Divinità del Verbo nel Vangelo di Giovanni

di Claudio Simeoni

 

Come Gesù e la religione cristiana ama l'uomo

 

Il libro, Gesù di Nazareth: l'infamia umana, contiene l'analisi ideologica di Gesù

Cod. ISBN 9788893322034

 

Valori morali e valori sociali

 

Dal Vangelo di Giovanni

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio. Tutto fu fatto per mezzo di lui, e senza di lui nulla fu fatto di quanto esiste. In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini. E la luce risplende fra le tenebre, ma le tenebre non l'hanno ricevuta.
Ci fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Egli venne, come testimone, per rendere testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo suo. Non era egli la luce, ma venne per rendere testimonianza alla luce.
Era la luce vera, che illumina ogni uomo, che viene al mondo. Era nel mondo; il mondo fu creato per mezzo di lui, ma il mondo non lo conobbe. Venne a casa sua e i suoi non lo ricevettero. Ma a quanti lo accolsero, a quelli che credono nel suo nome, diede il potere di diventare figli di Dio; i quali non sono nati dal sangue, né da volere di carne, né da volontà di uomo, ma da Dio. Il Verbo si fece carne e abitò fra noi, e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria che come Unigenito egli ha dal Padre, pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza, proclama e dice: "Egli è quello di cui dicevo: colui che viene dopo di me, è superiore a me, perché era prima di me". Dalla pienezza di lui noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia. Infatti, la legge fu data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo. Nessuno ha mai visto Dio; l'Unigenito Dio, che è nel seno del Padre, egli ce lo ha fatto conoscere.

Dal Vangelo di Giovanni 1, 1-18

Riflessione sul Verbo di Giovanni

Dio e il verbo sono la stessa cosa pur essendo due cose distinte. Per Giovanni questo è molto importante: nel nulla l'unica esistenza è Dio che è il verbo pur essendo il verbo cosa distinta da dio.

Da questo postulato nasce l'intero vangelo ufficiale di Giovanni.

Si può concepire, attraverso l'idea di Giovanni, l'esistenza di Dio senza la sua parte: il verbo? E' concepibile se fosse una parte, ma non lo è in quanto Giovanni afferma che il verbo è dio.

Il pensiero di Giovanni non è contraddittorio ma perfettamente lineare in quanto è dal verbo che trae origine l'esistente. Senza il verbo l'esistente non esisterebbe: Dio sarebbe solo impossibilitato a fare l'esistente.

Un altro elemento sottolineato da Giovanni è la vita.

In Dio è la vita e la vita è la luce degli Esseri Umani.

Infine la luce risplende fra le tenebre ma le tenebre non la ricevettero. Dunque le tenebre avvolgono Dio e rifiutano dio. Esistendo Dio circondato da tenebre le affermazioni appartengono all'unica soggettività. La contraddizione si risolve in un solo modo: una soggettività vive nell'oggettività; esiste nell'oggettività. Una luce può risplendere nell'oggettività, vivere nell'oggettività ma non per questo l'oggettività può far propria la luce, o la vita, a meno che nell'oggettività esistano Esseri capaci o pronti a far propria quella luce o quella vita.

Dio è solo, creatore dell'universo. Il verbo è Dio stesso e tutto viene fatto per mezzo di lui, dunque, nulla esisteva prima di lui né attorno a lui.

La sequenza che ne nasce è: dio, il verbo, la luce, la vita degli Esseri Umani, le tenebre.

Questo è lo schema giovanneo dal quale viene generata la sua dottrina.

Stranamente questi elementi si ritrovano, praticamente di pari passo nel vangelo apocrifo di Giovanni ritrovato nelle sabbie dell'Alto Egitto a Nag Hammadi negli anni fra il 1945-46. Questo vangelo, molto più complesso di quello ufficiale, appartiene ad una tradizione gnostica antagonista a quei gruppi che formeranno la chiesa cristiana ufficiale. Il vangelo di Giovanni apocrifo è estraneo a quello raccontato da Marco e Matteo nel tentativo d'elaborare un corpo dottrinale che manca al cristianesimo. Ma mentre il cristianesimo ufficiale troverà la sua filosofia e le sue giustificazioni nelle articolazioni e nelle interpretazioni della filosofia greca, la gnosi, di cui chiaramente Gesù ne è stato un prodotto, tenta d'elaborare una propria visione del mondo partendo dall'esistente e dalla capacità d'alterazione della percezione di propri veggenti. Le interpretazioni sono proprie del momento storico-culturale del contesto in cui si sviluppano e appartengono alla tradizione ebraica con forti influssi mediorientali ma è sicuramente un'elaborazione originale.

Il Giovanni ufficiale pesca da questa visione i preamboli delle sue elaborazioni. I due vangeli appaiono contemporanei ma mentre quello apocrifo ne è la base, quello ufficiale è una sua storpiatura nel tentativo d'attribuire al Gesù una struttura dottrinale che gli manca e che i tempi tardi permettono d'attribuirgli.

Nell'apocrifo Gesù parla a Giovanni dopo la sua resurrezione. Gesù in vita non era in grado d'insegnare nulla, data la sua incredibile ignoranza resasi evidente nelle trattazioni dei vangeli di Marco e Matteo, ma dopo la sua morte brillava di luce e sapere divino: la morte gli aveva dato quella conoscenza e quel sapere che gli era mancato durante la vita.

Nel Giovanni apocrifo troviamo: "Essa è il vero Dio e il Padre del tutto, è lo spirito invisibile, è al di sopra del tutto, è nell'immutabilità la quale è nella luce pura, nessuna luce negli occhi lo può vedere: egli è lo spirito invisibile..." ancora: "Poiché è lui che volge lo sguardo in sé stesso, nella luce che lo circonda, la quale è la sorgente dell'acqua di vita, e produce tutti gli eoni di ogni tipo." e ancora: "La parola venne dopo la volontà, Poiché per mezzo della parola, egli, il Cristo, divenne autoghenes (autogenerato), ha creato tutto.".

Da queste citazione appare evidente come tutto il primo paragrafo della premessa del vangelo ufficiale di Giovanni altro non sia che una libera ed arbitraria interpretazione del vangelo apocrifo. In pratica è come se Giovanni fosse andato da quei cristiani seguaci del vangelo apocrifo, avesse concesso loro il contentino nella relazione fra Dio padre, il verbo e la luce, per poi spingerli ad una sudditanza al Gesù ufficiale opportunamente leggendarizzato attraverso le parabole facendo quasi scomparire il suo fare umano tanto presente nei vangeli di Marco e Matteo.

Sotto quest'aspetto la premessa del vangelo ufficiale di Giovanni appare una vera e propria operazione politica d'assunzione del controllo ideologico di chi se n'andava imboccando altre vie.

Per il Giovanni ufficiale, il Giovanni apocrifo rappresenta un grave pericolo. Innanzi tutto il vangelo è antagonista all'intero insegnamento biblico; dall'intervento di Sophia, al diluvio universale, alla bestemmia del Dio unico creatore dell'Essere Umano ecc.... In secondo luogo il Giovanni apocrifo è completo in sé come struttura e non abbisogna di un insegnamento biblico alle spalle per condurre il suo messaggio ma, soprattutto, il vangelo apocrifo di Giovanni contiene l'affermazione: ""Soffia nel suo volto, un po' del tuo spirito, e il suo corpo s'alzerà". Egli soffiò in lui il suo spirito che è la potenza (derivata) da sua madre; ma egli non lo sapeva, essendo nell'ignoranza. La forza della madre andò da Altabaoth nel corpo psichico che avevano fatto conforme all'immagine di colui che esiste fin dall'inizio. Il corpo si mosse, ricevette potenza, e splendette. Ma in quell'istante le rimanenti forze diventarono invidiose: egli, infatti, venuto all'esistenza ad opera di loro tutte -le quali avevano dato all'uomo la propria forza-, aveva una intelligenza ed era più forte di quelle che l'avevano creato, e più forte del primo arconte.".

Il Giovanni ufficiale può ammettere soltanto la sua serie di frequenze ma deve ignorare tutto il resto. Sarà poi la feroce guerra condotta dai cristiani prima e dai musulmani dopo a distruggere quanto non coincide con i loro propositi. Solo la lungimiranza di alcuni farà giungere fino a noi le voci, i sogni, le speranze di coloro la cui voce, i cristiani, s'erano illusi di cacciare nell'oblio.

Il Giovanni dei vangeli ufficiali rapina il Giovanni apocrifo di alcune sue visioni e di alcune sue idee, onde costruire un fondamento al proprio vangelo.

Non a caso si è spesso guardato a questo vangelo con molta diffidenza specialmente nei tempi più recenti. Molti "critici" sono stati e sono molto scettici nell'attribuirlo a Giovanni Apostolo e ne hanno tutte le ragioni: l'apocrifo Giovanni lo conferma. Se fosse stato Giovanni Apostolo, avrebbe parlato di Gesù in termini immediati anziché raccontare parabole o leggendarizzare racconti che in Marco (raccontati da Pietro) e in Matteo (apostolo di Gesù) appaiono più direttamente vissuti. Inoltre appare evidente il tentativo, attraverso le parabole d'accreditare a Gesù un sapere che non aveva.

Al contrario nel Giovanni apocrifo Gesù appare come innesto in una grande visione del divenire del mondo. E' un nome, un nome qualsiasi all'interno della costruzione dell'universo e delle sue trasformazioni. La visione del Giovanni apocrifo è la visione d'uno o più Esseri mentre guardano le trasformazioni dell'universo con gli occhi della propria cultura e del proprio sapere; la visione del Giovanni ufficiale è solo una squallida operazione politica di mediazione fra varie tendenze finalizzata all'assunzione del loro controllo per condizionarne gli sviluppi successivi.

Le finalità politiche sono evidenti nel tentativo di giocarsi la figura di Giovanni Battista. Tutti e quattro i vangeli ufficiali s'imperniano attorno a questa figura che a volte sembra apparire come la vera ispiratrice di questi vangeli. Il Giovanni ufficiale non se ne discosta.

Giovanni Battista, dice l'evangelista ufficiale, rende testimonianza della luce.

Matteo dice: "Appena battezzato, Gesù usi dall'acqua ed ecco, si aprirono i cieli ed ecco lo spirito di Dio scendere come una colomba e scendere sopra di sé, ed ecco una voce dai cieli che diceva: "Ecco è il mio figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto."" Marco dice: "E subito, uscendo dall'acqua, vide i cieli aperti e lo spirito in forma di colomba scendere sopra di lui; mentre dai cieli venne una voce: "Tu sei il mio figlio diletto, in tè mi sono compiaciuto.". Luca dice: "Or avvenne che, battezzato tutto il popolo, mentre Gesù, pure battezzato, se ne stava pregando, il cielo s'aprì, lo Spirito Santo discese sopra di lui in forma corporea come una colomba, e dal cielo si fece udire una voce: "Tu sei il mio figlio diletto, in tè mi sono compiaciuto.".

In quest'intreccio di testimonianze non è comprensibile se sia Giovanni Battista a testimoniare davanti agli altri come quello sia Gesù quale figlio di Dio o se la figura di Giovanni Battista serva a supportare ed accreditare l'apertura delle nubi e la dichiarazione di dio.

In ogni caso Giovanni Battista appare come il vero maestro, un maestro le cui dichiarazioni sono talmente importanti d'avallare non solo l'autorità di Gesù, ma la stessa esistenza e condiscendenza di Dio a quanto stava avvenendo e a quanto egli e Gesù stavano facendo. Tant'è che in Luca troviamo anche un'annunciazione della nascita di Giovanni Battista. Paolo sapeva perfettamente la relazione esistente fra la predicazione di Giovanni Battista e quella di Gesù e sapeva che senza la prima la seconda era inesistente.

Per Giovanni ufficiale è Giovanni Battista che testimonia come Gesù sia la luce, in quanto Giovanni Battista è stato mandato direttamente da Dio affinché testimoniasse come Gesù altro non fosse che la luce e il verbo.

Giovanni ufficiale afferma come Gesù fosse luce vera (in quanto verbo dio) e come egli fosse il mezzo attraverso il quale il mondo fu creato anche se i suoi non l'accolsero. Afferma sempre Giovanni ufficiale che a quelli che credono nel suo nome diventano figli di Dio in quanto nati da dio.

Giovanni apocrifo afferma che il verbo è prodotto dalla volontà che lo precede, dunque è la volontà la madre del verbo, ma soprattutto afferma come, ingannando il creatore, costui soffia negli Esseri Umani la scintilla divina facendo Esseri più potenti dello stesso creatore. Dunque, Giovanni apocrifo, cambia la funzione del "salvatore" in quanto egli non trasforma gli Esseri Umani in figli di Dio, ma rimane il creatore come verbo figlio della volontà divina, e maestro di Giovanni dopo la resurrezione.

Giovanni ufficiale non sa che farsene della natura divina di Gesù se non come mezzo attraverso il quale chiedere adesione. Se poi il mondo sia stato creato da Dio o dal verbo a lui non interessa se non per introdurre il discorso presso chi ha intrapreso strade diverse dalla sua onde ricercare la Conoscenza e la consapevolezza. A Giovanni ufficiale interessa soltanto la figura umana di Gesù e le affermazioni gratuite come quella di Dio che si fece carne abitando in mezzo a noi e, per il solo fatto che si è fatto carne e ha abitato in mezzo a noi, abbia contemplato la sua gloria, la sua grazia e la verità. Quali queste siano Giovanni ufficiale se ne guarda bene dal descriverle.

Giovanni Battista dà testimonianza di Gesù in Giovanni evangelista ufficiale dicendo come egli era quello che lui diceva e come il Dio che nessuno mai aveva visto era stato conosciuto da Gesù cristo l'unigenito figlio suo.

Non sono casuali le distanze prese da Giovanni evangelista ufficiale da Giovanni apocrifo. Mentre il secondo ha una visione reale dell'universo, il primo raccoglie una visione di morte e di sottomissione.

Proviamo ad analizzare quanto afferma.

Innanzi tutto il verbo. Nulla esisteva prima del verbo. La parola fu il momento nel quale gli Esseri Umani, divenuti ciechi nel momento della formazione della barriera del GIH nel loro cervello cercarono di fondare il mondo mediante la ragione. Attraverso questa descrissero il mondo cercando di relazionarsi dopo aver perso la realtà noumenica del mondo. Si relazionavano con i fenomeni che riuscivano a descrivere del mondo ma non erano più in grado di relazionarsi col mondo intero.

La parola, come elemento della comunicazione del descritto, fu in realtà il primo momento del mondo della ragione. Attraverso la descrizione gli Esseri Umani ricostruivano il mondo circostante, cercavano di capirlo e di relazionarsi. Nessun mondo esisteva al di fuori della descrizione. Quanto era fuori della descrizione apparteneva ad uno sconosciuto col quale l'Essere Umano veniva in contatto ogni qual volta la barriera del GIH s'indeboliva ed egli riusciva ad alterare la percezione dei suoi sensi superando le barriere della descrizione.

Dallo sconosciuto operava l'Essere che, spacciandosi per Dio creatore, intendeva allevare l'Essere Umano a suo uso e consumo.

Non tutti i veggenti si fermavano davanti al terrore provocato da quest'Essere. Alcuni riuscivano a superare quel terrore e ad estendere le ali della percezione per assistere alle contraddizioni e ai mutamenti cui l'universo s'era sottoposto nelle sue trasformazioni. Queste visioni erano comunicate agli Esseri Umani con nomi e concetti propri della cultura cui il veggente apparteneva.

Essenzialmente i concetti erano e sono due: assoggettamento al Dio padrone o sviluppo della scintilla divina dentro l'Essere fino a diventare tutt'uno con l'universo.

Per il Dio creatore non esiste nessun mondo prima della parola in quanto, da quando l'Essere umano usa la parola per comunicare i concetti nel descritto della ragione, egli opera per assoggettare l'Essere umano ai suoi bisogni e ai suoi desideri.

Per il vangelo ufficiale di Giovanni la parola è Dio e Dio è la parola, ma la parola non è precisamente l'essenza del Dio ma il mezzo attraverso il quale Dio crea il mondo a propria immagine e somiglianza. Dunque il verbo è lo strumento di Dio nell'allevamento degli Esseri Umani a proprio uso e consumo.

Mentre a quest'uso, s'assoggetta il vangelo ufficiale di Giovanni, si ribella il veggente apocrifo. Giovanni apocrifo fa si nascere la parola dal verbo, ma come atto di volontà del Dio sconosciuto. Quella Coscienza di Sé che cessa d'esistere quando si trasforma in luce perforando le tenebre mentre l'universo intraprende la via per diventare quello che oggi conosciamo. Per Giovanni apocrifo il nemico dell'Essere Umano è il Dio creatore, colui che ha paura della scintilla divina dentro all'Essere Umano e che, secondo il vangelo ufficiale di Giovanni, usa il verbo per impedire a quella scintilla di svilupparsi.

La richiesta d'assoggettamento dell'Essere umano al verbo diventa un imperativo nel vangelo di Giovanni ufficiale senza quell'assoggettamento l'Essere umano può percorrere sentieri attraverso i quali ricercare la libertà. Per Giovanni ufficiale l'unica libertà possibile è l'assoggettamento acritico al verbo come limite e confine allo sviluppo dell'Essere Umano.

Giovanni ufficiale riafferma il nesso insolubile esistente fra il verbo, la vita e la luce. Non esiste per lui distinzione ma relazione stretta dove la vita è necessariamente il verbo e il verbo elemento generante la vita. Dal suo schema è stata volutamente cancellata la volontà. Mentre Giovanni apocrifo fa derivare il verbo da un atto di volontà, Giovanni ufficiale cancella la volontà come atto per estendere all'infinito e all'assoluto il verbo. Noi sappiamo, sia per esperienza attuale della ragione, sia estendendo la percezione oltre il pensato della ragione, come la volontà sia la determinazione attraverso la quale la vita s'esprime e si sviluppa nel nostro esistente. Attualmente l'Essere Umano ha spostato i confini del proprio Condizionamento educazionale includendo nel pensato della sua ragione elementi non presenti nel pensato della ragione alcune centinaia d'anni or sono e accuratamente occultati dal Comando Sociale.

La volontà è l'atto attraverso il quale gli Esseri si presentano davanti al mondo: non la parola.

Stirpi di maghi o apprendisti stregoni hanno usato la parola, ma soltanto per concentrare la loro attenzione in funzione degli obiettivi della loro volontà. Nei vangeli ufficiali la parola di Gesù è il fare di Gesù come materializzazione del verbo divino. Questo è più che sufficiente per squalificare il fare di Gesù indicando il suo fare funzionale dell'assoggettamento umano.

Per il vangelo di Giovanni apocrifo la luce è funzione del Dio sconosciuto; per gli stregoni il Dio sconosciuto è il fine delle trasformazioni dell'universo come esercizio di volontà di tutti gli esseri esistenti. Per gli stregoni la coscienza del Dio sconosciuto scompare dissolvendosi in universo e i processi di trasformazione attraverso i quali vengono generati i vari processi di trasformazione sono atti di volontà operanti all'interno delle contraddizioni.

Il vangelo di Giovanni ufficiale mette in rilievo come la luce, splendente fra le tenebre, non sia stata da queste ricevuta. Il Dio di Giovanni ufficiale non dissolve se stesso ma diventa tutt'uno col Dio creatore, quello stesso che viene beffato dagli arconti e da Sophia nella creazione dell'Essere Umano. Le tenebre non accolgono la luce perché per Giovanni ufficiale nessuna luce del suo Dio riesce ad espandersi nelle tenebre. E ha ragione. Il progetto del suo Dio non è il divenire dell'universo attraverso il rinnovamento della propria Coscienza di Sé, ma è invece un allevatore di bestiame umano dal quale ottenere Energia Vitale stagnata attraverso l'uso del terrore.

Il fine del Dio sconosciuto in Giovanni apocrifo non è il fine del Dio del Giovanni ufficiale. Per questo motivo nel vangelo apocrifo vengono descritte alcune tappe delle trasformazioni dell'universo mentre, nel Giovanni ufficiale, queste non esistono in quanto, il Giovanni ufficiale, non ha nessuna visione oltre il proprio pensato della ragione, si limita ad appropriarsi d'alcuni concetti finalizzandoli ai suoi scopi.

Il vangelo di Giovanni ufficiale prosegue parlando di Giovanni Battista mandato da Dio come testimone: affinché tutti credessero. Dunque, la luce non è in grado di testimoniare se stessa, non ha potere in sé, ma abbisogna che qualcuno l'indichi come luce. Incredibile!

La luce non agisce per un fine proprio, ma agisce per addomesticare gli Esseri Umani facendoli funzionare per un fine non loro: dunque è estranea agli Esseri umani. E' necessario che degli Esseri Umani la riconoscono come tale; è necessario che un Essere Umano la indichi agli Esseri della propria specie per aiutare la luce a prostrarli.

Giovanni Battista, il vero artefice dei vangeli di morte e probabilmente il vero ispiratore della necessità di mettere in ginocchio le persone, viene messo da parte per far posto a Gesù. Non può essere eliminato definitivamente, il suo ricordo in Palestina è troppo vivo per essere annullato. Necessariamente Gesù di Nazareth deve riferirsi a Giovanni Battista per imporre la propria visione del mondo: Gesù di Nazareth non è in grado di trarre nessuna forza da se stesso, deve ottenere la testimonianza di qualcuno della sua stessa specie per essere creduto o seguito. Nessuna meraviglia che il mondo non l'abbia conosciuto o meglio l'abbia decisamente rinnegato.

Il vangelo di Giovanni ufficiale prosegue con una bestemmia: "era la luce che illumina ogni uomo che viene al mondo". Come, non era il verbo la fonte della vita degli Essere Umani? Ora invece si limita ad illuminare gli Esseri Umani che vengono al mondo!

Il vangelo di Giovanni ufficiale abbandona, in questo momento, la relazione col vangelo apocrifo per continuare l'uno la propria strada. Il suo obiettivo è stato raggiunto: costruire una relazione fra la visione del mondo del figlio del macellaio di Sodoma e Gomorra e la visione del vangelo apocrifo da piegare e sottomettere alla sua visione.

Al vangelo di Giovanni ufficiale, non interessa più approfondire la relazione esistente fra la vita e la luce (l'approfondimento implicherebbe l'allontanamento dalla propria visione del mondo), gli interessa stabilire una nuova relazione: il verbo come padrone del mondo. Gesù come padrone del mondo.

Tutto l'esistente gli appartiene. Egli ha creato l'esistente e pertanto: L'ESISTENTE DEVE SOTTOMETTERSI.

Disperazione con strappo di capelli: i suoi non lo ricevettero. Non lo riconobbero. Nonostante la testimonianza di Giovanni Battista, nonostante egli fosse la luce, il verbo esistente in Dio fin dal principio, il mondo non lo riconosce come figlio di dio, Dio egli stesso.

In compenso, a quanti l'accolsero, credendo ch'egli fosse ciò che millantava, diede il potere di diventare figli di dio. Diede il potere di nutrire Dio cedendogli la propria Energia Vitale Stagnata rinunciando alla propria volontà e al proprio divenire eterno.

La rinuncia a diventare eterni pur d'alimentare Dio con la propria energia vitale attraverso la rinuncia all'esercizio della propria volontà nella relazione fra sé e il mondo circostante. Nel vangelo di Giovanni apocrifo equivarrebbe alla rinuncia da parte dell'Essere Umano alla scintilla divina. Rinunciare al Potere di Essere che in quella visione gli era stata ceduta dagli arconti; la rinuncia a dare l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza.

La richiesta del vangelo di Giovanni ufficiale di rinunciare alla propria scintilla divina, in pratica al proprio divenire come Dio all'interno della Natura prima e dell'universo poi, in cambio di una propria trasformazione in Essere allevato e strutturato per alimentare il proprio Dio rinunciando al proprio divenire è semplicemente ridicola.

Appare chiaro il senso dello scontro avvenuto un paio di migliaia d'anni or sono quando il vangelo del Giovanni ufficiale afferma come il verbo si fece carne e abitò fra noi e Giovanni afferma come abbia contemplato la sua gloria che come Unigenito figlio di Dio egli era pieno di grazia e verità.

Peccato mancasse del concetto di libertà.

Come può esistere tale concetto sotto un padrone il cui scopo è quello d'appropriarsi dell'intero divenire dell'Essere Umano attraverso l'appropriarsi della sua Energia Vitale?

Giovanni ufficiale dice d'aver contemplato la verità, ma come può esistere verità senza libertà? Ma egli è il figlio dell'unico Dio e, dio, ha creato il mondo, dunque la schiavitù come sottomissione a Dio è l'unica libertà che l'Essere Umano può concepire.

Sarebbe meglio affermare: gli è consentito immaginare.

Molte pagine d'inchiostro verranno riempite da Giovanni ufficiale per dimostrare quali furono gli insegnamenti di Gesù proprio in opposizione al vangelo di Giovanni apocrifo che degli insegnamenti di Gesù occupa l'intero racconto del vangelo con l'aggiunta di una serie di domande fatte da Giovanni a Gesù stesso. In alte parole, Giovanni ufficiale parla e racconta di Gesù, Giovanni apocrifo scrive quanto Gesù gli racconterebbe.

Contraddizioni non da poco!

La sottomissione, tanto cara al Giovanni ufficiale, è la negazione della magia e della stregoneria. Queste abbisognano d'Esseri Umani liberi per far scorrere l'Energia Vitale all'interno della Specie Umana, abbisognano di Esseri Liberi per maneggiare le Linee di Tensione per le operazioni di magia e stregoneria.

Il vangelo di Giovanni ufficiale deve non solo chiedere sottomissione, ma rendere la non sottomissione al Dio padre di Gesù un reato da punire nel modo più feroce dalle leggi dello stato. Leggi che devono essere funzionali all'ottenimento della sottomissione degli Esseri Umani.

La testimonianza di Giovanni Battista è una di quelle che riempie il cuore di dubbi. Giovanni Battista viene mandato da Dio perché egli testimoniasse che Gesù era l'unigenito figlio di dio.

Cosa si può opporre a una tale testimonianza? Dove arriva la ragione nell'accettazione di una tale testimonianza?

Questa testimonianza è stata supportata per secoli da eserciti feroci di cui la chiesa cristiana s'è adornata. Questa testimonianza è la base per la quale vennero macellati, sulla strada per la schiavitù nelle americhe, duecentomilioni d'Esseri Umani discriminati per religione, pelle e ceto sociale. Questa testimonianza non avrebbe avuto nessun valore se non fosse stato per gli eserciti e le leggi barbare di cui la chiesa cristiana si è circondata per imporre la propria visione del mondo.

La chiesa cristiana non dispone di nessun veggente. La chiesa cristiana ha coperto le proprie chiese del sangue degli Esseri Umani macellati per imporre all'umanità la figura del figlio del macellaio di Sodoma e Gomorra. La chiesa cristiana è la prima responsabile nell'aver messo in ginocchio centinaia di milioni d'individui, di averli costretti alla miseria e alla fame al fine d'esaltare il suo Dio distribuendo la propria carità e la propria misericordia.

La chiesa cristiana è responsabile di immani delitti nei confronti dell'umanità e non è accettabile la definizione della responsabilità individuale: la responsabilità è dei fini e dei mezzi che il cristianesimo si è dato al fine d'imporre il macellaio di Sodoma e Gomorra ai popoli della terra. La chiesa cristiana è responsabile di genocidio nei confronti dell'umanità e ogni cristiano porta questa responsabilità come responsabilità totale di ogni atto. La chiesa cristiana non può permettersi il lusso d'affermare che: "anche loro sono responsabili di..." in quanto ogni azione che il genere umano ha intrapreso lo ha fatto come tentativo di liberazione dalla feroce repressione della chiesa cristiana.

Il vangelo di Giovanni ufficiale rappresenta un canto di morte della Specie Umana, un tentativo di cancellare il suo divenire per trasformarla in animali d'allevamento per il proprio dio.

scritta forse nell'aprile del 2002

 

Valori morali e valori sociali

 

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Claudio Simeoni

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Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

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Ultima formattazione 07 ottobre 2021

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