Vangelo di Matteo 10, 40-42

Le istruzioni di Gesù agli apostoli

Claudio Simeoni

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Vangelo di Matteo 10, 40-42

 

Afferma Gesù nel vangelo di Matteo 10, 40-42:

"Chi riceve voi, riceve me;
e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato.
Chi riceve un profeta come un profeta,
riceverà una ricompensa da profeta;
e chi riceve un giusto come giusto,
riceverà una ricompensa da giusto.
E chi avrà dato da bere anche un solo bicchier
d'acqua fresca ad uno di questi piccoli,
perché è mio discepolo, in verità vi dico:
non perderà la sua ricompensa."

La sindrome di onnipotenza di Gesù è tale da manifestare la volontà di strappare ogni dignità alle persone. Le persone non sono sé stesse: non devono essere sé stesse. Le persone devono essere lui! Solo annientando le persone, trasformandole in oggetti privi di tensioni e desideri, di soggettività e di personalità, Gesù può rapportarsi con le persone. Solo quando le persone si mettono in ginocchio davanti a lui egli le riconosce; come un padrone riconosce le sue pecore nel momento in cui queste gli porgono la gola affinché egli le possa macellare senza fatica.

Per contro, l'evangelista Matteo ha necessità dell'investitura ad opera di Gesù. Matteo è Gesù; chi riceve Matteo riceve Gesù in quanto Matteo ha ricevuto Gesù e, ricevendo Gesù, ha ricevuto colui che lo ha mandato.

E' irrilevante che un personaggio come Gesù sia esistito o meno; certamente è esistito un tale che si faceva chiamare (o si chiamava) Matteo e che ha descritto un soggetto che farneticava di essere il figlio del dio padrone e che Matteo, avendolo ricevuto, aveva ricevuto l'investitura da parte del dio padrone e creatore di rappresentare nella società le farneticazioni deliranti di Gesù.

Fra il delirio di chi crede nell'esistenza di un dio creatore e il delirio di Matteo che pretende di essere ricevuto in quanto egli, ricevendo Gesù, ha ricevuto il dio padrone e creatore, c'è la descrizione del delirio patologico di Gesù che giustifica le due altre forme di delirio.

Gli ultimi versetti delle Istruzioni agli apostoli in Matteo, sono il passaggio di testimone del dominio sociale fra Gesù, la cui figura si perde nelle fantasie narrative, e Matteo che ha il compito di trasformare i deliri patologici che ha attribuito a Gesù in istruzioni religiose da presentare alla società civile. Matteo non si presenta come Matteo, ma si presenta come Matteo inviato da Gesù e dunque, Gesù esso stesso.

Ricordiamo questo "gioco" delle identificazioni. E' fondamentale nella predicazione dei cristiani: a voi, lo dico io, ma quello che io vi dico, lo ha detto Gesù! Non sono io il pazzo, dice Matteo, che farnetica, ma Gesù che io ho accolto. Se vuoi dare del matto a qualcuno, dice Matteo, dallo a Gesù, non a me che ho creduto in lui. Questo, quando qualcuno analizza quanto Matteo va dicendo, ma se qualcuno è dubbioso, se qualcuno scambia la predicazione di Matteo per un "profetizzare" o un "atto di saggezza" e gli offre un bicchiere d'acqua fresca, eccolo Matteo ergersi come padrone in quanto ha accolto Gesù e, attraverso lui, il dio creatore! E Matteo ci tiene a sottolineare che colui che lo accoglie, accoglie Gesù e chi lo ha mandato: nemmeno il più incallito dei truffatori, imbonitori di piazza, sarebbe in grado di presentare una faccia tosta del genere.

Ed è il concetto che viene ribadito in maniera più chiara in Luca:

"Chi ascolta voi ascolta me, e chi disprezza voi disprezza me. Chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato."

Tratto dal vangelo di Luca 10,16

I preti della chiesa cattolica sono altrettanti Matteo. Quando vengono disprezzati per ciò che fanno, accusano immediatamente: "Voi state disprezzando Gesù!" e subito: "Dal momento che tu disprezzi Gesù, stai disprezzando dio!".

Il transfert, mentale e psichico, è un modus operandi che gli anticlericali non sono mai riusciti a capire.

Transfert:

"detto anche traslazione, il transfert designa in generale la condizione emotiva che caratterizza la relazione del paziente nei confronti dell'analista, e in senso specifico il trasferimento sulla persona dell'analista delle rappresentazioni inconsce proprie del paziente."

Questo meccanismo, individuato in psicanalisi, è il meccanismo dell'attribuzione ad altri delle responsabilità dei propri impulsi inconsci:

"Un'attualizzazione dei conflitti inconsci che nel transfert non "intendono essere ricordati, come la cura vorrebbe, bensì tendono a riprodursi in modo corrispondente all'atemporalità e alla capacità allucinatoria dell'inconscio. Come nel sogno, il malato attribuisce attualità e realtà agli esiti del risveglio dei suoi impulsi inconsci; egli vuole mettere in atto le sue passioni senza tener conto della situazione reale [...] E' innegabile che il controllo dei fenomeni di traslazione crea allo psicanalista le maggiori difficoltà, ma non bisogna dimenticare che proprio essi ci rendono il servizio inestimabile di rendere attuali e manifesti gli impulsi amorosi, occulti e dimenticati, dei malati. Infatti, checché se ne dica, nessuno può essere battuto in absentia o in effigie (Freud 1911-1912)"

Quando non interviene lo psicanalista, la riproduzione dei deliri attribuiti a Gesù ad opera di Matteo, diventano "manifestarsi come un profeta". Un "manifestarsi come un profeta", un invasato farneticante, che può essere accolto soltanto dalle persone disperate. Da qui la necessità dei cristiani di costruire disperazione al fine di costringere le persone ad accettare in maniera acritica-culturale le farneticazioni. Una volta che le farneticazioni, attribuite al delirio di Gesù, diventano accettazione in un contesto culturale diventa più difficile risalire all'origine del delirio in quanto è necessario costruire una cultura che si oppone alla cultura prodotta dal delirio. Solo allora il delirio di Gesù, riprodotto da Matteo può essere definito.

Dice Jervis a proposito della nascita del delirio [preso dal dizionario di Psicologia di Galimberti]:

"Il delirio, come interpretazione del mondo nasce nel momento in cui il soggetto cerca dei messaggi, dei simboli, una chiave che gli spieghino chi è lui stesso e che cosa è il mondo, che cosa sta realmente succedendo, come può entrare in questo mondo che lo domina, ma da cui è escluso e sul quale non ha nessun potere. Il soggetto cerca di ricostruire una realtà che gli si è parzialmente [nel caso della descrizione di Gesù si è totalmente disgregata] davanti e lo invade in una serie di frammenti di esperienza, separati fra loro e non più pienamente significativi. Il mondo gli appare insopportabilmente [dichiara che ci sarà, in quella generazione la fine del mondo!] estraneo, ostile, minaccioso, falso e destrutturato. La ristrutturazione della realtà parte da un'interpretazione di significato attorno alla quale tutto il mondo si organizza e, per così dire, ricomincia a funzionare. La spiegazione delirante [Gesù che si ritiene il figlio del dio padrone e padrone lui stesso] rimette in moto un'esistenza che si era bloccata nell'angoscia, nella passività, nella perdita di senso nelle cose. Improvvisamente il soggetto [nell'esprimere le idee del suo delirio] intuisce [egli è il figlio del dio padrone, non lo sfigato]: egli è invaso da forze estranee, succede qualche cosa [la fine del mondo, le stelle che cadono sulla terra], c'è un complotto o una mascheratura: qualche cosa gli viene nascosto [egli è il padrone], ma egli comincia a capire [giudicherà gli uomini], vede significati nuovi e cifrati. E' il delirio. Il delirio ha qui delle importanti affinità psicologiche con la conversione religiosa, con l'illuminazione poetica, e anche con la mutata percezione indotta talora da certe sostanze dette impropriamente allucinogeni.(1975)"

N.B. Le note in parentesi quadra sono di Claudio Simeoni.

Il delirio farneticante attribuito all'attività di Gesù diventa metodo di organizzazione sociale imposto dalla chiesa cattolica che trasforma il delirio in cultura. Per trasformare il delirio in cultura è necessario imporre le idee deliranti attraverso la manipolazione mentale ai bambini, stuprandoli, affinché le persone, una volta adulte, per tutta la loro vita saranno costrette a descrivere, pensare e guardare il mondo con delle descrizioni logiche quale conseguenza dell'apriorismo dei deliri che gli sono stati imposti. Il delirio imposto diventa idea naturale dal quale far discendere le proprie scelte. Solo che quelle scelte lasciano l'individuo vuoto portandolo alla disperazione.

Dice Jaspers:

"…la disperazione vitale nasce dalla consapevolezza di dover morire nell'incertezza di aver realizzato se stesso. Non so cosa devo volere quando, di fronte a tutte le possibilità che mi si presentano, non vorrei rinunciare a nessuna di esse, anche se non so se ce né una per me veramente essenziale. Non potendo scegliere, mi abbandono alla successione degli eventi consapevole del mio non-essere esistenziale . (1932)"

Gesù ha costruito un "credere" nelle sue farneticazioni deliranti e ha costruito la disperazione negli Esseri Umani che, costretti a credere, non si sono attrezzati di strumenti attraverso i quali affrontare la loro esistenza. Uccidere le persone affinché non diventino adulti. E' l'ordine di Gesù che non bisogna scandalizzare chi manifesta credulità nei suoi confronti. Solo che la credulità costringe l'individuo che crede ad attendere. Mentre l'individuo che crede attende, il tassametro della sua vita scorre. Quando il tassametro della vita giunge a concludere il ciclo dei mutamenti, l'individuo non è più in grado di ritornare sui suoi passi. Non si è attrezzato per affrontare la vita, ha confidato nella sua credenza, ha atteso la provvidenza sotto forma della fine del mondo, non ha saputo scegliere, ha fermato la sequenza dei suoi mutamenti psico-fisici. La credenza lo ha trasformato in un oggetto d'uso da parte del soggetto in cui "credeva":

"La credulità è la tendenza a prestar fede a qualsiasi affermazione. Frequente nei soggetti CARENTI DI CAPACITA' CRITICA, la credulità è una caratteristica del tutto normale nei bambini [il cristiano è ammalato di infantilismo] dov'è destinata a scomparire con la progressiva acquisizione di capacità di giudizio e di autonomia rispetto alle figure di riferimento. La credulità si può osservare anche in individui adulti di intelligenza normale quando si rapportano a persone a cui conferiscono un'eccessiva autorità [Nota mia: è il caso dei preti cattolici che stuprano bambini, ma quei bambini, spesso, non li denunciano perché il prete afferma di agire per volontà di Gesù!]."

Attraverso la credulità si impone negli individui la DIPENDENZA dal delirio di Gesù che diventa oggetto di predicazione degli evangelisti e della chiesa cattolica:

"Dipendenza: modalità relazionale in cui un soggetto si rivolge continuamente ad altri per essere aiutato, guidato e sostenuto. L'individuo dipendente, avendo una scarsa fiducia in sé stesso, fonda la propria autostima sull'approvazione e la rassicurazione altrui ed è incapace di prendere delle decisioni senza un incoraggiamento esterno [Nota mia: senza la riaffermazione dei deliri di Gesù]"

Per capirci:

Freud attribuisce la situazione di dipendenza del cristiano nei confronti di Gesù alla paura di perdere l'amore di Gesù da cui il cristiano si difende con quella "sottomissione educativa" che nell'adulto si trasforma nel timore di essere disapprovato dalla comunità e quindi in "sottomissione ai deliri di Gesù presentati dai preti della chiesa cattolica".

Per fissare la dipendenza si genera, attraverso la manipolazione mentale che costringe l'individuo a diventare cristiano, la sindrome di onnipotenza:

"…termine desunto dal linguaggio teologico dove designa l'illimitata potenza di Dio, e adottato dalla psicoanalisi per definire il sentimento che caratterizza la prima infanzia in cui il bambino crede di poter controllare con il suo desiderio l'intera realtà. Tale sentimento si riduce con le successive esperienze di frustrazione che accompagnano la progressiva separazione dell'Io dal mondo esterno, che resiste alla soddisfazione immediata del desiderio. Particolare attenzione è stata riservata all'onnipotenza del pensiero, comune tanto al mondo dei bambini quanto al mondo dei primitivi [i cristiani] e dei nevrotici ossessivi [gli apostoli] che, con rituali del tipo magico [trasformazione dell'ostia nel corpo e sangue di Gesù], tentano di controllare il mondo circostante o la parte alienata di sé."

Così la dipendenza si fissa nel momento in cui esiste una relazione diretta fra il soggetto e Gesù; una relazione in cui è il soggetto stesso che proietta su Gesù la propria patologia di onnipotenza rispondendo alla propria disperazione con i deliri di relazione fra sé e Gesù. Un delirio che da qualche giorno da oggi, 09 giugno 2007 in Calabria ha visto un figlio, da quanto emerge dalle prime indagini, ammazzare i propri genitori proprio in seguito alla manifestazione di "deliri mistici".

Ciò che Matteo ha descritto come delirio di onnipotenza, viene da Gesù affidato agli apostoli e, per conseguenza, ad ogni membro della chiesa cattolica (in Italia) e ad ogni chiesa cristiana che può dire, per mandato di Gesù come scritto da Matteo: "Chi riceve voi, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato. Chi riceve un profeta come un profeta, riceverà una ricompensa da profeta; e chi riceve un giusto come giusto, riceverà una ricompensa da giusto." partendo dal presupposto folle che ognuno che sproloquia negli "interessi" di Gesù possa essere un profeta o un giusto e non, più semplicemente, un criminale o un assassino. E come può quel criminale assassino che presenta i deliri di Gesù essere accolto? C'è sempre, in ogni società, persone che non sono fornite di capacità critica e che sono disposte a qualsiasi cosa pur di rompere l'isolamento psichico fisico che si sono costruite rinunciando ad essere delle persone sociali per vari motivi. Sono queste persone che daranno a coloro che diffonderanno il delirio patologico un "bicchiere d'acqua fresca" e come ricompensa avranno la distruzione della società civile nella quale vivono.

La realtà di Gesù è il regno della farneticazione psichiatrica.

Le chiese cristiane altro non fanno che spostare la farneticazione delirante dal regno mentale della follia (del desiderio), dell'immaginazione onnipotente, alla realtà quotidiana degli uomini.

La follia del possesso di Gesù è delirio psichiatrico; la volontà di possesso della chiesa cattolica è attività criminale.

La chiesa cristiana trasforma la società prodotta dal delirio psichiatrico di Gesù in realtà quotidiana nella quale ella occupa il posto di Gesù! Quando Gesù dice: "Io sono il padrone", anche se è descritta una situazione quotidiana in cui egli non è il padrone (Zagrebelsky dice che Gesù non obbliga nessuno: e come potrebbe?), egli è effettivamente il padrone nel suo delirio allucinatorio.

Se l'evangelista descrive una realtà sociale più o meno simile al suo tempo, tale realtà è spostata in un'interpretazione delirante in cui la realtà della realtà è determinata da un dio padrone e da Gesù suo figlio.

Nella descrizione del Gesù nella quotidianità appare un Gesù che non obbliga, ma solo perché è impotente ad obbligare: non ha né mezzi né autorità.

Ma nel suo delirio, che poi è quello che fonda la dottrina cristiana, Gesù è colui che ordina di uccidere in quanto le persone non si mettono in ginocchio; Gesù è colui che viene sulle nubi mentre le stelle cadranno sulla terra; Gesù è colui che giudica, riconoscendo o ignorando, testimoniando o non testimoniando ecc.

Questo schema verrà capovolto dalla chiesa cattolica che obbligherà e torturerà nella vita fisica perché ha i mezzi per farlo, mentre farneticherà delirando sul paradiso, inferno e il limbo (che la chiesa cattolica ha da qualche mese abolito). Si invertono i terreni del delirio, ma il cristianesimo è solo delirio psichiatrico ordinato da un povero pazzo, appunto, il pazzo di Nazareth, al fine di descrivere una realtà in cui egli, proprio lui, è il padrone che sta arrivando sulle nubi alla fine del mondo.

Queste sono le istruzioni che il pazzo di Nazareth ha dato ad altrettanti pazzi, gli apostoli, perché trasformino il delirio psichiatrico in cultura sociale.

N.B. Le citazioni di psicologia e di psichiatria sono tratte dal Dizionario di Psicologia di Umberto Galimberti edizioni Garzanti

 

Marghera, 10 giugno 2007

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Liberare l'uomo dall'odio

Le istruzioni di Gesù agli apostoli

C'è qualche cosa di assolutamente malvagio in Gesù. La volontà di distruggere il divenire dell'uomo sottomettendolo ai propri deliri assolutistici. Io sono il tuo padrone, dice Gesù, in quanto figlio del dio padrone e tu uomo devi distruggere il tuo futuro perché io sono la realizzazione del tuo assoluto in questo presente. Per Gesù l'uomo è bestiame senza futuro e lui, negando il futuro dell'uomo, pretende di ergersi a salvatore dell'uomo che ha macellato per i propri deliri assolutistici.