Settimo volume:
cristianesimo, nazi-fascismo, identitarismo e sovranismo
la genesi dell'assolutismo
capitoli del settimo volume della Teoria della filosofia aperta
In Giovanni Gentile abbiamo il concetto del Dio cristiano che si fa Stato fascista, padrone di uomini e trafficante di esseri umani, che, come tale diventa storia che si realizza nel presente.
Il fascismo non separa sé stesso dal cristianesimo, è cristianesimo elevato a forma di gestione della cosa pubblica che, come Dio, trasforma i cittadini in oggetti di possesso privando i cittadini del loro essere soggetti di diritto per attribuire loro il diritto di obbedire allo Stato, soprattutto contro i loro bisogni e le loro necessità.
A differenza della Democrazia, il fascismo nega l'uguaglianza dell'uomo con Dio. L'uomo deve essere sottomesso alla volontà di Dio allo stesso modo in cui l'uomo è sottomesso alla volontà dello Stato e, nel fascismo, l'uomo ha il solo diritto all'obbedienza. Da qui il moto dei carabinieri di stampo fascista "usi obbedir tacendo".
Giovanni Gentile sottoscrive questa visione fascista di Dio, che nel fascismo assume la dimensione dello Stato, dove il Dio fascista diviene nella storia in contrapposizione al Dio cristiano che è "estraneo alla storia", è al di sopra della storia perché la storia è "trasformazione del presente", ma Dio è sempre stato e sempre sarà sempre uguale a sé stesso e immodificabile.
Il Dio cristiano fascista è il Dio cristiano che scrive il destino della storia ed è la storia stessa che eleva il fascismo a Dio quale padrone e determinatore della storia.
Il Dio cristiano è al di fuori della realtà vissuta dall'uomo, la comanda e la domina segnando sì il destino dell'uomo, ma mantenendo l'estraneità all'uomo in una sorta di trascendenza della storia e della vita stessa dell'uomo. Nonostante questa sia la visione cristiana, il sottoprodotto del cristianesimo è l'intervento di Dio in ogni azione umana: "Dio vede e provvede!". Questo sottoprodotto diventa il Dio fascista che si fa Stato dominando le azioni dell'uomo e privando gli uomini e le donne delle loro possibilità di scelta in base ai propri bisogni e alle proprie necessità.
Come il Dio dei cattolici va allontanato dagli uomini per permettere al prete cattolico di mediare fra l'uomo e Dio, così il fascismo nega le possibilità di "percezioni mistiche" che potrebbero interferire con il dominio del Dio-fascista sull'uomo e condanna le argomentazioni intellettuali che, negando l'esistenza di Dio, negano la legittimità allo Stato fascista di dominare l'uomo come Dio che si realizza nella storia.
Scrive Giovanni Gentile:
La storia nella sua identità con la storiografia, risoluta cioè, senza residuo, nell'atto dello spirito, individualità che si fa, e facendosi è positiva, di quell'essere che esiste, e chiude in sé il tutto pensabile, principio di ogni essere e di ogni esistere, questo Individuo, che è il mondo, dal punto di vista della logica del concreto, questo è Dio. Il dio di quella religione che non è ideale e inattuale momento della vita del nostro cuore e della realtà in cui vibra il nostro cuore, ma della religione matura e compiuta, attuata in quella vita e in quella realtà in cui è la nostra persona. Il processo della storia (nella sua universalità) è il processo di Dio, la cui perfezione, infinità e assolutezza è appunto nel suo divenire, che è come dire nella sua spiritualità. Chi non si contenti di questo Dio che pur lo sostiene e lo spia, eterno vigilante, nel profondo del suo pensiero, donde crea onnipossente il mondo della vita e della luce, traendolo dalla morte e dalla tenebra che sono l'inattuale negazione, vada pure in caccia delle ombre di là dal cielo stellato o negli arcani recessi del proprio animo. mistero che non si svela a nessun vivente che viva del suo pensiero, e pensando obbedisca alla sua propria legge (la legge dell'autoconcetto). Tali ombre gli potranno giovare a intellettualisticamente polemizzare contro gli assertori del vero Dio, non d'altro curandosi che del giuoco dei propri astratti concetti, remoti dalla vita del suo cuore e inutili perciò a lui, che nel cuore ha la viva scaturigine d'ogni suo essere e fare: o potrà egli giovarsene a nascondervisi dentro pazzescamente protestando di non voler dire e pensare, mentre dice e pensa. Ma né l'intellettualismo vano né l'ingenua pretesa mistica, che ove potesse realizzarsi, soffocherebbe quella vita di cui vuol celebrare il principio, può la religione superare, per entrare veramente nel regno di Dio, se non si traduce in qualche modo in questa filosofia, che è l'aspirazione d'ogni filosofia, d'ogni pensiero, e di tutto; la quale ci dà la coscienza dell'infinita individualità che siamo, tutti insieme in un cuore solo, "cor cordium". Siamo e non siamo: siamo come spirito, facendoci, senza ozio e senza fatica, senza dolore che non sia il rovescio della nostra gioia, senza gioia che non sia il rovescio del nostro dolore. In un lavoro eterno, che è vita perfetta.
Tratto da: Giovanni Gentile, L'attualismo, Bompiani Editore, 2014, p. 863 - 864
Il Dio fascista che si fa Stato fascista è descritto, come sempre quando si parla del Dio cristiano, medianti aggettivi e aspettative che nulla definiscono della realtà vissuta dall'uomo e ne occultano il reale significato dei fini a cui tende l'obbedienza a quel Dio.
Il fascismo è "Dio che si fa Stato" uccidendo ogni diritto dell'uomo, come soggetto sociale in funzione della soggettività capricciosa di uno Stato-Dio che non ammette nessuna rivendicazione dell'uomo nei suoi confronti.
Non esiste uno Stato fascista che prescinda dall'assolutismo. L'uomo deve vivere in funzione dello Stato (e di ciò che lo Stato ritiene che sia parte dello Stato) e non può desiderare nulla che non sia ciò che lo Stato desidera.
Il processo di trasformazione di uno "Stato Democratico" in uno Stato Fascista passa attraverso la cancellazione dei diritti individuali dei cittadini. La negazione del loro essere soggetti di diritto e la loro trasformazione in servi prima e in schiavi poi.
L'ideologia dello schiavismo in nome di Dio, proclamata da Paolo di Tarso, è il modello sociale del fascismo. "Tu sei servo perché Dio ha voluto che tu sia servo e tu sei padrone perché Dio ha voluto che tu sia padrone"; e ancora "Tu sei razza superiore perché sei il popolo di Dio e le altre sono razze schiave della razza superiore; della razza italica".
Questa ideologia paoliniana nel fascismo è tradotta con "tu sei servo perché appartieni alla classe proletaria o degli emarginati, tu sei padrone perché appartieni alla classe nobile o borghese: tu devi fare il servo, tu puoi gestire il potere nei confronti del servo in nome e per conto dello Stato Fascista".
La ricostruzione dello Stato fascista partendo da una democrazia, più formale che sostanziale, passa attraverso la rimozione dei diritti dei cittadini che, progressivamente, vengono trasformati in sudditi. Diritti che vengono rimossi partendo dagli strati sociali più deboli come, ad esempio, istituendo la precarietà del lavoro salariato e l'arbitrio impunito di chi usa il lavoro salariato privando i salariati di diritti e di sicurezza. Si elimina il "diritto all'aborto" negando alle donne la proprietà del proprio corpo. Si elimina il diritto all'istruzione per il cittadino mantenendo un'istruzione funzionale all'industria o alla finanza. Si elimina il diritto, rendendolo costoso e faticoso, la necessità del cittadino di ricorrere alla giustizia per i torti ricevuti. Si consente alla Polizia di Stato di torturare i cittadini quando lei lo ritiene e si trasforma il patrimonio finanziario dei singoli cittadini in una ricchezza precaria a disposizione dello Stato. Si elimina la sanità pubblica in modo da trasformare la sanità in un affare privato affinché gli emarginati possano morire il più presto possibile.
Poi, una volta che si colpiscono le fasce sociali più deboli, si inizia a colpire qualche fascia sociale che, pur avendo una certa forza, si è fatta complice dell'aggressione alle fasce sociali più deboli.
Come i giornalisti, ad esempio o come le ONG che non si prestano a diventare un braccio armato di Dio, dello Stato fascista, contro i più deboli. Si colpisce la magistratura che non obbedisce in modo da ricondurla agli ordini di Dio. Si rimuovono tutte quelle leggi e quelle norme che limitano il diritto all'arbitrarietà di Dio che si è fatto Stato-fascista.
In questo modo si realizza quanto dichiarato da Giovanni Gentile:
Ma né l'intellettualismo vano né l'ingenua pretesa mistica, che ove potesse realizzarsi, soffocherebbe quella vita di cui vuol celebrare il principio, può la religione superare, per entrare veramente nel regno di Dio, se non si traduce in qualche modo in questa filosofia, che è l'aspirazione d'ogni filosofia, d'ogni pensiero, e di tutto; la quale ci dà la coscienza dell'infinita individualità che siamo, tutti insieme in un cuore solo, "cor cordium".
L'intellettualismo di magistrati e giornalisti che non obbediscono a Dio devono rientrare nella "coscienza dell'infinita individualità che siamo, tutti insieme in un cuore solo".
Lo stesso vale per ogni subordinato che deve obbedire per accedere a quella coscienza che annulla l'infinita individualità in nome della coscienza stessa che è la coscienza di Dio e dello Stato fascista che si fa Dio.
Si tratta della logica dello schiavismo sviluppata da Paolo di Tarso che nel fascismo si realizza attraverso la negazione dell'uomo quale soggetto sociale.
Marghera, 23 aprile 2024
capitoli del settimo volume della Teoria della filosofia aperta
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Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
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Ultima formattazione 07 ottobre 2021
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