Vangelo di Matteo 10, 19 - 20

Le istruzioni di Gesù agli apostoli

Claudio Simeoni

Vai agli ordini di Gesù agli apostoli

Vangelo di Matteo 10, 19 - 20

 

Afferma Gesù nel vangelo di Matteo 10, 19 - 20:

"Ma quando vi consegneranno nelle loro mani,
non vi date pensiero del come o di che dovrete dire;
perché vi si comunicherà in quel momento ciò che dovrete dire.
Non sarete infatti voi che parlerete,
ma lo Spirito del Padre vostro che parlerà per voi."

Gesù manda gli apostoli a devastare le società civili. Coloro che portano la guerra nelle società civili vengono chiamati "pecore", pecore del suo gregge, coloro che subiscono l'aggressione e che da quell'aggressione dovranno difendersi, vengono definiti "lupi".

E come devono comportarsi quelle "pecore"? Agire come serpenti travestiti da colombe!

"Allora il Signore mandò contro il popolo dei serpenti infuocati il cui morso fece perire molta gente in Israele." Numeri 21, 6

E Gesù mandò i suoi seguaci, serpenti infuocati di odio per la libertà dell'uomo, a distruggere le società civili!

Solo chi si sottomette all'aggressione dei serpenti può continuare a vivere:

""Fatti un serpente e mettilo sopra un'antenna. Chiunque sarà morso e lo guarderà, resterà in vita". Mosè fece dunque un serpente di bronzo, poi lo mise sopra un'antenna e quando un serpente mordeva qualcuno, costui guardava il serpente di bronzo e rimaneva in vita." Numeri 21, 9

Voi non siete delle persone: siete le pecore del mio gregge!

Questa depersonalizzazione dei seguaci di Gesù è importante e fondamentale. Loro non devono avere intelligenza, progetti, scopi, desideri o bisogni. Per cosa hanno agito? Hanno agito in quanto terrorizzati ed angosciati per la fine del mondo, speranzosi di diventare i padroni del mondo nuovo che da quella fine del mondo sarebbe nato, assieme al loro Gesù!

Come potrebbero giustificare la loro condotta nei confronti degli uomini?

Potrebbero dire, come Gesù; io sono il vostro padrone, mettetevi in ginocchio?

Effettivamente, davanti ai magistrati, Matteo afferma che Gesù lo ha fatto. Dice Matteo:

"Tu l'hai detto; anzi io vi dico: d'ora in avanti vedrete il Figlio dell'uomo assiso alla destra dell'onnipotente e venire sulle nubi del cielo." Matteo 26, 64

Gesù dice ai suoi apostoli: "Qualunque cosa dite ai magistrati non ha importanza perché voi, pecore senza bisogni e desideri, potete solo essere speranzosi nella fine del mondo e nell'avvento del nuovo mondo di cui io sono il padrone: quali altre speranze avete?" A Gesù non importa cosa loro possono o non possono dire perché ciò che Gesù desidera è che loro siano condannati in suo nome. Gesù necessita di Talebani votati al martirio per riuscire a dominare tutti gli Esseri Umani. I Talebani di Gesù sono pronti ad ammazzare sé stessi per la gloria di Gesù, ma quando è possibile ammazzano solo gli altri: furbi some serpenti e semplici come colombe!

Il cristiano è un irresponsabile. Non è lui che parla, dice o spiega. Lui è la pecora del gregge e al posto suo è il dio padrone che parla dalla sua bocca. E' il dio padrone che dice ciò che il cristiano deve dire e chi sei tu che ti permetti di parlare contro il dio padrone che parla per la bocca del cristiano?

Questa è l'essenza stessa di quello che, con disprezzo, chiamiamo "delinquenza". Non solo il cristiano agisce per distruggere e danneggiare la società, ma davanti alla forza che gli chiede perché ha commesso quei delitti, offende i cittadini asserendo che quanto esce dalla sua bocca è opera del suo dio padrone e i cittadini, offesi e vittime della sua violenza, non possono chiedergli conto dei delitti che ha commesso.

Solo l'individuo che ha un futuro può giustificare sé stesso davanti a quel futuro; può giustificare le sue azioni e dare un senso a quello che ha fatto. Quando si riesce a dare un senso a quello che si ha fatto, non si è più dei folli, si è delle persone che perseguono un obiettivo. Un obiettivo che non appartiene mai ad un solo uomo, ma a tutti gli uomini che sono coinvolti da quelle azioni. Così, anche se le azioni sono giudicate "gravi" hanno un motivo, tendono ad un fine. Ed è per questo che il magistrato può trattare. La società civile può comprendere od ostacolare, ma mantiene comunque il significato per cui quelle azioni sono state fatte.

Ma quando si aggredisce la società civile soltanto perché si vuole imporre il terrore e l'angoscia per la fine del mondo distruggendo la capacità degli uomini e della società civile di affrontare il proprio futuro, nessuna mediazione può essere fatta.

Le guerre ebraiche, cominciate nel 66 d.c. terminarono nel 136 d.c. e solo allora i Romani, dopo aver annientato gli Zeloti, riconobbero che la guerra contro Roma era voluta dagli Zeloti perché erano convinti dell'arrivo del messia che li avrebbe resi padroni del mondo. Una folle "fede religiosa" nell'attesa "messianica" della fine del mondo che li induceva a distruggere tutti e tutto solo per voler distruggere tutto e tutti ed acquisire meriti alla fine del mondo. La radice della caparbia ostinazione degli ebrei a macellare per macellare era nell'idea messianica. Davanti ai magistrati gli adoratori di Gesù chiedevano ai magistrati di mettersi in ginocchio; davanti ai Romani gli adoratori di Gesù chiedevano ai popoli, strage dopo strage, di mettersi in ginocchio davanti a loro perché la fine del mondo era vicina.

"Osservate il fico e tutte le piante. Quando vedete che già mettono i germogli, voi sapete che l'estate è vicina; così quando vedrete succedere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino!" dice Gesù in Luca 21, 30-31!

E ancora:

"vedranno allora il Figlio dell'uomo venire in una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose , guardate in alto e alzate il capo, perché la vostra redenzione è vicina." Luca 21, 27-28

E ancora:

"In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto ciò sia avvenuto." Luca 21, 32

Gli effetti sociali della militanza dell'attesa della fine del mondo nel loro delirio di onnipotenza, ne parla Karlheinz Deschner nel primo volume di Storia Criminale del cristianesimo:

"Del resto, mentre Traiano era impegnato in una campagna contro i Parti (114-117), corse rapidamente la voce che l'Impero Romano fosse stato sconfitto; intanto un terribile terremoto distruggeva Antiochia e molte altre città dell'Asia minore: gli Zeloti ritennero che fosse giunto il momento di ribellarsi nuovamente. Il "re" e "messia" Luca-Andrea distrusse la capitale della Cirenaica, Cirene, facendo strage, stando a quanto si racconta, di 200000 non giudei."

Tratto da "Storia criminale del cristianesimo" Vol 1 di Karlheinz Deschner.

Chi viene arrestato e portato davanti al magistrato non ha nulla da dire. Alla domanda: "Perché hai detto questo? Perché hai incitato a venir meno ai doveri sociali?" L'apostolo risponde: "Perché la fine del mondo è vicina e se le persone non si mettono in ginocchio davanti a Gesù, non saranno redente!" Che altro può dire l'apostolo che è stato mandato a predicare l'imminente fine del mondo? Un ladro direbbe: "Ho rubato il denaro perché volevo quel denaro!" Colpevole, ma non ha derubato l'altro della capacità di accumulare ancora del denaro. L'apostolo, invece, deruba l'individuo della sua anima, della sua psiche, della sua capacità di costruire e programmare la sua vita costringendolo in ginocchio, timoroso ed angosciato, nell'attesa della fine del mondo. Deruba gli uomini della loro vita in nome del suo padrone che, a sua volta, lo ha derubato della sua vita. L'apostolo, anziché chiedere giustizia al suo Gesù padrone per il torto che ha subito, ruba la vita ad altri per compiacere il suo padrone.

In compenso, la sua condanna, costituisce una testimonianza del potere di Gesù. Un potere che ha distrutto l'apostolo costringendolo a rinunciare alla sua vita per Gesù! Il magistrato ammira un servo tanto devoto. Un servo pronto a morire per la gloria del suo padrone. Una gloria che è gloria in sé in quanto manca di ogni ideale e di ogni condizione capace di costruire speranza in un diverso futuro. Un servo che muore per il proprio padrone avendo rinunciato a costruirsi degli ideali per i quali valeva la pena di morire.

 

Marghera 25.05.2007

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Liberare l'uomo dall'odio

Le istruzioni di Gesù agli apostoli

C'è qualche cosa di assolutamente malvagio in Gesù. La volontà di distruggere il divenire dell'uomo sottomettendolo ai propri deliri assolutistici. Io sono il tuo padrone, dice Gesù, in quanto figlio del dio padrone e tu uomo devi distruggere il tuo futuro perché io sono la realizzazione del tuo assoluto in questo presente. Per Gesù l'uomo è bestiame senza futuro e lui, negando il futuro dell'uomo, pretende di ergersi a salvatore dell'uomo che ha macellato per i propri deliri assolutistici.