Tutto è stato dato a me dal Padre mio: e nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il figlio voglia rivelarlo. Venite a me voi tutti che siete affaticati e stanchi, ed io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, che sono dolce e umile di cuore, e troverete pace per le anime vostre: perché il mio giogo è soave e il mio peso leggero."

Tratto dal vangelo di Matteo 11, 25-30

E' un atto di arroganza che qualifica Gesù come un criminale. Costringere le persone a crederlo in quella posizione è un atto di violenza che nella società civile si chiama: stupro!

Da quell'affermazione nulla può essere modificato; né dal punto di vista religioso, né dal punto di vista sociale.

E le persone devono diventare schiave della verità di Gesù: mettendosi addosso lo stesso giogo. Soggettivando la sottomissione.

Una società civile ha l'esigenza di modificarsi continuamente. Una società civile ha bisogno che gli allievi superino i loro maestri; che gli imprenditori di oggi facciano meglio degli imprenditori di ieri e quelli di domani meglio di quelli di oggi; che i legislatori migliorino le leggi in vigore. Una società civile dice: "Triste quell'allievo che non ha superato il suo maestro" (Leonardo da Vinci).

L'allievo che si sottomette alla verità del suo maestro anziché analizzarla e migliorarla, aggiungendovi qualche cosa di proprio, non arrichisce la società in cui vive, ma si limita a prendere ciò che la società gli offre.

E perché lo schiavo deve essere schiavo e il padrone, padrone?

Perché, secondo i cristiani, lo ha stabilito dio.

Pietro, servo di Gesù nella sua ossessiva ricerca di schiavi obbedienti scrive:

"Servi, siate sottomessi con ogni rispetto ai vostri padroni, non solo a quelli che sono buoni e ragionevoli, ma anche a quelli di carattere intrattabile. Poiché piace a dio che si sopportino afflizioni per riguardo verso di lui, quando si soffre ingiustamente. Infatti, che gloria vi è nel sopportare ed essere battuti quando si ha mancato? Ma se voi, pur avendo agito rettamente, sopportate sofferenze, questo è gradito davanti a dio."

Tratto da: I lettera di Pietro 2, 18-22

Impedire alle persone di dare l'assalto al cielo della conoscenza e della consapevolezza è uno dei delitti di cui Gesù dovrà rispondere.

Impedire alle persone di modificare i rapporti sociali o le condizioni di vita sociali è uno dei peggiori delitti imputati ai cristiani del quale Gesù è responsabile.

Perché mai i cristiani distrussero la medicina? Perché la medicina impediva a dio di disporre delle persone inviando malattia e salute a piacere!

Perché Gesù dice "basta essere..."? Gesù è la verità dei cristiani. Quando il cristiano parla della verità non sta parlando di svelare uno sconosciuto, ma sta parlando di Gesù. Perché la verità non permette il superamento di sé stessa. Se una verità viene superata non è più la manifestazione del dio padrone e di suo figlio, ma è una manifestazione limitata e menzognera. E, allora, che cosa bisogna fare? Impedire che la verità sia superata. Impedire agli Esseri Umani di essere migliori del loro maestro; migliori dei loro padroni. A Galileo, tanto per fare un esempio, fu impedito.

Fu per l'attività dei cristiani in obbedienza agli ordini di Gesù, che le Antiche Società non superarono mai il concetto sociale di schiavitù. Gesù ha trasformato la relazione economica chiamata "schiavitù", nella schiavitù con tutto il cuore, tutta l'anima e tutta la psiche che il padrone ottiene mediante la violenza sullo schiavo. La schiavitù, come noi oggi la pensiamo, con gli schiavi in catene, frustati e ammazzati di lavoro, è la schiavitù imposta da Gesù: il suo giogo. E' la schiavitù cristiana.

Erano orgogliosi i filosofi greci quando un allievo superava il maestro!

In realtà non lo superava: esprimeva meglio la sua dottrina in un contesto storico-culturale diverso. La conoscenza, il sapere, devono essere rubati affinché si possano diffondere. Solo chi ruba la conoscenza e il sapere ne riconosce il valore e solo chi ruba la conoscenza e il sapere ha organizzato sé stesso per contribuire ad aumentare la conoscenza e il sapere superando il maestro a cui l'ha rubata. La conoscenza e il sapere vanno rubate. Sono l'unica cosa che si può rubare senza che il derubato ne soffra per la perdita arricchendo un ladro che si appresta a farsi derubare da chi lo supererà.

Ma la verità non ammette contesti storico-culturali diversi. Se la verità ammettesse che possano esistere contesti culturali diversi in cui si esprimono diverse verità, ciò implicherebbe che la verità assoluta manifestata dal dio creatore è, in realtà, una verità relativa buona solo per truffare le persone: da qui la guerra al relativismo che sta facendo Ratzinger. Per questo i cristiani macellarono milioni di persone. Per questo fu macellata Ipazia: una diversa verità dimostrava che il loro profeta non era figlio del dio padrone e aveva detto delle scemenze frutto del suo delirio di onnipotenza.

 

Marghera 25.05.2007

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Claudio Simeoni

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Liberare l'uomo dall'odio

Le istruzioni di Gesù agli apostoli

C'è qualche cosa di assolutamente malvagio in Gesù. La volontà di distruggere il divenire dell'uomo sottomettendolo ai propri deliri assolutistici. Io sono il tuo padrone, dice Gesù, in quanto figlio del dio padrone e tu uomo devi distruggere il tuo futuro perché io sono la realizzazione del tuo assoluto in questo presente. Per Gesù l'uomo è bestiame senza futuro e lui, negando il futuro dell'uomo, pretende di ergersi a salvatore dell'uomo che ha macellato per i propri deliri assolutistici.