La Teoria della Filosofia Aperta
Volume 1
di Claudio Simeoni

Cod. ISBN 9788891185778

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Perché la Teoria della Filosofia Aperta?

A metà degli anni '90 cercavo una filosofia Pagana. Ho letto vari autori indicati da persone che chiamavano sé stesse "Pagane", ma mi accorsi che tutti quegli autori erano legati al cristianesimo. Erano sì alla ricerca di qualche cosa di diverso, ma nei loro scritti non facevano altro che riprodurre le idee cristiane anche se in una diversa forma.

Decisi allora di affrontare la filosofia nel suo insieme. E così presi il Bignami di filosofia del terzo anno e iniziai a sviluppare una critica alle idee filosofiche dei vari autori per come si presentavano e per come io li percepivo

Una volta tracciato il quadro generale della filosofia degli ultimi 200 anni, ripresi questo lavoro nell'aprile del 2012 nel tentativo di sistemarlo. Immediatamente mi accorsi che il lavoro era inadeguato e, un po' alla volta, ho iniziato ad approfondire i temi della filosofia.

Questo primo volume della Teoria della Filosofia Aperta rappresenta il passaggio fra la visione generale desunta dal Bignami del terzo anno di filosofia ad un'analisi più approfondita dei temi filosofici proposti negli ultimi 200 anni. Per ora il lavoro è fermo a sei volumi della Teoria della Filosofia Aperta.

Questo è il primo volume della Teoria della Filosofia Aperta. Perché l'ho chiamata "Teoria della Filosofia Aperta"?

Perché in realtà si tratta di un cammino attraverso il quale esplorare la filosofia e i suoi effetti nella società. Aperta perché suscettibile di continue aggiunte di riflessioni, indagini e commenti.

 

PREMESSA

La filosofia ufficiale e i suoi concetti sono stati il filo conduttore di ogni pensiero all'interno del Sistema Sociale. E' necessario quindi analizzare questi concetti alla luce della struttura di pensiero che si intende fondare. Molte filosofie sono state scartate e molte idee sono state cancellate dalla filosofia ufficiale e scolastica.

Noi prenderemo in esame solo quelle che storicamente sono state imposte all'attenzione del Comando Sociale e fatte proprie da questo.

Nell'esposizione dei concetti e nella loro affermazione o confutazione prenderemo come punto di vista il nostro. Ogni concetto assume valore diverso, e una diversa connotazione, qualora sia collocato in un diverso contesto. A noi non interessa l'analisi del contesto, interessa il concetto in sé e lo sviluppo e la confutazione di quel concetto in funzione dello sviluppo dei concetti filosofici inerenti al pensiero dell'Anticristo. A noi interessa lo sviluppo della libertà in funzione del divenire dell'Essere Umano all'interno dell'esistente. Ogni cosa che può bloccare questo, anche in un solo aspetto, è un concetto confutabile in quanto non è ammissibile, se non come forma tattica di sopravvivenza, l'accettazione di un concetto che possa servire di ostacolo allo sviluppo del Potere di Essere delle Coscienze di Sé.

Questo non significa che si voglia negare l'importanza dei vari pensatori. Ogni forma di pensiero, anche quella sulla quale getterò tutto il mio vomito, merita rispetto nella misura in cui il pensatore non è al servizio diretto dell'apparato repressivo del proprio Comando Sociale. Ogni forma di pensiero è un atto di alterazione della percezione, una forzatura dei limiti all'interno dei quali la ragione tende a bloccare il pensatore. Questi affronta l'oggettività da solo, con i mezzi di cui si è appropriato forzando il proprio Condizionamento educazionale. Un pensatore che viva la propria "forma mentis" merita onore e rispetto. La più grande forma di onore che si può conferire ad un filosofo, e ad un "pensatore" in generale, è quella di combattere la logica o l'angolazione nella quale il suo pensiero si articola e si sviluppa.

Non si rispetta ossequiando una forma di pensiero ma costruendo una contraddizione, opponendo a quella forma la propria giungendo a conclusioni, attraverso la soluzione della contraddizione, atte ad incidere sul fare e sul divenire degli Esseri Umani.

Un filosofo, un pensatore, un Essere Umano che, alterando la percezione, sfida lo sconosciuto e l'ignoto attraverso lo sviluppo della propria volontà, riceve il massimo omaggio nella confutazione e nella denigrazione del proprio pensiero. Questo perché per insultare e confutare un sistema di pensiero occorre sfidare l'ignoto alterando la percezione. Solo il Comando Sociale e i suoi servi meritano disprezzo: prendono dalla filosofia quanto serve loro per mettere in ginocchio gli Esseri Umani e distruggono libri, pensatori, documenti affinché gli schiavi non scoprano la loro truffa. Solo il Comando Sociale e i suoi cani da guardia usano la scenografia per nascondere la vuotezze e l'inconsistenza del proprio pensiero.

Io ringrazio ogni pensatore, di ogni tipo e di ogni epoca, nella speranza che qualcuno distruggerà il mio sistema di pensiero e, attraverso questo, darà un nuovo contributo allo sviluppo della libertà del fare per dilatare il Potere di Essere del Sistema Sociale umano all'interno, e in relazione, con la Natura.

 

I appunto e considerazioni

Con i filosofi del passato spesso si fanno dei cammini assieme. Non è importante sapere quanto loro hanno compreso leggendo l'esistente, ma quale sviluppo ha avuto il loro sistema di pensiero e qual è la volontà da essi usata nel renderlo manifesto. E' importante sapere quali mediazioni hanno attivato col Sistema Sociale e col Comando Sociale. Infine è importante sapere quanto essi si sono trasformati in funzione della loro percezione e dello sviluppo del loro pensiero e quanto quello stesso pensiero invece era il loro arroccamento in quanto sconfitti davanti alla vita. Spesso i dotti giungono a sprazzi di illuminazione, ma è un'illuminazione che non ha trasformato il loro Essere. L'hanno raccolta lungo la linea della loro ricerca e sono stati tanto accorti da appropriarsene senza per questo essere da questa trasformati: hanno studiato ma non hanno fagocitato

 

II appunto

Un sistema filosofico non deve essere giudicato per le premesse e per lo svolgimento, ma per le conclusioni che indica. Tutti i filosofi, almeno fino ad oggi, sono concordi nel dire che l'Essere Umano ha le gambe. Nessun filosofo metterebbe mai in discussione questo, almeno per la norma. Si tratta di valutare se le sue asserzioni conducono a considerare le gambe come strumento attraverso il quale l'Essere Umano cammina e si muove o lo strumento col quale l'Essere Umano prende a calci i suoi simili.

 

III appunto

Il giudizio di necessità, come inteso, è il giudizio più misero possibile. Quel giudizio, da un sistema complesso in cui intercorrono migliaia di elementi viene costruito prendendone una minima parte. Chi elabora quel giudizio sa benissimo che quel giudizio è incompleto, ma lo usa in quanto quel giudizio è in grado di condurlo nella direzione voluta. E' la direzione, attraverso la sequenza di scelte dell'individuo, che determina il giudizio di necessità. Non è il giudizio di necessità che determina la direzione delle scelte dell'individuo.

Questa è la caratteristica del giudizio di necessità. Il giudizio di necessità è formato in funzione dell'obiettivo dell'individuo, il giudizio è formazione e direzione delle scelte dell'individuo. La sospensione del giudizio porta alla formazione del giudizio di necessità come asservito al fine dell'individuo. La non sospensione del giudizio porta alla formazione continua del giudizio come metodo attraverso il quale formulare le scelte.

 

IV appunto

Il Sapere e la Conoscenza sono tali in quanto hanno la capacità di trasformare l'individuo. Una Conoscenza e un Sapere ottenuto mediante lo studio e le nozioni, anche se usato in modo intelligente, non è un Sapere né una Conoscenza è solo nozionismo. L'individuo vive lo sviluppo del suo Sapere e della sua Conoscenza come una sfida attraverso la quale modificare sé stesso.

Lo vive come una continua illuminazione che trasforma continuamente la sua ragione. Altrimenti è ripetizione e imitazione del già detto.

 

Quarta di copertina

La Teoria della Filosofia Aperta nasce come esigenza di dimostrare l'attualità e la necessità delle idee teologiche, filosofiche, sociali e pedagogiche della Religione Pagana. Analizzando le idee proposte dalla filosofia negli ultimi due secoli, dalla Rivoluzione Francese ad oggi, possiamo definire per contrapposizione critica le idee proprie della Religione Pagana. La Religione Pagana non è un'entità vaga ed indistinta come i cristiani vorrebbero far credere, ma è un complesso di idee filosofiche, religiose, teologiche, sociali, pedagogiche con cui l'uomo abita il mondo in cui è nato e fonda il proprio futuro.

 

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Ultima formattazione 13 gennaio 2023

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