Arthur Schopenhauer (1788 – 1860)

Il mondo come rappresentazione (2^ parte)

Riflessioni sulle idee di Schopenhauer.

di Claudio Simeoni

 

Cod. ISBN 9788891185778

Teoria della Filosofia Aperta - Volume uno

 

La filosofia della Religione Pagana.

Scrive il Bignami di filosofia (ed.1984):

1) il mondo come si mostra alla conoscenza è fenomeno , "non esiste se non come rappresentazione, cioè sempre e soltanto in rapporto ad un altro, a chi lo rappresenta, che è l'uomo stesso".

2) Esso è rappresentazione soggettiva di un oggetto: "tutto ciò che esiste per la conoscenza, cioè tutto questo mondo, è soltanto oggetto in rapporto al soggetto, intuizione di chi intuisce: in una parola rappresentazione".

Il mondo si mostra a noi come un insieme di fenomeni e noi, mediante una selezione più o meno indotta dalla società e dall’ambito famigliare in cui viviamo, selezioniamo sia la quantità di fenomeni sia la loro qualità. Quella selezione che noi operiamo, per noi, è la realtà del mondo in cui viviamo. Attraverso i fenomeni noi riconosciamo la realtà del mondo e anche se la nostra percezione dei fenomeni è relativa e limitata, per noi, il mondo è quella limitatezza che la nostra ragione vive come una “verità assoluta della realtà del mondo”.

Non è che il mondo che si mostra alla conoscenza sia fenomeno, ma è la conoscenza (io preferisco Coscienza) dell'individuo che non è in grado di relazionarsi col mondo se non attraverso i fenomeni, che ella individua, attribuendoli al mondo stesso. Il mondo esiste in sé! La relazione del soggetto col mondo è opinabile non tanto per la mancanza della presenza dei noumeni (intesi come essenza ultima e qualificante dei soggetti che agiscono nel mondo) sulla scena della relazione, ma dagli impedimenti posti dalla ragione alla Coscienza nell'afferrare l'oggettività, dai suoi limiti, dal suo divenuto, dai suoi interessi, dai suoi bisogni, dalle sue necessità! La rappresentazione che il soggetto ha del mondo non è una rappresentazione oggettiva del mondo, ma una rappresentazione funzionale alla vita del soggetto. Al di là che la sua rappresentazione del mondo sia il risultato di una scelta soggettiva, sia che sia una risposta alle imposizioni del comando sociale attraverso la famiglia. Oltre alla rappresentazione soggettiva esistono altre rappresentazioni soggettive e anche se spesso la nostra rappresentazione viene confutata da altre rappresentazioni soggettive della realtà del mondo, spesso assistiamo a insiemi di fenomeni non corrispondenti alla razionalità individuale: e li classifichiamo come folli! Tali “follie” ci permettono di ipotizzare altre forme di ragione (o ragioni tanto diverse che riteniamo estranee) anche se, probabilmente, meno funzionali al divenire umano.

Appare evidente come non potendo l’individuo relazionarsi con l'universo in sé, si relaziona con quella parte di fenomeni descrivibili e funzionali alla propria esistenza che l’individuo chiama ragione. Per il soggetto, il mondo è un insieme di fenomeni, almeno fin quando il soggetto viene educato a rapportarsi col mondo come fino ad oggi è avvenuto. Ma il mondo non è rappresentazione, il mondo è realtà oggettiva in sé. Come l’insieme di soggetti che formano il mondo sono realtà soggettiva e oggettiva in sé. Come realtà il mondo ha proprie pulsioni che lo inducono a continue trasformazioni. Il mondo si può considerare come insieme pulsionale dei soggetti che lo compongono. E lo si può considerare portatore di pulsioni che comprendono anche le pulsioni dei soggetti che vivono e agiscono nel mondo. Le proprie trasformazioni indotte dalle pulsioni del mondo, non hanno un fine. Non obbediscono ad un progetto. Le pulsioni hanno il fine di cercare la felicità intesa come veicolazione della pulsione nel mondo. La veicolazione della pulsione nel mondo determina il divenire del mondo. Un divenire che non obbedisce ad una logica finalistica, ma che produce una modificazione della realtà come ricerca pulsionale di felicità. Proprio le trasformazioni, in sé e per sé, del mondo in cui viviamo possono comprendere e relazionarsi con le trasformazioni che costruiscono il divenire dell'Essere Umano. La trasformazione dell’Essere Umano determina il fine raggiunto dall’Essere Umano. Non è il fine, come progetto del dio padrone, che determina la trasformazione e il divenire dell’Essere Umano.

 

Teoria della Filosofia Aperta - Volume uno

 

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Nel 1995 (mese più, mese meno) mi sono posto questa domanda: se io dovessi confrontarmi con i filosofi e il pensiero degli ultimi secoli, quali obiezioni e quali argomenti porterei? Parlare dei filosofi degli ultimi secoli, significa prendere una mole di materiale immenso. Allora ho pensato: "Potrei prendere la sintesi delle loro principali idee, per come hanno argomentato e argomentare su come io mi porrei davanti a quelle idee." Presi il Bignami di filosofia per licei classici, il terzo volume, e mi passai filosofo per filosofo e idea per idea. Non è certo un lavoro accademico né ha pretese di confutazione filosofica, però mi ha permesso di sciacquare molte idee generate dalla percezione alterata nel fiume del pensiero umano.

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Marghera, 15 giugno 2012

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell’Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La Teoria della Filosofia Aperta

Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.