L'idea di resurrezione nella religione cristiana

di Claudio Simeoni

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L'idea di resurrezione della carne nel cristianesimo

Le religioni, attraverso il mito, raccontano sé stesse e il proprio intento. Non è possibile comparare le religioni Antiche con l'orrore portato dal cristianesimo. Pur tuttavia, risulta importante sottolineare alcuni aspetti fondamentali dei diversi percorsi religiosi al fine di far comprendere la diversità degli intenti di cui le strutture religiose sono portatrici.

In questo caso verranno accostati due diversi atteggiamenti religiosi relativi al portare in vita i morti!

Portare in vita i morti è sempre stato un mito, una funzione allegorica, che veniva raccontato nelle varie religioni antiche. Il cristianesimo ha fatto della resurrezione, il ritorno alla carne e alla vita fisica, l'elemento centrale della sua predicazione. Dove, il ritorno alla vita fisica, non era ottenuto dall'individuo, ma era manifestazione della volontà del dio padrone di cui egli era espressione.

Per contro, pur avendo elaborato degli ambienti che ospitavano la vita oltre la morte, e pur essendo questi ambienti descritti attraverso le fattezze e la quotidianità umana, le religioni antiche non hanno mai parlato del ritorno alla vita fisica se non come reincarnazione. Dove uno spirito ritorna alla carne, ma in una diversa carne. Solo il cristianesimo, e poche altre fonti, parlano della resurrezione.

In tutta l'analisi che si è fatta della Teogonia Esiodea si è visto come il fine per il quale Zeus sconfigge i Titani è quello di dettare le regole affinché la vita germini e si trasformi in tanti DEI. Le regole che Zeus stabilisce, attraverso il calare dei suoi figli fra gli Esseri della Natura, non sono imposti col terrore, come le regole imposte dal dio padrone dei cristiani, ma con la convenienza! Quanto germina dall'Essere Natura può diventare eterno solo seguendo quelle regole: solo manifestando i TITANI in quella forma! L'Essere della Natura non può manifestare METIS, ma può manifestarla nella forma di ATHENA. Gli Esseri della Natura possono manifestare DEMETRA solo attraverso PERSEFONE (crescita nell'utero o nell'uovo); possono usare i due sessi, ma solo nella forma di APOLLO e ARTEMIDE; possono manifestare TEMI nella forma di DIKE; e poi ERMES, DIONISO, le MUSE ecc. ecc.

Con ZEUS le forze della generazione rappresentate dai TITANI si calano fra gli Esseri figli di HERA affinché costruiscano un percorso virtuoso verso l'eternità.

Questa forma religiosa la troviamo sia nell'Antica Roma, sia nell'Egitto Antico, sia negli altri miti religiosi antichi sia pur con tutta una serie di varianti, come la rinascita, che poi andrà ad ispirare la resurrezione nel cristianesimo, come Osiride, Isthar, Adone ecc.

A me interessa contrapporre il mito di Esculapio con quello del Gesù di Nazareth e i contesti dottrinali dai quali sorgono le loro azioni.

Il mito di Lazzaro, nel vangelo di Giovanni dei cattolici, è un mito molto tardo e viene scritto per contrapporre il Gesù dei cristiani a dei guaritori miracolosi e alla magia spiccia che circolava nelle comunità antiche. In particolare i cristiani dovevano vedersela, fra le varie migliaia di predicatori più o meno ispirati, con tale Apollonio di Tiana e con i miti sulla magia miracolistica che circolava fra i bassi fondi popolari nei quali i cristiani stavano decantando le doti miracolose del loro fondatore. C'era un tale Quadrato, un apologista cristiano del II° secolo d.c. che scriveva all'imperatore Adriano lettere in cui affermava che persone resuscitate da Gesù erano ancora vive.

Vediamo cosa racconta Giovanni:

"Levarono allora la pietra, Gesù alzò gli occhi al cielo e disse: "Padre, ti ringrazio di avermi esaudito. Sapevo che mi esaudisci sempre, ma l'ho detto per il popolo che mi circonda, affinché credano che tu mi hai mandato". E detto questo, con gran voce gridò: "Lazzaro, vieni fuori!". Egli uscì subito, legato piedi e mani con fasce e col viso coperto da un sudario. Gesù disse loro: "Scioglietelo e lasciatelo andare". Molti dei Giudei, venuti da Maria, visto il prodigio compiuto da Gesù, credettero in lui. Alcuni, però, andarono dai Farisei a riferire quanto Gesù aveva fatto."

Vangelo di Giovanni 11, 41 - 46

Come si può vedere, in tutto questo brano, la persona morta è proprietà del dio padrone suo padre. E' il dio padrone suo padre che le concede di tornare in vita. Così Gesù è il padrone della vita. La vita non ha nessuna ragione d'essere se non come proprietà del dio padrone e di suo figlio.

Questa impostazione mentale ha attraversato 1600 anni di storia. L'importante era costringere gli individui a riconoscere di essere proprietà del dio padrone e dei suoi delegati. Si giungeva a torturare, massacrare e sterminare pur di costringere alla sottomissione al dio padrone perché, tanto, il dio padrone poteva far risorgere.

Questo nostro continuo sottolineare l'individuo come oggetto di possesso del dio padrone è la costante fondamentale della dottrina del cattolicesimo ed è l'elemento di distruzione dell'intera storia dell'umanità negli ultimi 1600 anni.

Anche nell'antica religione Greca c'è un episodio del figlio di un dio, dio esso stesso, che riporta in vita persone morte. Si tratta di Asclepio o Esculapio figlio di Apollo.

Perché il principio maschile della vita, un dio guerriero per eccellenza (la qualità che emerge dalla quantità, un combattente dell'emersione e della fissazione della qualità sulla quantità), ha un figlio che fa della medicina la propria espressione di vita? Perché nella lotta per la vita, la vita dei singoli esser può essere in pericolo. Possono affrontare degli ostacoli che tentano di distruggerli. L'intera vita si svolge su un piano di sfida continua fra il soggetto che si espande e il mondo in cui quest'espansione si manifesta. Per questo motivo gli Esseri della Natura tentano di porre rimedio a delle sconfitte, che non si sono rivelate distruttive, per continuare a vivere e ad espandersi nel loro mondo.

Esculapio è questo fare. Proprio perché incide sulla vita degli Esseri della Natura è un'attività divina che viene manifestata dagli Esseri della Natura: un loro farsi DIO!

Gli Esseri Umani immaginano questa attività all'infinito.

Come hanno imparato a curare dei mali e a riprendere con vigore la loro quotidianità, così pensano di curare anche la morte del corpo fisico. Un medico attento immagina un medico assoluto che riesce a riportare in vita individui morti.

Nel cristianesimo questo è concepibile. Per un cristiano la morte del corpo fisico è una disperazione. Non solo la disperazione di incontrare quanto non conosce, ma la disperazione di dover affrontare il giudizio del suo dio padrone. Terrore e tremore lo attanagliano: sarà stato sufficientemente sottomesso al dettato del dio padrone tanto che il suo compiacimento lo premierà? Il suo dio padrone si sarà svegliato con "la luna di traverso" tanto da condannarlo nonostante i suoi sforzi?

Nelle Antiche religioni e nella lettura della costruzione del Paganesimo Politeista, non è così. Ogni Essere che viene in coscienza inizia ad espandersi nella sua oggettività; si prende la sua occasione. Quella consapevolezza ha quest'opportunità: trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso. Le condizioni che si incontrano sono quelle formate dalla propria specie, sia come soggettività dell'Essere della Natura, sia come oggettività nella quale la sua specie ha costruito i suoi adattamenti.

Ogni nato è un individuo, una specie, un Essere della Natura. All'Essere Natura interessa che al suo interno si sviluppino il maggior numero di specie e che generino il maggior numero di individui costruendo le condizioni affinché continuare lo sviluppo. Alla specie interessa rafforzare sé stessa attraverso gli individui che in essa germinano. All'individuo interessa espandere sé stesso nell'infinito dei mutamenti.

Le scelte soggettive, all'interno delle condizioni, portano alla riuscita o al fallimento del singolo. Le scelte soggettive, all'interno delle condizioni che ne costringono gli adattamenti, portano alla riuscita o al fallimento della specie. La riuscita e il fallimento della specie determinano la qualità della Coscienza di Sé dell'Essere Natura; la riuscita o il fallimento dei singoli determinano la qualità degli DEI che bussano alle porte dell'Olimpo.

Ecco Esculapio riportare in vita chi ha fallito la propria esistenza. Ha avuto un'occasione e non l'ha vissuta. Non è vissuto per sfida. Non ha modificato, migliorandolo, l'ambiente in cui viveva. Non ha affrontato le condizioni della propria esistenza. Non ha alimentato le tensioni della vita dentro sé stesso. Non si è trasformato in un DIO. Non ha manifestato, o non gli è stato possibile manifestare, le condizioni imposte da Zeus affinché gli Esseri della Natura potessero trasformarsi in DEI. Così Esculapio riporta in vita Ippolito, Capaneo, Licurgo, Glauco ecc.. Permette loro di avere un'altra possibilità.

Questo è il desiderio degli sconfitti.

Non si tratta degli sconfitti che hanno affrontato condizioni avverse e sono periti. Si tratta degli sconfitti che si sono consumati lentamente nell'inedia e della pavidità. Coloro che non hanno affrontato la loro esistenza con tutta la loro forza e la loro determinazione. Sono coloro che, per una ragione o per un'altra, si sono impossessati di altri Esseri Umani per costringerli a servirli. L'unica cosa che costoro sapevano fare era: pascolare le loro pecore! Le pecore dovevano essere ammansite e servire ai propri bisogni. Nel far questo non hanno affrontato le condizioni e le contraddizioni della loro esistenza ed ora, che stanno per dissolvere la loro occasione, anelano ad un padrone che, padrone come loro di bestiame umano, li conduca all'ovile!

Vedete, dice il Gesù di Nazareth, io riporto in vita il morto, il dio padrone (padrone degli uomini) mi accontenta. Veramente il dio padrone mi accontenta sempre, ma lo dico perché voi vi convinciate che il dio padrone, che è mio padre, mi accontenta. Che quest'uomo abbia una seconda vita o meno, per i cristiani non cambia assolutamente nulla in quanto egli è fatto dal dio padrone e il dio padrone dispone a proprio piacimento. Questo passo va di pari passo con l'affermazione che viene fatta in un'altra parte nella quale Gesù afferma che è inutile provvedere per il futuro, tanto ci pensa lui e il padrone suo padre. Lasciate che del futuro si preoccupino i Pagani.

E' necessaria la certezza che non c'è un'altra possibilità!

E' necessaria la consapevolezza di chi vive nel presente che deve attrezzarsi per affrontare il futuro. Un futuro che è SEMPRE presente come tensione della trasformazione soggettiva. Un futuro fisico quando si è nella pancia della madre, un futuro fisico-sessuale quando si è Essere della Natura, una futuro psichico, psichistico e magico quando ci si appresta a trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso.

E' necessaria la consapevolezza del singolo individuo che deve fare del suo meglio per continuare a dilatarsi nell'infinito. E' necessaria la consapevolezza della specie nella costruzione dei migliori individui possibile e della ricerca-costruzione delle migliori condizioni per costruire il proprio futuro. E' necessario che tutto questo agisca nelle condizioni imposte da HERA con gli strumenti che Zeus mette a disposizione. Questi strumenti sono DEI che vengono espressi dai soggetti mentre affrontano la loro oggettività.

Zeus fulmina Esculapio.

Col suo fulmine Zeus riafferma la funzione della vita. Non esiste ritorno nell'uovo o nell'utero. Così non esiste il ritorno nella vita fisica quando la vita fisica si è consumata. Si può aumentarne la quantità e la qualità a disposizione, ma la fine è fine! Non esiste ritorno indietro!

Esculapio viene fulminato, l'ira di Apollo si abbatte su alcuni figli di Zeus, Zeus punisce Apollo, ma DEVE concedere ad Esculapio di continuare ad esistere in quanto il dio è espresso da ogni Essere della Natura attraverso una parte significativa dei suoi sforzi per espandersi nell'infinito. Zeus colpisce Esculapio, ma non pone fine alla sua manifestazione di ente divino.

Qual è la differenza fra il comportamento di Zeus e quello del dio dei cristiani? Zeus è fonte dalla quale i figli di HERA germinano, non è il padrone degli Esseri figli di HERA. Li può uccidere, nello stesso modo in cui ognuno di loro può distruggere ogni altro loro, li può combattere, ma non li possiede! Zeus non è un padrone! Zeus è l'ente da cui i figli di HERA germinano, non il loro creatore: dunque, non il loro padrone!

Pertanto Zeus non può disporre della loro vita e della loro morte, non può imporre le loro trasformazioni o le loro scelte. Può solo agire sulle condizioni affinché siano indotti a scegliere, può fornire loro i migliori strumenti per costruirsi in quanto questo permette a Zeus di costruire sé stesso: ma non li possiede! Chi, fra i figli di HERA giungerà all'Olimpo sarà colui che ha saputo attrezzarsi meglio per affrontare nel miglior modo le condizioni della vita. Sarà colui che sposerà EBE! Colui che giungerà all'Olimpo sarà colui o coloro che hanno saputo cogliere la loro occasione. Chi busserà alle porte dell'Olimpo saranno coloro che si saranno attrezzati per potervi bussare. La specie, degli Esseri della Natura, che avrà attrezzato più opportunamente i propri figli sia nelle condizioni che ha incontrato che nei mutamenti del tempo che viene incontro, porterà nell'Olimpo un maggior numero di figli. Ma sono le sfide che HERA impone ai suoi figli!

Non esiste un ritorno nell'utero; non esiste un ritorno nell'uovo! Così non esiste un ritorno alla vita fisica: si può solo andare avanti, continuare la vita come un DIO dopo che si è trasformata la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso.

Questo è quanto differenzia le scelte fra un Pagano Politeista che si attrezza per provvedere per il futuro e un cristiano che saccheggia il presente perché tanto il futuro appartiene alla provvidenza del suo dio.

Un cristiano non ha futuro perché il suo dio gli ha promesso l'eternità in cambio della sottomissione, ma la sottomissione distrugge la sua energia e toglie le sfide con le quali egli può cogliere dall'albero della vita eterna. Per questo motivo un cristiano è disperato davanti alla morte del corpo fisico ed immagina la rinascita in quello che già conosce: non ha potere, non ha energia, non ha coraggio per affrontare lo sconosciuto oltre la morte del corpo fisico. Può solo immaginare un'eternità all'interno del corpo fisico: e questo è quanto gli promette il suo dio padrone. Per accedere a questa promessa deve distruggere chiunque che, prendendo nelle proprie mani la responsabilità della propria vita, affronta il futuro: costui, trasformandosi in un DIO, gli mostra il suo fallimento. Il fallimento della sua vita sacrificata nell'adorazione del macellaio di Sodoma e Gomorra alla cui sottomissione ha sacrificato i suoi figli e danneggiato il Sistema Sociale in cui viveva!

Marghera 19.02.2002

Formattazione attuale: 17 maggio 2015

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

Gli ebrei e cristiani nella società

La nostra società emerge dall'odio cristiano. La nostra democrazia emerge dalla monarchia assoluta imposta dai cristiani. La società dei diritti dell'uomo emerge dalla società in cui dio aveva ogni diritto sull'uomo, anche quello di sterminarlo. Non esiste un concetto sociale, un'idea filosofica, che non sia emersione dall'ideologia cristiana di dominio dell'uomo sull'uomo.