Effetti sociali dell'educazione cattolica
dalla negazione della democrazia
all'assolutismo dell'Opus Dei

di Claudio Simeoni

Le attività sociali della chiesa cattolica

 

Scrive Adolfo Bertram, arcivescovo di Breslavia:

"L'anima del giovane è un santuario, un campo per i più nobili semi, un pegno di opere benedette o maledette. Essa porta in sé un'eternità; di qui la nostra riverenza per l'anima del giocane. Chi non conosce l'esempio di san Leonida, padre del piccolo Origene, che baciava il petto del figlio come un tempio dello Spirito Santo?
Come per l'anima del giovane noi dobbiamo essere pieni di rispetto per l'opera ignorata, inosservata del catechista il quale, educando le anime dei fanciulli, rende a tutto il popolo uno dei più importanti servigi.
Rispettiamo ed onoriamo il catechista che lotta nobilmente e pieno di giocondo zelo per educare ed affinare l'anima dei giovani.
Deve riempire il cuore del catechista l'alta coscienza di lavorare per il nostro popolo duramente provato. lavoriamo per sanare le sue più gravi ferite spirituali e morali; chi è più adatto a questo compito dell'educatore dei giovani, che ha in mano i rimedi che ci vengono dal Cielo, che ha in mano la più profonda e decisiva preparazione dell'avvenire?"

Tratto da "Sempre più e sempre meglio nella vita sacerdotale" di Adolfo Bertram, arcivescovo di Breslavia

Hai scoperto che la terra gira attorno al sole e non viceversa? Come catechista insegnerò la tua malvagità per aver messo in discussione la parola di dio. Giustificherò la tua condanna. Quando passerà qualche generazione, il catechista giustificherà le incongruenze del suo dio nel suo libro sacro. Finché il catechista riterrà che non valeva la pena di parlare di quella vecchia questione della terra e del sole in quanto non era poi così importante dato il grande amore del suo dio nei confronti dei ragazzi. Parliamo pure che la terra giri attorno al sole, ma lasciamo cadere il terrore usato dalla chiesa per imporre la parola del suo dio. Si tratta di una cosa vecchia. Vecchia di secoli. Perché parlarne ancora? Parliamo di come devi amare dio!

Ed è la lotta del catechista per manipolare i ragazzi e imporre loro la credenza nell'assurdo. Imporre ai ragazzi una morale che disprezzi la morale imposta dalla Costituzione e finalizzata a rendere i ragazzi dipendenti da un padrone. Finalizzata a costringere i ragazzi a pensare la società non come la loro dimora nella quale vivono ed agiscono, ma come un luogo in cui tanti padroni comandano a discrezione dei loro desideri.

L'arte della manipolazione mentale dei ragazzi è ben conosciuta da Bertram, specialmente parte del senso della comunicazione non verbale in cui il bambino dai 6 agli 11 anni pesca un'immensa mole di informazioni specialmente per quanto riguarda la sua sfera d'azione. Solo il catechista manipolato mentalmente può manipolare in maniera funzionale i ragazzi:

"Il catechista abbia sempre la coscienza che egli deve essere, per i suoi discepoli, Forma gregis, luminoso modello.

Come l'occhio del fanciullo osserva attentamente e spia sempre ciò che il sacerdote fa o lascia fare! E come il fanciullo tende l'orecchio per ascoltare chi parla di ciò che è in alto e di ciò che è santo! Oh come il piccolo cuore, l'intelletto del fanciullo sentono ciò che è nel cuore del catechista! Il suo compito è facile quando le sue parole concordano colle sue azioni, quando egli stesso manifesta profonda venerazione di fronte al Santissimo, quando egli dimostra scrupolosa scrupolosità, amore all'ufficio divino, continuo sereno dominio su se stesso e compartecipe affetto. Allora si stabilisce un vincolo di sincero rispetto fra lui e i discepoli. Allora egli può praticamente far comprendere ai fanciulli che bisogna educarsi da se stessi, e che questa auto-educazione deve durare quanto dura la vita."

Da "Sempre più e sempre meglio nella vita sacerdotale" del cardinale Adolfo Bertram pag. 226-227

Solo la famiglia manipolata mentalmente può manipolare in maniera funzionale i ragazzi per la chiesa cattolica.

La manipolazione esterna deve indurre un'automanipolazione mentale affinché la manipolazione mentale che il prete cattolico impone al bambino si cali in esso ed egli non sia più in grado di armarsi per affrontare in maniera coerente la vita, ma sia sempre dipendente da quell'idea di provvidenza, da quella tensione di sottomissione passiva al padrone di turno, e non diventi un cittadino consapevole tale da rivendicare i diritti per tutti cittadini davanti allo Stato e pronto a compiere i propri doveri che quei diritti gli impongono. la manipolazione all'obbedienza privano l'individuo della forza morale di cittadino per trasformalo in servo. Un servo di qualunque padrone; un servo di qualunque opportunità egli intraveda per ottenere vantaggi a discapito della società e dei suoi principi morali.

E' vero che nella società attuale la quantità di informazioni è tale per cui gli effetti della manipolazione mentale imposta dal sacerdote cattolico e dai suoi lacché deve scontrarsi con le informazioni culturali, ma è altrettanto vero che il prete cattolico ha ampio spazio per manipolare i bambini dai 6 ai 14 anni e ampio spazio hanno gli asili delle suore per manipolare i bambini dai 3 ai 6 anni. Hanno ampio spazio per imporre la sottomissione e manipolare la loro struttura psico-emotiva incidendo sulle future scelte dei ragazzi anche, e specialmente, in età adulta. Inoltre, il prete cattolico e le sue organizzazioni sono sovvenzionate dallo Stato che rinuncia a proteggere la popolazione più debole sia dal punto di vista economico che dal punto di vista sociale affidandola come bestie di un gregge posseduto, al prete cattolico. Quanti disadattati o bambini violati, sono stati consegnati a strutture religiose affinché distruggessero la loro personalità sociale mettendoli in ginocchio davanti ad un crocifisso? Quanti magistrati hanno offeso e attentato alle Istituzioni di questo paese usando e legittimando strutture della chiesa cattolica le cui finalità erano e sono quelle di sottrarre gli individui dall'essere dei soggetti di diritto Costituzionale?

Dice Zagrebelsky in "Imparare democrazia" ed. Einaudi pag. 46:

"Queste sarebbero "promesse non mantenute". Ma che significa questa espressione? Non nasconde essa forse un malinteso? Infatti, questo sembra essere un modo di dire approssimativo che mette fuori strada. E' come se ci fossimo affidati alla democrazia, aspettandoci un contraccambio, e quindi potessimo lamentarci di essa se le nostre aspettative sono andate deluse. ma la democrazia non è un'Alcina o una Circe. Non ci hanno detto una volta: venite da me che vi prometto una vita di amorose delizie, e si sia poi scoperta per megera ributtante che ci riduce ad una vita animalesca. Non è qualche cosa fuori di noi, indipendente da noi; e tanto peggio per noi, se ci siamo illusi. Non è lecito parlare di promesse non mantenute della o dalla democrazia, come se questa ci avesse ingannato o illuso, dandoci affidamenti poi rivelatisi vani. La democrazia non promette nulla a nessuno, ma richiede molto a tutti. Non è un idolo, per riprendere l'espressione con cui abbiamo iniziato, ma un ideale corrispondente a un'idea di dignità umana. La sua ricompensa sta nello stesso agire per realizzarlo. Se siamo disillusi, è perchè ci siamo illusi sulla facilità del compito. Se abbiamo perduto fiducia è perché, rispetto alle difficoltà che ci si parano davanti, siamo sfiduciati in noi stessi, non nella democrazia. Allo stesso modo, le promesse non mantenute sono quelle che abbiamo mancato verso noi stessi ed è qui, in questo scarto tra ciò cui aspiriamo e la bruta realtà delle cose, che, naturalmente, si innesta il nostro tema: la pedagogia democratica, l'insegnar democrazia.

Resta certamente la consapevolezza che si abbia a che fare con macro-difficoltà, mentre la democrazia alla quale possiamo pensare realisticamente è confinata sempre più in micro-dimensioni. Ma cos'altro possiamo fare se non considerare che la diffusione delle coscienze dell'attaccamento alla dignità delle persone e al valore della democrazia e delle sue condotte si possa generalizzare al punto da insidiare, a sua volta, le insidie che la minacciano?"

Ma che ne è delle sue affermazioni quando si scontra con individui che sono stati manipolati nella psiche attraverso:

"Proviene dal filosofo e pedagogista Federico Paulsen l'eccellente consiglio: "Il mio avviso è di ritornare all'educazione severa e austera dei tempi passati e di abbandonare le teorie dell'educazione troppo varia e non seria. Tre grandi imperativi sono le eterne stelle polari della vera educazione: Impara ad obbedire! Impara a dominarti! Impara a rinunziare e a vincere le tue curiosità!"
Come conclusione a questo virile appello del dotto pedagogista ricordiamo qui brevemente quelli efficaci forze ausiliarie che sono come comandamenti per chi ha cura d'anime, per promuovere e proteggere la purezza dei costumi della gioventù.
1° La cura nell'allevare i giovani senza bevande alcoliche, perché l'astensione dall'alcool ha profonda influenza sul dominio degli istinti, e educa il carattere alla gioia del sacrificio.
2° Vigilate sulle letture, per offrire alla fantasia e all'intelletto solo il nutrimento più nobile e le gioie più pure.
3° L'intelligente impiego del tempo libero per ricreare e rinvigorire il corpo e lo spirito.
4° La direzione dei parenti, per creare nella casa quell'"ambiente spirituale", nel quale i germi malsani della corruzione fisica e morale non possono trovare terreno propizio. Prima di tutto per tutto il modo di comportarsi dei genitori stessi, col loro nobile modo di esprimersi, con i loro reciproci rapporti, colla fedeltà ai comandamenti di Dio. Nelle riunioni delle madri e dei genitori non si potrà mai abbastanza seriamente parlare del male fatto ai giovani cuori da incaute, sconsiderate osservazioni dei parenti; questo si estende a tutti i rami della vita religioso-morale. Non è difficile prevedere le conseguenze di aspre critiche, da parte dei genitori sui sacerdoti e sull'ordinamento della Chiesa, anche in famiglie in cui i figli hanno ricevuto una buona educazione religiosa. E' parimenti brutto e pericoloso quando genitori incauti dimenticano i limiti della costumanza in discorsi d'ordine sessuale e nei reciproci rapporti. Reverentia debetur puero! Rispettiamo, in presenza dei giovinetti, la loro vita interiore!
5° L'educazione familiare pratica e religiosa deve sopratutto proteggere e coltivare nel cuore dei bimbi la pietà, un giusto amor proprio e un santo pudore. Senza danneggiare la naturale semplicità della vita familiare nel suo sviluppo, i genitori devono esercitare sui figli, senza farsene accorgere, una tacita ed efficace vigilanza.
6° Costante zelo nel ricevere i SS Sacramenti che apportano al debole forze divine, gioie divine al cuore dei giovani assetati di gioia.
Tutto questo apre un vasto campo di azione benedetta alla guida spirituale della gioventù."

Da "Sempre più e sempre meglio nella vita sacerdotale" del cardinale Adolfo Bertram pag. 226-227

E che cos'è il comportamento del prete cattolico nei confronti dei giovani se non la riproduzione dello schema di manipolazione mentale assunto anche dai regimi fascista e nazista?

Cosa dice il cardinale Bertram? Impara ad obbedire; impara a negare i tuoi impulsi vitali; impara ad a credere!

E dove sta la persona? Dove sta il bambino? Dove sta il soggetto giuridico che cresce? Un padrone ha una bestia che è addomesticata per obbedire, per negare la propria esistenza e per credere in quanto vuole il padrone. E il cittadino? E il soggetto di diritto Costituzionale? E il bambino che diventa un adulto che impone obbedienza, che impone alle persone, ai bambini, di rinunciare a sé stessi e a credere a tutto quello che egli vuole?

E qual è la strategia del prete cattolico?

Allevare i giovani senza bevande alcoliche. E' una buona cosa se pensiamo alla salute psico-fisica del giovane, ma diventa orrore quando la privazione delle bevande alcoliche è fatta in funzione di allevare una bestia per pronta al sacrificio. Non al sacrificio in funzione del benessere, ma al sacrificio di sé, sottomessa, a chi gli ordina in nome del dio padrone. E di quale altro padrone?

Vigilare le letture, i films, i programmi televisivi per uccidere nel futuro cittadino la sua capacità critica e impedirgli di organizzare strategicamente la sua esistenza in funzione di sé stesso e per sé stesso.

Occupare il suo tempo libero per sottometterlo ulteriormente; impedirgli di pensare a sé stesso e alla relazione che dovrà costruire fra sé e gli individui della società in cui vive.

Organizzare la famiglia per impedire ai bambini di fornirsi gli strumenti con cui conoscere la realtà che li circonda. Impedire alle famiglie di criticare la pederastia e la pedofilia dei preti cattolici; impedire alle famiglie di criticare gli attacchi del prete cattolico alla società civile. Ricorrere, se necessario alla legge!

Far in modo che la conoscenza della sessualità dei ragazzi sia scarsa e costringerli all'astinenza al fine di sviluppare in loro veicolazioni fobiche della loro sessualità.

Sottomissione e coinvolgimento nella credenza, nella fede imposta con la violenza tanto da far passare come atto i gioia (o di liberazione) la partecipazione nella chiesa cattolica.

Come si può in queste condizioni di terrore, operate dai preti cattolici con la complicità delle Istituzioni, che degradano i ragazzi a puri oggetti di possesso, a bestiame senza tensioni né passioni, avere nella società civile quanto auspica Zagrebelsky nel suo "Imparare democrazia" ed. Einaudi a pag. 19:

"Per questo, una democrazia che vuole preservarsi dalla degenerazione demagogica deve curare al massimo grado l'originalità di ciascuno dei suoi membri e combattere la passiva adesione alle mode. L'originalità che non deve essere concepita come stramberia, amore estetizzante della stravaganza a, etimologicamente, come seria capacità di dare inizio, origine a un progetto, a un rinnovamento che produce vita nuova e combatte la passiva animalesca ripetitività. Ciò che consente alla democrazia di essere un regime non pianificato, non deterministico, cioè determinato da una necessità che sta fuori, o alle spalle degli Esseri Umani, come la legge della storia o una ideologia qualsiasi che si impossessa degli uomini e li trasforma in suoi automi è, per l'appunto, la loro originalità. E' questo che fa della vita umana non una semplice derivazione di conseguenze scontate, già contenute in un nucleo iniziale (una ideologia, una rivelazione, una missione storica, ecc.) che non ha bisogno se non di fedeli esecutori.

Dobbiamo vedere con preoccupazione il procedere delle nostre società verso l'omologazione, un fenomeno che riguarda molti livelli dell'esistenza, dai consumi opportunamente detti "di massa", alla cultura anch'essa "di massa". Chi non si adegua, passa nel migliore dei casi per un "originale"; nel peggiore per uno "spostato", da evitare, emarginare, bandire dal gruppo, tanto più in quanto, con la sua stessa esistenza, solleva dubbi ed interrogativi sul pigro conformismo della maggioranza."

Finché ai preti cattolici non verrà messo il limite determinato dalla morale Costituzionale, non avremo mai cittadini, ma individui educati ad essere delle bestie obbedienti e sottomessi.

E' l'attività di terrorismo del prete cattolico.

Scrive Ferruccio Pinotti nel suo "Opus Dei segreta" ed. BUR a pag. 184:

"Carmen Charo Pérez, quarantotto anni, è stata numeraria dell'Opus Dei per diciotto anni e ha vissuto in tre centri per numerarie dell'organizzazione religiosa: a Valencia, Murcia e Pamplona. E' arrivata ad essere direttrice di uno di essi. Attualmente vive a Vitoria, capoluogo dei Pesi Baschi: è sposata ma non ha figli. L'esordio della sua testimonianza è molto forte.
"Ho lasciato l'Opus Dei perché mi sentivo morire. Ho sofferto per sette anni di una pesante depressione. Sono stata sottoposta anche a trattamento psichiatrico. Quando ero nell'Opus Dei, a poco a poco, iniziavo ad essere incapace di fare un numero sempre maggiore di cose e di lavorare; mi sentivo senza vita. Stavo così male che devo ammettere che non avevo nemmeno la forza di prendere la decisione netta di lasciare l'Opus Dei. Non ero neppure in grado di dubitare dell'Opera. Quando me ne andai, non ero più capace di intendere e di volere, non ero in grado di ragionare, di analizzare la mia condizione."
In Carmen Charo Pérez prevaleva il malessere, la distruzione della personalità, il senso di colpa.
"Tutto quello che non funzionava nell'Opera era colpa mia. Ero io che non rispondevo a un modello di vita, quello dell'Opus Dei. Non me lo dicevano magari in maniera esplicita ma era tutto il mio modo di essere che mi portava a pensarla così".
Non c'era solo un grande senso di inadeguatezza e sofferenza personale. Carmen Charo Pérez denuncia anche forme di manipolazione attiva da parte dell'Opus Dei.
"Il mio malessere dava grande scandalo all'interno dell'Opera. Mi fecero credere che avevo una grande infermità mentale cronica. Che dovevo offrirla a Dio e convivere con essa per il resto dei miei giorni. Non si diceva il nome di questa malattia. Ma era certo che non si poteva curare. Io soffrivo, giorno dopo giorno, di manifestazioni sempre più serie: incapacità di dormire, esplosioni emotive di fronte a cose normali della vita, alle quali reagivo in maniera sproporzionata."
Dopo una profonda lotta interiore, Carmen Charo Pérez decise di reagire.
"Dovevo andarmene. Alla fine uscii dall'Opera e andai a vivere a casa dai miei genitori. Dopo una settimana con loro vidi che il mio corpo reagiva agli stimoli in una maniera completamente diversa. Sentii subito che sarebbe stato impossibile per me tornare nell'Opera. La rapida ripresa mi fece comprendere che quello che avevo vissuto non era una malattia, un problema mio, bensì qualche cosa che aveva a che fare con l'ambiente dei Centri dell'Opus Dei. In quel mondo ci sono forti incoerenze: da una parte c'è la teoria, dall'altra c'è la vita. Prendiamo per esempio il tema della libertà. Secondo il fondatore, noi numerari siamo liberissimi – lo diceva sempre, Josémaria Escrivà de Balaguer – ma nell'Opera in realtà è tutto supercontrollato."
L'esercizio del dominio delle persone è totale, invasivo.
"L'Opera controlla il Consiglio Locale del Centro, il quale a sua volta controlla la direttrice, la quale controlla la sottodirettrice, che controlla la segretaria. Lo stesso avviene con i numerari che vivono nei Centri. Settimanalmente si deve rendere conto della propria vita personale; non dei banali fatti esteriori, bensì di quelli più intimi: quello che pensi, quello che senti, quello che vuoi fare o non vuoi più fare, quello che desideri o hai smesso di desiderare. L'orario è severamente regolato, tutti si alzano alla stessa ora, si prega alla stessa ora, si va a Messa insieme, si fa colazione insieme, si mangia tutti insieme. Dopo la cena c'è la tertulia, durante la quale bisogna condividere il proprio vissuto quotidiano. Oltre a queste incombenze ognuno ha un incarico apostolico del quale deve dare conto, discutendo di tutto quello che è stato fatto e di quello che non è stato fatto. in ogni momento della tua vita quotidiana devi essere a disposizione, accettare di essere controllata."
Tutti gli aspetti del quotidiano sono rigidamente regolati nell'Opus Dei.
"Nel rapporto col denaro avviene la stessa cosa, perché una numeraria deve consegnare all'Opera lo stipendio guadagnato con il proprio lavoro professionale. E poi chiedere ciò di cui ha bisogno alla segretaria del Centro rendendo conto mensilmente fino all'ultimo centesimo di euro. Non ti puoi concedere nulla. Se un giorno hai preso tre caffé, ti dicono che quella è mancanza di povertà. Si arriva a questi livelli. L'obbedienza deve essere totale. In teoria una numeraria può dire no ad un incarico, ma in realtà non è così. Quando tu dici no a qualche cosa ti viene sempre ricordato che tu hai dato tutta la tua vita all'Opera, che non stai comportandoti in maniera generosa, che sei sleale. Loro creano un forte senso di colpa nella tua coscienza: è la loro maniera per rimetterti in corsia. Dicono sempre che è Dio a volere questo per te. Il Consiglio Locale del Centro, la direttrice, o la persona che conduce la charla sono coloro che dicono cosa vuole Dio, pur essendo dei laici. Credono di interpretare la volontà di Dio"."

Il terrore sociale imposto dai preti cattolici a loro profitto.

Il terrore sociale imposto dai preti cattolici per disarticolare, offendere e attentare alla Costituzione della Repubblica colpendo i bambini e servendosi delle Istituzioni per poter continuare a stuprare i bambini.

Scrive Crazioso Ceriani ne "La teologia della famiglia" edito a cura della Pontificia Facoltà teologica di Milano:

"Il matrimonio, nel suo fine naturale, non può essere scisso dal suo interiore rapporto con Dio. I coniugi sono servi di Dio, collaboratori suoi nell'accendere la vita: essi preparano il corpo, Dio infonde l'anima da Lui creata." pag. 46

Con questa premessa appare del tutto evidente che le affermazioni di Ratzinger sono solo un invito ai cattolici per destabilizzare la Costituzione della Repubblica e continuare a stuprare bambini costringendoli in ginocchio davanti al suo dio assassino.

Non le persone che decidono di fare una famiglia lo fanno per sé stesse e per seguire le loro inclinazioni, ma perché sono serve del dio padrone. Così stuprano i loro bambini privandoli degli strumenti con cui affrontare la loro vita. Così, nell'attività di Ratzinger e di Bertone, tutta la società deve essere formata da famiglie che fungono da serve al dio padrone. E le dichiarazioni di Ratzinger e di Bertone vengono riprese dagli aderenti all'Ordine dei Giornalisti e fatte passare come ordini Istituzionali mentre ogni voce contraria, ogni critica, viene messa a tacere o confinata nell'emarginazione dall'Ordine dei Giornalisti e da chi detiene il potere nella società e si ritiene padrone di essa.

Come dice Zagrebelsky:

"Dobbiamo vedere con preoccupazione il procedere delle nostre società verso l'omologazione, un fenomeno che riguarda molti livelli dell'esistenza, dai consumi opportunamente detti "di massa", alla cultura anch'essa "di massa". Chi non si adegua, passa nel migliore dei casi per un "originale"; nel peggiore per uno "spostato", da evitare, emarginare, bandire dal gruppo, tanto più in quanto, con la sua stessa esistenza, solleva dubbi ed interrogativi sul pigro conformismo della maggioranza."

Vedere con preoccupazione!

Quanti sono i gradi di manipolazione mentale messa in atto dai cattolici al fine di impedire ai bambini di diventare dei soggetti di diritto Costituzionale?

Nelle prossime pagine tenterò di rispondere a questo quesito.

Marghera, 30 giugno 2007

 

Vedi anche:

1) Chiesa cattolica, omosessualità, pedofilia e pederastia

2) L'attività della chiesa cattolica per lo stupro dei bambini nella formazione della dipendenza emotiva trasferita nella società civile!

4) Stregoneria e scienza: preghiere e inni!

5) Il catechismo della chiesa cattolica e la manipolazione mentale dei bambini

6) Lo stupro della struttura sociale e necessità della chiesa cattolica di garantirsi il diritto di stuprare i bambini mediante l'imposizione della preghiera!

 

 

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Le pagine di questo indice che non sono nel primo volume, concorreranno a formare i capitoli del secondo e del terzo volume.

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