Vangelo di Matteo 10, 16 - 18

Le istruzioni di Gesù agli apostoli

Claudio Simeoni

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Vangelo di Matteo 10, 16 - 18

 

Afferma Gesù nel vangelo di Matteo 10, 16 - 18:

"Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi;
siate adunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi però dagli uomini, perché vi trascineranno davanti ai tribunali
e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe,
e sarete condotti davanti ai Governatori e a re per cagion mia,
per dare testimonianza ad essi e ai Gentili."

Gesù manda gli apostoli a devastare le società civili. Coloro che portano la guerra nelle società civili vengono chiamati "pecore", pecore del suo gregge, coloro che subiscono l'aggressione e che da quell'aggressione dovranno difendersi, vengono definiti "lupi".

E come devono comportarsi quelle "pecore"? Agire come serpenti travestiti da colombe!

"Allora il Signore mandò contro il popolo dei serpenti infuocati il cui morso fece perire molta gente in Israele." Numeri 21, 6

Solo chi si sottomette all'aggressione dei serpenti può continuare a vivere:

""Fatti un serpente e mettilo sopra un'antenna. Chiunque sarà morso e lo guarderà, resterà in vita". Mosè fece dunque un serpente di bronzo, poi lo mise sopra un'antenna e quando un serpente mordeva qualcuno, costui guardava il serpente di bronzo e rimaneva in vita." Numeri 21, 9

Nascondere l'opera velenosa dietro l'apparenza dell'umiltà e della semplicità. Quanto è buono e umile il prete cattolico mentre violenta il bambino.

Il mondo che Gesù riesce a pensare è fatto di pecore, lupi, serpenti e colombe. Tutti soggetti che nell'immaginario di Gesù sono privi di intelligenza e volontà, ma che sprigionano una violenza che li trasforma in incubi e succubi. E Gesù si sente forte nell'esercitare la violenza nelle società civili. Si sente astuto nel violare le leggi e le norme sociali.

L'unica cosa che teme Gesù, sono gli uomini.

Chi sono gli uomini?

Sono coloro che vivono appieno e con partecipazione la vita sociale. Coloro che hanno a cuore il benessere della città e della società in cui vivono.

Non sono sottomessi come le pecore; né feroci o rapinatori come i lupi; non sono viscidi, bugiardi e subdoli, come serpenti; non sono evanescenti come colombe.

Gesù mette in guardia gli apostoli dagli uomini; da coloro che usano la loro intelligenza per il benessere della società in cui vivono e che sono in grado di scorgere il pericolo per la società che gli apostoli di Gesù stanno portando. Gli uomini non uccidono gli apostoli, non li torturano, ma li sottomettono a giudizio del magistrato. E' il magistrato che giudica. E' il magistrato che esamina la questione. E' davanti al magistrato che gli apostoli devono difendere le loro ragioni. Solo che il magistrato è sottomesso alla legge. Il magistrato deve decidere in base alle leggi della società in cui esercita la magistratura. E non può, in nessun caso, mettersi in ginocchio davanti a chi va farneticando che sta per giungere la "fine del mondo" e che loro saranno i padroni che giudicheranno.

Il magistrato, in questo caso, incarna la società civile che si oppone alle farneticazioni degli apostoli; alle richieste degli apostoli di sottomettere la società civile al loro padrone Gesù. Ed è la società civile che fa paura a Gesù; la sua intelligenza, la sua capacità di analisi, la sua tensione verso quel futuro che lui vuole distruggere.

Dice Gesù: "Proprio perché io vi ho mandati a far del male alla società civile, voi sarete condannati!" E' inutile che ci raccontiamo le barzellette: Gesù sa di far del male alla società civile per il proprio piacere di danneggiarla. Gesù sa che sarà condannato per il male che sta facendo. E qual è la condanna più comune a quei tempi? La flagellazione.

Proprio perché andate in giro a seminare terrore ed angoscia d'attesa della fine del mondo sarete, per questo, condotti davanti ai governatori e ai re. E voi sarete condannati per testimoniare che c'è davvero la fine del mondo: la fine del vostro mondo.

E quando sarete forti, dice Gesù, farete finire il mondo che si regge sulla giustizia della legge: metterete fine a quel mondo!

 

Marghera 25.05.2007

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Claudio Simeoni

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Liberare l'uomo dall'odio

Le istruzioni di Gesù agli apostoli

C'è qualche cosa di assolutamente malvagio in Gesù. La volontà di distruggere il divenire dell'uomo sottomettendolo ai propri deliri assolutistici. Io sono il tuo padrone, dice Gesù, in quanto figlio del dio padrone e tu uomo devi distruggere il tuo futuro perché io sono la realizzazione del tuo assoluto in questo presente. Per Gesù l'uomo è bestiame senza futuro e lui, negando il futuro dell'uomo, pretende di ergersi a salvatore dell'uomo che ha macellato per i propri deliri assolutistici.