Gli Dèi emergono generando sé stessi. Tutta la vita, tutte le coscienze germinano generando sé stesse partendo dalle condizioni oggettive, gli Dèi che ne condizionano gli Dèi che formano la loro soggettività dalla quale manifestano la loro Coscienza di Sé.

Inno orfico a Latona (Leto)
 
Inno orfico n. 35

Claudio Simeoni

Indice agli Inni orfici

  Inno orfico a Latona (Leto)

Dice l'Inno Orfico a Latona (Leto):
Leto dal cupo peplo, DEA genitrice di gemelli, augusta,
Figlia di Ceo, magnanima, regina molto pregata,
che hai ricevuto doglie feconde di bei figli di Zeus,
Avendo generato Febo e Artemide saettatrice,
L'una a Ortigia, l'altro nella rocciosa Delo,
Ascolta, Dea signora, e con cuore propizio
vieni al rito di tutti gli Dei portando un dolce fine.

Tratto da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

Nella sequenza degli Inni Orfici Leto è collocata fra Apollo e Artemide. Non viene cantata con una grande evocazione, forse perché la memoria è oscurata dal bagliore di Apollo.

Ma gli Stregoni non dimenticano.

Ci fu un tempo in cui gli Esseri, figli di Era, non erano né maschi né femmine. Oggi sappiamo che si moltiplicavano per scissione. Non erano maschi, non erano femmine. O meglio, erano soltanto femmine!

Poi, Zeus e Leto, generarono il mutamento.

Artemide, l'Essere Femminile che determina sé stessa e che assiste alla nascita dell'Essere Maschile, Apollo.

Leto è l'utero della vita, come noi oggi siamo abituati a pensarla, divisa in maschi e femmine e dimentichi che l'Essere Maschile altro non è che un Essere Femminile mancato.

Il femminile e il maschile si fondono nell'utero di Leto.

Mentre il femminile è la quantità dell'esistenza dei figli di Era, l'Essere Maschile è colui che mette in moto le variabili per far emergere la qualità dalla quantità.

Prima di Leto nessun utero (o nessun uovo o seme) era mai stato oggettività nella quale nuove Coscienze di sé germinavano. Prima che Leto partorisse Apollo mai si sarebbe affermato "accordando tutta la sfera celeste distingui le specie viventi".

Che c'è da dire di Leto? Forse negli INNI OMERICI, nell’Inno ad Apollo, è descritta, con un potere emotivo senza precedenti, la ricerca della terra sulla quale poter generare suo figlio.

Ed è descritta anche la reazioni delle Terre che, a conoscenza di cosa stava nascendo, avevano paura ben consapevoli delle devastazioni e dei cambiamenti che l’Essere Maschile, in particolare l'Essere Umano Maschile, avrebbe provocato su tutto il Pianeta.

Cosa c'è da dire a chi ha costruito l'utero dal quale le specie emergono modificandosi generazione dopo generazione?

Quale immenso potere e quale manifestazione di volontà fu necessaria per permettere la nascita degli Esseri bisessuati!

Per questo motivo Leto è l'unica Dea che ha il potere di disarmare Apollo quando questi si presenta con l'arco teso all'Olimpo. Lei è l'utero dal quale possibili Dèi traggono nutrimento e opportunità. E’ l’utero attraverso il quale possibili DEI migliorano, generazione dopo generazione, le loro possibilità. I germinati da Leto possono accedere all'Olimpo.

Per questo motivo l'Inno si chiude invocando Leto ad assistere al rito che noi facciamo.

"Le tue doglie, i tuoi dolori, con i quali ci partoristi, non furono vani! Guarda, assisti al rito della mia vita, dolce sarà la mia fine quando mi presenterò alla morte del corpo fisico. Non ho sprecato la mia opportunità: ho lasciato il mio tempo più ricco di come l'avevo trovato."

Questa è Leto e nessuno dimentichi!

Marghera, 27 settembre 2023

 

 

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
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