Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831)

La dialettica (6^ parte)

Riflessioni sulle idee di Hegel.

di Claudio Simeoni

 

Cod. ISBN 9788891185778

Teoria della Filosofia Aperta - Volume uno

 

La filosofia della Religione Pagana.

Scrive il Bignami di filosofia (ed.1984):

1) Il processo di realizzazione del molteplice finito e di ritorno dell'idea finita , all'autocoscienza, alla radicale identità di spirito e natura, avviene attraverso la logica.

2) Non si tratta però della logica Aristotelica, che era la scienza dell'universale astratto, basata sui principii di identità e di non contraddizione. E' una logica nuova , la dialettica, che è legge del mondo e della ragione, e che si fonda sul principio di contraddizione ed ha perciò alla propria base l'opposizione.

3) La triade di Tesi-antitesi-sintesi. Infatti l'idea realizza se stessa attraverso un processo dialettico di tesi, antitesi e sintesi (sintesi degli opposti), in cui la tesi implica in opposizione l'antitesi, ma l'una e l'altra si riaffermano e trovano il loro superamento in una determinazione superiore: la concreta unità della sintesi.

4) Tipica triade dialettica è quella composta da essere, non essere e divenire: il concetto di essere implica quello di non-essere, entrambi superati dalla sintesi del divenire. La ragione perciò riunifica e sintetizza la posizione e la negazione, che sono soltanto i momenti o astrazioni di una medesima realtà.

5) E la sintesi è un ritorno alla tesi, arricchito però dell'apporto dell'antitesi: in essa "viene tolta l'opposizione tra il vero e il suo divenire".

6) Il processo dialettico è continuo, per cui la sintesi non risulta una soluzione definitiva, ma prospetta un nuovo problema in una incessante evoluzione, vivendo la tesi di una successiva triade.

7) Per dar luogo al rapporto dialettico non basta però la sola affermazione di due concetti contraddittori: occorre che i due concetti non siano contrapposti, ma legati tra loro da una mediazione, per cui l'analisi della tesi porta di per se stessa all'antitesi e infine alla sintesi.

Logico è la definizione di un processo attraverso il quale si produce un effetto, non è il processo in sé. Logico è quel processo che segue una sequenza lineare all'interno del pensato della ragione. La sua logicità non è un elemento in sé, ma è quanto una cultura può logicamente dedurre del processo che produce il fenomeno considerato. Quanto è fuori del pensato della ragione non può essere logico e il concetto attraverso il quale viene pescata l'idea e immessa nel pensato della ragione è tutto fuorché logico. Logico è l'articolazione dell'idea all'interno del pensato della ragione, non il giungere dell'idea alla ragione. Spesso si usa il termine “illuminazione” per definire il nuovo che giunge alla ragione costringendo la ragione a fagocitare il nuovo fenomeno e a rimodularsi per comprenderlo nel suo descritto.

Se per realizzazione del molteplice finito intendiamo lo sviluppo dell'individuo nel suo processo di sviluppo per diventare eterno, l'idea, come strumento per lo sviluppo della propria coscienza, non è un processo logico in quanto non obbedisce a nessuna legge oggettiva o razionale, ma appartiene al variabile soggettivo dell'essere stesso.

Il termine logica è un termine astratto atto ad indicare il movimento degli elementi all'interno del pensato della ragione, non all'estensione dell'essere all'interno del reale oltre il pensato della ragione. Hegel coglie una nota dissonante nell'uso dei termini e tenta di indicarne i significati ampliandoli. Ma non è possibile fare questo in quanto non si amplia il significato del termine bensì si riduce e si sminuisce l’azione e gli effetti dell'essere cui quel termine si riferisce.

Il termine logica non è adatto a definire i processi dialettici attraverso i quali gli individui fondano il proprio divenire. Una volta costruito o manifestato un futuro, che per gli esseri diventa il loro presente, può essere fatta una ricerca in cui, individuando le cause che hanno concorso a formare quel presente, l’individuo individua un percorso logico, razionale, per cui quel presente si è manifestato. Per processi logici si intendono processi predeterminati o predeterminabili, mentre i processi di sviluppo dell'individuo, in relazione col circostante e in funzione della sua capacità di forgiare la propria attenzione, non possono essere né predeterminati né previsti all'interno di sequenze logiche in quanto, l'essere, per sviluppare le relazioni, deve spesso uscire dagli ambiti del pensato della ragione per ritornarvi riportando idee e relazioni con le quali arricchire se stesso.

E' come l'artigiano che desidera fabbricare nuove forme. Egli prova e riprova, attinge dalla propria esperienza, ma non sa esattamente dove i suoi esperimenti lo porteranno. Quando incontra qualche cosa di utile lo riporta nel proprio lavoro e sia questo, che i processi per ottenerlo, semplificati, specializzati e migliorati, entrano a far parte del suo normale lavoro. Così è anche per il fare degli Esseri. Non si può sapere qual è la relazione che incontreranno o sulla quale si soffermeranno. Non si può sapere da dove costoro attingeranno ricchezza se non dopo, quando riporteranno nell'ambito del pensato della ragione quanto hanno attinto fuori del pensato della ragione. L'articolazione, di quanto hanno riportato, diventa logica, ma solo all'interno e combinandosi con gli altri elementi del pensato stesso.

La dialettica è legge universale, è legge di relazione degli elementi dell'esistente e del processo attraverso il quale avviene l'arricchimento degli elementi che concorrono. La dialettica è il meccanismo attraverso il quale si forma il divenire. Gli esseri si relazionano con l'esistente e dall'esistente, mediante le relazioni, ricavano le modificazioni attraverso le quali fondare la propria libertà e il proprio futuro. L'esistente si arricchisce dell’azione con cui gli esseri riversano nel mondo i loro desideri, le loro passioni, pe loro partecipazioni. Attraverso quelle azioni i soggetti e il mondo si arricchiscono fondando il proprio futuro. Ogni elemento dell'esistente, ogni volta che si relaziona con un altro elemento dell'esistente, non è più quello di prima. E' lo stesso ma modificato dalla relazione (quantità, qualità) con la quale è venuto a contatto. Senza la relazione, senza la dialettica c'è la stasi, la morte, il nulla.

Attraverso la dialettica è la Coscienza che realizza se stessa in un processo continuo di relazioni; di sfide all'interno dell'esistente.

Ogni soluzione di una relazione dialettica apre a nuovi aspetti e a nuove possibilità di relazioni col e nel mondo. Non esiste un momento in cui la relazione cessa. ogni soggetto cerca affannosamente le relazioni e quando qualcuno appare stanco, altri soggetti cercano la relazione con lui. anche per trasformarlo in preda. La fine delle relazioni nel mondo c’è solo con la morte del corpo fisico in cui cessano le relazioni nella Natura, ma continuano su un diverso piano fino all’infinito dei mutamenti.

La soluzione di una relazione indica l'inizio di una nuova relazione che necessita di soluzione. Queste relazioni continue sono le CONTRADDIZIONI.

I concetti filosofici e intellettuali sono sempre delle relazioni e come tali sono sempre in perenne contraddizione e conflitto fra soggetti che misurano sé stessi modificandosi. Le relazioni sono sempre contrapposizione. Sempre e comunque, anche se non sempre la soluzione implica l'annientamento di un aspetto della contraddizione. La relazione è relazione dialettica nella misura in cui la relazione implica arricchimento di tutti gli elementi concorrenti alla formazione della contraddizione. E' soluzione unidirezionale qualora l'arricchimento e il vantaggio va in una sola direzione a discapito del divenire dell'altra parte. Di questo se né già trattato in altra parte.

Un aspetto è da sottolineare. La logica della ragione parte dalla sintesi per scomporla in tesi ed antitesi. La ragione non è in grado di partire dalla tesi, relazionarsi con l'antitesi e formare la sintesi. Tesi è la necessità del soggetto, antitesi quanto a tale necessità si contrappone relazionandosi, la soluzione è la sintesi quale soluzione delle necessità del soggetto. La ragione, da questo momento, dispone della sintesi come elemento del proprio pensato, ma la ragione non è in grado di mettere a fuoco la tesi e l'antitesi prima che la relazione si produca. Attraverso il bagaglio dell'esperienza la ragione acquista un ragguardevole numero di dati da cui attingere, ma tesi e antitesi, in riferimento a quei dati, è solo ripetizione del già vissuto. La ragione obbedisce alla necessità di mangiare, dunque tesi e antitesi sono già parte della sua sperimentazione. Quando si tratta di pescare in qualche cosa di assolutamente nuovo la necessità del soggetto è impellente e spinge, ma la ragione la percepisce come una vaga sensazione. Anche l'opposizione alla necessità non viene messa a fuoco dalla ragione. Solo l’azione dell’essere che veicola le proprie necessità risolvendo, attraverso l’azione, l’insorgenza del bisogno e la ricerca della sua soddisfazione, permette alla ragione, partendo dalla soluzione data (sintesi), di individuare la tesi (quale bisogno dell’individuo) e l’antitesi (quale possibilità di veicolazione del bisogno e soddisfazione del medesimo) dell'individuo che, mettendo fine alla necessità espressa, introduce nella ragione l'idea attraverso la quale egli ha obbedito alla necessità. La ragione a questo punto scompone, attraverso il pensato, la soluzione risalendo al problema. Il processo della ragione va dalla soluzione del problema all'enunciazione del problema stesso. E’ il corpo che risolve il problema prima che la ragione lo possa descrivere. La ragione può solo ripetere la soluzione in situazioni diverse, ma non produce il nuovo.

I processi del pensato della ragione vanno dalla sintesi alla tesi e all'antitesi; l’individuo, attraverso la sua struttura pulsionale e il suo corpo è tesi che affronta l’antitesi come mondo nel quale si adatta trovando le soluzioni nella modificazione di sé stesso e del mondo intervenuto nella relazione. E' il singolo essere della Natura, qualunque sia la sua specie a determinare lo sviluppo della propria Coscienza attraverso la relazione con l'oggettività non la propria ragione che di questo sviluppo si limita a registrare, quanto l’individuo risolve mediante il corpo, traducendolo in parole attraverso il pensato.

Nello sviluppo del sistema della dialettica trattata dalla filosofia osserviamo quattro momenti fondamentali. La dialettica aristotelica che è la dialettica del discorso. Una dialettica in cui le contraddizioni sono conchiuse nel discorso e nella parola. La dialettica hegeliana che è la dialettica delle idee, del pensato della ragione. Le idee sorgono per analisi e per relazione nella mente dell’individuo pensante. La dialettica marxista in cui tutto il mondo, la vita, le specie, gli esseri emergono per relazioni fra soggetti e il mondo e lo stesso divenire delle specie che altro non è che il prodotto di relazioni dialettiche che fondano il futuro. La dialettica della religione pagana che riporta il presente al Mito pre filosofico in cui la relazione dialettica è determinata dalle relazioni fra gli Dèi in cui la relazione non è fra soggettività ed oggettività, ma fra le infinite soggettività agenti nel mondo e in cui la “soluzione della relazione” è il soggetto agente che chiama i soggetti alla relazione. Un sistema di pensiero in cui i soggetti, chiamati dalla “soluzione della relazione” alla relazione, sono essi stessi Dèi che entrano in relazione mediante il desiderio e l’aspirazione al raggiungimento delle modificazioni soggettive che la “soluzione della relazione” prospetta.

 

Teoria della Filosofia Aperta - Volume uno

 

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Nel 1995 (mese più, mese meno) mi sono posto questa domanda: se io dovessi confrontarmi con i filosofi e il pensiero degli ultimi secoli, quali obiezioni e quali argomenti porterei? Parlare dei filosofi degli ultimi secoli, significa prendere una mole di materiale immenso. Allora ho pensato: "Potrei prendere la sintesi delle loro principali idee, per come hanno argomentato e argomentare su come io mi porrei davanti a quelle idee." Presi il Bignami di filosofia per licei classici, il terzo volume, e mi passai filosofo per filosofo e idea per idea. Non è certo un lavoro accademico né ha pretese di confutazione filosofica, però mi ha permesso di sciacquare molte idee generate dalla percezione alterata nel fiume del pensiero umano.

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Marghera, 28 aprile 2012

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell’Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La Teoria della Filosofia Aperta

Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.