Benito Mussolini (1883 - 1945)

Mussolini e il genocidio come fondamento dell'ideologia fascista

Seconda parte

di Claudio Simeoni

 

Indice Teoria della Filosofia Aperta

 

Benito Mussolini e la filosofia fascista - seconda parte

 

Fin dal suo esordio il fascismo ha un solo ideale: la guerra!

Il fascismo non dice "Perché è necessario fare la guerra" e nemmeno descrive le condizioni per le quali è necessario fare una guerra. Il fascismo considera che lo sviluppo dell'umanità passa attraverso una costante situazione di guerra perché il fascismo non "crede nella pace perpetua".

Il fascismo nasce come negazione della pace fra i popoli definendone la prospettiva "pacifismo" che, secondo Mussolini, "nasconde una rinuncia alla lotta e una viltà". Il vigliacco, secondo Benito Mussolini, è colui che si rifiuta di ammazzare altri uomini. Non dice "tu ti sei rifiutato di difenderti e, dunque sei un vigliacco!", ma dice: "tu ti sei rifiutato di macellare gli indifesi e dunque sei un vigliacco!".

Questa idealità è posta da Mussolini alla base della sua "Dottrina del fascismo" che descrive nel terzo paragrafo pubblicato dall'Enciclopedia Italiana nel 1932.

Scrive Benito Mussolini:

3. Anzitutto il fascismo, per quanto riguarda, in generale, l'avvenire e lo sviluppo dell'umanità, e a parte ogni considerazione di politica attuale, non crede alla possibilità né all'utilità della pace perpetua. Respinge quindi il pacifismo che nasconde una rinuncia alla lotta e una viltà - di fronte al sacrificio. Solo la guerra porta al massimo di tensione tutte le energie umane e imprime un sigillo di nobiltà ai popoli che hanno la virtù di affrontarla. Tutte le altre prove sono dei sostituti, che non pongono mai l'uomo di fronte a se stesso, nell'alternativa della vita e della morte. Una dottrina, quindi, che parta dal postulato pregiudiziale della pace, è estranea al fascismo così come estranee allo spirito del fascismo, anche se accettate per quel tanto di utilità che possano avere in determinate situazioni politiche, sono tutte le costruzioni internazionalistiche e societarie, le quali, come la storia dimostra, si possono disperdere al vento quando elementi sentimentali, ideali e pratici muovono a tempesta il cuore dei popoli. Questo spirito anti-pacifista, il fascismo lo trasporta anche nella vita degli individui. L'orgoglioso motto squadrista Ğme ne fregoğ, scritto sulle bende di una ferita, è un atto di filosofia non soltanto stoica, è il sunto di una dottrina non soltanto politica: è l'educazione al combattimento, l'accettazione dei rischi che esso comporta; è un nuovo stile di vita italiano. Così il fascista accetta, ama la vita, ignora e ritiene vile il suicidio; comprende la vita come dovere, elevazione, conquista: la vita che deve essere alta e piena: vissuta per sé, ma soprattutto per gli altri, vicini e lontani, presenti e futuri.

Tratto da: Benito Mussolini, La dottrina del fascismo, terzo paragrafo, 1932, Enciclopedia Italiana.

Mussolini dice che "Solo la guerra porta al massimo di tensione tutte le energie umane e imprime un sigillo di nobiltà ai popoli che hanno la virtù di affrontarla." Massacrare è tutta l'ideologia del fascismo. Un'ideologia che, privata dell'esercito e dei manganelli della Polizia di Stato, appare completamente vuota di contenuti dottrinali.

La guerra è l'alto ideale del fascismo.

Mentre quasi tutte le ideologie sociali, per quanto discutibili, parlano della guerra come mezzo per raggiungere dei fini, nel fascismo la guerra è un oggetto in sé, lo scopo esistenziale del fascista. Naturalmente la guerra non la fa Benito Mussolini. Lui vende il "mito" del guerriero fascista, ma sono le persone sottomesse che devono, secondo Mussolini, far proprio l'ideale di morire ammazzati come il massimo onore che il fascismo concede loro. Morire per Dio e morire per il fascismo è il medesimo meccanismo espresso dalla fede cristiana.

Una dottrina che abbia a fondamento la pace e la concordia fra i popoli, o all'interno del medesimo popolo, è estranea al fascismo che vuole risolvere le contraddizioni sociali e internazionali mediante la guerra. Questo perché, secondo la dottrina fascista, è importante porre l'uomo davanti all'alternativa di vita o di morte.

Per questo il fascismo afferma che "Questo spirito anti-pacifista, il fascismo lo trasporta anche nella vita degli individui.". Nel fascismo tutto è guerra, tutto è strage, tutto è genocidio perché il fascismo non conosce altro modo con cui risolvere le questioni interne e internazionali. Con questa mentalità, ogni questione familiare si risolve mediante l'omicidio e ogni controversia sociale si risolve con la violenza.

Il mondo fascista è un mondo di violenza, di prevaricazione. Come vuole risolvere Salvini il problema degli immigrati? Affondandoli in mare e impedendo ogni tipo di soccorso e, una volta soccorsi, sequestrandoli per mettere in atto i suoi ricatti. E' l'ideologia fascista dell'omicidio esaltata da Mussolini. E' quella frase, "me ne frego", che indica una separazione fra il soggetto fascista e il mondo per cui il fascista non partecipa più alle sensazioni e alle emozioni del mondo, ma per lui i soggetti del mondo sono solo merce che lui può ammazzare. E se il fascista è ferito, dice Mussolini, se ne frega delle ferite perché lui deve continuare ad ammazzare.

E' l'educazione al combattimento e l'accettazione dei rischi che comporta ammazzare gli inermi che non vogliono sottomettersi.

Per il fascismo, ammazzare gli inermi è il nuovo stile di vita italiano. Così il fascista, che ama la propria vita di assassino, ritiene vile il suicidio e vive nel dovere di ammazzare le persone indifese. In questo modo il fascista si eleva spiritualmente e conquistando e derubando altre persone, vive una vita alta e piena.

In questo modo il fascista, secondo Mussolini, vive per sé stesso e per gli altri vicini e lontani, presenti e futuri. Ma dal momento che Mussolini non indica i valori da raggiungere mediante la guerra come mezzo, ma indica soltanto la guerra come fine dell'ideologia fascista, non resta che interpretare come gli altri, nell'ideologia fascista, siano coloro che il fascista deve ammazzare.

Marghera, 08 agosto 2020

 

 

La citazione di Mussolini è stata tratta da:

https://www.polyarchy.org/basta/documenti/fascismo.1932.html

 

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La Teoria della Filosofia Aperta

Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.