Inno orfico al Coribante Cirbante
 
Inno orfico n. 39

  Inno orfico al Coribante - Cirbante

  Invoco il grandissimo re della terra eterna,
Cirbante dal destino felice, marziale, che non si osa guardare,
Cureta notturno, che fa cessare le paure terribili,
che protegge dalle visioni, Coribante che vaga in solitudine,
sovrano dalle forme cangianti, dio dalla doppia natura, multiforme,
insanguinato dall'uccisione dei due fratelli,
tu che hai mutato la santa figura secondo le decisioni di Deo,
assumendo la forma d'aspetto ferino di uno scuro drago:
ascolta, beato, le voci, allontana l'aspra ira,
mettendo fine alle visioni, tormenti dell'anima intimorita.

da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

Chi sono i Coribanti?

I Coribanti sono figure indistinte nelle Antiche Religioni pre cristiane. Proprio perché sono figure indistinte, ogni compilatore di Miti dà una sua versione sull'origine dei Coribanti. Su di chi sono figli i Coribanti e che cosa fanno i Coribanti.

I Coribanti erano chiamati i sacerdoti di Cibele, Rea. Spesso identificati con i Cureti i Cabiri, i Dattili Idei e i Telchini.

I Miti appaiono confusi. A volte i Coribati appaiono come figli di Cibele, altre volte come figli di Elio e, altre volte ancora, come figli di Atena. Altre volte appaiono come figli di Calliope e Zeus.

Quello che racconta questo Inno appartiene ad una particolare visione dei Coribanti. I Coribanti erano in origine tre. Ma due di loro uccisero il terzo Coribante, Cirbante, che si è trasformato in un Dio.

Secondo la traduttrice, il racconto di questo coribante sarebbe stato tramandato da Clemente Alessandrino, ma molto probabilmente, non essendoci traccia dell'idea religiosa, questo mito era poco appetibile per gli scrittori neoplatonici che hanno provveduto a far dimenticare il sistema religioso che il mito presentava,

Si noti come il Coribante ucciso, Cirbante, ha un "destino felice" perché diventa un Dio che fa cessare le terribili paure e allontana le visioni terrifiche.

Il terzo coribante vaga in solitudine dalle forme che cambia colore a seconda dei diversi stati d'animo. Divinità dalla doppia natura umana e divina.

Questa "doppia natura" sta ad indicare un Dio che è nato da un corpo fisico, da un Essere della Natura, insanguinato dall'uccisione fatta dai suoi fratelli.

L'Inno sottolinea l'aspetto della trasformazione operata, all'atto della morte, da Cirbante dicendo:

  "tu che hai mutato la santa figura secondo le decisioni di Deo,
assumendo la forma d'aspetto ferino di uno scuro drago"

Muore l'Essere della Natura, non importa di chi sia figlio secondo le varie versioni del Mito che ci sono giunte, e nasce Cirbante nella forma di un drago dalle cangianti forme.

Anche quest'Inno, come per l'Inno precedente, starebbe ad indicare l'uomo che si trasforma in un Dio, cosa assolutamente estranea ad ogni forma religiosa dei primi secoli d. c. e legata essenzialmente ai culti Orfici, Dionisiaci, di Samotracia assunti dal culto di Eleusi e dai culti misterici di Iside.

In questa condizione appare quasi ovvio che ogni affermazione sui "genitori" dei Coribanti risulta teologicamente possibile. Sia come figli di Cibele, Rea, la Terra, sia come figli di Elios, il Sole. Oppure come figli di Zeus e Calliope oppure, ancora, figli di Crono. Ciò che teologicamente è impossibile è il loro essere figli di "Atena".

Tutti i "genitori" indicati per i Coribanti sono i medesimi genitori di ogni Essere della Natura. Ogni Essere della Natura è un coribante che si può trasformare in un Dio e, per farlo, si invoca Cirbante affinché dia un aiuto per allontanare l'ira e la rabbia mettendo fine alle visioni (e alle illusioni) tormenti della psiche intimorita,

Marghera, 22 dicembre 2023