Gli Dèi emergono generando sé stessi. Tutta la vita, tutte le coscienze germinano generando sé stesse partendo dalle condizioni oggettive, gli Dèi che ne condizionano gli Dèi che formano la loro soggettività dalla quale manifestano la loro Coscienza di Sé.

Inno orfico a Dioniso Bassareo Trieterico
 
Inno orfico n. 45

Claudio Simeoni

Indice agli Inni orfici

  Inno orfico a Dioniso Bassareo Trieterico

Vieni beato Dioniso, nato dal fuoco, con la fronte di toro,
Bassaro e Baccheo, dai molti nomi, onnipotente,
che ti rallegri delle spade e del sangue e delle sante Menadi,
gridando evoé sull'Olimpo, Bacco folle, dal suono rimbombante,
con il tirso come lancia, dall'ira profonda, onorato da tutti gli dei
e dagli uomini mortali, quanti abitano la terra:
vieni, beato, danzante, portando molta gioia a tutti.

da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

Questo inno è dedicato a Dioniso Bassareo Trieterico ed inizia una serie di Inni che celebrano gli aspetti divini di Dioniso.

Il termine "trieterico" ha fatto discutere gli "studiosi" che non erano in grado di capire perché venisse chiamato "trieterico" quando i riti in onore di Dioniso venivano celebrati ogni due anni.

E' indubbio che per un cristiano, che necessita di una teologia semplice, elementare, infantile, rimane sconosciuta una teologia della trasformazione degli Esseri indicata come modello nelle trasformazioni del Dio. Esseri semplici, come i cristiani, una volta creati da Dio rimangono quello che sono. Gli Esseri complessi nascono e si trasformano essendo, in ogni istante, diversi dall'istante precedente e pronti per diventare diversi nell'istante successivo della loro esistenza.

Il Trieterico, dal punto di vista teologico, attribuito a Dioniso, è quello del "nato tre volte" e l'Inno inizia celebrando la nascita di Dioniso dal fuoco che brucia Semele quando Semele ha chiesto a Zeus di poterlo vedere per ciò che è e non solo per ciò che appariva a lei.

Il fuoco di Zeus è il fuoco dal quale nasce Dioniso; ogni Essere della Natura nasce dal fuoco emotivo che lo ha portato in essere e questa nascita avviene "con la fronte di toro". Avviene con la determinazione dell'Essere che, spezzando le condizioni nelle quali è cresciuto, viene al mondo deciso a dilatare sé stesso nelle condizioni che incontra.

Dioniso è indicato con molti nomi, Bassaro, Baccheo, Bacco e altri. Bassareo significherebbe "coperto da una pelliccia di volpe", cosa che usavano anche le Baccanti e le Menadi anche quando usavano pelli diverse per coprirsi nella partecipazione alle celebrazioni.

In questo Inno si celebra la "follia di Dioniso". La follia è intesa come un agire incomprensibile, esaltato, con esplosioni emotive, dove, il soggetto che la esprime, abita un mondo di percezioni che non appare comune agli spettatori. Il mondo della follia religiosa è un mondo formato da una percezione soggettiva che interpreta la realtà secondo parametri socialmente non condivisi. Non si governa una società secondo i parametri della "follia" espressa dall'esaltazione bacchica, ma non si percorrono i sentieri divini se la ragione domina la percezione e le azioni degli uomini impedendo alle emozione di invadere, con un fiume di enfasi, la percezione soggettiva.

La follia di Dioniso è la follia della distruzione del presente percepito per costruire nuove e diverse percezioni del presente in uno stato psichico di esaltazione euforica.

Le Menadi e le Baccanti seguono nella danza questa esaltazione euforica. L'esaltazione porta le Menadi e le Baccanti a compattare la loro energia emotiva e a costruire quel corpo che nascerà quando i Titani smembreranno i corpi fisici.

Il Trieterico, il Dioniso nato tre volte, indica il cammino della trasformazione degli Esseri della Natura che è follia, rispetto ad un presente statico e fissato nella mente dell'uomo.

Questo tipo di follia è un bisogno dell'uomo, al di là che l'uomo la riconduca ad una tradizione religiosa o meno.

Negli anni '70 (1970), in Italia c'erano una serie di manifestazioni sociali ad opera di donne che si definivano "femministe" e che avevano come motto: "Tremate, tremate, le Streghe sono tornate!".

Dopo trenta anni le immagini sono un po' sbiadite, ma le trasformazioni sociali che hanno prodotto sono state molto importanti. Hanno modificato le relazioni nella società. Per riuscire a comprendere le Menadi pensate a quelle donne, ma aggiungete un Tirso nella loro mano (una lancia acuminata con avvolta l'edera) e il furore divino che spezza ogni blocco emozionale, ogni tabù, imposto dalla ragione come necessità di mediazione fra le esigenze della realtà sociale e la veicolazione dei bisogni di quelle donne.

Il Tirso, che le Menadi impugnavano, equivale al randello di finocchio o di sorgo con i quali Stregoni e Benandanti si scontravano nella Piana di Giosafat in una tradizione medioevale riportata da Carlo Ginzburg in "I benandanti". Oppure, pensate alle leggende sui sabba delle "streghe" e il molto sangue versato dai cristiani. Non si trattava altro che retaggi delle estasi mistiche delle Menadi e delle Baccanti.

Un conto è manifestare il furore nei mondi della percezione e nei mondi del Sognare; un altro conto è rappresentare l'estasi mistica espressa nel furore e nell'angoscia, delle passioni negate e represse nella vita quotidiana.

Così, per gli Orfici, il fuoco di Dioniso entra già nelle Ninfe che accudiscono il Dio fanciullo e alimenta le loro tensioni di Libertà di ogni uomo o donna rispetto agli ostacoli che percepisce nella sua quotidianità.

Per tutto il tempo dell'orrore cristiano, le Menadi (e i comportamenti riconducibili al menadismo) sono state il simbolo della ribellione e della licenziosità sessuale in contrapposizione alla sottomissione e all'astinenza sessuale che il cristianesimo imponeva agli Esseri Umani.

In questo Inno si celebra questo fuoco! Il fuoco di Dioniso! Il fuoco che travolge ogni catena che impedisce la veicolazione delle emozioni dalla quale gli Esseri Umani sono ristretti. Il fuoco delle passioni che travolge ogni preconcetto! Il fuoco della distruzione che travolge ogni sottomissione! Travolgere le costrizioni portando gioia al soggetto che vive questo fuoco!

Dioniso Trieterico si esprime attraverso il fuoco emotivo che arde dentro ad ogni Essere nato nella e dalla Natura. Un fuoco che alimenta la necessità di trasformazione di ogni soggetto perché la vita è solo un processo di continua trasformazione soggettiva.

Marghera, 19 gennaio 2024

 

 

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
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