La filosofia e il pensiero filosofico
nelle biografie dei suoi protagonisti
volume 1
di Claudio Simeoni

Cod. ISBN 9788831659499

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Scheda libro:

Titolo: La filosofia e il pensiero filosofico nelle biografie dei suoi protagonisti. Vol. 1

Autore: Claudio Simeoni

Data di uscita:2020

Pagine: 278

Copertina: morbida

Editore: Youcanprint

ISBN: 9788831659499

 

Quarta di copertina

La filosofia è l'arte di argomentare attorno alla vita dell'uomo. L'opera in tre volumi "La filosofia e il pensiero filosofico nelle biografie dei suoi protagonisti" ha la pretesa di cogliere la relazione fra la vita del filosofo e i suoi interessi soggettivi che manifestano il suo pensiero filosofico negli effetti sociali che tale pensiero produce o di cui tale pensiero è testimone.

Il primo volume è la storia della filosofia da Socrate a Maometto. E' la storia del pensiero filosofico in cui l'uomo non è più il soggetto che abita il mondo, ma diventa un oggetto posseduto a cui viene imposto il dovere di obbedire. In questi oltre mille anni di storia della filosofia viene elaborata l'ideologia della sottomissione e gli aguzzini dell'uomo sono i filosofi. A questo primo volume seguiranno altri due volumi che comprendono il periodo storico da Tommaso d'Aquino a Bakunin e da Karl Marx a Sartre.

 

Introduzione a La filosofia e il pensiero filosofico
nelle biografie dei suoi protagonisti.
Vol. 1

Si è reso necessario scrivere le biografie dei filosofi che partecipano alla partita di calcio mondiale della filosofia seguendo il principio secondo cui gli uomini prima nascono e poi formano, vivendo, le loro idee sul mondo. Nascere e vivere permette di pensare il vivere e dal come il filosofo vive, così pensa il mondo. Ma il filosofo non vive fuori dal mondo, dalle condizioni. Si adatta alle condizioni del mondo e molte di queste condizioni costringono il filosofo a formare delle idee sul mondo e sulla vita a prescindere dall'esperienza esistenziale del filosofo

Le idee del filosofo non sono idee astratte davanti alle quali ci si siede come se fossimo in uno studio universitario e discutiamo di quelle idee. Le idee del filosofo sono atti di guerra con cui il filosofo interviene nella realtà sia che lui abbia vissuto quella realtà o che la realtà, di cui parla, sia stata solo immaginata o desiderata.

Ogni idea filosofica modifica il mondo e ogni mondo condiziona la formazione delle idee filosofiche del singolo. L'idea filosofica è un atto di guerra con cui un soggetto, il mondo o il filosofo o, ancora, i soggetti del mondo, modificano la realtà in cui agiscono costruendo condizioni da cui emerge un futuro possibile.

La storia dei filosofi e della filosofia è la storia della violenza contro gli uomini. I filosofi sono coloro che hanno legittimato la violenza. La più feroce di tutte le violenze. Una violenza talmente atroce da poter essere combattuta solo con altrettanta violenza nel tentativo disperato di liberare l'uomo dalla violenza.

Qual è l'origine storica della violenza? Non sto parlando della violenza per rapina. La violenza per rapina è un fatto giuridico-sociale che deriva dalla necessità dell'uomo di vivere nel mondo in cui nasce e che trova ostacoli soggettivi nel sistema giuridico. Sto parlando dell'altra violenza, la più atroce, quella che sottomette l'uomo violentando la sua struttura psico-emotiva rendendolo incapace di vivere nel mondo perché, in questo modo, lo si è privato del suo essere uomo e trasformato in un oggetto di possesso. In un non uomo. In una non donna. In una non persona. Un essere inferiore. Di una razza inferiore.

Dove sta l'origine di questa violenza assoluta?

Il padre di questa violenza assoluta è Platone quando nell'Apologia di Socrate descrive il disprezzo che Socrate aveva per i cittadini di Atene.

Scrive Platone nell'Apologia di Socrate:

Dopo che ebbi udito il vaticinio feci le seguenti considerazioni: Che cosa dice il dio e a che cosa allude per enigma? Infatti, io ho chiara coscienza, per quanto mi riguarda, di non essere sapiente, né molto né poco. Allora che cosa intende dire il dio affermando che io sono sapientissimo? Certamente non dice menzogna, perché questo, per lui, non è lecito. E per molto tempo rimasi in imbarazzo su quello che il dio intendesse dire. In seguito, con fatica intrapresi a fare una ricerca di questo nel modo seguente. Andai da uno di coloro che sono ritenuti sapienti, nella convinzione che solamente in questa cerchia, se mai da qualche parte, avrei confutato il vaticinio e avrei mostrato all'oracolo quanto segue: Questo qui è più sapiente di me; e tu, invece, hai affermato che sono io. Ora, mentre io sottoponevo ad esame quest'uomo - non c'è bisogno che io vi dica il suo nome; era uno degli uomini politici, nei confronti del quale, svolgendo il mio esame e discutendo insieme con lui, ho tratto le seguenti impressioni -, mi sembrò che godesse fama di sapiente presso molti altri uomini e soprattutto che egli stesso si considerasse tale, anche se, in realtà, non lo era affatto. E quindi cercai di dimostrargli che credeva di essere sapiente, ma che invece non lo era. Di conseguenza, mi feci nemici sia lui sia molti di coloro che erano presenti. E mentre me ne andavo, trassi allora le conclusioni che, rispetto a quest'uomo, io ero più sapiente. Si dava il caso, infatti, che né l'uno né l'altro di noi due sapesse niente di buono né di bello; ma costui era convinto di sapere mentre non sapeva, e invece io, come non sapevo, così neppure credevo di sapere. In ogni modo, mi parve di essere più sapiente di quest'uomo, almeno in questa piccola cosa, ossia per il fatto che ciò che io non so, neppure ritengo di saperlo. Subito dopo, andai da un altro di coloro che erano ritenuti essere più sapienti di quello, e ne ricavai queste stesse impressioni. E anche in questo caso mi inimicai sia lui sia molti altri. Dopo di questo, proseguii con ordine le mie indagini, rendendomi conto però, addolorato e intimorito, che diventavo odioso. Eppure mi pareva che fosse necessario tenere in grandissima considerazione l'oracolo del dio. Per cercare di capire che cosa dicesse l'oracolo, dovevo andare da tutti coloro che pensano di sapere qualcosa. Ebbene, corpo di un cane - o cittadini ateniesi bisogna che vi dica la verità -, quello che mi è capitato è stato quanto segue. Quelli che avevano la maggior fama, proseguendo la mia indagine in base all'oracolo del dio, mi sono sembrati essere quasi tutti privi di sapienza in grado supremo; e, invece, altri che erano giudicati di minor valore, erano uomini che si trovavano più vicini alla saggezza. Ma devo mostrarvi il mio vagabondaggio e quali fatiche ho sopportato, perché il detto dell'oracolo diventasse inconfutabile. Dopo aver esaminato gli uomini politici io andai dai poeti, da quelli che compongono tragedie e da quelli che scrivono ditirambi e anche dagli altri, nella convinzione che in questa cerchia avrei potuto verificare al di là di ogni dubbio il fatto che io sono più ignorante di loro. Prendevo i loro poemi, quelli che mi sembravano composti nel modo migliore e domandavo ad essi che cosa intendessero dire, ai fine di potere anch'io imparare da loro qualcosa. Io mi vergogno a dirvi, o cittadini la verità. Eppure bisogna che ve la dica! Tutti gli altri che erano presenti, per così dire, parlavano quasi meglio di loro intorno a quelle cose sulle quali essi avevano composto poesie. Dunque, anche dei poeti venni in breve tempo a conoscere questo, e cioè che essi non per sapienza componevano le cose che componevano, ma per una certa dote di natura e perché erano ispirati da un dio, come i vati e gli indovini. Anche costoro, infatti, dicono molte e belle cose, però non sanno nulla di ciò che dicono. Un fenomeno di questo tipo mi è risultato essere anche quello che riguarda i poeti. E, ad un tempo, mi accorsi che i poeti, a causa della loro poesia, ritenevano di essere i più sapienti degli uomini anche in quelle altre cose in cui non lo erano. Pertanto, mi sono allontanato anche da questi, con la persuasione di valer di più per lo stesso motivo per cui valevo più degli uomini politici. A conclusione andai presso gli artigiani. Infatti, io ero perfettamente consapevole di non sapere nulla di questo, per dirla in breve, mentre ero convinto che avrei trovato costoro con conoscenze di molte e belle cose. E di ciò non mi ingannai. Infatti, avevano conoscenze che non avevo e, rispetto a me, in questo essi erano più sapienti. Tuttavia, o cittadini ateniesi, mi sembrò che i poeti e i vari artefici avessero il medesimo difetto. Infatti, per il motivo che sapevano esercitare bene la loro arte, ciascuno di essi era convinto di essere sapientissimo anche in altre cose grandissime, e proprio questo difetto metteva in secondo piano quella sapienza che pur avevano. Perciò, stando al responso dell'oracolo, posi a me stesso la domanda se avrei accettato di rimanere in quello stato in cui mi trovavo, ossia di essere né sapiente nella loro sapienza, né ignorante nella loro ignoranza, oppure di avere tutt'e due quelle cose che essi avevano.

Platone, Apologia di Socrate, in id. Tutti gli scritti, Bompiani, 2014, p. 27 - 29

Io sono perché lo ha detto il Dio, le persone sono nulla. Da questo tipo di affermazioni al mettere le persone, che non sono nulla, nei forni crematori, il passo è breve anche se tale azione fu imposta dalla filosofia attraverso centinaia e centinaia di filosofi che parlavano in nome del Dio. Questa è la violenza madre di tutte le violenze. Fatta questa violenza agli uomini, gli uomini hanno il diritto di esercitare ogni violenza per potersi sottrarre a questa violenza.

Questa serie di biografie, in sospeso fra le tappe della vita del filosofo e le sue idee, avrebbero dovuto presentare i filosofi che partecipano alla partita di calcio mondiale della filosofia. Immaginate inizialmente come biografie molto brevi e molto sintetiche, nel corso del lavoro è nata l'esigenza di specificare, almeno in parte, sia la realtà oggettiva, sociale, nella quale il filosofo viveva che una parte, o alcune, delle idee fondamentali di ogni singolo filosofo. Le biografie si sono un po' staccate dall'insieme della Partita di Calcio Mondiale della filosofia all'interno della qual erano pensate, che comunque prosegue, diventando un corpo unico che può essere trattato per sé stesso come "Storia del pensiero filosofico".

Molte biografie, rispetto al progetto iniziale, sono state ampliate, ma non tutte. Non è stato possibile ampliare tutte le biografie per farle coincidere con questo nuovo criterio, tuttavia penso di essere riuscito a costruire quel percorso del venir in essere del pensiero filosofico che mette in luce i fondamenti sui quali viene a costruirsi la filosofia e i principi sociali della Religione Pagana.

Nella maggior parte delle biografie ho voluto citare ampiamente i filosofi trattati. Citazioni molto punghe in grado di dire al lettore: questo è il pensiero del filosofo che io sto analizzando.

Quando si scrive una storia del pensiero filosofico, colui che la scrive si erge a giudice di quella storia. I filosofi diventano oggetti che vengono commentati. Spesso il "giudice" ha la pretesa di non far parlare l'imputato. L'imputato non deve difendersi e questa idea prettamente cristiana viene applicata anche all'analisi della filosofia. Così, chi scrive una storia del pensiero filosofico, dice che cosa ne pensa dei singoli filosofi citandoli spesso brevemente per confermare le sue affermazioni. Ma i filosofi che commentiamo hanno scritto molte migliaia di libri e per capire un filosofo e collocarlo nella sua storia sociale, non basta una breve citazione è necessario presentare qualcosa di più complesso estratto dal suo pensiero.

E' solo una questione di "onestà intellettuale". Io posso anche dire che un filosofo è un miserabile, un individuo squallido, ma devo permettere sempre a quel filosofo di presentare quanto dice perché io non considero mai "squallido" il filosofo in sé, ma il suo pensiero e gli effetti che produce o non produce nella società.

Il punto di vista della critica al pensiero filosofico è quello della Religione Pagana.

Il metodo di analisi della Religione Pagana non consiste nell'individuare le tappe mediante le quali le idee filosofiche e le idee sociali della Religione Pagana sono venute in essere, ma consiste nell'individuare quali sono le idee filosofiche, e i relativi filosofi, che hanno aggredito e violentato le idee delle "Religioni Pagane Antiche" negando i suoi principi filosofici, etici, sociali e morali per sostituirli con principi assolutisti del dominio dell'uomo sull'uomo.

In questo primo volume presento lo sviluppo del pensiero filosofico in un periodo di tempo storico che va da Socrate a Maometto. Dal 470, nascita di Socrate, al 632 con la morte di Maometto.

Il primo volume delle biografie e delle idee filosofiche comprende questo periodo filosofico:

Socrate figlio di Sofronisco, 470 - 399 a. c.

Democrito, 460 a. c. - 370 a.c.

Platone figlio di Aristone, 438 - 348 a. c.

Aristotele, 384 - 322 a. c.

Epicuro 341 a. c. - 270 a. c.

Marco Tullio Cicerone, 106 a. c. - 43 a. c.

Filone d'Alessandria, 20 a. c. - 45 d. c.

Lucio Anneo Seneca, 4 a. c. - 65 d. c.

Gesù, 1 - 33 d. c.

Paolo di Tarso, 10 d. c. - 67 d. c.

Plotino, 204 - 270 d. c.

Giamblico di Calcide, 245 - 325 d. c.

Agostino d'Ippona, 354 - 430

Proclo Licio Diadoco, 412 - 485

Anicio Manlio Severino Boezio, 475 - 524 d. c.

Maometto, 571 - 632

E' il periodo in cui vengono distrutte le "Antiche religioni". L'antica filosofia, che non si reggeva su principi dogmatici, dovette soccombere al dogmatismo che, un po' alla volta, imprigionò gli uomini sottomettendoli a verità estranee alla loro vita. Sappiamo che furono gli eserciti e le stragi ad imporre le nuove religioni. Spesso anche quest'aspetto sociale è preso in considerazione perché esso stesso è un prodotto del pensiero filosofico e, contemporaneamente, un soggetto che produce un pensiero filosofico se non altro come giustificazione dell'azione messa in atto.

La vita del filosofo ci dice come il filosofo pensava; il pensiero del filosofo ci dice che cosa voleva negare del mondo in cui viveva e che cosa voleva promuovere in quello stesso mondo. Il filosofo ci racconta di come e perché avvennero le trasformazioni sociali.

La vita e il pensiero dei filosofi ci dice come siamo oggi, in che società viviamo e risponde a molti perché dei problemi che stiamo vivendo. Nello scrivere questa storia del pensiero filosofico ho evitato di assumere il ruolo di giudice, ho preferito assumere il ruolo del filosofo che vede nelle altre filosofie una contrapposizione, una contraddizione, un nemico da sconfiggere opponendo alla sua visione del mondo una visione del mondo diversa.

Claudio Simeoni, 2019

 

 

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Marghera, 15 febbraio 2020

 

 

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