Gli Dèi emergono generando sé stessi. Tutta la vita, tutte le coscienze germinano generando sé stesse partendo dalle condizioni oggettive, gli Dèi che ne condizionano gli Dèi che formano la loro soggettività dalla quale manifestano la loro Coscienza di Sé.

Inno Orfico al Trieterico
 
Inno orfico n. 52

Claudio Simeoni

Indice agli Inni orfici

  Inno Orfico al Trieterico

Te invoco, beato, dai molti nomi, invasato, baccheo,
dalle corna di toro, Leneo, nato dal fuoco, Nisio, Liseo,
nutrito nella coscia, Licnite, iniziatore di coloro che celebrano i misteri,
notturno, Eubuleo, porti la mitra, agiti il tirso,
mistero indicibile, triplice, germoglio segreto di Zeus,
Protogono, Erichepeo, padre e figlio di Dèi,
ami la carne cruda, porti lo scettro, pazzo per i cori, guida dei cortei,
baccheggiante nelle sante trieteridi serene,
rompi la terra, risplendi di fuoco, Epafio, figlio di due madri,
vaghi sui monti, con le corna, vestito di pelle di cerbiatto nelle feste biennali,
Paian dalla lancia d'oro, nel grembo, adorno di grappoli d'uva,
Bassaro, ami l'edera, dalle molte fanciulle, dalla bella chioma,
vieni, beato, agli iniziati rigoglioso sempre lieto.

da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

Questo sarebbe il secondo Inno, dopo l'Inno Orfico n. 45 dedicato a Dioniso Trieterico,

Nel leggere l'Inno non posso far altro che ripetere il concetto sul quale si regge il "trieterico" che è uno dei misteri fondamentali del dionisismo rispetto ad un insieme religioso cristiano che non comprende né mutamento né trasformazione.

Le tre nascite, attraverso le quali Dioniso diventa un Dio, erano talmente misteriose che quando i cristiani elaborarono il concetto della "resurrezione" del loro Gesù la elaborarono nel concetto elementare della "resurrezione della carne".

In realtà, il vangelo più vecchio, il vangelo di Marco, originariamente, si concludeva con la morte di Gesù. La resurrezione era attribuita solo al dionisismo e il cristianesimo, che si opponeva al dionisismo nel secondo secolo dc, non era ideologicamente in grado di usare la resurrezione che avrebbe richiamato un elemento ideologico fondamentale del dionisismo.

L'aggiunta della resurrezione di Gesù nel vangelo di Marco è un'aggiunta medioevale e riprende l'idea dionisiaca probabilmente già ripresa e anticipata, come aggiunta al vangelo di Marco, da altri vangeli.

Il dionisismo non parla di "resurrezione della carne", ma di "riaggregazione della coscienza" al di là del corpo in cui tale coscienza si aggrega. Questo a meno che non si voglia pensare che il feto, ricucito nella gamba di Zeus, fosse una "resurrezione della carne" del feto.

Gli antichi celebravano tre rinascite di Dioniso, ma le rinascite dell'uomo e delle donne (e quello di ogni Essere della Natura) sono quattro perché deve essere considerata come rinascita anche il passaggio fra l'età puberale e la maturità sessuale che apre le porte ad un individuo adulto, sessualmente maturo.

Questa nascita era celebrata in ogni cultura antica ed era il passaggio dalla condizione di fanciullo e fanciulla alla condizione di uomo e donna.

L'Inno ha la caratteristica di enumerare i molti nomi con i quali è definito Dioniso.

In una parte dell'Inno, Dioniso viene associato a Protogono come se Dioniso stesso fosse l'iniziatore del processo delle "tre nascite" attraverso le quali gli Esseri della Natura si trasformano in Dèi.

Ed è in questo senso che va interpretato il "mistero indicibile, triplice, germoglio segreto di Zeus". Protogono è il potere che si sprigiona all'inizio, ma dal momento che la vita è una sequenza di trasformazioni che generano continuamente degli inizi, la vita stessa è manifestazione di Protogono qualunque sia la veicolazione di Protogono che inizia una diversa fase di trasformazione in cui è divenuta la vita.

L'invocazione a Dioniso Trieterico dovrebbe ricordare agli iniziati al culto di Dioniso che si muore per rinascere e si rinasce perché si è morti terminando un ciclo di trasformazioni che esaurisce la quantità di trasformazioni per aprirsi ad un trasformazione qualitativa che inizia un processo di trasformazione su un piano e una dimensione che, lo stato precedente dell'esistenza prima della morte, non poteva abitare.

L'Inno Orfico, pur riferendosi a Dioniso, appare come un Inno più volto a celebrare gli iniziati che, attraverso il sentiero di Dioniso, diventano a loro volta "trieterici" percorrendo quel sentiero che li trasforma in Dèi. Sono gli iniziati che si fanno Bacco, Leneo, Licnite, Eubuleo, Protogono, Erichepeo, Epafio, Paian, Bassaro. Di questo ne ho già parlato.

Marghera, 15 febbraio 2024

 

 

 

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