Cassandra

Il potere della conoscenza

di Claudio Simeoni

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Cassandra

Quando Cassandra afferma che il cavallo dei greci è pieno di soldati, trasmette ai troiani la sua conoscenza della realtà sotto forma di informazione. Una informazione che non viene trasformata dai troiani in Conoscenza perché essi non vogliono che la realtà sia quella comunicata da Cassandra. Vogliono "credere" in una diversa realtà. Una diversa realtà che appare alle loro emozioni come un sollievo per le grandi fatiche della guerra. La fine del mondo, la fine del presente di guerra; è un desiderio talmente forte da fermare ogni verifica delle informazioni fornite da Cassandra.

Non si verifica, non si analizza, ciò che Cassandra dice: la si ignora!

Il mito di Cassandra è uno di quei miti che ci giungono passando fra le pieghe della tragedia. La tragedia di chi conosce la realtà in cui si vive, ma non è in grado di comunicarla perché quella realtà non è percepita nello stesso modo dalle persone che si amano.

Di Cassandra, Apollodoro nella sua Biblioteca, ci dice:

"Cassandra. A quest'ultima Apollo, che desiderava possederla, promise di insegnare la mantica; lei imparò l'arte ma non voleva unirsi a lui. Allora Apollo privò di credibilità i suoi vaticini."

Tutto qua.

Omero, pur accennando a Cassandra, non parla dei suoi vaticini.

Nell'Epitome Cassandra appare nel 5,17:

"Cassandra e con lei anche l'indovino Laocoonte, sosteneva che il cavallo era pieno di guerrieri armati, e allora alcuni volevano bruciarlo, altri gettarlo in un burrone. Ma i più ritennero di doverlo risparmiare come offerta votiva: si rivolsero allora ai sacrifici e ai banchetti. E Apollo invia loro un segno: dalle isole vicine giungono attraverso il mare due serpenti che divorano i figli di Laocoonte."

Sempre nell'Epitome si dice al 5,22:

"Aiace di Locrese vede Cassandra abbracciata alla statua di Athena e la violenta; per questo l'immagine della Dea rivolge gli occhi verso il cielo.[L'epilogo è nell'Epitome 6, 25 dove di dice: "Distrutta troia i Greci si accingevano a salpare, ma li trattenne Calcante il quale diceva che Atena era addirata con loro a causa dell'atto empio di Aiace. E loro stavano per uccidere Aiace, ma lui si rifugiò presso un altare e allora lo risparmiarono.]"

Sempre nell'Epitome al 5,25 si dice:

"Distrutta troia, i greci si accinsero a salpare, ma li trattenne Calcante il quale diceva che Atena era adirata con loro a causa dell'atto empio di Aiace. E loro stavano per uccidere Aiace, ma lui si rifugiò presso un altare e allora lo risparmiarono."

Infine, in Epitome 6,23 si conclude:

"Agamennone, tornato a Micene con Cassandra, viene ucciso da Egisto e da Clitennestra. Gli danno una tunica che non ha aperture per le mani e per il collo e mentre la indossa, viene ucciso. Egisto diventa re di Micene. Uccidono anche Cassandra."

Poi, i poeti della tragedia greca, inseriscono il mito di Cassandra nelle loro opere come l'Agamennone di Eschilo, l'Alessandra di Licofrone (Cassandra era chiamata anche Alessandra) e ne parla anche Pausania citando la presenza di due statue.

La prima cosa che dobbiamo chiarire è in che cosa consisteva il patto fra Apollo e Cassandra. Apollo è il principio maschile della vita. Apollo rappresenta, nei confronti di Cassandra, la vita che si trasforma per effetto dell'azione maschile. La vita è il femminile. Il femminile nella sua eterna presenza generatrice. Il femminile è statico, conserva il presente, anche nelle tempeste della vita. Il femminile protegge il futuro anche quando il presente lo annienta. Il maschile varia il presente. Il maschile è la perturbazione della stasi che porta il femminile ad un salto qualitativo sul quale, il femminile, fissa un nuovo presente.

L'idea di Cassandra è abbastanza semplice: conoscendo la mantica, il femminile non deve più adattarsi alle perturbazioni imposte dal maschile, ma può guidare le scelte verso il futuro. Può variare il presente senza le forti perturbazioni delle contraddizioni imposte dal maschile al femminile. L'idea di Cassandra è semplice e razionale. L'idea razionale funziona solo in un ambito ristretto. Un ambito in cui tutte le variabili siano conosciute (o almeno la maggior parte). Cassandra, nella sua idea, ha ignorato la vita. La mantica, insegnata da Apollo, mette Cassandra in relazione empatica con la realtà fattiva del mondo e il suo potere personale gli permette di selezionare il possibile futuro fra le infinite possibilità contenute nel presente.

In questo suo ragionamento Cassandra ignora Apollo: il presente varia perché gli Esseri Umani progettano. E proprio perché progettano, il presente varia e si modifica. Le modificazioni introdotte nel presente sono il frutto delle scelte degli Esseri Umani in quel presente i quali, mediante le loro azioni, introducono nel presente le variabili, come manifestazione della loro conoscenza, del loro conoscere, quale prodotto ultimo del loro "desiderio di realtà". Se la realtà è ciò che oggettivamente è; l'Essere Umano si relazione con la realtà per ciò che desidera che la realtà sia. Conoscere la realtà per ciò che è, non significa poter dimostrare la realtà in sé a chi vuole, invece, che la realtà sia ciò che egli immagina e che soddisfa il suo desiderio.

La realtà in sé passa attraverso i desideri di uomini e donne. Senza il desiderio di uomini e donne la realtà non è. Non perché la realtà non sia in sé, ma perché per noi la realtà non è se non per quanto desideriamo in essa. E se la realtà non è se non per quanto desideriamo in essa, le modificazioni della realtà sono possibili mediante le strategie che il desiderare attiva nelle persone.

Cassandra vuole annientare i greci che stanno nel cavallo, ma per i troiani, nel cavallo non ci sono i greci. Essi desiderano che i greci non ci siano. Il loro desiderio è la pace. Mentre Cassandra li sprona verso un futuro, essi accettano il futuro che desiderano: la pace. Quel futuro non si rivelerà nei desideri dei troiani, ma si rivelerà nei desideri dei greci. La pace, come oggetto desiderato dai troiani, trionferà. Non come Cassandra desiderava, ma come oggetto in sé.

Cassandra non si è congiunta con Apollo: non ha limitato la realtà percepita al desiderio.

Per questo motivo non riesce a parlare ai desideri dei troiani: Cassandra è incompleta!

Conoscere il futuro è proprio del femminile; selezionare il futuro in base agli intenti (i desideri) nel presente, è proprio del maschile. La vita si dispiega nel mutamento. La conoscenza assoluta del futuro blocca il mutamento; la selezione della conoscenza, spinta dal desiderio, crea la contraddizione che spinge al mutamento: al futuro! Questo vale anche per la realtà presente: la conoscenza assoluta della realtà presente porta i soggetti a bloccarsi nelle trasformazioni in quanto, ad ogni trasformazione, la realtà presente non è più conosciuta. L'agire nel presente è sempre in funzione del futuro, ma non in funzione di un futuro dato, ma in funzione di un futuro possibile: di un futuro desiderato.

Cassandra non desidera un futuro. Non lo può fare perché ha ucciso il proprio desiderio quando non si è congiunta con Apollo. Non ha desideri propri in un mondo sociale fatto di desideri. Non può provare le sensazioni emotive del desiderare. Non può avere desideri simili ai desideri che permeano la sua società. Non vive le stesse passioni e le stesse aspettative della sua società. Non può spingere i suoi simili a desiderare qualche cosa di diverso da un desiderio di pace che inizia e si chiude su sé stesso. Se lei avesse desiderato, avrebbe potuto spingere i suoi concittadini a desiderare qualche cosa di diverso. Il suo desiderare, il suo desiderio, veicolato nella sua società, poteva spingere a considerare il cavallo in una diversa dimensione desiderata. Cassandra, invece, subisce il futuro perché ha rinunciato al desiderio. Gli abitanti di Troia subiscono a loro volta il loro desiderio di pace. E la otterranno. Una pace eterna perché una cosa è desiderare e un'altra cosa è progettare la soddisfazione del proprio desiderio.

Non essendosi congiunta ad Apollo, non desiderando, Cassandra è cieca davanti ai desideri dei troiani. Non è in grado di stimolare desideri diversi. Non è in grado di introdurre la variabile perturbante maschile per cui il desiderio va soddisfatto progettando il presente. Chi non desidera non comprende chi desidera. Il turbinio delle emozioni, portato dal desiderio, è la fonte della conoscenza interiore in quanto spinge l'individuo alle relazioni con il mondo. Quando l'individuo ha paura delle relazioni con il mondo, teme il mutamento, deve fermare il desiderio. Cassandra ha fermato il desiderio e, pertanto, ha fermato anche la sua conoscenza che si è trasformata in pura informazione di un possibile, ma non desiderato, futuro.

Che cos'è, dunque, la conoscenza di Cassadra?

E' una separazione di Cassandra dalla vita per aderire al modello della realtà oggettiva: razionale. Una realtà intesa come descrizione del presente. Cassandra si separa dalla società, non è più in grado di parlare agli uomini, perché il suo mondo non è più quello della vita, ma quello della razionalità alienata. Cosa gli offriva Apollo col rapporto amoroso? L'interazione. L'interazione del suo potere di conoscere con le necessità di trasformazione che i desideri nel presente manifestavano. Apollo offriva interazione fra conoscenza emotiva e ragione: Cassandra ha rifiutato la conoscenza emotiva.

Così il conoscere di Cassandra muore con Cassandra. La ragione dilatata dalla mantica di Cassandra rimane, pur sempre, ragione che cessa di esistere con la vita fisica. Cassandra muore descrivendo ad altri il loro futuro che lei subisce passivamente. Gli altri agiscono. Gli altri forgiano il loro futuro perché desiderano e, in quel futuro, c'è il suo futuro di morte.

Rifiutando Apollo, Cassandra, ha rinunciato a vivere!

Marghera, 31 marzo 2009

           

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Claudio Simeoni

Meccanico

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Guardiano dell'Anticristo

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La Stregoneria procede nel mondo per analisi della realtà in cui gli Esseri Umani vivono. Il cristianesimo procede per verità ontologiche da imporre con la violenza alle persone. Quando la verità imposta dal cristianesimo é inadeguata, il cristianesimo procede applicando alla parola immutabile del suo dio padrone il desiderio di dominio come espressione della malattia di delirio narcisistico di dominio dell'uomo sull'uomo.