Gli Dèi emergono generando sé stessi. Tutta la vita, tutte le coscienze germinano generando sé stesse partendo dalle condizioni oggettive, gli Dèi che ne condizionano gli Dèi che formano la loro soggettività dalla quale manifestano la loro Coscienza di Sé.

Inno orfico a Mise
 
Inno orfico n. 42

Claudio Simeoni

Indice agli Inni orfici

  Inno orfico a Mise

  Invoco Dioniso legislatore portatore del tirso,
seme degno di molto ricordo, Eubuleo dai molti nomi,
santa e sacra Mise sovrana indicibile,
maschio e femmina, dalla doppia natura, Iacco Lisio;
sia che ti rallegri nel tempio profumato di Eleusi,
sia che in Frigia celebri i misteri con la madre,
o che a Cipro ti rallegri con Citerea dalla bella corona,
o che esulti nei santi campi che producono frumento
con tua madre, l'augusta dea Iside vestita di nero,
presso le correnti d'Egitto con le ancelle nutrici:
vieni benevola ai nobili cimenti dell'iniziazione.

da Inni Orfici, ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

E' uno di quegli insiemi religiosi di cui gli Orfici furono capaci di vedere nell'insieme degli Dèi nel mondo in cui vivevano.

Chi è MISE?

Mille divinità che possono apparire come una sola rappresentazione riassunte dall'iniziato in una sola forma.

Mise ci apre questo problema religioso: la differenza fra realtà oggettiva e definizione soggettiva della realtà oggettiva. Quando io trasmetto qualche cosa di relativo agli Dèi, non trasmetto ciò che è, ma trasmetto ciò che io interpreto di ciò che è. La realtà divina è una cosa, l'interpretazione della realtà divina è un'altra cosa. E questo è il caso di Mise, una realtà religiosa chiara agli occhi degli orfici, per il loro vissuto.

Mise andrebbe annoverata nel complesso di divinità chiamate impropriamente "Dèe Madri" in quanto fondamenti della vita. Riassume una serie di attributi che la rendono fondamentale e appare come ente unico all'iniziato. Un iniziato che ha fatto un cammino di trasformazione e, nel penetrare il mondo in cui ha vissuto, ha circoscritto alcune visioni e alcune percezioni, con le quali ha costruito la sua visione religiosa del mondo e della realtà.

Nei testi antichi non esistono molte tracce di Mise. Si fanno ipotesi trovando tracce di quel nome in alcune iscrizioni. Molto probabilmente il ricordo era chiaro almeno fino ai tempi di Damascio. La figura Mise sembra androgena, unisce il maschile e il femminile quando l'Inno dice: "sacra Mise sovrana indicibile, maschio e femmina, dalla doppia natura".

Nello stesso tempo Mise sembra rappresentare l'unione fra varie "tradizioni misteriche" tanto da unire, secondo quest'Inno, i misteri di Demetra ad Eleusi, gli Orfici, i misteri frigi, quelli di Attis e di Cibele, i misteri di Afrodite e quelli di Iside.

Nell'iniziato l'androgeno è rappresentato dal suo corpo luminoso, l'oggetto che cresce nella sua attività (Demetra); la cui sostanza è emozione (Afrodite); capace di scendere e di uscire dall'Ade della propria psiche (Orfeo); alla perenne ricerca di quanto percepisce che manca (Demetra e Iside) e attraverso il quale cerca di ricomporre qualche cosa; legato alla terra e la cui coscienza è sempre pronta a morire e a rinascere continuamente (Cibele e Attis).

La sessualità, come noi oggi la concepiamo, è legata alla fisicità degli Esseri della Natura. Gli Esseri della Natura che guardano il "non fisico" non scorgono la sessualità se non come proiezione di come loro immaginano che la sessualità, che esprime le loro condizioni emotive. I nati nella natura identificano la sessualità come un'attività fisica con forme e attributi definiti di relazione fra corpi. Il corpo luminoso può essere indifferentemente maschile o femminile, manifestato da un Essere Animale o di un Essere Vegetale, da un Essere Virus come da un Essere Elefante, un Essere Umano o un Essere Gallina, un Essere Quercia o un Essere Patata. Sono quattro le Dèe citate in Mise: Demetra, Cibele, Afrodite e Iside. Il loro comune denominatore è la crescita della vita. La vita come attività con cui l'individuo si espande nel mondo in cui è nato.

Le Dee in Mise indicano all'Iniziato il percorso di trasformazione. L'attività dell'Iniziato è quella di espandere il proprio percorso attraverso le sfide che incontra nella sua esistenza e che lo portano continuamente a scendere nell'Ade e a risalire. Le Dee, per l'Iniziato, si fanno Mise in una relazione soggettiva attraverso la quale l'Iniziato incontra queste Dee nel mondo in cui vive. Rallegrarsi al tempio di Eleusi; celebrare i misteri in Frigia; rallegrarsi a Cipro; ed esultare nei campi con ISIDE e le ancelle nutrici.

Mise raccoglie il potere della crescita e della trasformazione, sia nell'impegno sacro (e serio della vita) che nella celebrazione dei misteri. Mise può essere vissuta come l'allegoria delle trasformazioni dell'esistenza. Come germinazione dell'Essere Feto (si rallegra ad Eleusi); celebrare i riti della fanciullezza con Cibele in Frigia; celebrare la potenza sessuale della maturità con AFRODITE a Cipro; mentre protegge il futuro delle nuove generazioni con ISIDE nei campi di grano con le ancelle nutrici.

In tutti questi insiemi divini c'è la rappresentazione della vita, la consapevolezza dell'Iniziato nella sua attività quotidiana. Si potrebbe dire che sempre dovrebbe essere così! Solo che quando manca la consapevolezza delle persone per un futuro al quale si deve mettere attenzione, quando i problemi emergono, arriva la disperazione che si impossessa dell'individuo e questi pensa che "tutto sia finito".

Davanti ai problemi dell'esistenza, al potere della vita che viene portato dall'Iniziato si contrappone la disperazione del catastrofismo apocalittico.

Se MISE non emerge nell'Essere Umano alimentando la sua attenzione nella sua attività, una nuova idea sorge nell'uomo: "ecco che è giunta la fine, le stelle cadono sulla terra e non esiste più futuro". Non esiste più futuro per quell'Essere Umano che non fu iniziato ai Misteri che lo portano a partorire il suo corpo luminoso mediante la sua attività quotidiana.

Non esiste più futuro quando la disperazione prende l'Essere Umano pronto ad abbracciare la disperazione della distruzione. Non mette attenzione alla vita. I fanciulli non crescono nella pancia della madre; i giovani non sono iniziati ai misteri e non hanno consapevolezza di come agire e di che cosa possono fare; gli adulti non godono del piacere della trasformazione e i vecchi non curano i campi e le future generazioni. Si aspetta disperati che le stelle cadano sulla terra e che qualche salvatore giunga sulle nubi.

Negli Inni Orfici Mise appare molto importante. Ci spiega come tutte le vie misteriche non sono diverse fra loro, ma sono unite nei medesimi intenti e nei medesimi fini. Alla fine tutte portano l'Iniziato a diventare eterno.

Marghera, 02 gennaio 2024 

 

 

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

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