Michail Aleksandrovic Bakunin – 1814 -1876

Gli anarchici e Gesù

Riflessioni sulle idee di Bakunin.

di Claudio Simeoni

 

Cod. ISBN 9788891185808

Teoria della Filosofia Aperta - Volume tre

 

Le cause del fallimento dell'ideologia anarchica

Quali vangeli ha letto Bakunin?

Il fedele cristiano, stuprato nella psiche perché creda nell'esistenza di Gesù, vive di fantasie alimentate dalla fede e non si chiede se ciò in cui crede è, o meno, un inganno. L'inganno consiste nel credere che il credere sia innocuo. L'inganno consiste nel credere che avere fede non sia un danno alla struttura fisica, psichica ed esistenziale dell'uomo.

Il credere viene ridotto alla dimensione psichica del proprio vivibile. Si crede in qualche cosa e si eliminano gli angoli più aspri del credere, ma la psiche rimane sempre violentata e prigioniera di quel credere che limita il dispiegarsi della consapevolezza dell'uomo nell'immenso; una coscienza ed una consapevolezza circoscritta in una prigione dalle sbarre del credere.

In questa prigione l'uomo che crede è come il cane di Pavlov: sbava, latra e muove la coda ogni volta che riflessi di quella credenza si affacciano alla sua presenza. E' in attesa dell'oggetto della sua credenza, pronto a credere nella realizzazione di quella promessa in ogni istante.

Vale per Michail Bakunin che sogna la rivoluzione dei proletari senza Stato e senza padroni, come se lo Stato fosse una sovrastruttura voluta da Dio e non dai bisogni umani trasformati e sedimentati nella storia.

Il Gesù di Bakunin è Bakunin stesso. La dimensione del credere di Bakunin sta nel desiderio fideistico di Bakunin. Nonostante Bakunin sia cosciente della dimensione in cui è stata costruito l'inganno Gesù, non è in grado di liberarsene ma è costretto a riprodurlo e, nel riprodurlo, riproduce tutta la struttura coercitiva e criminale che Gesù rappresenta. Bakunin riproduce il padrone Gesù come modello di ogni padrone perché non è in grado di uscire dalla forma rappresentata di Gesù e di discutere sui principi e sulla qualità delle azioni di Gesù come presentate nei vangeli.

Scrive Bakunin in Dio e lo Stato:

Gesù Cristo - in Alessandria il Dio terribile dei Giudei fece la conoscenza personale della divinità metafisica di Platone, già molto corrotta dal contatto dell'Oriente, e la corruppe ancor più. Malgrado il suo esclusivismo nazionale, geloso e feroce, non potè a lungo resistere alle grazie di questa divinità ideale e impersonale dei Greci. Egli la sposò, e da questo matrimonio nacque il Dio spiritualista, ma non spirituale, dei cristiani. I neoplatonici d'Alessandria furono i principali creatori della teologia cristiana. Tuttavia, la teologia non costituisce ancora la religione, a quel modo che gli elementi storici non bastano a creare la storta, Per elementi storici intendo le condizioni generali d'uno sviluppo reale qualunque, come per esempio, la conquista del mondo da parte dei Romani, e l'incontro del Dio del Giudei con la. Divinità ideale dei Greci. Per fecondare gli elementi storici, per far loro percorrere una serie di trasformazioni, è necessario un fatto vivente, spontaneo, senza il quale avrebbero potuto restare ancora molti secoli allo stato di elementi improduttivi. Questo fatto non mancò al cristianesimo; e fu la propaganda, il martirio e la morte di Gesù Cristo.

Il cristianesimo sorge dall'incontro, funzionale al dominio dell'uomo sull'uomo, di più linee di sviluppo filosofico e sociale. Gli uomini chiave che lo costruiscono non sono molti, alcuni sono facilmente individuabili e anche l'epoca che va dal 100 al 200 d.c. è ormai stata individuata.

Al di là delle condizioni storiche, che forse accennerò più oltre, l'errore di natura ideologico-sociale fatto da Bakunin, in difesa della violenza educazionale che ha subito, è quella di considerare il Dio dell'ebraismo un "dio terribile" e non un "dio criminale", un "dio assassino", un cannibale che si ciba di libertà umana, un "dio vigliacco" che ammazza i più deboli. Chiamarlo "dio terribile" e non "assassino" è la difesa della propria credenza che Bakunin mette in atto mediando fra lo stupro emotivo subito e i suoi desideri di rivolta che estende agli "oppressi". In altre parole, se in Bakunin c'è in atto un desiderio di rivolta degli oppressi, dall'altro lato non è disposto a condannare per crimini il padrone che opprime e che con la sua attività produce uomini oppressi.

Questo pudore anarchico-bakuminiano attraverserà la storia in cui gli anarchici affermeranno di voler combattere una sorta di gerarchia, ma continueranno a difendere la gerarchia dei padroni in nome del "dio terribile" al quale sono stati educazionalmente sottomessi.

Filone di Alessandria (20 a.c. – 45 d.c.) è il maggior testimone del fatto che Gesù non è mai esistito.

Filone è colui che si inventa di applicare il metodo interpretativo delle opere del mito greco alla bibbia che, a differenza del mito, andava, invece, interpretata letteralmente. Nell'interpretazione della bibbia Filone usa i testi platonici e in particolare il Timeo giustificando con le idee del Timeo di Platone il Dio assassino della bibbia.

Nel 40 d.c. Filone è a Roma. A Roma, una ventina d'anni dopo, giunge un altro personaggio, Giuseppe Flavio. Un prete ebreo inviato a Roma per giustificare davanti all'imperatore Nerone alcune malefatte ebree. Flavio Giuseppe, nonostante sia a Roma durante le così dette persecuzioni di Nerone contro i così detti "cristiani", non ne parla affatto dimostrando come queste non erano mai avvenute dal momento che i cristiani non esistevano. Indubbiamente Filone e altri avevano importato l'idea apocalittica e messianica a Roma su cui si innestò l'azione di Flavio Giuseppe e altri ebrei, spesso zeloti, che dal 75 d.c. al 100 (circa) d.c. furono a Roma. La stessa cosa vale per Paolo di Tarso portato a Roma per essere giudicato in quanto, in un processo in cui era dichiarato colpevole di delitto, aveva invocato il diritto di cittadino romano di essere giudicato dall'Imperatore e, nel frattempo, fu lasciato libero di continuare la sua opera. Paolo di Tarso 5-10 a.c. 63-67d.c. sta a dimostrare quanto la figura di Gesù fosse stata inventata a tavolino per sfruttare il messianesimo e l'apocalittismo che stavano crescendo in ambito ebraico e che avranno la loro apoteosi nel genocidio di Salamina e di Cirene.

E' indubbio che le affermazioni di Bakunin sulla nascita del cristianesimo sono coerenti. Ciò che non è coerente è il meccanismo mediante il quale Bakunin immagina che la religione cristiana si sia sviluppata e imposta.

La religione cristiana si sviluppa e si impone attraverso l'attività di terrorismo e di intimidazione dei suoi membri rispetto ai cittadini: il terrore psicologico mescolato al terrore fisico che destabilizzando l'impero romano e le strutture sociali inducono le persone alla disperazione.

Scrive Bakunin in Dio e lo Stato:

Noi non sappiamo quasi nulla di questo personaggio, tutto ciò che ci raccontano i vangeli essendo contradittorio è così favoloso che appena ci è dato cogliere alcuni tratti reali e viventi. Quel ch'è certo, si è ch'egli fu l'oratore del popolo povero, l'amico il consolatore dei miserabili, degli ignoranti, degli schiavi e delle donne e che fu molto amato da queste ultime. Egli promise la vita eterna a tutti coloro che soffrono quaggiù, il cui numero è immenso. Fu appiccato, come logico, dai rappresentanti della morale ufficiale e dell'ordine pubblico dell'epoca. I suoi discepoli e i discepoli di questi poterono diffondersi, grazie alla conquista romana, e alla distruzione delle barriere nazionali e propagarono l'Evangelo a tutti i popoli conosciuti dagli antichi. Dappertutto furono ricevuti a braccia aperte dagli schiavi e dalle donne, le due classi più oppresse, le più sofferenti e naturalmente le più ignoranti del mondo antico. Se essi fecero alcuni proseliti nel mondo privilegiato e letterario, lo dovettero in gran parte all'influenza delle donne. La loro propaganda più vasta s'esercitò quasi esclusivamente nel popolo infelice, istupidito dalla schiavitù. Questa fu la prima grande rivolta del proletariato. L'onore vero del cristianesimo, il suo merito incontestabile e tutto il segreto del suo trionfo inaudito e d 'altronde legittimo, è d'essersi indirizzato a questo pubblico sofferente e immenso al quale il mondo antico imponeva una servitù intellettuale e politica feroce, ricusandogli persino i diritti più semplici dell'umanità. Altrimenti non avrebbe mai potuto diffondersi. La dottrina che insegnavano gli apostoli di Gesù Cristo, benchè abbia potuto parere consolante agli infelici era troppo rivoltante, troppo assurda - dal punto di vista della ragione umana – perché uomini illuminati avessero potuto accettarla.

Strano che Bakunin affermi che Gesù fu amato dalle donne. Le sue frequentazioni erano tutte maschili. Le donne appaiono come serve e l'unica indicazione della sessualità di Gesù si riscontra nel bambino nudo con cui fu sorpreso e arrestato nel Vangelo di Marco. Nel magnificat di Luca viene esaltato il ruolo della donna schiava e puttana del Dio padrone che ne dispone a piacimento.

Come gli anarchici non sono in grado di combattere il Dio padrone criminale che domina gli uomini perché non sanno argomentare contro di lui senza vivere uno stato di sofferenza psichica, così non saranno in grado di combattere nessuna struttura di potere e di dominio perché ogni struttura di potere e di dominio viene imposta nel cuore degli uomini dalla sottomissione dell'infanzia al "dio terribile" che terrorizza l'infanzia costringendola all'obbedienza e alla sottomissione rinunciando a sé stessa. Sottomissione al Dio padrone, ad ogni padrone e ad ogni comando sociale che gli anarchici affermano di combattere. La ricerca continua di un "capo ribelle" alla gerarchia vissuta, assume più i contorni del capo-mafia o del capo-banda che non di colui che può costruire un futuro di vita. L'azione sociale degli anarchici avrà la funzione di "bruciare" le forze sociali più sensibili in lotte suicide che finiranno per togliere al potere quella parte di popolazione più critica e psicologicamente motivata. Questo fino agli anni 1960-1980 in cui le spinte della ribellione sociale saranno sostituite dalla diffusione massiccia dell'eroina e delle droghe che debiliteranno ampi strati della popolazione più attiva.

Affermare che Gesù fu l'oratore del popolo povero e non l'avvoltoio che depredava il popolo povero e lo usava per i suoi scopi, significa voler confondere il desiderio di una dottrina di libertà con la peggiore delle dittature sull'uomo.

In quali citazioni Bakunin trova Gesù come oratore del popolo povero? Gesù esalta la povertà affinché tutti siano poveri tranne lui. Gesù aggredisce la ricchezza perché la ricchezza sociale e la cultura non consentono alle persone di mettersi in ginocchio davanti a lui.

Gesù viene descritto come un individuo che non è ricco di denaro, come non lo era Socrate, ma non aveva la necessità di lavorare per vivere e aveva una disponibilità di denaro superiore alla media della popolazione di Gerusalemme. Come Socrate si piccava di essere l'uomo più sapiente del mondo perché il certificato di sapienza glielo aveva dato il Dio di Delfi, così Gesù si piccava d'essere il padrone degli uomini in quanto figlio del Dio padrone e pretendeva che tutti gli uomini si mettessero in ginocchio davanti a lui perché di lì a poco sarebbe venuto con grande potenza sulle nubi.

Gesù non era il "consolatore dei miserabili" era l'ideologia che produceva i miserabili. Gesù era il modello al quale si dovevano ridurre i popoli schiacciandoli nella miseria più nera.

Bakunin era convinto che la miseria era uno stato dell'umanità e che pertanto chiunque stesse vivendo nella miseria doveva aspirare a condizioni di ricchezza intesa come attività di rapina nei confronti dei ricchi. Ciò che Bakunin non voleva vedere era che la miseria nei popoli veniva costruita mediante l'imposizione di norme ideologiche che rendevano impossibile all'uomo di uscire dalla miseria. La miseria di Gerusalemme, la città con la percentuale maggiore di miserabili di tutto l'Impero Romano, era voluta dall'ideologia religiosa ebraica. Era costruita dall'obbligo imposto dal Dio criminale degli ebrei agli ebrei di far crescere ogni figlio che sarebbe nato in un contesto che faceva delle nascite il valore della benedizione del Dio padrone alla famiglia. Con questo sistema, che poteva funzionare in tempi di guerra, una volta imposta la pace romana, l'eccedenza delle persone che la società poteva impiegare e mantenere andava a formare l'esercito dei miserabili che vivendo nell'indigenza condizionavano l'intera vita sociale (oggi ci sono preservativi e pillola anticoncezionale, allora no!).

Gli apocalittici e i messianici, incapaci di organizzare in modo diverso la vita sociale, usano la miseria promuovendola a valore e a categoria con la quale aggredire tutta la società civile. La miseria non era più una condizione generata dalla società e della vita, ma il modello che porta alla salvezza verso l'Eldorado sognato dall'avvento del messia. La malattia mentale indotta dalla miseria disegna paesaggi fantastici che i meno miserabili, fra i miserabili, razionalizzano.

Bakunin nel suo razzismo è cieco: la schiavitù, la ferocia della schiavitù, legittimata dal cristianesimo è in atto nell'epoca in cui egli sta vivendo. Ma quella schiavitù coloniale lui non la vede. Il suo panslavismo lo separa dagli uomini. Non vede come lo scopo di chi ha inventato la figura di Gesù fosse la frusta di Gesù sulla schiena degli schiavi neri che anche la flotta dei Gesuiti ha commerciato con le Americhe.

Bakunin fa proprie le favole cristiane e condanna i ribelli anarchici a mettersi in ginocchio davanti al padrone Gesù che non oseranno mai criticare.

Bakunin vede un popolo instupidito dalla schiavitù in cui arrivano gli apostoli cristiani e non vede i cristiani saccheggiare la cultura e la ricchezza delle società per costruire la miseria sociale. In fondo, sta arrivando la fine del mondo e il messia cristiano sta arrivando con grande potenza sulle nubi. A che serve costruire un futuro? Uno stato futuro? Una società che costruisca il benessere e preservi il benessere fra i cittadini?

Il segreto del cristianesimo sta nel criminale Gesù che, spacciato per figlio del Dio padrone e creatore dell'universo, spingeva ogni padrone ad identificarsi in lui e nel suo diritto di ordinare di scannare chiunque non si mettesse in ginocchio davanti a lui. Tutte le leggi del codice Teodosiano che condannano a morte chi non è cristiano dimostrano come l'ideologia cristiana fosse un'ideologia di dominio. Ottima per legittimare il potere assoluto e trasformare gli uomini in oggetti di possesso, in miserabili schiavi.

Scrive Bakunin in Dio e lo Stato:

Con quale gioia infatti l'apostolo Paolo, parla «dello scandalo della fede» e del trionfo di questa divina follia respinta dai potenti e dai saggi del secolo ma ancor più appassionatamente accettata dai semplici, dagli ignoranti e dal poveri dì spirito. Infatti, occorreva un ben profondo malcontento della vita, una ben grande sete di cuore ed una povertà pressochè assoluta di pensiero, per accettare l'assurdità cristiana, la più mostruosa di tutte le assurdità. Non era solamente la negazione di tutte le istituzioni politiche, sociali e religiose dell'antichità; era il rovesciamento assoluto del senso comune, di tutta la ragione umana. L'essere vivente, il mondo reale, dovevano essere considerati ormai come nulla mentre, sorpassando le cose esistenti, e persino le idee dì spazio e di tempo, l'uomo si riposa nella contemplazione del suo vuoto e della sua immobilità assoluta; e l'astrazione delle astrazioni, caput mortuum, assolutamente vuoto d'ogni contenuto, il vero nulla; Dio, è proclamato il solo essere reale, eterno, onnipotente. Il Tutto reale è dichiarato nulla, e il nulla assoluto è proclamato il Tutto. L'ombra diviene il corpo, e il corpo svanisce come un'ombra. Era un'audacia ed un'assurdità senza nome, il vero scandalo della fede per le masse; era il trionfo della stupidità credente sullo spirito, e per alcuni, era l'ironia d'uno spirito affaticato, corrotto, disilluso e disgustato della ricerca onesta e seria della verità; era il bisogno di stordirsi e di abbrutirsi, bisogno che si riscontra spesso negli spiriti abusati.

"Credo quia absurdum".

Ossia: non credo solamente all'assurdo; ci credo precisamente e sopratutto perchè è l'assurdo.

Paolo di Tarso non sfrutta il malcontento. Paolo di Tarso sfrutta la malattia mentale che provvede a diffonderla fra i miserabili promettendo loro l'assunzione in cielo con tutto il corpo. Poi, quando quei miserabili e disperati iniziano a morire, Paolo di Tarso li criminalizza affermando che costoro muoiono perché hanno peccato, se non avessero peccato sarebbero stati assunti in cielo col corpo.

L'ignoranza negli individui promuove sé stessa. Come l'ignoranza e la boria in Socrate viene chiamata da Platone Sapienza, così l'ignoranza si rifiuta di riconoscere i propri limiti e pretende di ridurre tutto il mondo ai propri limiti. Quando all'ignoranza non è consentito di ridurre tutto il mondo ai suoi limiti, l'ignoranza nell'individuo genera la depressione psichica.

E' in questo contesto psico-emotivo che si impone la "fede" della religione cristiana. E' un effetto della malattia mentale da impotenza dell'individuo di fronte al mondo. L'ignoranza non permette che l'individuo superi i suoi limiti. L'ignoranza costringe l'individuo a fantasticare sulla sapienza all'interno dei limiti di conoscenza e di consapevolezza che l'ignoranza ha imposto alla sua struttura libidica.

L'ignoranza e la sottomissione si alimenta nella speranza dell'intervento del padrone: di Gesù padrone ed elargitore di ricompense per la sofferenza vissuta.

Bakunin non ha il coraggio di combattere Gesù. Combatti i preti, ma non l'origine del male.

Gesù è come lui, un individuo che lotta con i miserabili.

In questa convinzione Bakunin crea da un lato la sottomissione all'idea di Gesù salvatore e dall'altra parte mantiene inalterate tutte le condizioni psichiche con cui si rinnova la sottomissione dell'individuo attraverso l'imposizione del modello Gesù.

In Bakunin il "Credo quia absurdum" si trasforma in "Io non combatto l'assurdo". L'assurdo costruisce sottomissione e il macellaio di Sodoma e Gomorra non viene condannato per i suoi delitti, ma viene assolto da Bakunin in quanto egli è "il Dio terribile degli ebrei". L'assurdo costruisce un Gesù che ordina di scannare chi non si mette in ginocchio davanti a lui e Teodosio esegue, ma viene assolto da Bakunin perché Bakunin non si identifica con gli scannati da Gesù, ma col delirio di Gesù di scannare chi non si sottomette a lui.

Il rivoluzionario Bakunin che non ha nessuna idea di società a cui la sua azione è in grado di tendere. Alla contestazione di Giuda secondo cui il patrimonio sociale non va dilapidato. "A che pro tanto spreco di profumo? Si poteva vendere questo unguento per più di trecento denari e darli ai poveri". Risponde Bakunin "Lasciatela fare; perché le date noia? Ella ha compiuto una bella azione verso di me. I poveri, infatti, li avrete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete..." Citazione da Vangelo di Marco 14, 4-7

E i poveri poterono essere criminalizzati e massacrati per la gloria di Gesù.

Partendo dall'idea che Bakunin aveva di Gesù, gli anarchici non hanno mai distinto chi costruiva il benessere sociale da chi agiva per assicurarsi il potere sociale. Hanno finito per favorire lo schiavismo portando alla distruzione e al fallimento ogni persona appassionata che si illudeva in una libertà che si conchiudeva in ginocchio davanti a Gesù e ad ogni padrone che lo rappresentava.

Gesù significa, più o meno, guaritore. Con i suoi abracadabra, i suoi seguaci affermano che abbia guarito qualche lebbroso. Piero Sensi e Maria Teresa Timbal hanno messo a punto farmaci efficaci contro la lebbra e contro la tubercolosi.

Nota:Le citazioni sono tratte da "Dio e lo Stato di M. Bakunin Ed. la nuova sinistra di Samonà e Savelli 1971

 

Teoria della Filosofia Aperta - Volume tre

 

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Quando un percorso sociale fallisce o esaurisce la sua spinta propulsiva, è bene tornare alle origini. Là dove il pensiero sociale è iniziato, analizzare le incongruenze del passato alla luce dell'esperienza e abbattere i piedistalli che furono posti a fondamento del percorso sociale esaurito.

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Marghera, 02 marzo 2014

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

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La Teoria della Filosofia Aperta

Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.