Benito Mussolini (1883 - 1945)

Qual era l'ideologia filosofica alla nascita del fascismo?

Prima parte

di Claudio Simeoni

 

Indice Teoria della Filosofia Aperta

 

Benito Mussolini e la filosofia fascista

 

Comprendere i precedenti storici della situazione che stiamo vivendo in questo presente ci consente di capire la direzione nella quale questo presente si sta avviando.

Stiamo vivendo una condizione storica in cui il sovranismo, sinonimo di nazismo e fascismo nell'epoca attuale, sembra che stiano acquisendo vigore in virtù di una sorta di crollo del vigore culturale fra le persone delle varie nazioni. Una volta sviluppata la cultura che portò alla democrazia fra le nazioni e la conseguente ricchezza economica prodotta dal principio di uguaglianza fra gli uomini e fra le nazioni, si innesta quel sentimento di prevaricazione all'interno di ogni nazione dove gruppi, più o meno di potere, più o meno organizzati, mediante metodi mafiosi e violazione delle norme Costituzionali agiscono contro la società per garantire a sé stessi privilegi economici e di dominio sociale.

Sembra che in qualche modo si stiano ripetendo i meccanismi della storia che portarono all'avvento del fascismo attraverso una separazione, sempre più violenta, degli uomini dalla società democratica attraverso la costituzione di "centri di potere" che, come la mafia, assicurano diritti e privilegi a sé stessi contro le esigenze dell'insieme delle persone della società civile.

A tal proposito vale la pena di leggerci il secondo paragrafo de "La dottrina del fascismo" scritto da Benito Mussolini e pubblicato sull'Enciclopedia Italiana nel 1932.

2. Gli anni che precedettero la marcia su Roma, furono anni durante i quali le necessità dell'azione non tollerarono indagini o complete elaborazioni dottrinali. Si battagliava nelle città e nei villaggi. Si discuteva, ma - quel ch'è più sacro e importante - si moriva. Si sapeva morire. La dottrina - bell'e formata, con divisione di capitoli e paragrafi e contorno di elucubrazioni - poteva mancare; ma c'era a sostituirla qualche cosa di più decisivo: la fede. Purtuttavia, a chi rimemori sulla scorta dei libri, degli articoli, dei voti dei congressi, dei discorsi maggiori e minori, chi sappia indagare e scegliere, troverà che i fondamenti della dottrina furono gettati mentre infuriava la battaglia. E' precisamente in quegli anni, che anche il pensiero fascista si arma, si raffina, procede verso una sua organizzazione. I problemi dell'individuo e dello Stato; i problemi dell'autorità e della libertà; i problemi politici e sociali e quelli più specificatamente nazionali; la lotta contro le dottrine liberali, democratiche, socialistiche, massoniche, popolaresche fu condotta contemporaneamente alle «spedizioni punitive». Ma poiché mancò il «sistema» si negò dagli avversarii in malafede al fascismo ogni capacità di dottrina, mentre la dottrina veniva sorgendo, sia pure tumultuosamente dapprima sotto l'aspetto di una negazione violenta e dogmatica come accade di tutte le idee che esordiscono, poi sotto l'aspetto positivo di una costruzione che trovava, successivamente negli anni 1926, '27 e '28, la sua realizzazione nelle leggi e negli istituti del regime. Il fascismo è oggi nettamente individuato non solo come regime ma come dottrina. Questa parola va interpretata nel senso che oggi il fascismo esercitando la sua critica su sé stesso e sugli altri, ha un suo proprio inconfondibile punto di vista, di riferimento - e quindi di direzione - dinnanzi a tutti i problemi che angustiano, nelle cose o nelle intelligenze, i popoli del mondo.

Tratto da: Benito Mussolini, La dottrina del fascismo, secondo paragrafo, 1932, Enciclopedia Italiana.

Non ce ne fregava niente, dice Benito Mussolini, delle elaborazioni dottrinali, a noi interessava il potere per il potere. Ci interessava dominare la società civile. Non ci interessava dare alla società civile una prospettiva di futuro.

Gli anni che precedettero la marcia su Roma, dice Mussolini, furono anni nei quali manganellammo le persone che avevano una qualche idea sociale volta ad un futuro diverso dal presente che vivevano. Questo ricorda molto la situazione sociale nella quale stiamo vivendo oggi nel 2020. Finché alla fina, a forza di manganellare, la Polizia di Stato ha ucciso ogni dibattito sociale e ogni possibile rivendicazione, da parte dei cittadini, dei loro diritti Costituzionali.

Erano anni, dice Benito Mussolini, nei quali si moriva. Ma chi moriva? Coloro che premevano per maggiori diritti sociali, non certo i fascisti di Mussolini. Venivano manganellati gli operai per conto degli imprenditori che liberi di licenziare avevano il dominio della società civile. E' un po' come in questi anni con gli attentati Piazza Fontana e la caccia all'anarchico organizzata dalla Magistratura per coprire gli stragisti. Con piazza della Loggia a Brescia, con la strage alla stazione di Bologna o gli attentati ai treni e quant'altro. Il fascista uccide e accusa i suoi avversari di aver ucciso vantando per sé un comportamento eroico contro le uccisioni che lui stesso ha fatto ed eseguito.

Dietro a questo non c'è nessuna ideologia, nessun progetto sociale se non la pura conquista del potere e del dominio a cui le popolazioni si devono sottomettere. Lo dice Mussolini, non c'è un pensiero sociale, ma c'è una fede. Una fede in Dio che viene spostata sulla fede nel fascismo che, nell'immaginario del fascista, diventa Dio. Come il Dio cristiano ammazza chi vuole, così il fascismo ammazza chi vuole.

Il fascismo non aveva nessuna ideologia di riferimento se non il potere per il potere. E' impossibile non trovare in questo l'analogia con la Lega di Salvini di oggi o i Fratelli d'Italia della Meloni. Il fascismo, come la Lega di Salvini, ha costruito la sua ideologia come giustificazione del suo diritto di possedere Esseri Umani alla stessa stregua del Dio dei cristiani. Esseri Umani ridotti a bestiame dalle spedizioni punitive dei fascisti contro tutti coloro che avevano un pensiero sociale di un qualche spessore come i liberali, i democratici, i socialisti, i massoni o le dottrine popolari. I manganelli e la violenza era la dottrina del fascismo esattamente come oggi tale dottrina è praticata dalla Polizia di Stato che, anziché proteggere i cittadini dalle violenze e dai soprusi del più forte, violenta i cittadini affinché si sottomettano alla violenza del più forte che agisce contro le norme Costituzionali.

Davanti ai manganelli e alla violenza, liberali, socialisti, democratici, massoni e le dottrine popolari negarono ai fascisti di avere una dottrina. Ma si sbagliavano. I fascisti avevano una dottrina precisa, era presa dalla Bibbia dei cristiani e come il Dio della Bibbia si riteneva in diritto di ammazzare tutti coloro che non si sottomettevano a lui con tutto il loro corpo e tutta la loro anima, così il fascismo si ritenne in diritto di ammazzare tutti coloro che non si sottomettevano a lui. La dottrina del fascismo è la dottrina della Bibbia. E' la dottrina cristiana che il fascismo sposta dal campo religioso al campo sociale prima in concorrenza con la chiesa cattolica, la quale si sente in quel momento esautorata del proprio dominio, e poi, in un secondo tempo, in accordo con la chiesa cattolica alla quale il fascismo demanda il compito della manipolazione emotiva dei ragazzi al fine di imporre loro la fede, come sottomissione a Dio, all'autorità, che poi il fascismo gestirà in campo sociale.

L'ideologia del fascismo è chiara, limpida. E' talmente chiara che appare così ovvia da non essere avvertita da liberali, socialisti, democratici e massoni che nella loro ricerca di alleanze con la chiesa cattolica non si avvedono che il cattolicesimo, attraverso il fascismo, esattamente come oggi Salvini e la Meloni con il loro crocefisso, li sta strangolando per impedire un futuro sociale diverso dall'assolutismo imposto dal cristianesimo.

Poi, dice Mussolini, negli anni 1926, '27 e '28 il dominio religioso del fascismo si trasforma in leggi ideologiche che fanno dell'ideologia cristiana il fondamento del regime fondando istituti religiosi fascisti che permettono di individuare nel fascismo non solo la realizzazione del suo desiderio di dominio, ma anche la dottrina che giustifica il suo diritto al dominio dell'uomo sull'uomo.

Secondo Mussolini, la dittatura di Dio manifestata dal fascismo è in grado di dare risposte a tutti i problemi sociali che angustiano i popoli e le loro economie. E' in grado di manganellare chiunque rivendichi qualche cosa al di fuori della morale, dell'etica e della società come voluta ed imposta da Mussolini. Mussolini risolve tutti i suoi problemi sociali e morali gestendo un regime assolutista nel quale prende il posto di Dio con il plauso della chiesa cattolica che vede in Mussolini l'uomo del destino.

Purtroppo, alcune condizioni si stanno ripresentando ancor oggi se non nella stessa maniera, con poche variabili, e questo desta parecchia preoccupazione specialmente perché oggi, come allora, la classe politica, anziché essere deferente alla Costituzione della Repubblica, preferisce essere deferente alla monarchia assoluta del Vaticano alla quale garantisce l'impunità nella sua attività di violenza all'interno della società civile.

Marghera, 07 agosto 2020

 

 

La citazione di Mussolini è stata tratta da:

https://www.polyarchy.org/basta/documenti/fascismo.1932.html

 

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

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La Teoria della Filosofia Aperta

Le idee si presentano alla ragione come dei lampi intuitivi. Illuminano per un attimo la ragione e poi tendono a sparire annullate da una ragione che tende a riprendere il controllo sull'individuo. Le idee sono un'emozione che insorge con violenza dentro di noi e modifica la nostra descrizione del mondo, una descrizione che la ragione tende a ripristinare ma che l'emozione ha definitivamente compromesso. Una nuova descrizione, una nuova filosofia emerge dentro di noi e noi, qualunque sia il nostro grado di cultura, dobbiamo comunque confrontarla con la cultura del mondo in cui viviamo.