Primo stadio della percezione: la Mati nel Jainismo
Quattordicesima parte

(la formazione della percezione razionale in età neonatale)

di Claudio Simeoni

Continua dal precedente...

Orfici e Platonici

Che cosa intendono i Jainisti con la percezione Mati?

La Mati è la cognizione ordinaria, che si ottiene tramite i normali mezzi della percezione sensoriale. Essa comprende la Smrti o memoria e la Samina o Pratyabhijna, o riconoscimento; il Curita o Tarka o induzione basata sull'osservazione; Abhinibodha o Anumana, cioè ragionamento deduttivo; il Matijnana è la conoscenza ottenuta per mezzo degli Indrya, ovvero i sensi e la mente; per distinguerla dai sensi la mente viene chiamata Anindriya. Prima del sorgere del Matijnana, si ha sempre la presentazione sensoriale o Darsana. Talvolta, il Matijnana viene diviso in tre tipi: Upalabdhi o percezione, Bhavana o memoria, e Upayoga o intelletto.

E' necessario tener presente che nella definizione della conoscenza ordinaria, il Jainista parte da "ciò che egli è" in quel momento e analizza gli aspetti che concorrono alla formazione del suo giudizio. Gli elementi che concorrono alla conoscenza razionale sono divenuti e si sono adattati nel corso della crescita dell'individuo. Per cui noi non possiamo discriminare sulla qualità della memoria o del riconoscimento del singolo individuo o della specifica cultura. Sappiamo che l'individuo usa la memoria delle forme e degli oggetti e sappiamo che l'individuo riconosce quegli oggetti mediante i sensi formulando quei ragionamenti. Però non interveniamo sulla qualità dell'uso dei sensi, né sulla qualità della memoria, del ragionamento, della percezione sensoriale, ecc. La qualità è determinata dall'attività dell'individuo nella sua crescita nell'età infantile e preadolescenziale che determinerà la facilità o la difficoltà del passaggio dall'adattamento acritico ai fenomeni del mondo alla pratica della critica per modificare i propri adattamenti soggettivi. Cioè, la sua coscienza, conoscenza, percezione del mondo.

La formazione della conoscenza razionale, che si riassume nel linguaggio e nella comunicazione, viene individuata in aree specifiche del cervello e in connessioni neuronali come:

Ecco l'area precisa della centralina del linguaggio

E' situata 3 cm piu' vicino a zona frontale corteccia cerebrale

31 gennaio, 09:36 (ANSA) - ROMA, 31 GEN - La centralina del linguaggio situata nel cervello si troverebbe in un'area diversa rispetto a quella immaginata finora: in una regione di circa tre centimetri piu' vicina alla zona frontale della corteccia, una distanza che nell'architettura del cervello equivale a diversi chilometri. La scoperta pubblicata sulla rivista dell'Accademia delle Scienze Americana (Pnas) si deve a uno studio coordinato da Josef Rauschecker, della Georgetown University e potrebbe fare luci sulle origini del linguaggio.

Tratto da: http://www.ansa.it/2012/01/31/

Al di là delle scoperte della scienza, che appartengono tutte alla conoscenza ordinaria, quella che i Jainisti chiamano Mati, si rileva come si formi mediante una trasformazione cerebrale in cui le risposte soggettive all'ambiente determinano sia la qualità delle connessioni neuronali che la qualità dell'attivazione dell'area.

Modificando ognuno degli elementi che formano la conoscenza che i Jainisti chiamano Mati, si modifica la qualità della conoscenza razionale del mondo. Modificare la memoria; modificare la capacità di riconoscere gli oggetti; la capacità di osservare oggetti ed azioni ed analizzarli; deduzione di giudizi attraverso l'analisi critica; la manipolazione dei propri sensi; l'uso della propria mente come strumento di analisi che comprende la specifica capacità di percezione soggettiva degli individui, l'uso della memoria e la loro intelligenza critica come capacità analitica e come capacità di formulare problemi in presenza di soluzioni empiriche. Tutto ciò si trasforma nella descrizione del linguaggio e della comunicazione. Un linguaggio e una comunicazione che saranno tanto più ricche quanto maggiore la capacità dell'individuo di razionalizzare la propria descrizione del mondo e delle relazioni fra gli oggetti del mondo in cui vive.

La Mati dei Jainisti è, in sostanza, una conoscenza descrittiva della realtà vissuta. La Mati descrive l'individuo separato dal mondo. L'individuo circoscritto in sé.

Questo tipo di conoscenza che si forma durante la crescita dell'individuo, mette l'individuo davanti a due possibilità. O l'individuo radicalizza la propria separazione dal mondo, o l'individuo partecipa al mondo. O l'individuo pratica l'onnipotenza della ragione o l'individuo partecipa alle trasformazioni del mondo come un soggetto fra soggetti.

Sempre l'individuo può alimentare la sua memoria, il riconoscimenti di oggetti, articolare e alimentare la sua capacità di osservazione, i suoi sensi, la sua mente, la sua intelligenza. La differenza sta se lo sviluppo di questi elementi che compongono la coscienza Mati sono finalizzati a riaffermare la superiorità dell'individuo rispetto all'insieme in cui vive o se il loro uso apre all'individuo ad altre forme di coscienza, consapevolezza, percezione, elaborazione.

Nella Stregoneria Castanediana possiamo dire che il passaggio dalla Mati alla Sruti avviene quando l'individuo vince la paura. La paura viene intesa come la barriera che costringe la ragione dell'individuo a fissare la sua onnipotenza nei confronti del mondo in cui vive. Superare la paura significa costringere la propria ragione a non separarsi dal mondo, ma di usare la memoria, il riconoscimento di oggetti, la capacità di osservazione, i sensi, la mente, l'intelligenza, ecc. per agire nel mondo e costruire le relazioni con i soggetti del mondo.

Fissare la Mati significa che l'individuo dice "Io sono sopra ad un mondo" e non potendo essere l'onnipotente di quel mondo, si limita ad identificarsi psicologicamente, emotivamente e intellettualmente con un'immagine che ritiene onnipotente (il dio padrone, il Gesù, la madonna, il Buddha, il karma ecc.). Vincere la paura che separa e passare dalla ragione Mati, alla ragione Sruti significa che l'individuo afferma "Io sono parte del mondo, uno dei soggetti che agisce nel mondo!", nel far questo l'individuo mette in atto delle strategie per vivere nel mondo e non si considera il padrone o superiore ad altri. Egli è parte del mondo.

Poi l'individuo cresce e deve forzare il conoscere della Mati per vivere

Il secondo livello di conoscenza dei Jainisti è:

La Sruti (vai)

Claudio Simeoni

Marghera, 11 febbraio 2012

 

Continua... nella quindicesima parte

 

La nascita di Fanes, Protogono, Eros Primordiale

Sculture di Wolfgang Joop 54esima Biennale Venezia

 

Immagini della scuola di Atene di Raffaello

Tratte dalla riproduzione di un artista di strada

 

Particolare scuola di Atene

 

Platone e Aristotele

 

Scuola di Atene

 

Scuola di Atene

 

Vigili manganellatori propri dell'ideologia religiosa di Platone e cristiana

 

Fortificazione di Mestre: cristianesimo e Platonismo

 

Toro uno dei simboli dell'Orfismo

 

Cerimonia dionisiaca Palazzo musica Bologna

 

Orfeo e Platone

Si tratta di due modi diversi ed inconciliabili mediante i quali pensare e vivere il mondo in cui si nasce. Mentre Platone si fa artefice e demiurgo del mondo, Orfeo si fa cantore e viaggiatore del mondo in cui è nato. Mentre Platone, attraverso Socrate, pretende di imporre le leggi e le regole della società e dell'universo, Orfeo costruisce le relazioni con la vita e con la Natura. Platone, con Socrate, pretende di essere il padrone degli uomini, Orfeo un uomo che vive.

 

 

 

 

 

Sito di Claudio Simeoni

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

 

 

Ultima formattazione 28 gennaio 2022

Questo sito non usa cookie. Questo sito non traccia i visitatori. Questo sito non chiede dati personali. Questo sito non tratta denaro.