Che cos'è una setta religiosa?
Come si forma una setta religiosa?

Quali sono i fondamenti psicologici
e ideologici di una setta religiosa?

di Claudio Simeoni

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Il concetto di setta nel cristianesimo e la distruzione della società

 

Nessuna religione, nessuna setta religiosa, al cui fondamento c'è Gesù, insegnerà MAI alle persone come "gestire il conflitto emotivo" nella loro quotidianità. Gesù costringe le persone a sottostare al conflitto o a agire per sommare conflitto a conflitto. Questo caratterizza la religione cristiana e cattolica in particolare. Da questa condizione psicologica imposta, sottomissione al conflitto (che è sottomissione al dolore, alla sofferenza, al blocco della veicolazione emotiva nel mondo, o ad un insieme di "dogmi" a cui si deve rispondere), nasce la ricerca degli individui di un Gesù diverso da quello imposto dalla chiesa cattolica. Un Gesù più vicino alla propria patologia e lontano dalla descrizione dei vangeli. Un Gesù come "il seguace vuole che sia" per non dover affrontare il Gesù dei vangeli che tanto ribrezzo suscita in lui.

Questa riflessione sulle sette (intesa come separazione dell'individuo, dalla sua stessa Costituzione della Repubblica e dai diritti Costituzionali, in funzione di dettami diversi imposti dal gruppo cui intende aderire), nasce dalla riflessione su Sai Baba.

Satyanaryan Raji nato a Puttaparthi nello Stato dell'India del sud Andra Pradesh e prende il nome di Sathya Sai Baba.

E' un fenomeno "spirituale" del XX secolo. Si inserisce nel fenomeno dei "guru" indiani di moda fra gli anni '50 e gli anni '90, ma si distacca dagli altri "guru" per la caratteristica del "miracolo materiale" proprio della religione cristiana cattolica. Gli arancioni, gli Hare Krisna, i Sai Baba, sono stati un fenomeno "spirituale" nel quale, assieme al massiccio spaccio di droga fra gli anni '60 e '80 nelle città italiane, è stata veicolata la "spiritualità" e la "sensibilità emotiva" di molti giovani e non più giovani che iniziavano a scoprire il senso della "società dei diritti".

Il ruolo di Sai Baba, nell'immaginario occidentale e orientale, è paragonabile al ruolo che ha avuto fra gli anni '70 e '90 quello di Che Guevara. Incarnavano un immaginario ideale imposto fin dall'infanzia dalla famiglia e dall'educazione cattolica. Un'imposizione violenta che, però, faceva dire a genitori e società "Che male c'è ?", oppure "Mica ne danneggia la crescita". Si trattava di imporre psicologicamente la figura di Gesù. Un Gesù bambino sul quale piangere; un Gesù dal quale chiedere protezione; un Gesù con cui minacciare; un Gesù salvatore che sarebbe venuto sulle nubi con grande potenza contro i propri nemici personali.

Questa figura di Gesù, col corollario della madonna, dio e santi, agisce sulla struttura emotiva dei bambini costruendo una barriera psico-emotiva che si frappone fra la necessità di conservare sicurezza in un presente e l'incapacità di affrontare il futuro nel quale si intravedono soltanto possibili minacce.

La caratteristica fondamentale di Gesù è quella di "fare i miracoli!".

E' quella di essere onnipotente, figlio del dio padrone e padrone delle persone.

La manipolazione mentale che i bambini subiscono mediante l'imposizione della figura di Gesù è la convinzione, psico-emotiva, che è possibile agire sulla realtà del presente mediante "miracoli" o "colpi di bacchetta magica", oppure di impossessarsi della realtà per metterla al proprio servizio. Dal momento che il bambino, anche diventato adulto, non è in grado di fare i miracoli come Gesù, sicuramente qualcun altro può farli. Dalla madonna che appare a persone psicologicamente malate da bisogno di dipendenza all'interno di deliri di onnipotenza, a qualche individuo che, proprio perché fa i miracoli, deve essere necessariamente santo. E' il fenomeno di padre Pio. Era un imbroglione, ladro e truffatore, ma delle prove razionali non importava nulla ai suoi fedeli: loro volevano che fosse "santo" uguale a Gesù anche a costo, se necessario, di "uccidere" chi raccoglieva "le pezzuole" e dimostrava le sue truffe.

Una volta imposta nell'infanzia la convinzione psico-emotiva della possibilità di manipolare la realtà quotidiana all'interno dell'idea che la realtà quotidiana è frutto di manipolazione (dono di dio); nei soggetti fortemente dipendenti dalla necessità di manipolare la realtà in quanto fortemente disarmati psico-emotivamente nella capacità di veicolare le proprie emozioni nella modifica del loro quotidiano, sorge la necessità di cercare chi, modificando quel quotidiano nella direzione che non metta in discussione la realtà emotivamente immaginata, è in grado di rassicurare. Il rassicurare, per questo tipo di persone, passa attraverso la riproduzione del modello del Gesù che è stato loro imposto.

Non è importante per loro che la dottrina cristiana parli dell'arrivo di Gesù come dell'arrivo del distruttore del mondo con la pioggia delle stelle sulla terra; per loro, l'arrivo di Gesù, è la realizzazione della loro idea emotiva nella realtà quotidiana. La cessazione del conflitto fra ciò che le loro emozioni immaginano e la realtà dell'esperienza quotidiana che contraddice le loro emozioni e il loro desiderio. L'arrivo di Gesù sulle nubi, nella loro immaginazione, assume il significato di realizzazione della loro immaginazione e non quella della distruzione del loro presente che, comunque, percepiscono come repressivo.

Figure come Sai Baba, Che Guevara, padre Pio, Teresa di Calcutta, Rajneesh, nell'immaginario dei loro seguaci sono tutte delle incarnazioni di Gesù. Rappresentano Gesù nei vari aspetti che le differenti modulazioni emotive immaginano. Tutti fanno miracoli; tutti soddisfano un bisogno emotivo; tutti prospettano un diverso futuro; tutti prospettano la distruzione del presente in funzione della rassicurazione psico-emotiva dei loro seguaci. Seguaci che diventano tali solo perché queste figure si sono sovrapposte a quella di Gesù che è stata imposta militarmente nella loro infanzia e che la chiesa cattolica intende gestire.

Queste incarnazioni di Gesù nel presente rappresentano tutte dei modelli che vengono elaborati dai cristiani come ribellione alla pretesa di dominio della chiesa cattolica. Una pretesa di dominio sulle persone che consiste nel tener sospeso sopra di esse la "promessa" del suo Gesù. Una sospensione che i cattolici, quando sono persone sensibili, sentono come angoscia del non realizzato e della necessità di realizzalo prima che la loro vita finisca. L'angoscia che i cattolici vivono non la attribuiscono alla violenza che hanno subito e che li ha resi incapaci di affrontare il loro presente, ma la attribuiscono alla mancata realizzazione del loro presente immaginato. Escono dal controllo della chiesa cattolica e cercano un altro e diverso controllore. Da Che Guevara a padre Pio, da Sai Baba a Teresa di Calcutta, da don Ciotti a Rajneesh, da Zanotelli o Maharishi.

L'importante è che il nuovo e diverso controllore corrisponda al Gesù che immaginano. Che Guevara altro non è che Gesù che minaccia i ricchi che non potranno entrare nel regno dei cieli (non è importante se l'unica cosa che sa fare Che Guevara è sparare, anche Gesù, l'unica cosa che sa fare, è quella di picchiare i mercanti!); padre Pio è quello che assicura la guarigione del cieco o del lebbroso (non è importante se i "miracoli" sono delle invenzioni); Sathya Sai Baba fa apparire oggetti e fa le profezie sul proprio futuro (classica quella di Craxi che diventerà il presidente del Consiglio: non ha predetto come sarebbe morto); Teresa di Calcutta è l'immagine del buon Samaritano (non è importante se ricattava le persone o rubava loro il benessere); don Ciotti è colui che "combatte la mafia" ed evoca l'immagine del Gesù in Luca 16, 1-13. Che inveisce contro i farisei "come potete voi parlar bene, malvagi come siete?" (e nessuno si avvede che l'organizzazione di don Ciotti e la mafia sono la stessa cosa e don Ciotti se ne guarda bene di accusare lo IOR!); Rajneesh che predica la felicità e applica il principio di dare a dio (inteso come sé stesso) ciò che è di dio e agli uomini, cioè sé stesso, ciò che è degli uomini; o Zanotelli che ha bisogno della poveri per realizzarsi (i poveri li avrete sempre con voi e potrete far loro del bene ogni volta che ne avrete voglia), quanta voglia ne ha Zanotelli; o Mharishi che come un novello Gesù onnipotente nel 1972 annuncia un piano di organizzazione di meditazione con cui sarà eliminato il disagio giovanile e la criminalità (come in un campo di sterminio).

Gesù non arriva sulle nubi con grande potenza e non cambia il presente in cui le persone vivono. In compenso le persone sono state educate a pensare che il presente ossessivo in cui vivono sia destinato a cambiare per i miracoli e i colpi di bacchetta magica del Gesù . Per questo cercano un nuovo e diverso Gesù. Un Gesù che non corrisponda a quell'individuo volgare, vile, violento, razzista e nazista, descritto dai vangeli, ma che risponda alle loro aspettative. Aspettative che non possono aspettare. Non possono essere sospese in una perenne attesa, ma che devono realizzare ora, adesso.

Le masse fanatiche che accorrono all'annuncio delle "lacrime della madonna di turno" rispondono a questo bisogno psicologico: l'oggetto della loro attesa si manifesta. Siamo giunti alla fine di questo quotidiano; le "lacrime della madonna" indicano un nuovo "luminoso avvenire" la "realizzazione della città di dio", la realizzazione della "città celeste". Solo che i messaggi di chi vede la madonna chiedono sofferenza, e ancora sofferenza. Quando la richiesta di sofferenza supera la soglia accettabile, per i cattolici è meglio Rajneesh che indica un modo di felicità, ora, adesso. O Che Guevara che indica di sparare per uscire dalla sofferenza. O Zanotelli, Ciotti o Teresa di Calcutta che indicano come compiacersi della sofferenza degli altri e usarla a proprio vantaggio (sia economico che psico-emotivo).

Tutti si identificano con Gesù.

O per affermazioni proprie, o per induzione nell'immaginazione dei loro "seguaci". Che Guevara, padre Pio, Sathya Sai Baba, Teresa di Calcutta, don Ciotti, Rajneesh, Zanotelli, sono tutti Gesù! I "seguaci", per contro, non discutono mai del pensiero del loro "maestro", ma ne esaltano le azioni di soccorritore, o di miracolistica, di guaritore o di asceta. Tutte condizioni che portano i "seguaci" a separarsi dal contesto sociale: appunto, come indicato dalla chiesa cattolica.

Quando, da un sito si fanno analogie con Sai Baba, dice:

Gesù: "Chiunque desideri seguirmi, rinneghi se stesso e prenda la sua croce e mi segua. Perché coloro che vogliono salvare la loro vita la perderanno e coloro che perderanno la loro vita per la mia salvezza la troveranno. "

Baba: "Il servizio senza traccia di ego è il primo scalino nel progresso spirituale dell'uomo. Se un uomo vuole vivere una vita pacifica, deve capire l'importanza del sacrificio. La verità insita nell'asserzione che l'immortalità si può solo ottenere col sacrificio dovrebbe venir bene assimilata. La base principale del progresso spirituale è la negazione dell'"io" e la gioiosa accettazione del "noi", che non é altro che l'unione dell'"io" in Lui."

Gesù: " Avete sentito che cosa é stato detto, . Ma io vi dico, amate il vostro nemico e pregate per coloro che vi perseguitano, affinché voi possiate essere i figli di vostro Padre che é nei cieli: perché Egli fa sorgere il sole sia sui buoni che sui cattivi, e fa piovere sia sui giusti che sugli ingiusti. Se amate coloro che vi amano, che merito ne avrete? Non fanno lo stesso persino gli esattori delle tasse? E se salutate solo i vostri fratelli e sorelle, che cosa state facendo più degli altri? Non fanno lo stesso pure i Gentili? Perciò siate perfetti, come é perfetto il Padre vostro che é nei cieli."

Baba: "Quando qualcuno vi insulta o diffama o vi ignora, accettate la cosa con un sorriso... Quando non accettate l'insulto, questo torna indietro alla persona che l'ha mandato, come una raccomandata che non é accettata torna al mittente. Non danneggiate la vostra pace mentale ricevendo la lettera e leggendone il contenuto. Rifiutate di accettarla. In questo modo avete anche la possibilità di correggere chi ha sbagliato; accettando la lettera invece vi assocerete alla compagnia di coloro che si comportano male, siete avvisati! L'arma dell'amore disarma qualsiasi oppositore. L'amore chiama amore; esso sarà riflesso indietro, cioè potrà avere solo l'amore come reazione. Spara "amore", e l'eco dal cuore dell'altra persona sará anche "amore"!"

Dal libro: Sathya Sai Baba and Jesus Christ" by Peter Phipps Sathya Sai Publications New Zealand

Dalla pagina:

http://www.guruji.it/sb_gesu.htm

Le stupidaggini scritte non vengono analizzate, ma vissute acriticamente dai seguaci. Negare l'io significa negare la vita, le pulsioni di vita. Significa trasformare gli Esseri Umani in schiavi: cosa molto chiara in Gesù e sottolineata da Sai Baba. Lo stesso vale per quanto riguarda le affermazioni in relazioni al nemico: significa negare l'altro. Significa voler ridurre l'altro ad aderire alla proiezione delle nostre categorie soggettive. Perché l'altro è ridotto a categoria di nemico? Qual è l'insieme educazionale che riduce l'altro alla categoria di nemico o mi costringe ad essere "nemico" di un altro? Solo la consapevolezza di essere un truffatore in Sai Baba gli fa dire che l'altro, scoprendo la sua truffa, è un suo nemico. Cosa del resto chiara in Gesù! Quel "Spara "amore", e l'eco dal cuore dell'altra persona sarà anche "amore"." Che fa il pari con i proverbi o Paolo di Tarso che indicano di "fai la carità al tuo nemico, cos'ì lo coprirai di carboni ardenti!"

Oppure il don Ciotti di cui si legge in un sito:

"Sono solo un cittadino che sente prepotente dentro di sé il bisogno di giustizia" Bastano poche parole per capire chi è veramente don Luigi Ciotti. Non un semplice sacerdote, né un uomo qualunque, bensì un onesto cittadino al servizio della gente, di tutti coloro che chiedono aiuto e di chi non è capace o, peggio, non può.

Basta capirci sul termine "giustizia". Io, intendendo ciò che è compreso nella Costituzione e nella società Democratica intendo che il Gesù che ordina di scannare chi non si mette in ginocchio è un criminale: don Ciotti usa quel criminale per costringere i ragazzi in ginocchio. Capisco che l'emarginato veda in don Ciotti una sorta di "ancora", ma non si parli di giustizia, si parli piuttosto di direzionare il terrore. Cosa che fa comodo a molti politici nella società civile, ma contribuisce a costruire ingiustizia, miseria e terrore. Che significato ha predicare contro la mafia di Reina e Provenzano, quando non predichi contro la mafia di Ratzinger e di Bagnasco. Può far schifo il mafioso che estorce centinaia di euro al commerciante; ma è mastodontico e aberrante i miliardi di euro che Ratzinger e Bagnasco estorcono ai cittadini italiani. Il mafioso può avere delle connivenze politiche, ma come potrebbe Ratzinger e Bagnasco estorcere denaro se TUTTI i politici italiani, agendo contro la Costituzione, non fossero conniventi con Ratzinger e Bagnasco? E' il solito prete che tollera il genocidio del suo dio padrone (di chi si sente rappresentante) e che condanna con ferocia azioni che, in fondo e in confronto a quelle del suo dio padrone, sono delle sciocchezze: o la Giustizia è la Sacra figlia di Zeus, oppure è una parola con cui ci si riempie la bocca per far fessi i cittadini!

Don Ciotti con la mafia, Di Noto con la pedofilia: entrambi, con le loro sette, agiscono affinché la chiesa cattolica non possa venir criminalizzata per mafia e per pedofilia!

Provenzano aveva la bibbia, don Ciotti ha la bibbia; Di Noto ha la Bibbia, il prete stupratore ha la bibbia: aspetti diversi del medesimo disegno criminoso delineato nella bibbia.

Oppure, Che Guevara:

1 aprile 1965

Cari vecchi,

Sento di nuovo sotto i talloni i fianchi di Ronzinante, riprendo la strada, scudo al braccio.

Sono quasi dieci anni che vi ho scritto una lettera d'addio. Se ricordo bene, mi lamentavo di non essere un soldato migliore e un miglior medico; medico, non m'interessa più, e come soldato non sono poi così male.

Non è cambiato nulla di fondamentale, se non che sono molto più consapevole, che il mio marxismo si è approfondito e decantato. Credo nella lotta armata come unica soluzione per i popoli che vogliono liberarsi, e sono coerente con ciò che credo. Molti mi tratteranno come un avventuriero, e lo sono, ma di un genere diverso, e di quelli che rischiano la pelle per difendere le proprie convinzioni.

Può darsi che stavolta sia l'ultima. Non la cerco, ma è nel calcolo logico delle probabilità. Se così fosse, vi abbraccio per l'ultima volta.

Vi ho amati molto, ma non ho saputo dar voce alla mia tenerezza.

Nei miei atti sono molto rigido e credo che talvolta non mi abbiate capito. è vero, non era facile capirmi. Oggi, semplicemente credetemi.

Adesso, una volontà che ho affinato con gusto d'artista sosterrà le mie gambe molli e i polmoni affaticati. Andrò fino in fondo.

Ricordatevi di tanto in tanto di questo piccolo condottiero del XX secolo. Un bacio a Celia, a Roberto, Juan, Martín e Patotín, a Beatriz, a tutti. Vi abbraccio, vostro figlio prodigo e recalcitrante.

Ernesto

Tratto da:

http://www.e-cheguevara.com/ITALIANO.htm

In realtà era consapevole del proprio fallimento: gli uomini li sapeva uccidere, ma non era in grado di fornire loro armi adeguate con cui combattere la battaglia della loro vita. Lui stesso non aveva esperienza di vivere. Conosceva le armi del dio padrone, ma non conosceva le armi degli Dèi. Era educato alla scuola del "o fai quello che voglio io o io ti ammazzo!" alla quale si ribellava affermando: "No! O fai quello che voglio o io ti ammazzo!". Come un Gesù che scende dalle nuvole voleva cacciare i mercanti dal tempio. Ed è come un Gesù che oppone ingiustizia all'ingiustizia che i suoi seguaci lo vedono. E proprio perché credono in Che Guevara, credono in Gesù. Se non credevano in Gesù non avrebbero nemmeno creduto in Che Guevara.

O Alessandro Zanotelli detto Alex.

Scrive Alex Zanotelli

Rifiuteremo davvero il terrorismo (di ogni genere!) solo se elimineremo ciò che lo alimenta. Finchè avremo il 20 per cento che vive da nababbi, pappandosi l'83 per cento delle risorse di questo mondo a spese dell'80 per cento dell'umanità, costretta a vivere sulla soglia della povertà o nella miseria più assoluta, non ci sarà pace, non ci sarà sicurezza che tenga.

E' questo quello che la Chiesa è convocata oggi a fare: profetizzare. Ma deve essere anche capace di far nascere un mondo alternativo all'impero. Per fare questo, deve saper coniugare Vangelo e vita nella quotidianità (non solo nel campo della sessualità!), soprattutto oggi nel campo dell'economia ("usiamo i soldi come se non conoscessimo nulla del Vangelo e leggiamo il Vangelo come se non avessimo soldi") e nel campo della pace, riconciliazione, nonviolenza attiva (a quando la proclamazione di fede che è stato Gesù a "inventare" la nonviolenza attiva?).

Abbiamo bisogno di una Chiesa capace di una tale profezia se vogliamo vincere il terrorismo e se vogliamo che vinca la vita.

Alex Zanotelli

Fine di un articolo apparso su Famiglia Cristiana e tratto da:

http://digilander.libero.it/giovaniemissione/chiesaprofeticazanotelli.htm

L'origine dell'orrore è lo schiavismo imposto dal Gesù di Nazareth e praticato dalla chiesa cattolica: come l'uomo non è creato ad immagine di un dio pazzo, cretino e deficiente, così la miseria non è creata, ma è divenuta per la scelta di scelte, spesso stragiste, compiute dai cristiani ad imitazione del loro dio e del loro Gesù. E' la DEMOCRAZIA, come imposta dalle Costituzioni e dalle Carte dei Diritti, che vengono sistematicamente violati dalla chiesa cattolica in nome del dio padrone o di quel Gesù che fu arrestato col bambino nudo e al quale i cristiani rivendicano l'impunità nello stupro di minori. Sono i cristiani che hanno costruito la miseria e l'indigenza e il loro missionarismo ha il solo scopo di perpetrare le condizioni di miseria e di indigenza. Come i Gesuiti e altri cristiani, trafficarono sequestrando, deportando e vendendo 200.000.000 di africani nelle americhe in stato di schiavitù (la schiavitù dei cristiani, non quella di Roma Antica), come aveva insegnato loro il vangelo, così i missionari di oggi mantengono il coltello arroventato dentro la piaga della miseria, che altri cristiani hanno costruito prima di loro, affinché quella ferita non si rimargini. Lo conosce molto bene il vangelo Zanotelli: distruggere le società perché tanto il pazzo sta per venire con grande potenza sulle nubi! Lo conosce bene il vangelo Zanotelli che impone la pace ai disperati come massa di manovra per impedire alle società civili di uscire dalla miseria. Gesù ha inventato l'odio e la ferocia della guerra che sottomette per il piacere di sottomettere (non crediate che io sia venuto a portare la pace, ma sono venuto a portare la spada!). La cosa più orrenda alla quale la storia abbia mai assistito "Ed ora portate quei miei nemici che non volevano che io regnassi sopra di loro e scannateli in mia presenza!". Gesù è colui che istiga all'odio razzista con i suoi proclami farneticanti contro i Farisei. Zanotelli deve nasconderlo perché lui, in fondo, è il Gesù, l'unto che va dai pezzenti e proclama che i pezzenti devono rimanere pezzenti perché questa è la volontà del suo dio padrone (lettera di Pietro e Lettera di Paolo! O se ne è dimenticato).

Zanotelli, per i suoi seguaci, è il Gesù che proclama la pace: ma la sua pace consiste nell'imporre ai poveri di essere poveri e di non tentare nulla per uscire dalla miseria. Alex Zanotelli ammassa carboni ardenti sulla vita dei poveri. Come gli ha insegnato il suo dio: "Servi siate sottomessi con ogni rispetto ai vostri padroni, non solo a quelli che sono buoni e ragionevoli, ma anche a quelli di carattere intrattabile. Poiché piace a dio che si sopportino afflizioni per riguardo verso di lui, quando si soffre ingiustamente. Infatti che gloria c'è nel sopportare ed essere battuti, quando si ha mancato? Ma se voi, pur avendo agito rettamente, sopportate sofferenze, questo è gradito davanti a dio. Anzi è appunto a questo che voi siete chiamati, perché Cristo pure ha sofferto per voi, lasciandovi un esempio affinché ne seguiate le orme." Prima lettera di Pietro 2, 18-20

E questa è l'azione del risultato di Alex Zanotelli: sia che egli si identifichi col padrone che bastona, sia che si identifichi nello schiavo bastonato.

E' un esempio dell'ingiustizia che Gesù ha imposto, mediante la violenza, per la sua gloria.

Alex Zanotelli è identificato come un Gesù della pace che va fra i poveri. Peccato che non sia andato a predicare la pace al Pentagono: se lo avesse fatto 600.000 iracheni non sarebbero stati massacrati dai crociati cristiani? Non hanno voluto essere sottomessi!

Anche Bhagwan Shree Rajneesh è un Gesù per i suoi seguaci. Gesù non avrebbe mai detto quello che dice Rajneesh, ma nemmeno quello che dice Zanotelli, né quello che dice Che Guevara, né quello che dice Ciotti o quello che dice Sai Baba. Eppure loro, per i loro seguaci sono Gesù, ma se Gesù non fosse stato imposto a tutti i loro seguaci loro stessi non avrebbero seguaci perché i loro seguaci non li avrebbero riconosciuti come Gesù. E' la patologia della dipendenza psico emotiva imposta nell'infanzia che costringe le persone a cercare il loro modello di Gesù incapaci di analizzare la realtà nella quale vivono o di comprendere il significato dei testi sacri nella loro rappresentazione nella vita quotidiana.

Scrive Rajneesh:

"Tutte le mete sono provvisorie. Quando riesci a capirlo hai conseguito il Brahman: un'energia priva di scopo che fluisce senza meta, che fluisce ovunque ma che non va da nessuna parte... che fluisce verso il nulla. Il movimento è bello di per sé, è felice di per sé. L'estasi non è in una meta. E' qui e ora, proprio nel movimento, proprio nella pulsazione dell'essere vivo. Quando guardi un Buddha seduto sotto l'albero del Bodhi, oppure guardi un Gesù crocifisso, o un Mahavir nudo sotto i cieli, di certo nella tua mente sorgerà una domanda: "Cosa fanno?". E questo perché non si può concepire che Buddha pensi a qualcosa. Non hanno nulla a cui pensare; né pensano alla famiglia. Non c'è famiglia! Né pensano al futuro, cosa potrebbero pensare del futuro? Cosa fa un Buddha sotto l'albero di Bodhi? Non fa nulla. Si limita ad essere. Il semplice accadere della vita, l'espirare e l'inspirare, il semplice pulsare della vita, è beatitudine. Non fa null'altro. E semplicemente immerso nella beatitudine. Ma ogni volta che pensi alla beatitudine, la consideri come fosse un oggetto che Buddha tiene nelle mani. Non è un oggetto, è solo un modo di essere: IL GIUSTO MODO DI ESISTERE!

Tratto da:

"La dottrina suprema" di Bhagwan Shree Rajneesh

E' un altro Gesù per i suoi discepoli.

Il Gesù che dice ai discepoli quello che i discepoli avrebbero voluto che Gesù dicesse.

Un Gesù che non impone sofferenza, ma prospetta la beatitudine. Non discuto le sciocchezze su Brahman di Rajneesh, ma ciò che dice è quello che chi è stato costretto in ginocchio davanti a Gesù quand'era bambino è in grado di desiderare dal propri Gesù immaginato. Si immagina Gesù affinché questi sia ciò che si vuole che sia e si cerca il Gesù che incarna l'immaginazione col quale costruire le relazioni di dipendenza. Ci si separa dalla società perché Gesù è cosa diversa dalla società in cui si vive: Gesù è sostanziato dai desideri delle persone.

Rajneesh è un altro Gesù. Un Gesù che attira a sé fornendo ricette di "Chi crede in me sarà salvo!". Rajneesh nella sua predicazione non si discosta dall'immagine di Gesù. Non vuole creare la frattura, nei suoi seguaci, fra il condizionamento mentale che la loro struttura emotiva ha subito e una "credenza" che crea, dentro di loro, conflitto. Desiderare che Rajneesh sia Gesù, è la stessa cosa che desiderare che Zanotelli, Ciotti, Sai Baba, siano Gesù.

Già Freud aveva scoperto il fondamento psicologico di questo tipo di desiderio attraverso le "tracce mnestiche" che vengono formate dalla struttura educazionale. La scoperta di Freud e la sua formazione teorica avviene ben prima del 1996 che Joseph LeDoux pubblicasse "Il cervello emotivo – alle origini delle emozioni".

Lo stesso discorso, fatto per la setta di don Ciotti, Sai Baba, Alex Zanotelli, Che Guevara, Rajneesh, va fatto per la setta di padre Pio e di Teresa di Calcutta.

I seguaci di padre Pio e di Teresa di Calcutta, sono altrettanti Gesù. Si ritengono tali e tali sono ritenuti dai loro seguaci.

Scrive i pensieri di padre Pio il sito ufficiale della casa di cura:

"Siamo chiamati ad andare avanti guidati dalla parole di San Pio da Pietrelcina: "Non arrestiamo il passo, rispondiamo solleciti alla chiamata di Dio per la causa del bene", nella Casa Sollievo della Sofferenza "il sofferente deve vivere l'amore di Dio per mezzo della saggia accettazione dei suoi dolori, della serena meditazione del suo destino a Lui"."

Fonte:

http://www.operapadrepio.it/it/content/view/341/657/

Il sofferente deve accettare i suoi dolori!

Ogni sofferente sta subendo la chiamata di dio. E mentre i seguaci di padre Pio vanno in pellegrinaggio con le loro sofferenze, non sono consapevoli che padre Pio si compiace delle loro sofferenze in quanto le loro sofferenze sono "l'amore di dio". E' il dio di padre Pio che si compiace nel distribuire la sofferenza. Cosa chiedono le persone a padre Pio? Che lui, tramite il suo dio, elimini la loro sofferenza. Ma padre Pio non può eliminare la loro sofferenza perché questa è l'amore di dio. Per questo padre Pio non può fare miracoli di guarigione perché, altrimenti, disprezzerebbe l'amore del suo dio.

Vallo a dire ai seguaci della setta di padre Pio. Loro vogliono che padre Pio, il loro Gesù, faccia dei miracoli di guarigione. Non hanno il senso critico, né la capacità di analisi della dottrina di padre Pio.

Il pensiero è sintetizzato perfettamente nelle parole con le quali padre Pio ha inaugurato la casa di cura e, con essa, i vari gruppi di preghiera:

"L'Ospedale e i Gruppi di Preghiera sintetizzano bene la parole pronunziate da Padre Pio nel giorno dell'inaugurazione di Casa Sollievo: "Luogo di preghiera e di scienza dove il genere umano si ritrovi in Cristo Crocifisso come un solo gregge con un sol pastore". (stessa pagina web)

E' l'imposizione della sofferenza l'obbiettivo di padre Pio, non quello del piacere o quello, come Rajneesh, della beatitudine.

E' necessario ricordare che la volontà di imporre la sofferenza è perfettamente in linea anche con i desideri adolescenziali di padre Pio.

Nel 1902, cioè all'età di quindici anni, in un tema in classe il padre Pio affermava, dal libro di E. Malatesta "La vera storia di padre Pio" ed Piemme pag. 33:

"Oh se fossi re!… combatterei prima di tutto il divorzio, da molti cattivi desiderato, e farei si che il sacramento del matrimonio fosse maggiormente rispettato… Io cercherei di illustrare il mio nome col battere sempre la via del vero cristiano; guai poi a coloro che non volessero seguirla. Li punirei subito o col metterli in prigione o coll'esilio oppure con la morte."

Padre Pio è un Gesù per tutti i sofferenti che sperano di vincere al superenalotto delle guarigioni. Eppure padre Pio non voleva guarire nessuno, né mai ha guarito nessuno perché, secondo la sua ideologia, non poteva privare le persone dell'amore del suo dio che egli vedeva nella sofferenza che il suo dio imponeva alle persone. Le persone seguono padre Pio perché lo immaginano mentre fa dei miracoli eliminando la sofferenza. E sono i sofferenti i suoi seguaci. La setta di padre Pio pesca da quel target di persone. Il suo bestiame sono le persone sofferenti. Se i bambini non fossero stati convinti che Gesù faceva i miracoli, per dirla alla Freud, le tracce mnestiche impresse nell'infanzia non si sarebbero attivate e le persone sofferenti non avrebbero cercato padre Pio. Padre Pio, a sua volta certifica, rispetto alle persone sofferenti, che la loro sofferenza è manifestazione di dio nei loro confronti ed esse devono vivere la sofferenza per mezzo della saggia accettazione.

Appare ovvio che la setta composta dal target di persone che vede in padre Pio Gesù, non è il target di persone che vede Gesù in Ciotti o in Zanotelli o, ancora, in Sai Baba.

Il medesimo discorso vale per Teresa di Calcutta.

Per i suoi seguaci lei era Gesù. Per lei il benessere fisico delle persone non contava nulla. Le persone, i bambini in particolare, erano meno di zero.

Contava il suo padrone, il suo Gesù per il quale compiva sacrifici umani di persone sottraendole con l'inganno alla loro religione e alla loro società.

Chi è uscito dalla setta di madre Teresa di Calcutta racconta dell'obbedienza totale dovuta alla padrone, madre Teresa di Calcutta. Susan Shields è riuscita ad uscire dalla setta. Era entrata convinta di "lavorare per il prossimo" è uscita perché era l'unico modo di "lavorare per il prossimo" e impedire la menzogna. Ma per i seguaci della setta di madre Teresa di Calcutta lei è Gesù. Come Gesù si compiaceva di poveri e sofferenti, così madre Teresa di Calcutta lo imitava.

Sulle finalità dell'ordine della setta di madre Teresa di Calcutta scrive Susan Shields che per quasi 10 anni operò come suora:

"Per la madre, la cosa più importante era il benessere spirituale dei poveri. L'aiuto materiale era un mezzo per arrivare alle loro anime, di far vedere ai poveri che dio li amava. Nelle case dei moribondi, madre Teresa insegnava alle sorelle come battezzare di nascosto le persone che stavano morendo. Le suore dovevano chieder ad ogni persona in fin di vita se volevano "un biglietto per il paradiso". Una risposta affermativa andava interpretata come un consenso a farsi battezzare. Allora la suora non doveva far altro che fingere di rinfrescare la fronte della persona con un panno bagnato, mentre in realtà la battezzava pronunciando sottovoce le parole di rito. La segretezza era importante perché non si doveva venire a sapere che le suore di madre Teresa battezzavano indù e musulmani."

Tratto da "La posizione della missionaria" di Christopher Hitchens editore minimum fax

Teresa di Calcutta ha scatenato in India una vera e propria guerra religiosa contro gli Indù. Per aver scatenato questa guerra ha avuto il premio Nobel.

Eppure era una donna malata, disperata, anche se per la sua setta era Gesù.

Scrive il Corriere della Sera del 25 agosto 2007:

""Non trovo Cristo"

Mezzo secolo di dubbi sulla fede

Nelle lettere di Madre Teresa i tormenti più intimi

"C'è un buio terribile in me, ed è così da sempre"

Londra – Cristo, ripeteva, è ovunque: "Nei nostri cuori, nei poveri che incontriamo, nel sorriso che offriamo e in quello che riceviamo". Colui che non abbandona, che riempie il vuoto. Diceva sempre così, agli altri, rassicurando chi più dubitava. Ma per lei, Madre Teresa di Calcutta, Cristo era egli steso il vuoto, "Gesù, l'Assente", colui che sempre tace. Per oltre metà della sua vita, un solo grido: "Mi hai respinto, mi hai gettato via, non voluta e non amata. Io chiamo, io mi aggrappo, io voglio, ma non c'è Alcuno che risponda. Nessuno, nessuno. Sola... Dov'è la mia fede... Perfino quaggiù nel profondo, null'altro che vuoto e oscurità – Mio Dio – come fa male questa pena sconosciuta... Per che cosa mi tormento? Se non c'è alcun Dio non c'è neppure l'anima, e allora anche tu, Gesù, non sei vero... Io non ho alcuna Fede, nessun amore, nessun zelo. La salvezza delle anime non mi attrae, il Paradiso non significa nulla... Io non ho niente, neppure la realtà della presenza di Dio". E si riferiva alla presenza divina più misteriosa, quella dell'ostia consacrata nell'Eucaristia, il perno della fede cattolica: ne parlava così, lei che era conosciuta come la piccola donna con la fede più grande del mondo. Spiegava agli altri, Madre Teresa: "La mia anima è in uno stato di perfetta gioia e di pace". Ma quella stessa anima, nei suoi pensieri più intimi, e anche nei giorni in cui meritava con la sua fede il premio Nobel per la Pace, la descriveva poi come "un blocco di ghiaccio", abbandonata in una "terribile oscurità", "nell'aridità spirituale", fra "le torture della solitudine": che però mai la piegarono fino a farle abbandonare la sua missione."

Chi sono i seguaci della setta di madre Teresa di Calcutta? Non i sofferenti, quelli vanno da padre Pio, ma coloro che si compiacciono della sofferenza degli altri: come Zanotelli, Ciotti. Infatti, fra gli estimatori di Teresa di Calcutta c'erano sanguinari dittatori e assassini come Pio Laghi (quello che collaborò a gettare gli oppositori della dittatura Argentina dagli aerei). Coloro che hanno un dominio sociale sulle persone deboli, inermi.

Tutte queste sette separano le persone dalla società civile. Le persone non sono più i soggetti di diritto Costituzionale, ma accettano o sono costrette a diventare oggetti di possesso del guru che corrisponde ai loro desideri. Si crea un legame emotivo con Gesù, rappresentato da Ciotti o Zanotelli o Sai Baba o Teresa di Calcutta, in sui si innesta un ricatto morale con la conseguente creazione di "sensi di colpa" se il seguace non rinuncia ai diritti Costituzionali e non fa proprie le imposizioni morali della setta e del guru.

Tutte le sette che ho illustrato (e molte altre che ho tralasciato) corrispondono a vari aspetti desiderati della figura di Gesù.

Queste sette nascono sempre dal desiderio dell'oggetto che:

"...Il desiderio è indissolubilmente legato a delle "tracce mnestiche", come le definisce S. Freud che trovano il loro appagamento nella riproduzione allucinatoria delle percezioni divenute "segni" di tale soddisfacimento. A questo punto si comprende perché il fantasma, che è la combinazione strutturata di questi segni, sia il correlato del desiderio. In proposito Freud scrive: "L'immagine mnestica di una determinata percezione rimane [...] associata alla traccia mnestica dell'eccitamento dovuto al bisogno. Appena questo bisogno ricompare una seconda volta, si avrà, grazie al collegamento stabilito, un moto psichico che tende a reinvestire l'immagine mnestica corrispondente a quella percezione, e riprovocare la percezione stessa: dunque, in fondo, a ricostruire la situazione del primo soddisfacimento. E' un moto di questo tipo che chiamiamo desiderio: la ricomparsa della percezione è l'appagamento del desiderio" (1899°. P. 516). La concezione freudiana del desiderio riguarda eminentemente il desiderio inconscio legato a segni infantili indistruttibili: la compresenza di due desideri di segno opposto produce quelle situazioni che Freud chiama "conflitto psichico".

Per definire il desiderio Freud ha impiegato tre parole: 1) Wunsch, per indicare il desiderio nell'eccezione dell'augurio; 2) Lust, in riferimento al piacere e alla gloria; 3) Begierde che, come appetito, brama, voglia, allude alla ricerca del soddisfacimento. Con questa abbondanza semantica Freud coglie tutti gli aspetti della dimensione desiderante, inscrivendoli in una proiezione dell'avvenire dove è collocata, a livello reale o fantastico, la realizzazione del desiderio: questo per Freud non è tanto il desiderio attuale dell'adulto, quanto un desiderio antico, legato alla prima infanzia che ha lasciato una tracia mnestica che, congiungendosi al desiderio attuale, gli fornisce carica, intensità, tensione che si placa nel segno o nel sintomo. Sogni e sintomi, infatti legano i desideri attuali ai desideri infantili i quali forniscono quella tensione desiderante che trova la sua realizzazione allucinatoria nel sogno della notte e nel sintomo della malattia. Nella realtà, infatti, il desiderio, teso ad evitare il massimo di frustrazione e ad ottenere il massimo di gratificazione, ha solitamente una realizzazione differita, e ciò consente delle esperienze mentali che mettono alla prova le diverse vie per giungere ad una possibile realizzazione finale. L'introduzione del principio di realtà, che differisce il piacer e gli sostituisce sovente la sublimazione, consentirà a Freud di ipotizzare l'origine della civiltà che, a suo parere, ha preso avvio il giorno in cui gli uomini hanno appreso a "barattare un po' di felicità per un po' di sicurezza" (1929, p.602)."

Tratto da: Dizionario di Psicologia di Umberto Galimberti ed. Garzanti.

Freud, che vive all'interno dell'idea creazionista del mondo e della vita, all'interno della setta cristiana, individua il processo mentale per il quale i cristiani, manipolati nell'infanzia, costretti ad aderire alla setta cristiana, a mano a mano che la libertà personale aumenta, sono alla ricerca di sette diverse. Il manipolato in nome e in funzione di Gesù cerca il suo Gesù come oggetto della e nella realtà quotidiana. Il "desiderio attuale" di incontrare il suo Gesù "gli fornisce carica, intensità, tensione che placa nel segno o nel sogno". Segno e sogno lo spingono nella direzione del nuovo cristo. Nel cristo immaginato che può essere Zanotelli, Sai Baba, Ciotti, Teresa di Calcutta, padre Pio, Rajneesh, Che Guevara. Lo stesso individuo condannato per mafia e considerato, dalle sentenze giudiziarie un "capo mafia" Provenzano, in realtà era a capo di una setta e la bibbia che usava per dirigere la sua setta altro non era che l'oggetto che gli permetteva di identificarsi con Gesù. Egli era il Gesù a cui i seguaci facevano riferimento.

C'è un'ultima riflessione che dobbiamo fare: perché alcune sette hanno "successo" e altre abortiscono?

Tre sono gli elementi che favoriscono lo sviluppo di una setta che aggrega adepti in nome di Gesù; del loro Gesù.

1) sesso; 2) droga; 3) denaro.

Una setta, come quella cristiana cattolica, non ha "successo per le sue idee", anzi, meno idee ha e meno si può discutere sulle idee.

E' chiara l'affermazione del papa cristiano Paolo VI a proposito di padre Pio (dal sito ufficiale della casa di cura):

"Gardate che fama ha avuto, che clientela mondiale ha adunato intornoa sé. Ma perché? Forse perché era un filosofo? Perché era un sapiente? Perché aveva mezzi a disposizione? Perché diceva la Messa umilmente, confessava dal mattino alla sera, ed era, difficile a dire, rappresentante stampato dalle stimmate di nostro Signore. Era un uomo di preghiera e di sofferenza." (Paolo VI)

Ogni "gruppo religioso" ha a che fare con le emozioni e con la veicolazione delle emozioni nel mondo in cui il "seguace" vive. Sia le forti costrizioni che il mondo impone all'individuo sia il desiderio di veicolazione delle proprie tensioni nel mondo, sono il fondamento di ogni religione e di ogni scelta in campo religioso. Tanto più la veicolazione emotiva, della libido soggettiva, viene definita mediante un ragionamento filosofico o viene sperimentata mediante la formula tensione-accumulo-carica-scarica-distensione, tanto più questa interviene nella trasformazione del soggetto e della sua personalità all'interno della società; tanto più la libido viene veicolata nel "desiderio" e svincolata dall'esperienza, tanto più la carica libidica si accumula nel soggetto costringendolo a desiderare. E nel desiderare il soggetto alimenta le sue illusioni che lo fanno aderire, mediante una ricerca spasmodica, al proprio modello allucinatorio che da un lato non scarica la libido, dall'altro lato non crea conflittualità con desideri diversi tali da ingenerare conflitti psichici fra possibilità di veicolare la libido e dogmi morali imposti.

La droga è un modo con il quale scaricare la libido all'interno di uno stato psichico di estraneazione dalla realtà o di relazioni con la realtà attraverso un'alterazione del soggetto che si ritiene più adeguato ad affrontare la quotidianità.

Il denaro sancisce la quantità di potere d'azione nella società del singolo individuo: indica la quantità di merci che può disporre con le quali controllare le persone.

La setta religiosa, e quella cristiana cattolica è il modello di riferimento, separa le persone dalla società dei diritti Costituzionali per disporre, delle persone, della loro sessualità, del loro denaro anche attraverso l'uso della droga come gestione delle tensioni soggettive. La droga agisce sul desiderio di estraneazione dalla realtà, come le sette religiose che si riferiscono a cristo. La droga è uno strumento attraverso cui generare: "...un moto psichico che tende a reinvestire l'immagine mnestica corrispondente a quella percezione.". Cosa realizzabile soltanto se l'individuo è stato educato nella fede del cristo Gesù.

La domanda rimane: perché alcune sette hanno successo ed altre abortiscono?

Perché alcune sette sono funzionali a chi sta dominando la società. Sono funzionali a chi gestisce la comunicazione sociale. Sono funzionali a chi gestisce il denaro e, con esso, il controllo economico della società. Come l'Opus Dei o Comunione e Liberazione, i Focolarini, oppure, come nel dopoguerra, Azione Cattolica.

Quelle sette sono funzionali al dominio della chiesa cattolica, la quale mantiene le relazioni con lo Stato Italiano e la possibilità di perseguitare, direttamente o indirettamente, i cittadini. Sette come Comunione e Liberazione, Opus Dei, avranno successo fintanto che saranno utili alla chiesa cattolica, le altre sette saranno osteggiate dalla chiesa cattolica.

Fintanto che Sai Baba ha l'appoggio di Antonio Craxi, fratello del presidente del consiglio, gli sarà permesso di sviluppare la sua associazione, quando quell'appoggio verrà meno, allora la setta sarà, in vari modi, veri o falsi che siano, criminalizzata ed emarginata finché finirà per sparire del tutto.

Lo stesso vale per Zanotelli, Ciotti e Di Noto: finché le loro sette saranno funzionali al gioco della chiesa cattolica, potranno agire nella loro nicchia, quando non saranno funzionali alla chiesa cattolica e ai suoi progetti di dominio del mondo, allora saranno scaricati.

Per reagire, allora, avranno bisogno di grandi quantità di denaro. Altri Gesù prenderanno il posto di Ciotti o di Zanotelli. Passeranno nelle prime pagine dei giornali e la gente che crede in Gesù vedrà in loro i nuovi Gesù.

Molti sono i Gesù che aggregano seguaci, da Zanotelli a Ciotti, da Rajneesh a Teresa di Calcutta, da padre Pio a Sai Baba, da Che Guevara a Gandhi, ma il Gesù che sta a fondamento delle loro figure illusorie è sempre lo stesso. Il solito criminale e assassino. Quello che si ritiene il figlio del dio padrone e padrone, egli stesso, degli esseri umani. Il superuomo nazista. Quello che farnetica: "Ecco, portate i miei nemici, quelli che non volevano che io dominassi sopra di loro e scannateli in mia presenza!". E la gente applaude al gesto "eroico" del loro Gesù di turno mentre sta scannando, in realtà, i propri seguaci. La loro mente, il loro sguardo non è legato a ciò che sta succedendo nelle loro emozioni. Perché stanno guardando il cielo. Guardano le nuvole aspettando che il loro padrone giunga con grande potenza per loro, per le loro sofferenze, e li elevi come eletti, signori e padroni del mondo: COME IL LORO GESU'!

Non chiedete mai al "seguace di Gesù" di essere una persona responsabile nella società: vi ammazzerà per sottomettervi al suo Gesù. Questo ammazzarvi, il seguace di Gesù, qualunque sia l'immagine di Gesù che la sua patologia proietterà sul mondo, lui lo chiama: AMORE!

Marghera, 04 agosto 2009

     

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

I fondamenti dell'ideologia nazista e della distruzione dell'uomo

L'ideologia nazista è la stessa idologia ebrea e cristiana volta alla conquista del mondo. Per rintracciare i fondamenti dell'ideologia nazista dobbiamo leggere l'ideologia ebrea e cristiana. Non è importante se davanti a voi trovate le bandiere dei crociati di cristo, le bandiere a sei punte ebree o la svastica hitleriana. Hanno gli stessi propositi: il genocidio e la violenza per imporre il dio padrone e impedire alle persone di essere dei soggetti di diritto Costituzionale.