Gli Dèi emergono generando sé stessi. Tutta la vita, tutte le coscienze germinano generando sé stesse partendo dalle condizioni oggettive, gli Dèi che ne condizionano gli Dèi che formano la loro soggettività dalla quale manifestano la loro Coscienza di Sé.

Inno Orfico a Sileno Satiro e delle Baccanti
 
Inno orfico n. 54

Claudio Simeoni

Indice agli Inni orfici

  Inno Orfico a Sileno Satiro e delle Baccanti

Ascoltami o venerabile che hai nutrito e allevato Bacco,
di gran lunga il migliore dei Sileni, onorato da tutti gli Dèi
e dagli uomini mortali nelle stagioni trieteriche,
celebrato nei riti santi, venerando, fondatore dei misteri del tiaso pastorale
gridi evoé, ami la veglia facendo il giovane con i Sileni
guidi le Naiadi e le Baccanti che portano l'edera:
vieni qui alla cerimonia di tutti gli Dèi insieme a tutti i Satiri
dalla forma ferina, lanciando il grido del sovrano bacchico
accompagnando con le Baccanti il santo compimento delle Lenee
mostrando nelle cerimonie sante i riti orgiastici che splendono di notte
gridando evoé, amante del tirso, sereno verso i tiasi.

da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla, Trad. Gabriella Ricciardelli

In questo Inno Orfico viene celebrato Sileno "satiro" come colui che si prese cura di Dioniso assieme alle Ninfe. Vengono celebrate le Baccanti, le donne che escono dall'omologazione sociale per riprendere la veicolazione delle proprie emozioni. Si tratta del significato delle affermazioni "rompere le membra" o "sciogliere i legamenti" che viene attribuita all'azione degli Dèi nel rompere la forma e liberare le emozioni.

Sileno non si è "preso cura", in termini generici, di Dioniso, ha alimentato e costruito il futuro di Dioniso costruendolo come colui che affronta la sua vita diventando un Dio. Il Dio che è, Sileno, che alimenta il Dio che sarà nel soggetto di cui ha cura alimentandone le trasformazioni.

I Tiasi erano un'associazione che in Grecia organizzava e celebrava i riti in onore di Dioniso (e altri riti). I Misteri del Tiaso Pastorale erano l'insieme degli elementi che, in quel presente, alimentavano il Dioniso dentro ogni Essere Umano.

L'inno celebra Sileno Satiro e le Baccanti che mantengono viva l'idea di costruire il Dio che abita dentro l'uomo. Un Dio che per nascere e svilupparsi non deve essere sottomesso a nessun dovere, a nessun obbligo, che non sia quello che quell'uomo e quella donna scelgono per alimentare la propria vita.

Sileno Satiro viene dipinto come un Dio ubriaco. L'ubriacatura è la definizione dell'"inutilità dell'uomo all'uso da parte di terzi". L'uomo ubriaco è "inutile". Non può lavorare e quando lavora può fare più danno anziché produrre.

L'ubriaco si può sottomettere, costringere, violentare, ma non si può comandare per un fine che non sia un'ulteriore ubriacatura.

La stessa immagine di ribellione alla sottomissione ci viene trasmessa dalle Baccanti. Le Baccanti rompono ogni costrizione sociale e ogni dovere loro imposto per "fare ciò che a loro piace". Non si tratta di "donne passive che fuggono", ma si tratta di guerriere che si prendono nelle loro mani la loro vita.

In Nonno di Panopoli, le Dionisiache, le Baccanti combattono a fianco di Dioniso e così i Satiri. Non sono soggetti socialmente passivi, sono soggetti che hanno scelto la propria strada obbedendo ai propri bisogni e alle proprie necessità rispetto ad una società che vuole relegarli a ruoli predefiniti (le donne che diventano Baccanti abbandonano i telai di casa per radunarsi sui monti vedi le Baccanti di Euripide).

Le Lenee erano altre celebrazioni delle Baccanti (o il corrispettivo di Menadi) in cui veniva dato "sfogo" sociale al desiderio di ribellione delle donne.

E' abbastanza complesso l'equilibrio fra il desiderio di "mollare tutto", che l'alcool induce in chi beve molto, e il dovere soggettivo di perseguire il proprio intento nella propria vita. In questa società, che impone doveri su doveri e controlli su controlli agli individui, abbandonarsi all'alcool è l'inizio di un processo soggettivamente distruttivo. Questo non perché il vino in sé sia distruttivo, ma perché il vino rimuove i nostri sistemi di controllo psicologico che ci proteggono, ci fanno sopravvivere adattandoci alle condizioni, in funzione della nostra esistenza. In un contesto educazionale cristiano il delirio alcolico libera gli effetti del sistema educazionale, ristretti nei doveri sociali la cui violazione non è tollerabile, inducendo le persone a delirare di onnipotenza indifferenti alle conseguenze di tali deliri. Come guidare un'automobile da ubriachi e accusare un platano di essere un assassino.

Dioniso e Sileno sono dei deliranti, ma i loro deliri non liberano un'educazione cristiana che li ha trasformati nell'onnipotente Dio. I deliri di Sileno e di Dioniso rimuovono i doveri che si sono imposti per veicolare i loro desideri in un insieme in cui quei desideri diventano parte della società civile.

L'Inno Orfico a Sileno Satiro e alle Baccanti celebra la ribellione in quell'equilibrio, fra "doveri sociali" e "desideri soggettivi", ricordando alle società che non possono vivere e prosperare se non aprono sé stesse ai desideri soggettivi che ogni persona della società esprime.

Marghera, 23 febbraio 2024

 

 

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
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