Gli Dèi emergono generando sé stessi. Tutta la vita, tutte le coscienze germinano generando sé stesse partendo dalle condizioni oggettive, gli Dèi che ne condizionano gli Dèi che formano la loro soggettività dalla quale manifestano la loro Coscienza di Sé.

Inno Orfico a Rea
 
Inno Orfico n. 14

Claudio Simeoni

Indice agli Inni Orfici

Rea costituisce un problema religioso non indifferente per vastità di sfaccettature religiose come vengono percepite dagli uomini nelle diverse culture.

Rea è la Titanessa compagna di Crono, il tempo. Rea è la Titanessa che come compagna di Crono genera la vita come noi siamo abituati a pensarla razionalmente.

In alcune visioni religiose Rea è la Terra, ma limitare Rea alla Terra significa limitare la visione universale di Rea che agisce in ogni angolo dell'Universo costruendo la vita, come noi la intendiamo, su ogni pianeta, ogni angolo, dell'Universo.

La visione religiosa è una visione di immensità che ogni veggente, nel suo essere una persona religiosa, ha tentato di ridurre e di definire in un modo più limitato e conciso possibile.

I Titani e le Titanesse portano alla visione religiosa il senso dell'immenso e dell'insieme dell'universo. Basti pensare a Crono, il tempo. Il tempo in sé è al di là di ogni misurazione e di ogni vissuto. Il vissuto di ogni Essere nell'universo ha una propria percezione del tempo e, se vuole misurarlo, lo misura su sé stesso, nell'ambiente specifico in cui vive. Ma Crono è un soggetto uguale sulla Terra o sulla galassia di Andromeda, sono i soggetti a percepirlo in maniera diversa e a descriverlo in maniera diversa a seconda dei loro intenti e del loro vissuto.

Rea è la stessa cosa: l'ambiente da cui germina la vita razionale, almeno come si vuole chiamare quel tipo di vita che abita il mondo descrivendolo mediante la forma e la quantità.

Gli Orfici associavano Rea a Zeus perché Zeus è il padre della vita razionale. Zeus costruisce il mondo della descrizione attraverso la forma e la quantità, ma non può prescindere da Rea che lo ha generato o che, solo associata a Zeus, permette a Zeus di "detronizzare" Crono e ritagliare lo spazio della ragione nell'immenso spazio del tempo.

Poi, Rea diventa altre divinità, come Cibele, ma questo ci costringe ad ampliare il discorso oltre l'Inno Orfico a Rea.

  Inno Orfico a Rea

Rea venerabile, figlia del multiforme Protogono,
che metti il carro dalle sacre ruote sugli uccisori di tori,
accompagnata dai timpani, che ami il delirio, fanciulla risonante di bronzi,
madre di Zeus egiogo signore dell'Olimpo,
da tutti onorata, dalle forme splendenti, beata compagna di Crono,
che ti diletti dei monti e degli spaventosi urli dei mortali,
Rea di tutto sovrana, che susciti il tumulto di guerra, dall'animo forte,
ingannatrice, salvatrice, liberatrice, origine prima,
madre degli dei e degli uomini mortali;
da te infatti derivano e la terra e l'ampio cielo in alto
e il mare e i venti; amante della corsa, aeriforme:
vieni, dea beata, salvatrice con benevolo consiglio
portando pace con ricchi beni,
mandando brutture e morti ai confini della terra.

Tratto da Inni Orfici ed. Lorenzo Valla trad. Gabriella Ricciardelli

Riconoscere a Rea il potere di trasformare il suo presente. Riconoscere a Madre Rea la capacità di costruire condizioni affinché altri Esseri possano germinare: noi stessi come specie umana all'interno della Natura. Condensare la percezione di Rea nella dimensione umana per riuscire a costruire delle relazioni con il suo aspetto umano. Riuscire a percepire in Rea le stesse tensioni e le stesse forze che attraversano l'Essere Umano come se quelle forze e quelle tensioni fossero dedicate solo a noi umani. Forze che hanno determinato il divenuto della nostra specie assieme a tutte le specie dell'Essere Natura.

Nella Religione Pagana il veggente coglie nel mondo degli Dèi le affinità con gli Dèi che evoca dentro sé stesso e che abitano le sua emozioni.

Rea è Madre Terra, ma la Terra come madre dei viventi, non è Rea. Per essere è "Madre" la sua attività crea le condizioni affinché nel presente qualcosa germini. Da lei i figli dell'Essere Natura si generano. E' Madre perché esercita la sua volontà trasformando il suo presente. Modifica il presente in funzione di un futuro possibile. Quella volontà, espressa in quelle trasformazioni, la rendono figlia di Protogono, l'Intento, l'Eros, la qualità della materia capace di generare la Coscienza; la vita.

Tutto è potente in Madre Rea perché tutta la vita, di cui noi siamo i figli, si generano da Rea, che gli antichi pensano come madre, persistendo in un apparente tempo presente, in un'apparenza di stabilità che consente la formazione di un infinito numero di tempi soggettivi in un infinito numero di esseri che noi chiamiamo Natura. Il tempo delle trasformazioni e della vita di Rea comprende tutti i tempi delle trasformazioni e del divenire di ogni specie della Natura di cui noi siamo parte.

Questo tempo possente che Rea governa permette la nascita della vita. Quel carro dalle sacre ruote che viene trascinato dai Leoni è simbolo dell'intelligenza e della volontà di Rea guardiana della vita e madre della Natura.

Rea, madre degli Dèi Olimpi e delle condizioni che fecero nascere noi, Esseri Umani. Padre Zeus, l'atmosfera; Padre Posidone, il mare fecondo; Padre Ade, l'utero, il seme e l'uovo, generatori; Madre Hera, l'Essere Natura; Madre Estia, la libertà che si fa verità nell'attimo presente; Madre Demetra, la libertà che non tollera imposizioni.

Dobbiamo onorare Rea non solo come Madre Terra, ma come un DIO, un'intelligenza progettuale manifesta da una Coscienza e una volontà che mette in atto le sue strategie di vita, il suo ingannare CRONO, il tempo come mondo (negli Inni viene usato il termine Aion che viene tradotto in vari modi, tempo come eternità, ma io lo leggo in "tempo come mondo o realtà oggettiva") e possiamo riconoscerla come madre dei mortali e degli DEI! Ed è corretto quanto di REA afferma l'Inno: "da te infatti derivano e la terra e l'ampio cielo in alto e il mare e i venti; amante della corsa, aeriforme!"

Rea è generatrice di tutto questo e, a seconda di come il veggente la percepisce, Rea assumerà molti nomi e molti ruoli nella percezione degli uomini. Ognuno di quegli epiteti indicherà l'oggettività della Dea percepita da una soggettività, il veggente, che attraverso i suoi bisogni, che lo inducono alla percezione, trasferisce l'immagine percepita alla cultura e alla società in cui vive. Il compito delle persone religiose Pagane non è solo quello di capire di che cosa parlano gli Antichi quando usano quel nome, ma di percepire, attraverso il proprio sentimento, il divino di Rea attraverso il divino che sta dentro ad ogni Essere Umano la cui attività è tesa verso il futuro.

Rea, l'Essere Terra, è figlia di Urano Stellato. Attraversata dall'Emozione mette in atto le sue strategie al fine di dilatarsi nel suo presente. Un presente fisico. Un corpo che tende ad espandersi e a conservarsi per costruire la propria Coscienza e la propria Consapevolezza. Il suo Intento, il suo Protogono, la spinge a costruire il proprio futuro. Il futuro di Rea è l'ambiente che trasforma e che diventa la "sede dei beati" e dei "mortali".

Comprendiamo che noi esistiamo calpestando Rea e che Rea ha costruito le condizioni affinché tutti noi esistessimo e, quando guardiamo all'Essere Terra, cominciamo a pensarlo come un DIO condizione della nostra esistenza! Come un Essere che costruisce sé stesso e che respira, così Rea ha le sue passioni, le sue tensioni e i suoi bisogni!

Rea permane mentre gli Esseri della Natura permangono solo morendo e generando. Come realtà divina che persiste viene percepita dal veggente nelle su trasformazioni, il suo cammino verso la sua eternità. Trasformazione dopo trasformazione, come "accompagnata dai timpani, che ami il delirio, fanciulla risonante di bronzi, madre di Zeus egiogo signore dell'Olimpo, da tutti onorata, dalle forme splendenti, beata compagna di Crono..." E questa DEA chiama tutti coloro che prendono Coscienza di Sé sul suo suolo a percorrere un sentiero divino. Chiama i figli dell'Essere Natura a percorrere tratti di vita assieme. E proprio perché camminiamo assieme a Rea che possiamo chiedergli di "...mandando brutture e morti ai confini della terra." Perché ognuno di noi è compreso nelle condizioni che lo hanno portato ad esistere e noi di Essa possiamo comprendere solo ciò che concorre a formare il nostro divenire. Onoriamo Rea, sia come compagna di Crono, sia come Terra, sia come ogni Terra del Cosmo, sia come spazio che contiene il tempo, sia come opportunità che noi abbiamo colto, anche attraverso quest'inno, e prendiamo per mano gli DEI perché uguale è PROTOGONO nell'esprimersi in noi, nell'alimentare le nostre azioni, nell'allontanare i mali oltre i confini dell'universo!

Marghera, 23 febbraio 2023

 

 

 

Indice agli Inni Orfici

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
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