Il Positivismo

Positivismo: 1^ parte

Riflessioni sulle idee positiviste.

di Claudio Simeoni

Cod. ISBN 9788891185778 per chi vuole ordinare il libro

Indice Teoria della Filosofia Aperta

La filosofia della Religione Pagana.

Scrive il Bignami di filosofia (ed.1984):

1) anche la filosofia deve uniformarsi ai criteri e ai metodi di indagine delle singole scienze, per le quali l'esperienza è presa come unico procedimento per raggiungere la verità.

2) Perciò essa deve bandire ogni inutile ricerca metafisica e limitarsi a studiare i fenomeni, le loro connessioni e le loro leggi, senza pretendere di ricercare le cause.

3) La filosofia più che elaborare proprie dottrine deve porsi un problema di metodo, cioè deve ricercare l'unità di concetti e di metodi che è alla base delle singole scienze sperimentali: deve, in sostanza, non essere altro che metodologia della scienza.

4) Il pensiero positivistico è così tutto teso a dare importanza ai fatti positivi, alle leggi della natura, alle scienze sperimentali, nei confronti delle costruzioni teoriche dei sistemi filosofici.

Il positivismo introduce il metodo dell'uso del pensiero filosofico come strumento di controllo sociale. Il positivismo come fisica sociale o sociologia risponde a questa domanda posta dal Comando Sociale: se io elimino la schiavitù intesa come risposta obbligatoria delle masse ai miei bisogni, le masse agiranno come risposte ai bisogni loro. Come posso io, Comando Sociale, deviare i bisogni delle masse e ricondurre le masse a rispondere ai miei bisogni anziché ai loro?

Il positivismo cerca di forgiare una qualità di catene per il controllo delle masse, leggermente diversa dalle catene che sono state forgiate nel passato, tenendo conto che il controllo della chiesa cattolica è stato rimosso in gran parte dalla Rivoluzione Francese. Lo schiavismo in catene si avvia al tramonto, gli ideologi si chiedono come formare le opinioni delle masse e, dai sansimoniani, ai blanchisti, ai socialisti si inizia a prospettare nuovi ordini statali in cui masse sempre maggiori possono premere per chiedere di entrare nel gioco del potere o nelle stanze delle decisioni nazionali. La Rivoluzione Francese ha spezzato una diga del controllo sociale, ma non ha sedimentato il nuovo sociale, anche se le masse ora percepiscono la possibilità emotiva del nuovo ordine sociale. Questa percezione porta alla presenza di masse sociali instabili. Difficilmente gestibili da un Comando Sociale. Pronte a scatenarsi in rivolta quando un barlume di benessere o di libertà viene presentato loro.

La scienza del controllo di massa, che il positivismo spaccia per filosofia, viene elaborato nei suoi principi fondamentali da Comte e spacciato per filosofia.

Comte è consapevole di questo. La sua frequentazione con Saint Simon lo ha reso consapevole della necessità del controllo delle masse. La necessità di "una tecnica con un valore oggettivo, matematicamente misurabile, che permetta al potere di gestire le masse".

Per questo è necessario che la filosofia non sia più un disquisire dei fenomeni e delle relazioni, ma la ricerca delle leggi che generano i fenomeni, la possibilità di modificare tali leggi per ottenere il fenomeno desiderato o prevedere la manifestazione del fenomeno sociale al presentarsi della legge fisica che ne è a fondamento.

Uniformare significa rendere uniformi. Come si può rendere uniforme quanto appartiene al singolo in relazione col circostante? Anziché espandere il singolo nel circostante si deve cercare il minimo comune denominatore e decidere che quello è il limite di espansione del singolo per poter uniformare il pensiero entro schemi e formule matematiche. Proprio in filosofia, in quanto scienza del pensiero e delle relazioni con l'esistente, il gioco delle variabili all'interno degli schemi è talmente vasto da negare l'esistenza di uno schema fisso. La filosofia ha il pregio di leggere l'esistente e introdurre delle variabili nell'esistente per indurre gli Esseri Umani a modificare l'esistente e costruire migliori condizioni di vita. La filosofia spesso è opposizione al Comando Sociale che è impegnato a condizionare l'esistente. Io non posso accettare l'esistente in quanto presente, ma devo considerare l'esistente come insieme divenuto attraverso la relazione di un numero infinito di variabili che lo hanno condizionato e l'oggettività, in cui vivo, è costituita da un numero tale di variabili che io, attraverso il pensato della ragione, non sono in grado di determinare lo svolgersi degli eventi, ma posso solo ipotizzare lo sviluppo di alcuni meccanismi più o meno descritti e ipotizzare l'influenza che lo sviluppo di tali meccanismi avranno sul sistema sociale umano.

Non è assolutamente possibile ridurre la filosofia alla stregua delle altre scienze a meno che il Comando Sociale non intenda distruggere la filosofia come esercizio di respiro degli Esseri Umani. Studiare i fenomeni e le connessioni è un compito della fisicità all'interno della quale quei fenomeni si manifestano e degli elementi con cui tali fenomeni si connettono. La filosofia rappresenta l'oggettività all'interno della quale considerare la ricerca dello sviluppo umano: la sua direzione o il suo blocco in quel presente e in quel tempo.

La filosofia è elaborazione dottrinale in quanto solo l'elaborazione dottrinale è in grado di agire sui limiti imposti da altre dottrine ed allargarli. Il voler rifiutarsi di elaborare concetti dottrinali è esercizio del Comando Sociale il quale teme ogni possibile allargamento culturale e sociale in quanto, ogni allargamento, implica la necessità di un suo adattamento.

Il positivismo sembra fuggire dalle necessità di sviluppo della filosofia che viene ridotta a pura scienza quando la filosofia non ha nulla di scientifico. Non ha nulla a che vedere con le scienze esatte. Questo perché non è possibile determinare la trasformazione dell'Essere Umano all'interno di questa o quella struttura filosofica che interpreta la realtà, come non è possibile determinare la relazione dell'Essere Umano all'interno di questa o quella concezione aprioristica della sua esistenza. Di contro, sappiamo dove ha portato l'assoggettamento dell'Essere Umano all'Essere assolutamente necessario come creatore e ordinatore dell'universo.

Su questi presupposti nasce la sociologia come tecnica di controllo della società e dei suoi bisogni in ogni rivendicazione sociale. Inizialmente si cercano i meccanismi razionali che governano i comportamenti degli uomini. Quella scienza esatta in cui Comte vuole rinchiudere la filosofia sembra che non esista. Gli uomini hanno la ragione, ma la ragione non determina i comportamenti degli uomini. E, questo, la chiesa cattolica, lo ha sempre saputo. Nel 1895 Gustave Le Bon pubblicherà "Psicologia delle folle" e Freud nel 1921 scriverà il trattato "Psicologia di massa e analisi dell'Io" e da questo momento è un'altra storia.

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Nel 1995 (mese più, mese meno) mi sono posto questa domanda: se io dovessi confrontarmi con i filosofi e il pensiero degli ultimi secoli, quali obiezioni e quali argomenti porterei? Parlare dei filosofi degli ultimi secoli, significa prendere una mole di materiale immenso. Allora ho pensato: "Potrei prendere la sintesi delle loro principali idee, per come hanno argomentato e argomentare su come io mi porrei davanti a quelle idee." Presi il Bignami di filosofia per licei classici, il terzo volume, e mi passai filosofo per filosofo e idea per idea. Non è certo un lavoro accademico né ha pretese di confutazione filosofica, però mi ha permesso di sciacquare molte idee generate dalla percezione alterata nel fiume del pensiero umano.

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Marghera, 31 agosto 2012

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La Teoria della Filosofia Aperta

Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.