La morale come Bosco della Religione Pagana

La morale come deserto della religione cristiana

di Claudio Simeoni

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Ci sono delle immagini che rendono molto bene la differenza fra Paganesimo Politeista e i monoteismi, qualunque sia la loro connotazione.

Le immagini sono quella del BOSCO, o se vogliamo per estensione quella della Foresta, e quella del DESERTO.

Sono immagini metaforiche che rappresentano molto bene la contrapposizione fra la concettualità religiosa del Paganesimo Politeista e quella dei monoteisti.

Le religioni monoteistiche si caratterizzano dalla vuotezza attraverso la quale l'individuo si presenta al suo dio padrone. La vuotezza costruita dall'individuo dentro sé stesso quale gesto d'amore nei confronti del proprio padrone.

Il DESERTO è la qualità dell'animo del monoteista. Il pazzo di Nazareth costringe il ricco a diventare povero per aver acceso al regno di suo padre. Nello stesso tempo afferma, ai suoi seguaci, che non è necessario diventare poveri per aver accesso al regno di suo padre. In altre parole indica la necessità di costruire la miseria là dove si incontra la ricchezza e appropriarsene senza scrupolo in quanto a loro, che si appropriano della stessa, il padrone suo padre è comunque in grado, se ne ha voglia, di garantire l'accesso al regno.

Lo stesso discorso vale per l'ebraismo. Dopo gli anni in cui Mosè condusse le sue genti nel deserto distruggendo in loro la conoscenza della vita (distruggendo le relazioni con altri popoli e altri quotidiani) e imponendo la sottomissione attraverso l'aberrazione dei suoi comandamenti. Nell'uscire dal DESERTO produsse il bisogno di costruire DESERTO distruggendo ed annientando altre città. L'aberrazione dei comandamenti di Mosè (al di là della discussione sull'originalità e sulla struttura) sta nel trasformare i suoi pruriti, o di chi per lui, in desiderio di sottomettere chi non si può difendere rendendolo bestia al quale imporre il diritto del padrone quale volere e volontà del dio davanti al quale il più debole era costretto in ginocchio e in obbedienza privo di ogni diritto: "Onora il padre e la madre!" La follia e l'aberrazione di questo principio sta nella distruzione del divenire del figlio in funzione della sopravvivenza di chi è già distrutto: il padre e la madre! Non il presente al servizio della costruzione del futuro, ma il futuro piegato e asservito al presente. Così la miseria del presente può perpetuarsi nel futuro.

Da una E-mail ricevuta che riprende un discorso di un centro di discussione il cui contenuto non ho verificato, ma non ho dubbi per non considerarlo veritiero: ".......Insegnano i nostri Maestri: «... Dal momento che un bambino impara a parlare, il padre ha l'obbligo di insegnargli lo Shemà', la Torà e la Sacra Lingua; in caso contrario è come se quel bambino non fosse mai venuto al mondo. Che cosa si intende per Torà? Rav Hamnunà diceva: Il verso che recita: "La legge che ci ha comandato Moshè è eredità (morashà) della radunanza di Ya'akòv"». (T.B. Sukkà 42a)"

La stessa cosa vale anche per i musulmani. Nel Corano al IV° capitolo, detto delle Donne, il versetto 172 recita: "Non si vergognerà mai il Masih di essere lo schiavo del dio, né si vergogneranno gli angeli a lui vicini. Chi è sdegnoso nel prestare adorazione e d'orgoglio si gonfia, sarà fra coloro che saranno radunati davanti a lui." La necessità di costruire la distruzione dell'individuo mediante la distruzione del suo orgoglio e del suo sdegno per la sottomissione e il suo stato di schiavitù! Queste rappresentazioni sono fra quelle che hanno portato Al-Ghazali nel suo "La distruzione dei filosofi" ad attribuire al dio padrone un assoluto arbitrio nelle cose del mondo (esattamente come i comandamenti di Mosé e come gli insegnamenti del pazzo di Nazareth) finalizzandone l'insegnamento alla distruzione delle determinazioni soggettive degli individui mentre affrontano il mondo determinando sé stessi. Ricordiamo come a quest'individuo si sia opposto Averroè col suo "La Distruzione della distruzione" nel quale riafferma l'ordine razionale del mondo.

La necessità di costruire il DESERTO dell'autodeterminazione nel cuore degli Esseri Umani è rappresentata molto bene dal pazzo di Nazareth quando in Marco dice: "Perché vi preoccupate di non aver pane? Non avete ancora riflettuto e capito? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete? Avete orecchi e non udite? Non vi ricordate? Quando io ho spezzato cinque pani per cinquemila uomini, quante ceste avete raccolto piene d'avanzi?". Che gli Esseri Umani non si preoccupino per il loro futuro. Rinuncino a costruirlo e confidino nel pazzo di Nazareth che moltiplica i pani e i pesci. Rinunciare alle determinazioni attraverso le quali costruire il futuro per confidare in lui. Distruggere la conoscenza, la consapevolezza e il sapere attraverso il quale affrontare il futuro, ridurre tutto a DESERTO e, attraverso questo, adorare il dio padrone aspettando la sua provvidenza: il suo capriccio!

Il DESERTO rappresenta molto bene quanto le religioni monoteistiche costruiscono nel cuore degli Esseri Umani. Costruiscono in loro l'incapacità di affrontare il mondo in cui sono nati! Perché gli Esseri Umani accedono a queste religioni? Eppure quel dio è impotente! E' incapace di agire sugli Esseri Umani! In sostanza, è un vigliacco che impone sottomissione! Impone il DESERTO!

Un dio che chiede sottomissione senza portare doni, senza portare utilità, come può essere accolto?

Deve essere accolto perché porta il terrore!

Perché troppo vigliacco per portare sé stesso e i propri doni, viene imposto attraverso chi sgozza, chi uccide, chi tortura uomini, donne e bambini indifesi.

Alcuni Esseri Umani costruiscono per i propri simili una vita di sofferenze e di orrori costringendoli a confidare nel padrone che affermano di rappresentare mentre distribuiscono morte ed orrore. Una morte e un orrore che è misurabile dalle azioni degli Esseri Umani. La morte e l'orrore portata nel Sistema Sociale dai Talebani, gli sgozzamenti in Algeria, la distruzione dei Sistemi Sociali trasformati in campi di sterminio in Africa e in America Latina da Wojtyla rappresentano episodi eclatanti dell'attualità e della quotidianità attraverso la quale i monoteisti costruiscono il DESERTO nelle tensioni e nella vita degli Esseri Umani. Il terrore e l'orrore vengono giustificati imponendo un dio inesistente e un pazzo di Nazareth il cui fare non è solo ridicolo, ma vergognoso e aberrante quando riferito alla vita degli Esseri Umani. Davanti ad affermazioni del tipo quella che troviamo in Marco mentre il pazzo di Nazareth è davanti al tribunale, alla domanda: "Sei tu il figlio del benedetto?" questo folle afferma: "Io lo sono, e voi vedrete il figlio dell'uomo assiso alla destra dell'onnipotente e venire con le nubi dal cielo". Non è solo manifestazione di folle megalomania, ma esternazione del suo desiderio di sottomettere a sé stesso l'umanità. Rappresenta le indicazioni del dio padrone per sterminare chiunque non accetti acriticamente quanto imposto.

Un dio vigliacco imposto dalla distruzione dei macellai cattolici!

Il DESERTO non è solo la manifestazione del dio dei monoteisti, ma è quanto i monoteisti, attraverso stragi e distruzioni, impongono agli Esseri Umani consapevoli di essere in ginocchio davanti ad un dio vigliacco e di aver distrutto la propria vita!

Il DESERTO viene costruito là dove prima c'era vita!

La vita si esprime attraverso Crogioli Creativi nei quali le sfide per l'esistenza vengono risolte in vario modo dai singoli partecipanti.

I Pagani Politeisti, qualunque siano le loro culture, erano caratterizzati dalla determinazione soggettiva all'espansione. Un'espansione che non era distruttiva nei confronti delle altre culture, ma si sovrapponeva alle altre culture fagocitandone gli elementi e facendoli partecipare all'arricchimento dei propri.

Mentre i Pagani Politeisti conducono guerre di conquista; i monoteismi conducono guerre di annientamento solo per il gusto dell'annientamento.

Le crociate condotte dai cristiani avevano questo significato: annientare e distruggere!

Ufficialmente erano guerre di conquista, in realtà le stragi stanno a dimostrare che la conquista era una giustificazione apparente del fine reale: l'annientamento. Strappare lattanti dalle braccia delle madri per ammazzarli a calci non aveva nulla della conquista, ma tutto dell'annientamento!

La rappresentazione del Paganesimo Politeista è il BOSCO.

Il BOSCO rappresenta l'essenza stessa del Paganesimo. Innanzi tutto c'è la diversità della fauna e della flora. Ogni Essere è un DIO che determina sé stesso nell'oggettività nella quale raggiunge la sua Coscienza. Qualunque azione è possibile per costruire la propria vita. Nessuna azione è possibile che distrugga l'oggettività nella quale il soggetto si è generato, pena la distruzione di sé stesso. Così l'Essere Barbagianni può avere molti figli se ci sono molti Esseri Erbicole i quali possono esserci se altri DEI hanno sviluppato loro stessi. Così sotto la terra l'Essere Abete cerca di farsi strada fra le radici dell'Essere Faggio mentre gli Esseri Insetti, gli Esseri Muffe, gli Esseri Funghi equilibrano il tutto con le loro lotte per l'esistenza. Il risultato finale è che alla fine dello sviluppo di queste contraddizioni il BOSCO, nel suo insieme, sarà più ricco.

I Pantheon Pagani erano la stessa cosa. L'insieme degli DEI garantiva lo sviluppo del DIO che li rappresentava. Il BOSCO è un DIO che si sviluppa nell'infinito. Questo sviluppo è ottenuto mediante lo sviluppo e la soluzione delle contraddizioni che al suo interno si esprimono. Così, dovere di ogni parte del BOSCO è attrezzarsi per affrontare al meglio quanto incontra e risolvere a suo favore le contraddizioni. Ogni Essere attrezza al meglio gli Esseri della propria specie affinché riescano a risolvere in modo migliore le contraddizioni a proprio favore. La capacità di ogni singolo soggetto di fare del proprio meglio rappresenta la possibilità di sviluppo del BOSCO e la sua capacità di rappresentarsi al meglio nell'oggettività in cui diviene.

Così i figli di CRONOS sono un crogiolo!

Così i figli di NOTTE sono un crogiolo!

Ogni Crogiolo è un BOSCO!

ZEUS, POSEIDONE e ADE sono le tre oggettività nelle quali si sviluppa ERA: l'Essere Natura. ESTIA e DEMETRA sono uno il momento di sviluppo raggiunto e l'altro, DEMETRA, la tensione che spinge a crescere e a dilatarsi nell'oggettività in cui un soggetto è divenuto. Il suolo, il mare e l'atmosfera sono l'oggettività per i figli di ERA. ERA si sviluppa solo se i suoi figli si sviluppano, solo se l'insieme delle specie di cui è parte si sviluppano, solo se gli equilibri fra le specie che la formano si fanno ESTIA per dilatarsi spinti dalla forza della crescita di DEMETRA.

I figli di CRONOS non sono padroni degli Esseri Umani, ma vivono in essi come in tutti gli Esseri della Natura! Proprio perché i figli di CRONOS vivono nei singoli Esseri, figli di ERA, diventa imperativo per i figli di CRONOS favorire lo sviluppo di ogni singolo Essere e di ogni singola specie. Trovare le migliori strategie di adattamento per costruirsi nell'infinito.

Il BOSCO espande sé stesso quale risultato dell'espansione dei singoli Esseri che lo compongono. Così i figli di CRONOS possono espandere sé stessi soltanto se i singoli Esseri, figli di ERA, espandono loro stessi.

Parlando come Esseri Umani; i figli di CRONOS non necessitano di appropriarsi degli Esseri Umani perché loro dilatano la loro esistenza anche negli Esseri Umani. Tanto più un Essere Umano sarà coraggioso, tanto più coraggiosi saranno i figli di CRONOS. Tanto più un Essere Umano sarà orgoglioso, e tanto più orgogliosi saranno i figli di CRONOS. Tanto più un Essere Umano saprà sviluppare il proprio Potere di Essere e tanto più svilupperanno il loro Potere di Essere i figli di CRONOS.

In quest'ottica scopriamo come gli DEI delle società Pagane portano doni agli Esseri Umani affinché sviluppino il loro Potere di Essere. Nelle religioni monoteiste è il dio padrone che impone agli Esseri Umani di amarlo con tutto il loro cuore pena il terrore della distruzione materializzata con roghi, torture e sgozzamenti.

Lo stesso discorso vale per i figli di NOTTE e degli aspetti che presentano nella vita. I figli di NOTTE sono come ERMES. In una mano reggono il Caduceo come simbolo della conoscenza e della vita che si sviluppa e nell'altra la borsa di denari come simbolo dell'appropriazione e del potere che dall'appropriazione ne deriva.

MOROS è il fantasma che nasconde l'illusione della ragione o è il fenomeno che la ragione non comprende e che l'Essere Umano può utilizzare?

KER è quanto subiamo impotenti o è quanto determiniamo con le nostre scelte?

MORTE è quanto placa la sete della disperazione o quanto si agognava per continuare a divenire nell'infinito?

SONNO è il momento in cui l'Essere Umano si ristora o è il momento in cui giunge l'abbandono alle tempeste della vita?

La STIRPE DEI SOGNI sono gli incubi che attanagliano la nostra impotenza o sono viaggi nell'infinito sconosciuto?

BIASIMO è la mia imprecazione per non aver saputo valutare la situazione o è il dito puntato di chi accusandomi vuole sottomettermi al suo giudizio?

SVENTURA è l'ammonimento della mia attenzione affinché le mie azioni siano ponderate e accorte o è l'anatema di chi volendo impedirmi l'azione mi indica i ceppi e i ferri roventi?

Le ESPERIDI sono i mostri che mi impediscono di giungere alla conoscenza o sono i guardiani che mi costringono a modificarmi e attrezzarmi per giungere alla conoscenza?

Le MOIRE è il destino imposto dal padrone o dall'oggettività che subisco, o è quanto costruisco con la mia volontà di adattamento soggettivo alle variabili oggettive incontrate?

NEMESI è la vendetta del dio padrone per il mio orgoglio e la mia presunzione o sono i miei pugni serrati e la mia richiesta di giustizia?

INGANNO è l'arte con la quale danneggio chi non si può difendere o è l'arte con la quale mi difendo da chi vorrebbe ingannarmi e sottomettermi?

AMORE è l'emozione con la quale travolgo gli apriori al mio sentire o sono le catene che bloccano e legano i miei sentimenti?

VECCHIAIA ROVINOSA nella quale si trascina il fallimento della propria esistenza o è l'attesa del trionfo dell'Essere Umano atteso da HEKATE?

CONTESA (lasciamo perdere i suoi figli) è la contraddizione nella quale costruisco il mio divenire o è la distruzione di ciò che sono perché non attrezzato ad affrontarla?

I figli di NOTTE in una mano portano la vita nell'altra la distruzione. L'Essere Umano può scegliere.

Può scegliere nel BOSCO che cresce dentro di sé in relazione alle scelte che fa nel BOSCO della quotidianità. Le scelte che farà faranno sorgere questo o quel dio. Questo o quel dio condurranno le sue azioni. Suggeriranno i suoi adattamenti nell'oggettività nella quale si trova a costruirsi.

Il Pagano Politeista vive sempre in un BOSCO.

Sia nel BOSCO in quanto tale, che nel BOSCO di Esseri rappresentato dalla società Umana. Come nel Bosco del mondo in cui l'Umana ESTIA protegge la sua specie perché non arretri sulla via del suo attrezzarsi per affrontare al meglio le battaglie dell'esistenza.

L'Essere della Natura e l'Essere Umano, nel nostro caso, vive sempre in un BOSCO sia che questo sia il groviglio che incontra nel mondo della percezione sia che sia il groviglio della sua psiche.

Un Pagano si costruisce. Per questo motivo il BOSCO rappresenta i percorsi di costruzione come manifestazioni degli DEI.

Chi segue religioni monoteiste non si deve costruire, è lui che è creato ad immagine e somiglianza di un dio padrone e a quel dio padrone deve sottomettersi ed usare la violenza perché tutti, attorno a lui, si sottomettano.

Egli è un fallito! Ha fallito la sua costruzione o, se si preferisce, è stato sconfitto e appropriato da chi ha lavorato perché fallisse. Il BOSCO della società umana deve essere appiattito dai monoteisti secondo gli insegnamenti e le imposizioni del loro dio padrone. Il loro BOSCO della percezione sarà popolato soltanto dai fantasmi quali espressione delle loro fobie generate dai bisogni repressi per volere del loro dio padrone. Nel loro cuore crescerà il DESERTO e i figli di NOTTE deporranno i loro doni di sottomissione.

Per questo motivo il Paganesimo Politeista può essere paragonato ad un BOSCO che si espande nell'infinito, mentre, le religioni monoteiste, ad un DESERTO che dall'oggettività si espande nell'anima di chi si sottomette.

Il DESERTO blocca lo sviluppo dell'individuo. Nel DESERTO l'individuo è sperso e sgomento: lui appartiene al DESERTO! Il BOSCO invita l'individuo ad attrezzarsi; il BOSCO gli fornisce i mezzi per costruirsi; è una miniera fenomenologica nella quale l'Essere Umano può scegliere, pescare e discriminare attraverso l'uso della sua attenzione sorretta dalla sua volontà.

Attraverso il suo muoversi e discriminare nel BOSCO l'Essere Umano scopre il DIO che cresce e si espande dentro sé stesso. Riconosce gli DEI che compongono il BOSCO uguali a quelli che germogliano dentro sé stesso. Riconosce un mondo di DEI; un Sistema Sociale di DEI; i mondi della percezione popolati di DEI; la sua psiche quale espressione delle contraddizioni di DEI; riconosce sé stesso un DIO fra DEI!

Ogni Essere si genera; ogni Essere è un BOSCO di DEI!

Nel BOSCO ogni albero, ogni frammento d'erba, ogni cespuglio, ogni insetto, ogni Essere animale è un DIO. Un DIO che cresce e si espande in ADE, ZEUS e POSEIDONE, espressione di ERA generato da ESTIA della sua specie e risponde alle necessità spinte da DEMETRA. Riconoscendo questo fa del suo meglio per attrezzarsi; fa del suo meglio per costruire il DIO di cui è espressione. Il BOSCO è l'equilibrio fra gli DEI.

Nel BOSCO non c'è obbedienza, ma determinazione di costruire sé stessi nell'infinito. Un DIO fra DEI, generatosi quale espressione di DEI che rivendica il proprio diritto di essere accolto in quanto DIO!

Marghera 11 settembre 1999

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