Claude-Henry de Rouvroy conte di Saint-Simon (1760 - 1825)

Il socialismo utopistico.

Riflessioni sulle sue idee

di Claudio Simeoni

 

Cod. ISBN 9788891185778

Teoria della Filosofia Aperta - Volume uno

 

La filosofia della Religione Pagana.

Scrive il Bignami di filosofia (ed.1984):

1) afferma "l'organizzazione sociale deve avere per oggetto unico e permanente di applicare nel modo migliore, per il soddisfacimento dei bisogni dell'uomo, le conoscenze acquistate nelle scienze, nelle arti e nei mestieri"

2) I ricchi, oziosi e i militari governano attualmente la società, ma i gruppi produttivi, e in particolare la classe industriale, prenderanno il sopravvento per l'inevitabile progresso dell'umanità, costruendo una società nuova e pianificata.

3) Nascerà allora una nuova gerarchia: "Gli industriali si costituiranno come la prima classe della società; faranno le leggi, stabiliranno il rango che le altre classi devono occupare", secondo i servizi che renderanno all'industria.

4) La classe industriale assumerà il primato perché è la più numerosa, povera e produttiva. Tuttavia Saint-Simon non distingue tra capitalisti e lavoratori salariati: pensa anzi che i primi abbiano gli stessi interessi dei secondi e ne siano i capi naturali. Nel suo pensiero non vi è ombra di democrazia né di contrasto di interessi e lotta di classe.

5) La storia è un susseguirsi di periodi "critici", o di transizione, come quello attuale, e di periodi "organici", che si reggono su principi ben saldi, come quello che si instaurerà con l'avvento al potere degli industriali.

6) In questo quadro Saint-Simon insiste sulla necessità della fede in un dio immanente nella storia, di una religione che si affianchi alla tecnica nella guida dell'umanità sulla via del progresso.

La nuova società avanza. La rivoluzione americana e la rivoluzione francese pongono nuovi problemi. Problemi di organizzazione sociale.

Questi problemi di organizzazione sociale vengono "risolti" dal liberalismo per reintrodurre la schiavitù sociale con altri e diversi mezzi in accordo con la chiesa cattolica e con il cristianesimo. Anche gli schiavi tendono ad immaginare altri e diversi mezzi con cui riorganizzare la società civile. Uno di questi è Sait-Simmons che, partecipando alla rivoluzione americana prima e assistendo alla rivoluzione francese poi, percepisce come la società sia retta da "fannulloni" e "parassiti" molto preoccupati a tenere le proprie posizioni di rendita piuttosto che favorire il progresso sociale.

L'idea di Rouvroy conte di Saint-Simon è quella di ricostruire una specie di città di dio. Una specie di Repubblica di Platone in cui a governare era la parte economicamente e socialmente attiva della società. Rouvroy conte di Saint-Simon vedeva banchieri e industriali a capo della società presupponendo che gli imprenditori avessero interesse in una società in cui le tensioni dell'impresa fossero al centro dell'attenzione dei cittadini. Se si considera che Rouvroy conte di Saint-Simon sviluppava l'idea partendo da una società aristocratico-nobiliare che prosperava su un tipo di parassitismo tutto teso al saccheggio sociale che trasformava i produttori in schiavi, si può capire come, nella sua elaborazione non avesse la prospettiva di una società ridotta al servaggio di imprenditori e costretta alla ciclicità della crisi economica per favorire il controllo economico da parte delle banche. Non aveva idea del genocidio, mediante le condizioni di lavoro e le malattie professionali, oltre che il saccheggio del territorio, che gli imprenditori avrebbero messo in atto per salvaguardare i loro profitti.

L'individuo educato nel creazionismo ad opera di un dio padrone agisce per modificare un presente in cui coglie delle sofferenze sociali, ma non è in grado di cogliere le sofferenze che la modificazione che introduce nella società è in grado di provocare. Rouvroy conte di Saint-Simon non coglie la contrapposizione degli interessi esistenziali fra industriali e operai, fra banchieri e industriali. Per Rouvroy conte di Saint-Simon tutto si basa su un comportamento etico all'interno del grande piano del dio padrone. Un dio padrone immanente che regola i cicli della storia e la religione del dio padrone che affianchi la scienza nel progresso dell'umanità.

Il progetto di Rouvroy conte di Saint-Simon si introduce nella storia dell'umanità come una specie di setta segreta che, formatasi nell'Ecole Polytechnique, porterà il gruppo a rivolgersi ad oriente accentuando l'aspetto mistico e scientifico.

Rouvroy conte di Saint-Simon appare come un aristocratico che cerca delle soluzioni al conflitto sociale in corso riprendendo le esperienze della Repubblica di Platone e della Città di dio di Agostino applicata al momento storico della distruzione della monarchia e dell'esigenza, in quanto cristiano, di un nuovo ordine da attribuire all'attività del dio padrone.

Le idee di Rouvroy conte di Saint-Simon le vedremo applicate nel reaganismo, nel Tackerismo e nel berlusconismo con la conseguente crisi delle strutture economiche occidentali ancor oggi in atto.

 

Teoria della Filosofia Aperta - Volume uno

 

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Nel 1995 (mese più, mese meno) mi sono posto questa domanda: se io dovessi confrontarmi con i filosofi e il pensiero degli ultimi secoli, quali obiezioni e quali argomenti porterei? Parlare dei filosofi degli ultimi secoli, significa prendere una mole di materiale immenso. Allora ho pensato: "Potrei prendere la sintesi delle loro principali idee, per come hanno argomentato e argomentare su come io mi porrei davanti a quelle idee." Presi il Bignami di filosofia per licei classici, il terzo volume, e mi passai filosofo per filosofo e idea per idea. Non è certo un lavoro accademico né ha pretese di confutazione filosofica, però mi ha permesso di sciacquare molte idee generate dalla percezione alterata nel fiume del pensiero umano.

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Marghera, 07 agosto 2012

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell’Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La Teoria della Filosofia Aperta

Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.