Alexis Charles Henrì Clérel De Tocqueville
(1805 – 1859)

Distinzione Stato e chiesa nel liberalismo

Claudio Simeoni

 

Cod. ISBN 9788891185778

Teoria della Filosofia Aperta - Volume uno

 

Il Bignami (1984) non accenna al pensiero filosofico-politico di De Tocqueville e, pertanto, devo prendere spunto da un dizionario di filosofia ed. Garzanti.

4) La lotta fra il cristianesimo e l’ateismo aveva introdotto un mortale conflitto religioso nella vita politica della Francia;

Il magistrato De Tocqueville ritiene che la rivoluzione francese sia stata uno scontro tra cristianesimo e ateismo che ha finito per travolgere lo Stato. Dei tre Stati che dominavano l’ancienne regime, due stati erano di natura cristiana: i nobili e il clero. Il terzo Stato era quello dei borghesi che facevano circolare denaro. In sostanza, il terzo Stato era formato da banchieri e commercianti.

La rivoluzione francese, a differenza della rivoluzione americana che fu, in sostanza, una lotta contro il dominio coloniale e non una rivoluzione, era caratterizzata da un forte senso anticlericale. Lo Stato francese e la chiesa cattolica erano un tutt’uno. Il re faceva miracoli per mandato del dio padrone e rappresentava il dio padrone assiso sul trono della Francia. L’abbattimento della monarchia francese comportava, necessariamente, l’abbattimento della chiesa cattolica. I loro “destini” erano legati com’erano legati i loro intenti e i loro profitti.

Tagliando la testa al re di Francia, la Rivoluzione francese tagliava la testa al dio padrone di cristiani. La rivoluzione francese fu una rivoluzione contro l’oscurantismo della chiesa cattolica, il suo voler attribuire i conflitti della ragione al suo “satana”. Fu la rivolta della ragione contro l’oscurantismo ideologico e sociale imposto dalla chiesa cattolica.

De Tocqueville dovette risolvere questo problema dopo la morte di Napoleone: come facciamo a ripristinare il regime di controllo dello Stato qualora altre rivoluzioni abbatteranno lo Stato?

La rivoluzione francese non aveva solo abbattuto un regime, ma aveva spazzato via, in tempi relativamente brevi, il controllo della chiesa cattolica sugli uomini.

Lo Stato e la chiesa cattolica sono una sola entità e i fallimenti dello Stato sono i fallimenti della chiesa cattolica. Difficilmente qualcuno farà una rivoluzione perché la chiesa cattolica ha insegnato ai bambini a mettersi in ginocchio davanti ad un crocifisso, ma facilmente qualcuno può fare una rivoluzione per cambiare le condizioni di vita che la chiesa cattolica, attraverso la nobiltà o il Comando Sociale, impone agli individui. Se le due entità, Stato e chiesa cattolica sono visti e pensati come un’unica entità che impone quelle condizioni di vita, una rivoluzione spazzerà via sia lo Stato che la chiesa cattolica che non potrà più mettere in ginocchio i bambini davanti al dio padrone e costruire servi devoti per lo Stato. Se lo Stato è visto separato dalla chiesa cattolica, un’eventuale rivoluzione spazzerà via lo Stato, ma la chiesa cattolica potrà continuare a costringere persone in ginocchio davanti al crocifisso e preparare i servi per un nuovo Stato.

Scrive De Tocqueville:

Gli increduli d'Europa combattono i cristiani più come nemici politici che come avversari religiosi: essi odiano la fede più come l'opinione di un partito che come una erronea credenza; e nel sacerdote combattono assai più l'amico del potere che non il rappresentante di Dio.

In effetti, è vero. Chi combatteva il cristianesimo, nell’epoca napoleonica e nel risorgimento italiano, non combatteva gli atti criminali con cui il dio padrone cristiano legittimava il suo potere assoluto, né combatteva la pretesa di Gesù di essere il padrone degli uomini. Il cristianesimo veniva combattuto nella pretesa della chiesa cattolica di essere la padrona delle persone e di dettare norme e comportamenti agli Stati.

L’idea di De Tocqueville è quella di perpetrare la nobiltà, la monarchia contro la democrazia, impedendo che dei rivolgimenti politici arrivino tanto profondamente nella società da scalzare la monarchia come possibilità di ricostruzione futura.

Dice De Tocqueville:

In questi secoli le religioni devono mantenersi più discretamente nei loro limiti senza cercare di uscirne poiché volendo estendere il loro potere al di fuori del campo strettamente religioso, rischiano di non essere credute in alcun campo.

Siamo nell’epoca in cui il potere della chiesa cattolica è fissato nello Stato del Vaticano, ma il fermento sociale fa prevedere che lo scontro si sposterà dalla Francia al resto d’Europa come già Napoleone aveva tentato di fare.

L’esigenza di De Tocqueville di usare il cristianesimo per manipolare le coscienze che, una volta manipolate, gestiscono uno Stato confessionale nella pratica ma “laico” nell’apparenza, diventerà via, via, più attuale a mano a mano che il risorgimento italiano e gli Stati d’Europa inizieranno quell’espansione chiamata “secondo colonialismo francese” che partirà nel 1830 alla conquista dell’Algeria della cui religione, De Tocqueville dirà:

Maometto ha fatto calare dal cielo e messo nel Corano non soltanto dottrine religiose, bensì massime politiche, leggi civili e penali, teorie scientifiche. Il Vangelo, invece, non parla che dei rapporti generali degli uomini con Dio e fra di loro. All'infuori di questo non insegna nulla e non obbliga a credere nulla. Già basta questa, tra infinite ragioni, per indicare che la prima di queste due religioni non potrebbe reggere a lungo in tempi culturalmente illuminati e democratici, mentre la seconda è destinata a regnare in quelli come negli altri.

Giustifica il colonialismo come ha giustificato Jackson, il macellaio dei Creek in Alabama e firmatario della legge dell'Indian Removal Act:

Di Jackson si ricorda:

Jackson, però, era un sostenitore dell'autonomia dei singoli Stati dell'Unione, e legittimò l'esproprio delle terre e la deportazione degli indiani (il cosiddetto "Sentiero delle lacrime") firmando l'Indian Removal Act in seguito definito dallo storico Robert V. Remini "Uno dei peggiori crimini della storia degli Stati Uniti".

Chi gestiva la rabbia degli indiani espropriati per consentire a Jackson di portare a termine il suo piano di sterminio?

I preti cristiani! Infatti:

Molti missionari cristiani ed in particolare il missionario Jeremiah Evarts si opposero fortemente all’approvazione dell'Indian Removal Act.

Costoro ebbero la funzione di reprimere la rabbia degli Indiani che la violenza dell’esproprio delle terre, per favorire la corsa all’oro, aveva stimolato. Se i preti cristiani si fossero schierati con Jackson, sarebbero stati travolti dalla rabbia. Lo Stato USA fa la legge dell’Indian Removal Act e i “missionari” cristiani addomesticano le vittime perché si sottomettano passive. Quando nel 1832 Jackson, il macellaio dei Creek in Alabama, viene rieletto per la seconda volta presidente USA i Cherokee che si erano opposti alla legge, addomesticati dai missionari cristiani, firmano il trattato che li porterà alla deportazione di massa nel 1835.

L’idea dei cristiani sugli Indiani d’America era chiara. Se non li usi per i tuoi interessi, sono bestiame da macellare:

Nel 1860 il religioso Rufus Anderson commenta il bagno di sangue che fino ad allora aveva sterminato almeno il 90% della popolazione autoctona delle Hawaii affermando che si trattava di un fatto naturale paragonabile alla “amputazione delle membra malate da un organismo”.

Tratto da: D. Stannard, citato in Il Libro nero del cristianesimo di Fo, Tomat e Malucelli

De Tocqueville giustifica il colonialismo ed elabora la distinzione Stato e chiesa proprio per gestire e addomesticare le tensioni nella società.

Dice De Tocqueville:

Ho visto degli americani associarsi per inviare sacerdoti nei nuovi stati dell'ovest e fondarvi scuole e chiese; essi temono che la religione si perda in mezzo alle foreste e che il popolo che nasce non possa essere libero come quello da cui è uscito. Ho incontrato dei ricchi abitanti della Nuova Inghilterra che abbandonavano il paese natio per andare a gettare sulle rive del Missouri o nelle praterie dell'Illinois i fondamenti del cristianesimo e della libertà.

Nel 1851 gli USA costruiranno i campi di concentramento chiamati “riserve indiane” e procederanno al sistematico sterminio degli indiani (mortalità neonatale oltre al 10%) diffondendo malattie da denutrizione e costringendo la popolazione all’alcolismo (l’80%):

Il consiglio di Stato della Virginia dichiarava che se gli Indiani “sono tranquillizzati dopo la stipula del trattato, noi abbiamo non soltanto il vantaggio di prenderli di sorpresa, ma anche di mietere il loro mais”.

Tratto da: D. Stannard, citato in Il Libro nero del cristianesimo di Fo, Tomat e Malucelli

L’idea liberale della distinzione Stato e chiesa di De Tocqueville diventa necessaria in Africa dove la Francia ha dato il via al suo secondo colonialismo (1830). Alcune vicende possono chiarire la questione:

Nel 1834 il missionario Philip consiglia al governatore di annettere lo Xhosaland e di ricorrere al governo indiretto per il tramite di capi fantoccio. Ma gli Xhosa resistono all'attacco combinato di una forza di 20.000 uomini comprendente Inglesi, Boeri e missionari cattolici, wesleyani e anglicani.

Nel gennaio 1835 gli Xhosa sono sconfitti dalle truppe del missionario Philip. Gli altri missionari seguiranno l'esempio di Philip.

Nel 1837, grazie all'appoggio missionario di cattolici e wesleyani, i Boeri massacrano a Mosega 400 Zulu, esclusivamente donne, vecchi e bambini.

Nel 1844 i missionari francesi "Padri dello Spirito Santo" fondano la missione di Santa Maria del Gabon ed estorcono "trattati" ai capi tribù, che permettono ai francesi di insediarsi nell'estuario del Gabon.

Nel 1853 David Livingstone attraversa l'Africa dal Luanda a Quelimane. Fonda una missione sulle rive del Lago Niassa per farne una base contro gli africani e prepara il terreno all’arrivo dei colonialisti inglesi.

Ne1 1868 il cancelliere tedesco Bismarck chiede all'Inghilterra di proteggere i missionari dell'Africa sudoccidentale.

Tratto da: D. Stannard, citato in Il Libro nero del cristianesimo di Fo, Tomat e Malucelli

I missionari cristiani macellano direttamente i popoli, ma è necessario distinguere la funzione di chi materialmente macella, lo Stato, e chi prepara le persone per essere macellate. In questa fase storica del colonialismo, macellare le persone e ridurle alla miseria è un imperativo inderogabile. Dopo aver macellato le persone e ridotte alla miseria economica e culturale, la distinzione fra Stato e chiesa permette ai missionari di dissociare formalmente la loro azione dallo Stato colonialista e allevare i futuri schiavi pronti ad accettare l’attività dello Stato colonialista. E’ in funzione di questa prospettiva sociale che De Tocqueville, eletto deputato, propugna l’abolizione della schiavitù nelle colonie francesi: a che serve la schiavitù se puoi far di quelle popolazioni quello che gli USA hanno fatto degli Indiani d’America? (dimenticando che la schiavitù in Francia e nelle colonie francesi era già stata abolita dalla Rivoluzione Francese e ripristinata da Napoleone Bonaparte).

Il liberalismo è ideologia della pratica del genocidio e la sua dottrina sociale è uno dei fondamenti di migliaia di altri genocidi che, dal secondo colonialismo francese, saranno messi in atto dai cristiani nel mondo contro i popoli. La distinzione Stato e chiesa non è fatta per limitare l’assolutismo dei cristiani sulla società, ma è fatta per organizzare in modo ottimale la guerra contro i cittadini dell’Europa e del mondo.

Lo stesso problema si presenterà in Italia con il Risorgimento Italiano in cui la distruzione dello Stato Pontificio sarà uno dei momenti conclusivi dell’Unità d’Italia.

Cavour propugnerà la “libera chiesa in libero Stato” dove, per “libera chiesa” si intende il diritto della chiesa cattolica di violentare bambini per sottometterli alla fede cristiana e lo Stato sarà libero di vessare i cittadini senza l’opposizione della chiesa cattolica. Scontro che si risolverà col pedofilo e pederasta don Bosco e la sua maledizione nei confronti dei Savoia che, incontrando un inverno particolarmente rigido ad alta diffusione di influenze e polmoniti, vedrà morire alcuni membri di casa Savoia mettendo, di fatto, fine alla centralità laica del nuovo Stato Italiano. Si costruirà quell’indissolubilità, chiesa cattolica e Stato Italiano che ha la sua apoteosi nel Concordato firmato durante il regime fascista.

Si chiede De Tocqueville:

Come fare di un popolo il padrone di se stesso, se non è sottomesso a Dio?

Dove la logica risposta è che se un popolo è sottomesso al dio padrone, sarà sottomesso ad ogni altro padrone che si presenta: anche allo Stato liberale, monarchico, dittatura, purché la chiesa cattolica dichiari che il dio padrone è con lui.

De Tocqueville lo dice chiaramente:

Non credo che l'uomo possa mai sopportare insieme una completa indipendenza religiosa e un'intera libertà politica e sono portato a pensare che, se egli non ha fede, bisogna che serva e, se è libero, che creda.

La servitù, per De Tocqueville, è il “destino” ineluttabile dell’uomo. Un destino che si fissa nell’ideologia liberale finendo per fare da supporto a tutti i centri di potere e di dominio sull’uomo. Una servitù a cui l’uomo guarda ritenendo responsabile un potere economico e politico, mentre gli sfugge come il cristianesimo abbia imposto la schiavitù nella sua struttura emotiva fin dalla primissima infanzia. Il cristianesimo non controlla solo le missioni in Africa, ma agisce in maniera missionaria contro i bambini nei paesi occidentali: i soggetti da “convertire” alla fede cristiana stuprandone la struttura emotiva affinché diventino dei cittadini obbedienti.

La separazione Stato e chiesa diventa una missione alla quale, a poco a poco, si accoda anche la chiesa cattolica. Se all’inizio la divisione Stato e Chiesa, per la chiesa cattolica, era insopportabile nonostante gli eccezionali privilegi (compresi quelli di delinquere) accordategli dallo Stato, dopo la prima guerra mondiale e dopo l’avvento della rivoluzione bolscevica, la chiesa cattolica trova la sua posizione di separazione fra sé e lo Stato, privilegiata e conveniente.

La chiesa cattolica considera errori certe forme di pensiero che ne limitano l’intervento nella società. Prendiamo ad esempio alcune idee che la chiesa cattolica considera degli errori nelle sue encicliche fra il 1850 e il 1860 come riportate da Ernesto Rossi nel suo “Il sillabo e dopo” ed. Caos:

VI. Errori che riguardano la società civile, considerata in sé come nelle sue relazioni colla Chiesa

XXXIX. «Lo Stato, come quello che è origine e fonte di tutti i diritti, gode un certo suo diritto del tutto illimitato» [AlIoe. Maxima quidem, 9 giugno 1862].

XL. «La dottrina della Chiesa cattolica è contraria al bene ed agl'interessi della umana società» [Encicl. Qui pluribus, 9 novembre 1846; Alloc. Quibus quantisque, 20 aprile 1849].

XLI. «AI potere civile, anche esercitato dal signore infedele, compete la potestà indiretta negativa sopra le cose sacre; e però gli appartiene non solo il diritto del cosidetto exequatur, ma ancora il diritto del cosidetto appello per abuso» [Lett. Apost. Ad apostolicae, 22 agosto 1851].

XLII. «Nella collisione delle leggi dell'una e dell'altra potestà, deve prevalere il diritto civile» [Lett. Apost. Ad apostolica e, 22 agosto 1851].

XLIII. «Il potere laicale ha la potestà di rescindere, di dichiarare e far nulli i solenni trattati (che diconsi Concordati) pattuiti colla Sede apostolica intorno all'uso dei diritti appartenenti alla immunità ecclesiastica; e ciò senza il consenso della stessa Sede apostolica ed anzi a malgrado de' suoi reclami» [Alloc. In Concistoriali, IO novembre 1850; Alloc. Multis gravibusque, 18 dicembre 1860].

XLIV. «L'autorità civile può mescolarsi, nelle cose che riguardano la religione, i costumi ed il governo spirituale. Quindi può giudicare delle istruzioni che i pastori della Chiesa sogliono dare, per dirigere, conforme al loro ufficio, le coscienze ed anzi può fare regolamenti intorno all'amministrazione de' Sacramenti ed alle disposizioni necessarie per riceverli» [Alloc. In Concistoriali, IO novembre 1850; Alloc. Maxima quidem, 9 giugno 1862].

XLV. «L'intero regolamento delle pubbliche scuole, nelle quali è istruita la gioventù di alcun Stato, eccettuati solamente sotto qualche riguardo i Seminari vescovili, può e dev'essere attribuito all'autorità civile; e talmente attribuito che non si riconosca in nessun'altra autorità il diritto di intromettersi nella disciplina delle scuole, nel reggimento degli studi, nella collazione de' gradi, nella scelta e nell'approvazione de' maestri» [Alloc. In Concistoriali, 10 novembre 1850; Alloc. Quibus luctuosissimis, 5 settembre 1851].

XLVI. «Anzi, negli stessi Seminarii de' Chierici, il metodo da adoperare negli studii è soggetto alla civile autorità» [Alloc. Nunquam fore, 15 dicembre 1856].

La perdita del dominio ufficiale dello Stato è stata, per la chiesa cattolica, un atto umiliante. La sua propaganda non ha smesso di denunciare il sopruso che stava ricevendo, ma come il regime liberale aveva bisogno del controllo delle masse ad opera della chiesa cattolica, così la chiesa cattolica aveva bisogno di usare i politici che gestivano gli Stati come dei capri espiatori del male e del dolore che la chiesa cattolica continuava a riversare sull’umanità.

La chiesa cattolica pretende il dominio a tutti i costi e l’ideologia liberale assegna alla chiesa cattolica il diritto di violentare le persone per sottometterle alla fede affinché diventino dei cittadini sofferenti e sottomessi.

In questo modo l’ideologia liberale, attraverso De Tocqueville, rassicura il potere della chiesa cattolica e dei cristiani in generale:

Tutte le repubbliche americane – essi vi diranno – sono solidali le une con le altre; se le repubbliche dell'Ovest cadessero nell'anarchia o subissero il giogo del dispotismo, le istituzioni repubblicane che fioriscono sulle rive dell'Atlantico correrebbero un grave pericolo; abbiamo dunque interesse che i nuovi stati siano religiosi, affinché essi ci permettano di restare liberi.

E ancora:

L'incredulità è un accidente; la fede sola è lo stato permanente dell'umanità.

Per concludere con De Tocqueville e le finalità sulla separazione Stato e chiesa:

Se il vostro scopo non è quello di creare virtù eroiche, ma abitudini tranquille; se preferite i vizi ai delitti […] se, anziché agire in seno a una società brillante, vi basta vivere in mezzo a una società prospera […] allora livellate le condizioni e costituite il governo della democrazia.

NOTA: Le citazioni di De Tocqueville sono tratte da Wikipedia in internet

 

Teoria della Filosofia Aperta - Volume uno

 

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Nel 1995 (mese più, mese meno) mi sono posto questa domanda: se io dovessi confrontarmi con i filosofi e il pensiero degli ultimi secoli, quali obiezioni e quali argomenti porterei? Parlare dei filosofi degli ultimi secoli, significa prendere una mole di materiale immenso. Allora ho pensato: "Potrei prendere la sintesi delle loro principali idee, per come hanno argomentato e argomentare su come io mi porrei davanti a quelle idee." Presi il Bignami di filosofia per licei classici, il terzo volume, e mi passai filosofo per filosofo e idea per idea. Non è certo un lavoro accademico né ha pretese di confutazione filosofica, però mi ha permesso di sciacquare molte idee generate dalla percezione alterata nel fiume del pensiero umano.

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Marghera, 31 luglio 2012

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

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La Teoria della Filosofia Aperta

Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.