Charles Robert Darwin (1809 - 1882)

L'uomo nella selezione delle specie

Riflessioni sulle idee di Darwin.

di Claudio Simeoni

 

Cod. ISBN 9788891185778

Teoria della Filosofia Aperta - Volume uno

 

Scrive il Bignami di filosofia (ed.1984):

1) Anche l'uomo "è regolato dalla stessa legge" dell'evoluzione della specie: nulla impedisce che discenda da specie inferiori.

2) Tra l'uomo e i mammiferi superiori, per quanto concerne le facoltà intellettive, non esistono differenze qualitative, ma solo quantitative, cioè di grado.

3) Anche la maggior differenza esistente tra l'uomo e gli animali, cioè la conoscenza o sentimento morale, trova la sua origine, secondo Darwin, nell'istinto di solidarietà e cooperazione che è presente anche negli animali, e che è un fattore utile alla lotta per l'esistenza.

Darwin scopre che la specie umana è una specie della Natura.

Questa sua scoperta si scontra con le certezze di fede, accettate come verità, della bibbia di ebrei e cristiani.

La bibbia è un manuale per manipolare mentalmente le persone. Privare le persone della loro capacità critica in funzione dell'accettazione della verità del dio padrone e di Gesù. Impedire all'uomo di sviluppare il dio che cresce dentro di lui per trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso.

La verità del dio padrone e di Gesù si reggono sulla violenza con cui viene impedita alle persone l'analisi critica delle affermazioni. La violenza con la quale i cristiani impongono la fede viene giustificata con la violenza del loro dio padrone che pretende di trasformare le persone in oggetti di possesso e in soggetti privi di diritti.

Quando Darwin scopre che l'uomo altro non è che una delle tante specie della natura e non il soggetto creato ad immagine e somiglianza del dio padrone della bibbia, ha scoperto che il dio della bibbia ha mentito. Significa che l'intera bibbia è una menzogna e non quella verità letterale che fino ad allora era stata spacciata (già altre persone ne avevano contestato aspetti, ma erano contestazioni rare in quanto, fino a Lutero, la bibbia non poteva essere letta dalle persone che dovevano ascoltarla attraverso la bocca del prete).

Il dio padrone della bibbia non aveva creato l'uomo a sua immagine e somiglianza, ma l'uomo, comunque interpretato, era una specie divenuta per trasformazione da altre specie nella natura.

Nella gerarchia creazionista di Darwin, esistevano specie della natura superiori e specie della natura inferiori. Il creazionismo colloca l'uomo come la specie creata ad immagine e somiglianza del dio padrone e, dunque, per Darwin, era la specie superiore per eccellenza. Come specie superiore, era una trasformazione di una specie inferiore.

Il termine inferiori e superiori è un termine attraverso il quale si impone una scala gerarchica nella trasformazione delle specie. La forma e l'adattamento costituiscono la base per la sopravvivenza fisica della specie, ma la Coscienza e la volontà sono determinanti per condurre la specie ad accumulare maggiori quantità di coscienza e consapevolezza per trovarsi nelle migliori condizioni alla morte del corpo fisico e alla nascita dell'Essere Luminoso.

Dal punto di vista religioso, Darwin dimostrava, volenti o nolenti, che come non esisteva nessun dio creatore per l'uomo, così non esisteva nemmeno quella "promessa" della resurrezione dei corpi o del paradiso-inferno dopo la morte del corpo fisico. Come il dio padrone non ha creato l'uomo, perché l'uomo è divenuto come trasformazione delle specie della Natura, così non poteva esistere un sistema inferno-paradiso per ogni specie della Natura. Non esiste la resurrezione della carne per ogni specie della Natura. La bibbia ha mentito. Il dio degli ebrei e dei cristiani ha mentito.

Il sistema religioso occidentale va in crisi. Da qui, i manipolati mentali dalla religione cristiana ed ebrea mediante la bibbia, iniziano una campagna di aggressione e denigrazione nei confronti di Darwin. Non si dimostra che le scoperte di Darwin sono false, ma si denigra Darwin affinché i manipolati mentali, mediante la bibbia, continuino a "credere, obbedire e combattere" anziché analizzare la qualità e la realtà su cui si articola le loro credenze religiose.

Il problema è di natura religiosa.

Se fosse "vero" che l'uomo è creato dal dio padrone, necessariamente sarebbe "vera" o "sommamente probabile" che la promessa di Gesù dopo la morte come il paradiso e la resurrezione della carne siano "vere". Se è vero che l'Essere Umano è divenuto come trasformazione delle specie nella natura, è la trasformazione nella natura la chiave per comprendere la relazione fra l'uomo e la morte del corpo fisico. Le specie si diversificano perché i soggetti delle specie praticano la loro volontà di adattamento soggettivo nelle variabili oggettive che il mondo, o l'azione di altre specie, presentano. Dunque, praticare la volontà di adattamento soggettivo all'interno della propria vita è l'unico atto creativo che i singoli individui, di ogni specie, possono fare. Se l'esercizio della propria volontà nell'oggettività in cui si è nati è l'unico atto creativo capace di diversificare le specie e costruire un futuro possibile, l'esercizio della volontà nel quotidiano è l'unica pratica che conosciamo che non solo trasforma il singolo individuo, di qualunque specie, nel mondo, ma costruisce il proprio corpo luminoso dell'individuo trasformando la morte di ogni soggetto della Natura nella possibile nascita di un corpo luminoso capace di sostenere la coscienza del soggetto che lo ha costruito.

Può costruirlo o non costruirlo. Può partorire il proprio corpo luminoso alla morte del corpo fisico o può abortire il proprio corpo luminoso qualora rinunci alla propria volontà d'esistenza dalla quale le condizioni oggettive potrebbero originare la diversificazione di una specie. La rinuncia alla volontà d'esistenza, la fa solo l'Essere Umano quando viene sottomesso al dio padrone e costretto ad attendere la provvidenza divina. In quest'ottica, si comprende quanto sia criminale il dio padrone della bibbia quando afferma:

"Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi avendo la conoscenza del bene e del male, facciamo ora che non colga dall'albero della vita per mangiarne e vivere in eterno."

Darwin non ignora che la specie umana, essendo una delle specie della Natura, non ha delle prerogative morali, etiche, di sentimenti o di ricerca della felicità. La specie umana non ha il monopolio dell'intelligenza fra le specie della Natura. La specie umana ha le sue peculiarità, come ogni altra specie della Natura, ma queste non sono di grado superiore alle altre specie. Sono diverse. Oggi sappiamo che le piante parlano mediante messaggi chimici e altre forme di linguaggio. E' il loro linguaggio, non il nostro. Ma sono in possesso di un linguaggio. Sappiamo che gli animali di molte specie hanno forme di organizzazione sociale. E' la loro organizzazione sociale, non la nostra. Ma è un'organizzazione sociale. Sappiamo che gli animali si innamorano, amano, odiano ed esultano. Non è il nostro modo, è il loro, ma amano, odiano ed esultano.

E' la bibbia che ha mentito. Darwin ha fatto delle scoperte. Queste scoperte le ha interpretate con le categorie creazioniste e non ha osato usare le sue scoperte contro la bibbia di ebrei e cristiani, ma ebrei e cristiani non si sono fatti scrupoli di usare le loro farneticazioni per insultarlo.

 

Teoria della Filosofia Aperta - Volume uno

 

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Marghera, 11 agosto 2012

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell’Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La Teoria della Filosofia Aperta

Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.