Della guerra
Le parti in causa

Seconda parte

di Claudio Simeoni

Discorsi sulla guerra

Della guerra

Se prendete un albero buono, anche i suoi frutti saranno buoni; se prendete un albero cattivo, anche i suoi frutti saranno cattivi: perché è dai frutti che si conosce la qualità dell'albero. E voi, razza di vipere, come potete dire cose buone se siete cattivi? Ciascuno infatti esprime con la bocca quel che ha nel cuore. L'uomo buono ha con sé un tesoro di bene, dal quale tira fuori cose buone; l'uomo cattivo ha in sé un tesoro di male, dal quale tira fuori cose cattive. 'Vi assicuro che nel giorno del giudizio tutti dovranno render conto di ogni parola inutile che hanno detto: perché saranno le vostre parole che vi porteranno a essere condannati o a essere riconosciuti innocenti'.

Vangelo di Matteo 12, 33 - 37

I termini della guerra sono definiti da Gesù, come in questo Vangelo di Matteo 12, 33 – 37. Sono due parti in conflitto. Una parte è debole, gli aggrediti, quelli che Gesù definisce i cattivi. Cattivi in sé. Proprio perché sono cattivi in sé non possono fare altro che cose cattive.

Secondo Gesù sono una "razza di vipere" che non possono dire o fare "cose buone" proprio perché sono una razza di vipere e, pertanto, se dicono "cose buone" vanno interpretate come "cose malvage" in quanto sono solo una "razza di vipere".

Questa è l'essenza della guerra in quanto, le "vipere come razza" vanno sterminate ed essendo "vipere" non si può raggiungere con loro nessun accordo, nessuna tregua.

Dice Cesare Lombroso:

"Questo predominio del delitto in alcuni paesi è certo dipendente dalla razza, come per alcuni ci è rivelato dalla storia."

Cesare Lombroso, L'uomo Delinquente, V edizione 1897, ristampata da Bompiani, 2013, p. 1274 (o 1275)

E' Gesù che induce il modo di pensare che porta alla guerra e allo sterminio. Imposto nell'infanzia come modello di predominio di razza, diventa il modello entro il quale vengono veicolate le emozioni dell'individuo. Un giudizio razzista da cui l'individuo non può sottrarsi, ma solo sfumare nelle sue espressioni più totalizzanti quando lui, personalmente, non è coinvolto dalla contraddizione che risolverebbe in termini di sterminio di "razza", di "etnia" o di "religione". L'altro è sempre una "razza di vipere" che va sterminata, ma non sempre il razzista ha forza sufficiente per sterminare la "razza di vipere".

Gesù conclude dicendo:

"'Vi assicuro che nel giorno in cui costruiremo i campi di sterminio tutti dovranno render conto di ogni parola inutile che hanno detto: perché saranno le vostre parole che vi porteranno a essere condannati a morte e bruciati o a essere riconosciuti come nostri complici e alleati"

Gesù continua il discorso che portò allo sterminio degli abitanti di Sodoma e Gomorra quando il Dio degli ebrei affermò:

"Disse allora il Signore: «Il grido contro Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!"

Genesi 18, 20 – 21

Come nella Genesi il Dio degli ebrei dice all'altro "razza di vipere", così Gesù lo ribadisce e la soluzione finale di Hitler con i suoi campi di sterminio fu la logica conseguenza. Solo che al giorno d'oggi è scemata l'urgenza del genocidio e si preferisce praticare lo stesso sterminio hitleriano annacquandolo nel tempo in modo che il campo di sterminio costruito abbia confini più sfumati e le ragioni del genocidio vengano propagandate con più forza che non la dichiarazione di Gesù del " razza di vipere, come potete dire cose buone se siete cattivi". Così la dichiarazione di Gesù diventa commedia, rappresentazione della "malvagità" del nemico da annientare giorno dopo giorno, un po' al giorno, riducendolo all'impotenza dopo averlo isolato dalla sensibilità del mondo e privato della dignità.

Marghera, 23 marzo 2022

 

Della guerra

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

 

 

Ultima formattazione 07 ottobre 2021

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